Trump come quei guerrafondai di Kissinger e Bush…

Trump come quei guerrafondai di Kissinger e Bush…

Henry Kissinger, numera utrikespolitisk rådgivare åt Trump.

Il presidente Usa Donald Trump, il 24/2/2017 ha affermato ai mass media di voler espandere l’arsenale atomico per far sì che gli Stati Uniti restino “in testa al gruppo” delle potenze nucleari…..

Trump si è detto anche “molto arrabbiato” per i test missilistici della Corea del Nord e ha sottolineato come una delle molte opzioni disponibili per fronteggiare la minaccia di Pyongyang è quella di accelerare la realizzazione di un sistema di difesa missilistico per gli alleati degli States come il Giappone e la Corea del Sud.

Il presidente americano protesta anche, per la prima volta, contro la Russia, lamentandosi del recente dispiegamento di un missile cruise in violazione dei trattati sul controllo degli armamenti…. All’Amministrazione Trump risponde la Duma, la camera bassa del parlamento russo: “Se Washington procederà nel suo obiettivo di supremazia nella sfera nucleare, il mondo tornerà alla guerra fredda, con il rischio di una catastrofe globale”….

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Viene spesso citato al riguardo dai critici del nucleare, il deposito geologico di ‘Yucca Mountain’ negli USA che ha visto lievitare i costi fino ad oltre 8 miliardi di dollari con tempi di realizzazione non ancora conclusi nonché dubbi sulla reale efficacia in termini di sicurezza e limitatezza nella capacità massima di scorie stoccabili in relazione alle reali necessità. Le preoccupazioni principali dovute all’uso di energia nucleare per la produzione di elettricità riguardano l’impatto sull’ambiente e la sicurezza delle persone. Alcuni incidenti nucleari hanno provocato una contaminazione radioattiva. Il più grave incidente, il disastro di Černobyl‘, ha ucciso delle persone, provocato feriti e danneggiato e reso inutilizzabili per decenni grandi porzioni di territorio. L’incidente di Černobyl’, è accaduto a causa della combinazione di svariate violazioni delle misure di sicurezza. Altri incidenti si registrano a Sellafield in Gran Bretagna o a Browns Ferry negli USA e continuano a verificarsi, con vari scandali, come in Giappone.

In Giappone gli impianti della centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, furono danneggiati nel 2007 a seguito di un terremoto di intensità superiore a quello considerato nel progetto e si ebbero rilasci di radioattività nell’ambiente non completamente ed univocamente quantificati….

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Sempre in Giappone, a seguito del terremoto di Sendai, nel marzo 2011, una serie di 4 distinti gravi incidenti occorsi presso la centrale nucleare di Fukushima, hanno causato il disastro di Fukushima Dai-ichi.

Oggi 11/3/2017 il Giappone si è fermato in un minuto di raccoglimento per ricordare la triplice catastrofe dell’11/3/2011 quando il sisma/tsunami e la seguente crisi nucleare di Fukushima si abbatterono sulla parte nordorientale del Paese. Alle 14:46 in punto, le 4:46 in Italia, lungo la costa del Tohoku si sono sentite le sirene di allerta dello tsunami che 6 anni fa, a causa della scossa di magnitudo 9, raggiunse in alcuni punti i 40 metri di altezza e i 15 metri di fronte alla centrale di Fukushima, sufficienti a danneggiare tre reattori e creare la peggiore crisi atomica da Cernobyl. A sei anni dalla triplice catastrofe di Fukushima proseguono senza sosta gli sforzi del governo giapponese per il piano di ricostruzione. Ma i costi sono fin qui raddoppiati e resta lontana la demolizione della centrale nucleare duramente colpita dal terremoto-tsunami del 2011, costato la vita a circa 18.000 persone. Sul fronte della bonifica, il livello di radioattività attorno ai reattori 1, 2 e 3 della centrale atomica Daichi è ancora elevato, fino a 300 microsieverts all’ora, e la parete di ghiaccio progettata per isolare le falde acquifere dal liquido contaminato non funziona ancora a pieno regime. Dopo aver continuato a raffreddare la centrale, iniettando centinaia di tonnellate di acqua nelle vasche di contenimento, la società di gestione dell’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco), riconosce che il lavoro più delicato inizia adesso: l’estrazione del magma radioattivo, ossia il prodotto della fusione del nocciolo del reattore. I lavori di demolizione della centrale, secondo i programmi, non finiranno prima del decennio 2041-2051….

Le stime per smantellare la centrale, le operazioni di bonifica e gli indennizzi alla popolazione colpita dal disastro, sono quasi raddoppiati, superando la cifra di 188 miliardi di dollari, l’equivalente di 178 miliardi di euro.

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Non esiste ad oggi un trattato internazionale sulle armi all’uranio impoverito, benché esse siano estesamente impiegate sui campi di battaglia dagli eserciti della NATO e in particolare dall’esercito degli Stati Uniti….

Tramp non vuole solo la supremazia sulle risorse energetiche, ma vuole aumentare il costo degli armamenti del 10%, quando i politici italiani, già dal 1 febbraio di quest’anno avevano già deciso, da bravi leccaculi, di triplicare le spese militari per le missioni Nato, per la cosiddetta “egemonia mediterranea”…

2017: costi militari triplicati e scenari sempre più incerti, come per le missioni Nato in funzione anti-russa, lungo la nuova “cortina di ferro” che corre dal Baltico al Mar Nero……

Raddoppiano gli stanziamenti per le missioni in Turchia e triplicano quelli per le operazioni dei servizi segreti…

 

Sono queste le principali novità del rifinanziamento militare 2017:

Le spese militari italiane hanno avuto un aumento dello stanziamento generale di circa il 7% rispetto allo scorso anno: 1,28 miliardi di euro contro gli 1,19 miliardi del 2016. Soldi destinati a finanziare guerre economiche geopolitiche, con connessi genocidi, ulteriore povertà attraverso le guerre di religione e disuguaglianze sociali ….

Teniamo presente che già nel 1949, l’Italia aveva aderito al patto militare atlantico, anticomunista e ancora oggi siamo subordinati all’economia del più forte, nonostante economicamente siamo ormai alla fame, spendiamo ancora cifre da capogiro, per fare guerre di conquista economica e di supremazia militare …

In Libia il costo della missione di supporto alle locali marina militare e guardia costiera è triplicato, da 17 milioni di euro sono aumentate a 48 milioni ….

Terminata la battaglia di Sirte, non è chiaro quale sarà l’impiego dei militari italiani nei contingenti Nato. Ora i soldati italiani si trovano nella base Nato di Misurata, quel che è certo è che il contingente italiano (326 soldati e 107 mezzi terrestri), rischia di trovarsi in una situazione difficile a causa del rafforzamento del generale Haftar sostenuto da Russia ed Egitto…

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L’Italia al largo delle coste libiche aderisce alla missione di controllo Nato “Mare Sicuro”, con un costo di 84 milioni di euro, con 4 navi, 5 aerei e 700 uomini, aderendo anche alla missione europea Sofia con 43 milioni di euro, con un’altra nave, due velivoli e 600 uomini. A queste si aggiunge, con la stessa funzione (controllo dei mari), la missione navale Nato Sea Guardian con altri 19 milioni di euro, con 3 navi, 2 velivoli e 300 uomini.

Un allegorico “aiuto umanitario” che presto potrebbe evolvere in qualcosa di diverso, con l’estensione delle operazioni alle acque territoriali libiche e l’applicazione di un blocco navale: la cosiddetta terza fase dell’operazione Sophia….

Anche in Turchia le spese militari sono aumentate: da 7 a 12 milioni di euro, un aumento ‘giustificato’ dalla missione “Active Fence”, una missione Nato di pattugliamento dello spazio aereo turco, contro la minaccia aero-missilistica del regime di Assad, ma anche di sorveglianza delle attività militari russe nella regione…..

La funzione militare anti-russa si evidenzia anche nelle due nuove missioni Nato: protezione dei confini orientali dell’alleanza, a cui l’Italia ha aderito con un costo 20 milioni di euro, inviando nel corso dell’anno 160 soldati e 50 mezzi terrestri, per controllare il confine lettone-russo nell’ambito della “Spearhead Force” di reazione rapida della Nato, e 4 caccia Eurofighter Typhoon con 110 uomini al seguito, con un costo 11,5 milioni di euro, per pattugliare lo spazio aereo bulgaro nell’ambito della missione a rotazione di “Air Policing”. Altri 6 caccia Eurofigher Typhoon con 145 uomini al seguito con un costo 3 milioni di euro saranno inviati in Islanda per il turno nella missione Nato di protezione condivisa dello spazio aereo della piccola nazione.

I servizi segreti, in queste manovre economiche ci sguazzano, dal loro mondo torbido e occulto, si triplicano gli stanziamento anche per le operazioni segrete di intelligence (da 5 a 15 milioni di euro), condotte dagli agenti operativi dell’Agenzia di informazione e sicurezza esterna (Aise), attivi soprattutto in Libia, Iraq e Afghanistan….

L’incremento del Budget è legato alla novità (introdotta un anno fa dal soldatino scout Renzi), dell’impiego di assetti militari (forze speciali), a supporto delle operazioni d’intelligence per operazioni top secret (strategia della tensione, stragi, guerre di religione, controllo sociale, dittatura militare) …..

In Iraq, il contingente italiano ha un costo di 300 milioni l’anno (50 milioni in più rispetto al 2016). Missione: supportare i bombardamenti aerei della Coalizione contro l’Isis (individuazione obiettivi e rifornimento in volo bombardieri), infiltrare e addestrare i combattenti iracheni e crudi e fornire loro soccorso in prima linea (evacuazione feriti con elicotteri e forze speciali)…

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In Afghanistan ‘siamo’ presenti militarmente da 15 anni, insieme ai marine americani. Tutto questo controllo, quest’anno ha avuto un costo (analogo al 2016) di 295 milioni, compresi i 120 milioni per il sostegno alle forze di sicurezza locali….

La missione in Libano è costata all’Italia 153 milioni di euro; in Kosovo la missione italiana targata Nato è costata invece 80 milioni, con 568 soldati, 202 mezzi terrestri e un mezzo aereo; la missione antipirateria in Oceano Indiano invece, è costata all’Italia 27 milioni di euro, con 2 navi, 2 mezzi aerei e 407 uomini; il supporto aereo logistico in Emirati, Qatar e Barhain è costato invece 21 milioni di euro, con 12 aerei e 126 uomini; in Somalia sono stati spesi 13 milioni di euro, per inviare 130 soldati e 18 mezzi aerei; per la base militare italiana a Gibuti sono stati spesi 112 milioni di euro, con 116 soldati e 21 mezzi terrestri. Seguono le missioni in Albania per un costo di 6 milioni di euro, in Egitto l’operazione militare ha avuto un costo di 4 milioni di euro, in Palestina l’intervento militare ha avuto un costo di 3 milioni di euro, in Mali il costo è stato di 2,5 milioni di euro, in Bosnia, a Cipro, nel Niger e in Pakistan, le spese militari sono state più di 1 milione di euro.

Un business assai proficuo anche quello degli aiuti umanitari no profit: lo stanziamento per le sole spese militari si aggirano sui 30 milioni di euro annuali per l’assistenzialismo “Mare Nostrum” …

Naturalmente si devono aggiungere anche tutti i finanziamenti destinati alle iniziative di cooperazione allo sviluppo e sminamento umanitario (111 milioni, erano 91 l’anno precedente) e agli interventi di sostegno ai processi di pace e stabilizzazione e alla connessa partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali (34 milioni, erano 19,8 nel 2016)….

 

Trump, massone discepolo del conte di Cagliostro, del P2ista Licio Gelli e di Berluska (il pedofilo)

 

Aiuto aiuto!!! Non si capisce più chi aiuta chi, o che cosa?

Ma con tutti questi controllori, poi, chi controlla il controllore?  

Cosa? La massomafia? ….

 

E verrà il dì che innalzerem le barricate

e tu borghese (massone) risalirai alla ghigliottina

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)