Brescia: condannati ma impuniti gli stragisti fascisti e i servizi segreti
21 giugno 2017
Il 21 giugno la Cassazione ha confermato le condanne all’ergastolo a due veneti neofascisti Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, accusati per la strage di piazza della Loggia avvenuta a Brescia il 28 maggio 1974. Maurizio Tramonte nel frattempo si era rifugiato a Fatima dove è stato arrestato.
A 43 anni di distanza dalla strage di Brescia dove persero la vita 8 persone e oltre 100 furono ferite , è finalmente arrivata una verità storica, ovvero la conferma del coinvolgimento dei servizi segreti nelle stragi di stato avvenute in Italia negli anni ‘60/’70 . Un periodo storico oscuro, segnato da guerre intestine e sotterranee tra potenze militari (Yalta – Nato) per l’egemonia del Mediterraneo. In quel periodo successe di tutto: le stragi di stato, i colpi di stato militari, la repressione contro gli anarchici e i comunisti, le infiltrazioni nei movimenti eterogenei extraparlamentari, gestite dai nuclei clandestini dello stato (paramilitari) con lo scopo di manovrarli e incanalare le loro lotte di classe in piani militari di potere geopolitico (Patto Atlantico anticomunista – strategia della tensione).
Oggi si conoscono gli esecutori della strage di piazza della Loggia ma non gli ideatori del piano militare portato avanti a livello internazionale anche dalle 3 forze armate italiane (strategia della tensione).
Ma chi erano Maggi e Tramonte, oltre ad essere due infami sbirri fascisti al soldo di poteri militari geopolitici?
Carlo Maria Maggi era un ispettore di polizia nel triveneto ed era il capo dell’organizzazione di Ordine nuovo. Maurizio Tramonte invece era considerato l’ex fonte «Tritone» e faceva parte dei servizi segreti Italiani, sono loro, per ora, gli unici colpevoli della strage riconducibile alla destra eversiva. Alla lettura del verdetto era presente in aula, tra gli altri, Manlio Milani, leader del Comitato delle vittime (la moglie rimase uccisa nella strage).
Maggi e Tramonte nonostante la condanna sono in stato di libertà. Il primo ha più di 80 anni e vive a Venezia, alla Giudecca. L’altro ha circa 65 anni e vive in Puglia. Il processo è partito da un filone di indagine che aveva portato in primo grado, nel 2010, la corte d’Assise di Brescia ad assolvere tutti e 5 gli imputati: Delfo Zorzi (esponente di Ordine Nuovo un associazione extraparlamentare di estrema destra), Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Francesco Delfino generale dei carabinieri e Pino Rauti (segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano [foto sopra]). La sentenza era stata confermata anche in appello nel 2012. La Cassazione, però, nel 2014, aveva ordinato un nuovo processo per Maggi e Tramonte, accogliendo il ricorso della procura generale di Brescia, mentre per i loro compare Delfo Zorzi esponente di Ordine Nuovo e figlio di un geologo dei servizi segreti, aderì al Centro Studi Ordine Nuovo di Pino Rauti nel 1966. Zorzi (attraverso società anonime) è il proprietario di Oxus a Milano, con sede in Galleria Vittorio Emanuele II, (in uno stabile demaniale di proprietà del comune meneghino) e di un altro negozio della stessa catena in Piazza Fiume a Roma. Processato anche per Piazza fontana, era stato assolto in via definitiva per le stragi di stato (quante ville, comprate con soldi sporchi, ha venduto per pagarsi l’avvocato?).
Carlo Maria Maggi era il capo che impartiva gli ordini e aveva come collaboratori (per i loro piani militari Top secret), gente come Giancarlo Rognoni, un dipendente del comando carabinieri della divisione “Pastrengo” a Milano; Carlo Digilio, un informatore della Central intelligence agency (CIA) a Venezia; Marcello Soffiati, un confidente pagato dal Sisde. Agli “ordinovisti” sono ormai attribuite, con sentenze passate: le stragi di piazza Fontana, a Milano, del 12/12/1969; di via Fatebenefratelli, a Milano, del 17/5/1973; di piazza della Loggia, a Brescia, del 28/5/’74. A guidarli, in nome e per conto di Pino Rauti, c’era sempre lui: Carlo Maria Maggi.
Il 5 febbraio 1998, “Il Manifesto” pubblicava le dichiarazioni del giudice istruttore Carlo Mastelloni, lo stesso al quale Giulio Andreotti sottrasse l’inchiesta sulla struttura denominata “Gladio” per affidarla nelle mani di Felice Casson, per indagare sugli ordinovisti veneti: “Il Triveneto è un tessuto composto da vari servizi di sicurezza appartenenti ad enti americani anche di diversa matrice. Dagli anni ‘60 in poi, ufficiali delle basi Nato italiane hanno coltivato rapporti con elementi di Ordine nuovo. Questi signori (spie), inizialmente avevano solo l’incarico di sorvegliare e riferire cosa facevano gli anarchici e i gruppi di sinistra, ma poi ebbero anche l’incarico di controllo anche sulle sparizioni di materiali coperti dal segreto militare.
Ma chi sono quelli di Ordine Nuovo?
E’ un movimento politico extraparlamentare di estrema destra, nato nel dicembre 1969 dopo il rientro di Pino Rauti all’interno del MSI, raccogliendo l’eredità politica del Centro Studi Ordine Nuovo. I principali dirigenti del movimento erano: Clemente Graziani (leader di Centro Studi Ordine Nuovo e poi fondatore di Ordine Nuovo, Salvatore Francia (dirigente di Ordine Nuovo), Roberto Besutti (paramilitare della V Legione dei Nuclei di difesa dello stato e dirigente del Movimento politico Ordine nuovo di Mantova).
Insomma, tutti impuniti i responsabili per le stragi di stato degli anni ‘60/’70, grazie anche alle complicità occulte dei magistrati fascisti: Pino Rauti, fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo e processato per piazza Fontana negli anni ’70 e per piazza della Loggia negli anni 2000, verrà assolto (definitivamente nel 2010) e rientrerà in politica nel MSI già negli anni ’80; Giovanni Ventura, Franco Freda, tra gli indagati per piazza Fontana, vennero assolti, e poi definiti colpevoli dell’organizzazione dell’attentato, ma ormai non processabili una seconda volta; Carlo Digilio, reo confesso e condannato per un ruolo avuto nella strage di piazza Fontana, nonché riconosciuto (post-mortem) coinvolto in piazza della Loggia, non scontò la pena per intervenuta prescrizione, in quanto “pentito”; egli affermò anche di essere stato un agente segreto di collegamento con la CIA; Delfo Zorzi (che dal 1974 vive in Giappone), indagato per la Strage di Piazza della Loggia di Brescia e per essere stato uno degli esecutori materiali di piazza Fontana (assieme ad altri indagati ma mai processati, come Antonio Sottosanti e lo stesso Concutelli, ma anche con altri come l’agente dei servizi segreti Guido Giannettini), verrà successivamente assolto per insufficienza di prove; Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, assolti per piazza Fontana ma condannati per la strage di piazza della loggia; Vincenzo Vinciguerra, reo confesso, è stato condannato all’ergastolo negli anni ’80 per la Strage di Peteano di Sagrado (eseguita assieme a Carlo Cicuttini); il dirigente di Ordine Nuovo Pierluigi Concutelli (entrato nel movimento di ordine Nuovo , diventato clandestino, dopo lo scioglimento del 1973 dei nuclei clandestini dello stato) è stato condannato per l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio nel 1976; Massimiliano Fachini e Paolo Signorelli sono stati indagati e poi assolti per presunta partecipazione, tra gli organizzatori, alla strage di Bologna assieme ai Nuclei Armati Rivoluzionari (esecutori materiali).
Dopo i fatti di via Acca Larentia (1978), aumentarono le formazioni armate neofasciste che volevano portare il loro attacco al cuore dello stato per appropriarsi del potere. Non si tratterà più di rottami nostalgici disposti a intrallazzi col potere e coi suoi servizi segreti, in nome di fantomatiche scorciatoie golpiste o ipotesi reazionarie, ma di giovani che sceglieranno la via della lotta armata anticomunista (destabilizzare per poi stabilizzare il potere cattofascista democristiano) contro tutto e tutti annunciandolo pubblicamente anche ai mass media…
Quel 7 gennaio 1978 molti di loro, decisero di intraprendere il percorso della lotta armata come ad esempio, Francesca Mambro, militante missina in quegli anni e futura terrorista dei Nuclei Armati Rivoluzionari…
Il 22/12/2014 vengono arrestate ad Aquila e in diverse regioni italiane, 14 persone che appartenevano a un gruppo clandestino denominato “Avanguardia ordinovista“, che richiama gli ideali del disciolto movimento politico neofascista Ordine Nuovo, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali. Tra gli indagati c’è Stefano Manni, ex carabiniere residente a Montesilvano e leader del gruppo eversivo e il 93enne Rutilio Sermonti, intellettuale di estrema destra che avrebbe fornito sostegno ideologico alla struttura avendo inoltre redatto un documento denominato “Statuto della Repubblica dell’Italia Unita” che rappresenta una nuova Costituzione della Repubblica, nella quale viene tracciato il nuovo ordine costituzionale della nazione esplicitamente ispirato all’epoca fascista. Tra i reati contestati all’organizzazione, l’associazione con finalità di terrorismo, di eversione dell’ordine democratico e finalizzata all’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici o religiosi.
Secondo i magistrati, il «compimento di atti di violenza al solo fine di destabilizzare l’ordine pubblico e la tranquillità dello Stato», avrebbe dovuto realizzarsi attraverso una serie di possibili attentati a magistrati, prefetture ed uffici di Equitalia.
Ci risiamo: i fasci escono dalle fogne per entrare in politica (dittatura militare).
A Milano il 29 Maggio tre persone, tra cui don Orlando Amendola, che si definisce sacerdote della chiesa cattolica polacca, sono state denunciate per aver fatto il saluto romano durante una cerimonia commemorativa avvenuta il 20 maggio scorso, all’interno del cimitero Maggiore di Milano.
A Mantova invece, il 12 Giugno la lista Fasci del lavoro, ispirata alla Repubblica sociale di Salò, entra in Consiglio comunale a Sermide-Felonica, il nuovo Comune nel Mantovano sorto dalla fusione di Sermide e Felonica, località al confine con la provincia di Ferrara, di 7.500 abitanti. A rappresentare i fasci sarà Fiamma Negrini, 20 anni, studentessa figlia di Claudio, fondatore del movimento e anima della lista. I Fasci hanno raccolto 334 voti, pari al 10,41%.
Il 14 giugno nella Bassa Bergamasca a Fornovo San Giovanni, la formazione di estrema destra Forza Nuova (si definiscono senza vergogna ‘fascisti del terzo millennio’) è riuscita a totalizzare quasi il 10% dei consensi. Forza Nuova ha raccolto 148 preferenze per il candidato sindaco Oscar Rizzini. Forza Nuova entra così in consiglio comunale a Fornovo.
L’autorità controlla la nostra vita
dalla culla alla tomba
A. Berkman
Cultura dal basso contro i poteri forti stragisti e i loro mandanti
Rsp (individualità Anarchiche)