Luglio 2017: lo strapotere politico e il magna magna della massomafia

 Il 31 luglio i mass media pubblicano che Vladimir Putin caccia 755 diplomatici americani dalla Russia in ritorsione alle sanzioni contro Mosca approvate dal Congresso statunitense. I diplomatici americani dovranno lasciare la Russia entro l’1 settembre: a partire da quel momento gli Stati Uniti potranno contare al massimo 455 diplomatici nelle loro rappresentanze in Russia, cioè esattamente quanti ne ha il Cremlino fra ambasciata e consolati americani. A Firenze sempre il 31 Luglio sono state indagate due persone nell’inchiesta sul mostro di Firenze. Oltre all’ex legionario, 86 anni, il pm Luca Turco ha iscritto nel registro degli indagati anche un 87enne, ex medico personale dell’ex legionario e da lui chiamato in causa nel corso delle indagini. Per entrambi l’accusa sarebbe di concorso negli 8 duplici omicidi.

Il 29 Luglio il sindaco di Rovereto (TN), Francesco Valduga, in una lettera al sindaco di Bologna, in occasione della 11/a edizione della staffetta podistica competitiva, ‘Insieme per non dimenticare il 2 agosto 1980‘, scrive e dichiara ai mass media : “Desideriamo unirci alla memoria delle tante vittime innocenti che lo scellerato atto della strage alla stazione di Bologna provocò”. Così. “Quel terrorismo che ieri insanguinò l’Italia con mano pesante, oggi ha assunto forme e modalità diverse, ma risponde sempre alle stesse dinamiche: generare una paura che non rende liberi” (Strategia della tensione).

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A Roma il 28 luglio la Ministra francese Elisabeth Borne dichiara ai mass media che “pur nel contesto di una revisione sulle grandi opere da parte del Governo francese”, ha affermato che “per la Torino Lione i lavori proseguono e sono confermati gli impegni internazionali (magna magna, ndr). Dunque, soddisfazione per l’andamento dei lavori e impegno dei due Paesi”. Lo afferma il ministro dei Trasporti, il massone Graziano Delrio, che ha oggi incontrato a Roma la collega francese nella bilaterale Italia-Francia. Sempre il 28 luglio Il presidente dell’Associazione familiari vittime della strage di Bologna (2/8/1980) e il deputato Paolo Bolognesi, non hanno risparmiato le critiche alle istituzioni a margine della presentazione della cerimonia del 37° anniversario della strage della stazione. “Lo Stato, inteso come Governo, si è comportato in maniera assurda e truffaldina nei confronti delle vittime della strage della stazione: la legge 206, la digitalizzazione delle carte, la direttiva Renzi sulla desecretazione degli atti non funzionano, non vanno avanti”. “Avevamo stabilito di non andare il 9 maggio alla cerimonia per commemorare le vittime del terrorismo e delle stragi, da quel momento ci sono stati incontri e riunioni, non è stato rispettato nessun accordo e lo Stato non sta facendo nulla per risolvere i problemi. Credo che questo sia il gioco delle tre carte”.   “I rappresentanti del Governo alla cerimonia sono ancora sgraditi, non ho cambiato idea.” Il 28 luglio in Liguria i mass media pubblicano che si sono riuniti gli Stati generali degli amministratori del centrodestra ligure al Santuario della Madonna della Guardia. Oltre duecento i partecipanti. In prima fila i neosindaci di Genova e La Spezia, Marco Bucci e Pierluigi Peracchini. Alla Spezia invece sempre il 28 luglio i mass media pubblicano che è stata aperta una sede di Forza Nuova nel quartiere simbolo della resistenza al nazifascismo, a pochi metri dal monumento ai caduti partigiani. Per questo oltre 300 persone hanno preso parte al presidio antifascista…..

Il 27 luglio i mass media pubblicano che c’è alta tensione tra Parigi e Roma sul caso Fincantieri, ma anche sull’annuncio della Francia di creare dei centri hotspot in Libia. Sui cantieri navali, dura presa di posizione dei ministri dell’Economia e dello Sviluppo Economico, Pier Carlo Padoan, e Carlo Calenda, che giudicano “grave e inaccettabile” la decisione della nazionalizzazione dei cantieri di Saint-Nazaire. Sempre il 27 luglio i mass media pubblicano una statistica economica drammatica: Gli italiani guadagnano in media meno di 20 anni fa, coi salari e la ricchezza della popolazione in età lavorativa scesi sotto i livelli del 1995, prima dell’ingresso nell’euro. Lo afferma il Fmi nell’Article Iv sull’Italia, sottolineando che i redditi pro-capite torneranno a livelli pre-crisi solo fra un decennio. La crescita lenta e la crisi si sono fatte sentire soprattutto sui lavoratori e sui giovani, fra i quali il tasso di disoccupazione è ”molto alto”, al 35%. Il Fmi invita il Belpaese a migliorare la contrattazione salariale.

Sempre il 27 luglio è stata approvata la legge, il decreto per il salvataggio delle banche venete. Il Senato lo approva confermando la fiducia al governo con 148 sì e 91 no. A Roma invece, il 27 luglio i mass media pubblicano che una cava dismessa in provincia di Latina, era stata trasformata in un’enorme discarica per rifiuti tossici, decine di camion e macchinari utilizzati per il trasporto e l’interramento immediato delle sostanze pericolose. Il gip di Roma ha emesso 22 provvedimenti cautelari: 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 6 divieti di dimora. Accertamenti sono in corso per verificare se sono stati inquinati un torrente e una sorgente di acqua minerale a poche centinaia di metri dalla discarica. A Savona il 27 luglio i mass media annunciano che nei pavimenti delle scuole di via Cavour c’è l’amianto. Per 40 anni i ragazzi di Andora hanno camminato sul veleno. L’amianto è presente nel pavimento di linoleum e nella colla utilizzata per la posa. La scoperta è avvenuta durante i lavori di consolidamento avviati dopo la segnalazione di rischio crolli per la scarsa qualità del cemento dei pilastri. A Milano il 27 Luglio i pm di Milano Eugenio Fusco e Letizia Mannella hanno dato parere favorevole alla revoca degli arresti domiciliari per Norberto Confalonieri, il medico arrestato lo scorso 23 marzo nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte sponsorizzazioni per forniture di protesi in cambio di tangenti e sui danni fisici (spaccava le gambe) ai pazienti, e chiesto la sostituzione della misura cautelare con l’interdizione dai pubblici uffici.

Il 26 luglio i mass media scrivono che la Liguria è sempre più terra di ‘ndrangheta con un’organizzazione a “vocazione imprenditoriale”. Emerge dalla relazione dell’antimafia relativa al secondo semestre del 2016. Sono 4 le locali presenti: a Ventimiglia, Genova, Lavagna e Sarzana, espressione dei tre mandamenti reggini. La ‘ndrangheta si sarebbe infiltrata dal movimento terra all’edilizia, dalla gestione dei rifiuti alle sale scommesse, dalla ristorazione alla produzione e commercializzazione di lampade a led. Confermata l’importanza per le cosche del porto di Genova, che, a livello nazionale e dopo il porto calabrese di Gioia Tauro, è tra i principali crocevia del traffico internazionale di droga“. “Sono stati numerosi i segnali sulla vocazione imprenditoriale delle cosche liguri”, uno per tutti “l’infiltrazione degli appartenenti alla cosca “Raso-Gullace-Albanese” in subappalti per il “Terzo Valico“, “con affiliati che hanno sostenuto il movimento Sì Tav per agevolare i lavori”. ….

Lista dei Fasci del lavoro: ipotesi ritorno alle urne nel Mantovano

Il 25 Luglio a Mantova, la Procura ha aperto un’inchiesta sul Movimento dei fasci italiani del lavoro che ha già portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 9 persone. L’accusa, formulata dal procuratore, è di violazione della legge Scelba e della 12° disposizione finale della Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista. Tra gli indagati figurano Fiamma Negrini, la 20enne eletta nel consiglio comunale di Sermide, il padre Claudio, di Sermide, tra i fondatori del movimento. Gli altri indagati, sono gli altri fondatori del movimento e cioè Elvira Tornese di Rapallo (Genova), più volte in lista con Negrini, il fratello Nestore, Sergio De Biasio e Simone Grazio, entrambi di Verona, Pasqua Lombardo di Bologna, Marocco Piraino e Giuseppe Ridulfo di Palermo. A Bologna il 25 luglio sono stati indagati per truffa militare, 5 ufficiali dell’Esercito sospettati anche per la morte del capitano Marco Callegaro, trovato cadavere esattamente 7 anni fa a Kabul, il 25/7/2010. Il pm Antonella Masala dichiara che si tratta di una truffa riguardante la blindatura, più leggera (e quindi meno costosa) di quella pattuita, dei veicoli civili destinati ai generali del contingente militare italiano in Afghanistan e ai ‘vip’ in visita…

Il 24 luglio il Tribunale di Milano ha inflitto pene dai 16 anni e mezzo in giù, tra cui 13 e mezzo allo stesso Zambetti, nell’ambito del processo sulle presunte infiltrazioni delle cosche calabresi in Lombardia e sul voto di scambio avvenuto “concretamente” tra l’ex assessore regionale Domenico Zambetti e Eugenio Costantino e Giuseppe D’Agostino come “referenti e portavoce di alcune importanti famiglie mafiose della ‘ndrangheta lombarda”. Sempre il 24 Luglio i mass media pubblicano che sono stati condannati a 2 anni e 6 mesi l’ex leader della Lega Umberto Bossi al processo sulla truffa da 56 milioni ai danni dello Stato. Condannato a 4 anni e 10 mesi anche l’ex tesoriere Francesco Belsito. Il giudice ha disposto la confisca di 48 milioni alla Lega. Per l’accusa, nel periodo tra il 2008 e il 2010 sarebbero stati presentati rendiconti al Parlamento per ottenere indebitamente fondi che sarebbero stati usati, in gran parte, per spese personali della famiglia Bossi. Condannati anche i tre ex revisori contabili del partito Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi (2 anni e 8 mesi; 2 anni e 8 mesi e 1 anno e 9 mesi) e i due imprenditori Paolo Scala e Stefano Bonet (5 anni). Tutti sono accusati di truffa.

Il 22 luglio l’avvocato del fascistone Massimo Carminati (condannato nell’inchiesta per Mafia capitale), Ippolita Naso, dichiara ai mass media che farà appello contro la sentenza a 20 anni di carcere. Il capo Pignatone, l’aggiunto della Direzione antimafia Prestipino e l’altro aggiunto Ielo hanno posizioni diverse”.

Il 21 luglio Roberta Gasco, (nuora di Clemente Mastella) è stata condannata a 2 anni e 4 mesi di carcere per falso e peculato insieme ad altri due ex consiglieri regionali e a una impiegata della Liguria per l’inchiesta sulle cosiddette spese pazze fatte tra il 2008 e il 2009 usando fondi pubblici. I giudici hanno condannato a 4 anni e 11 mesi Lorenzo Castè, ex gruppo Udeur-Sinistra Indipendente, a 2 anni e 4 mesi Roberta Gasco, ex capogruppo del gruppo misto Udeur-Sinistra Indipendente, la quale ha risarcito il danno, a 4 anni e 5 mesi Franco Bonello, ex Gruppo Unione a Sinistra-Sinistra Europea e a un anno e 2 mesi con la sospensione condizionale l’impiegata Simona Vergari, accusata di avere compilato, falsandole, alcune ricevute su richiesta dei tre ex consiglieri che le avrebbero consegnate in bianco. Secondo l’accusa gli ex consiglieri avrebbero speso soldi erogati dalla Regione Liguria per acquisti personali mentre erano destinati alle funzioni istituzionali. A Cosenza invece, il 21 luglio i mass media pubblicano che sono stati arrestati l’ex sindaco di Amantea, consigliere regionale, Franco La Rupa, di 61 anni ed un consigliere di maggioranza allo stesso Comune, Marcello Socievole, di 53, sono stati arrestati per voto di scambio e tentata estorsione in concorso, in relazione alle amministrative svoltesi nel giugno scorso.

A Bologna il 20 luglio l’associazione familiari vittime della strage di Bologna che provocò 85 morti e oltre 200 feriti, dichiara ai mass media ‘La storia non si archivia. La forza della verità non si può fermare. La giustizia faccia la sua parte”. L’associazione vuole puntualizzare che l’inchiesta sui mandanti della strage è rimasta senza colpevoli e la Procura di Bologna ha chiesto nei mesi scorsi l’archiviazione. In seguito all’opposizione della stessa associazione, il 26 ottobre è stata fissata un’udienza davanti al Gip del tribunale di Bologna. Sempre dopo l’estate è invece in programma l’udienza preliminare per l’ex Nar Gilberto Cavallini, chiamato a rispondere di concorso nella strage di 37 anni fa. In via definitiva furono condannati Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Sempre il 20 luglio i mass media scrivono che cade l’accusa di associazione mafiosa a 19 imputati del processo a mafia capitale, tra cui i presunti capi Carminati e Buzzi. Il tribunale di Roma ha condannato Salvatore Buzzi a 19 anni di reclusione, 20 anni per Massimo Carminati, 11 per Luca Gramazio, ex capogruppo del Pdl in Comune. Per l’ex capo dell’assemblea Capitolina Mirko Coratti (Pd) la corte ha deciso una pena di 6 anni di reclusione. Luca Odevaine, ex responsabile del tavolo per i migranti, è stato condannato a 6 anni e 6 mesi. Undici anni per il presunto braccio destro di Carminati, Riccardo Brugia, 10 per l’ex Ad di Ama Franco Panzironi. L’ex minisindaco del municipio di Ostia, commissariato per infiltrazione mafiose, Andrea Tassone è stato condannato a 5 anni. Su 46 imputati 3 sono stati assolti (hanno pagato gli avvocati con il surplus). Si tratta di Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, per i quali la Procura aveva chiesto 16 anni di carcere, e l’ex dg di Ama Giovanni Fiscon, per il quale erano stati chiesti 5 anni. Secondo l’accusa Rotolo e Ruggiero avrebbero garantito i contatti tra Mafia Capitale e ambienti della ‘ndrangheta. Rispetto alle richieste della Procura che aveva proposto per tutti gli imputati l’ergastolo, i giudici della decima Corte presieduta da Rosanna Ianniello hanno dimezzando le pene. I giudici della X sezione del Tribunale di Roma sono stati chiamati a giudicare i 46 imputati del processo a Mafia Capitale, l’associazione che avrebbe condizionato la politica romana, guidata da l’ex Nar Massimo Carminati e dal ras delle cooperative Salvatore Buzzi (umma umma). Ma cos’è “Mafia Capitale”?: imprenditori, politici, dipendenti pubblici corrotti e personaggi della criminalità di un passato non lontano. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il contributo determinante di una classe politica compiacente, a volte addirittura asservita a mammasantissima. Il controllo degli appalti pubblici è utilizzato dai mafiosi per fornire lavoro nero ai suoi affiliati, eludendo l’autoregolamentazione sindacale dei rapporti di lavoro (caporalato). In questo modo viene messo sotto controllo non solo l’appalto ma anche la gestione del lavoro e la speculazione sull’acquisto delle materie prime. La gestione mafiosa degli appalti pubblici ha anche favorito la corruzione nelle pubbliche amministrazioni e ha accresciuto, col voto di scambio, l’associazione mafiosa della classe politica coi gruppi criminali. La corruzione perpetrata riguarda anche quelle persone che dovrebbero controllare la qualità delle opere pubbliche a fine lavori. Il gettito di denaro pubblico di cui la massomafia si è appropriata, (attraverso gli appalti pubblici), ha contribuito sia a finanziare il sistema mafioso con denaro pulito, che a riciclare il denaro sporco. Il capitale di base viene reperito tramite l’estorsione in cambio di protezione, la rapina, il sequestro di persona, la prostituzione. I soldi vengono poi investiti a livello internazionale nell’acquisto e spaccio di droghe pesanti (chimiche), che comporta l’accumulo di enormi capitali. Il capitale così accumulato viene poi reinvestito in attività legali, come alberghi e ristoranti, pizzerie, discoteche dove è possibile spacciare più tranquillamente, ma anche illegali come le case da gioco, nell’edilizia e negli appalti truccati. Poi, per mezzo della corruzione di uomini politici ed amministratori locali, si fanno ottenere gli appalti alle società controllate dalla massomafia (massoneria gabbellotta), influenzando le relative gare d’appalto. I fondi occulti destinati alle tangenti per i politici e gli amministratori e alla retribuzione dei membri della banda massomafiosa, vengono prodotti con l’emissione di fatture false per operazioni inesistenti. In particolare, le società riconducibili a soggetti esterni al sodalizio mafioso, a fronte dei pagamenti ricevuti, restituiscono all’organizzazione criminale denaro contante per la creazione di fondi occulti e utilizzati per i pagamenti illeciti. Sempre a Roma il 20 luglio i mass media hanno pubblicano una statistica che evidenzia che al Campidoglio 70 dirigenti (su 191) del Comune sono stati indagati per attività illecite. A Roma il 20 luglio i mass media pubblicano che è morto in ospedale Pino Pelosi. Condannato per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini. A Milano invece il 20 luglio la procura ha disposto 29 perquisizioni e 21 ordini di esibizione di documentazione eseguite nelle province di Milano, Monza e Brianza, Lecco, Varese, Vercelli, Verona, Piacenza, Bologna, Roma, Firenze, Latina e Palermo, notificando 4 avvisi di garanzia per accuse di corruzione, induzione indebita a dare o promettere denaro o altre utilità, abuso d’ufficio, truffa e riciclaggio. Favorivano l’assunzione di medici e paramedici di fiducia condizionando concorsi pubblici, percepivano soldi dalle case farmaceutiche in cambio della prescrizione dei farmaci, ricevevano il finanziamento da parte delle società farmaceutiche per convegni ed eventi. Sono alcuni dei risultati dell’indagine “Dominio” sulla gestione “illecita e clientelare” di una Asst (Agenzie Socio Sanitaria Territoriale) di Milano.

Il 19 luglio i mass media annunciano che l’asilo nido Oasi di Borgotrebbia, alla periferia di Piacenza, è stato chiuso con un provvedimento urgente del Comune per motivi di sicurezza, a causa della bassa qualità del calcestruzzo impiegato per l’edificazione, in particolare delle fondamenta. L’amministrazione parla di “una qualità bassissima del calcestruzzo” emersa dalle analisi delle murature della parte seminterrata e delle fondazioni, commissionate con determina dirigenziale a una società specializzata il 23 giugno. A Parigi invece il 19 luglio i mass media pubblicano che il segretario di stato francese ai Trasporti, Elizabeth Borne, afferma che il governo di Parigi intende fare “una pausa” su alcuni dossier riguardanti diverse infrastrutture, tra cui la linea ferroviaria ad Alta velocità Torino-Lione: Borne lo conferma in un’intervista al sito Reporterre, ma precisa (ummà ummà) che non si tratta in alcun modo di rinunciare al progetto…..

A Palermo il 19 luglio è stato eseguito un provvedimento emesso dal Gip della Direzione Distrettuale Antimafia, procedendo, in Sicilia, Toscana, Lazio, Puglia, Emilia Romagna e Liguria e all’esecuzione di 34 misure cautelari nei confronti di mafiosi della cosca di Brancaccio e loro complici e al sequestro di numerose aziende, per un valore complessivo di circa 60 milioni di euro. Tra gli arrestati c’è Pietro Tagliavia, capo del mandamento mafioso di Brancaccio e della famiglia di ”Corso dei Mille”, attualmente ai domiciliari. L’inchiesta ha svelato il controllo, da parte della mafia, di un gruppo imprenditoriale che opera in diverse regioni, tra le quali Sicilia e Toscana….

Il 18 luglio i mass media annunciano che a Roma è stato arrestato un dirigente del Comune, all’epoca dei fatti in servizio presso la direzione gestione ambiente territoriale. Truccavano gli appalti per la cura del verde di Roma. Il dirigente, mediante collusioni con altri funzionari pubblici e imprenditori, avrebbe truccato una gara per l’affidamento di lavori e servizi di riqualificazione ambientale e manutenzione delle aree verdi di Roma. Sempre il 18 Luglio i mass media scrivono che sono almeno 547 i bambini che, nel corso di decenni, hanno subìto violenze nel coro del Duomo di Ratisbona. È il risultato emerso dal rapporto finale presentato dall’avvocato Ulrich Weber, e divulgato dai media tedeschi.

Il 17 luglio i mass media annunciano che c’è stata una condanna nell’ambito del processo sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel Comune di Lavagna. Il gup ha condannato a 14 anni e 8 mesi Antonio Rodà, uno dei presunti boss del levante. Il pm Lari aveva chiesto 15 anni. E’ la prima volta che viene riconosciuta la presenza della mafia nel levante della Regione. L’indagine aveva portato un anno fa all’arresto fra gli altri dell’ex sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti, dell’ex parlamentare Gabriella Mondello, oltre ai presunti boss del clan Casile-Rodà di Condofuri (Paolo, Antonio e Francesco Nucera e Francesco Antonio e Antonio Rodà). Rodà è accusato di associazione di tipo mafioso e di spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo l’accusa, Mondello avrebbe fatto ottenere l’appoggio elettorale al sindaco Sanguineti dai presunti boss di Lavagna in cambio di favori per la gestione dei rifiuti e attività abusive sul lungomare. A settembre comincerà il processo ordinario per le altre 22 persone rinviate a giudizio….

14 luglio i mass media hanno annunciano che l’Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio in memoria della strage di via D’Amelio nel giorno in cui ricorre il 25esimo anniversario. Il capo dello stato, Sergio Mattarella (democristiano cattofascista – centrodestra), presiede il Plenum del CSM dedicato al ricordo della figura di Paolo Borsellino a 25 anni dalla strage di Via d’Amelio.

Il 13 luglio l’ex modella Carla Barbato è stata interrogata dalla procura di Genova nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti per i lavori del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. La donna, ha spiegato in particolare della vicenda delle escort pagate dall’imprenditore Marciano Ricci, all’epoca amministratore di Europea 92, al funzionario Cociv Giulio Frulloni per ottenere i lavori per il lotto Vecchie Fornaci (che poi non furono assegnati). Per il gip, per quell’episodio c’erano gravi indizi in merito al reato di turbativa d’asta a carico di Ricci. Lo scorso ottobre, l’inchiesta coordinata dai pm Calleri e Cardona Albini, aveva portato agli arresti domiciliari 14 persone tra imprenditori e gli allora funzionari del Cociv. Le accuse, a vario titolo, vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta e la concussione.

Il 12 luglio la Direzione Investigativa Antimafia di Torino ha fatto confiscare i beni di Giuseppe Salvatore Racco, 42 anni, esponente della ‘ndrangheta di Cuorgnè. Il sequestro, che conferma il sequestro anticipato dei beni avvenuto nel 2016, riguarda, due ville situate a Prascorsano (Torino).

Il 7 luglio è stato estradato da Capo Verde, Alfonso Filosa, 70 anni, ex direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Piacenza e Mantova. Filosa, arrestato a Piacenza per corruzione anni fa mentre intascava una tangente per “ammorbidire” ispezioni nelle aziende, era stato condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi per corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio, peculato, induzione, concussione continuata ed in concorso. Deve ancora scontare 10 anni e 8 mesi di reclusione. Sempre il 7 luglio la Corte di Cassazione ha revocato la condanna a 10 anni inflitta all’ex numero due del Sisde Bruno Contrada, accusato di concorso in associazione mafiosa. I giudici romani hanno accolto il ricorso del legale di Contrada, Stefano Giordano. Bruno Contrada, ex poliziotto a Palermo, venne arrestato con l’accusa di concorso in associazione mafiosa il 24/12/1992. Ma chi è l’ex poliziotto e agente dei servizi segreti del Sisde Bruno Contrada?

Il 6 luglio c’è stato un sopralluogo dei tecnici dell’Arpa Piemonte, in collaborazione con Ispra, presso l’impianto Eurex di Saluggia dove si è verificata l’anomalia che ha interessato il sistema di raccolta degli effluenti liquidi prima del rilascio nel fiume Dora Baltea. L’Arpa dichiara che l’anomalia ha avuto “una portata limitata, senza conseguenze in termini di rischi per la popolazione e significative contaminazioni dell’ambiente” (?). Arpa Piemonte ricorda che il sito Eurex di Saluggia è “oggetto storicamente di uno specifico monitoraggio radiologico che consente di intercettare eventuali contaminazioni e rilasci di sostanze radioattive in ambiente”. Sempre il 6 luglio, l’Aula della Camera approva definitivamente (coi soli voti del Pd e di Ap, l’astensione di M5S, Si, Mdp, Scelta civica e Civici e innovatori e il no di Fi, Cor, Fdi e Lega) il disegno di legge che punisce col carcere da 4 a 10 anni chiunque, con violenze o minacce gravi o con crudeltà, cagiona a una persona privata della libertà o affidata alla sua custodia “sofferenze fisiche acute” o un trauma psichico verificabile. Gli anni di carcere salgono a fino a un massimo di 12 se a commettere il reato è un pubblico ufficiale. Insomma un giro di vite contro gli episodi di violenza commessi da esponenti delle forze dell’ordine contro fermati o arrestati. La tortura e la repressione poliziesca in Italia ora è reato!!!!?. Sempre il 6 luglio i mass media pubblicano un articolo che puntualizza: è stata eseguita un’ordinanze di custodia cautelare per dieci persone e sequestrato, in varie operazioni, 129 chili di stupefacente tra cocaina e marijuana sintetica. Droga che dalla Lombardia passava per Roma diretta in Sicilia. Tra gli arrestati vi sono persone con rapporti “forti” con la ‘ndrangheta. Tra questi Giuseppe Morabito, 48 anni, di Rosarno (Reggio Calabria), in collegamento con le famiglie Bellocco e Pesce, e che faceva la spola tra la Svizzera, dove aveva un domicilio, e l’Italia. A Catania invece il 6 luglio ci sono stati 26 arresti e oltre 100 perquisizioni nei rioni San Cristoforo e San Giovanni Galermo, dove ci sono i più redditizi “supermarket” della droga. I reati sono associazione mafiosa, armi e traffico di stupefacenti ed estorsione. Per la Procura gli indagati sono affiliati al clan Santapaola, capeggiato nel 2015 e 2016 da Francesco Santapaola e da Marcello Magrì. A Roma il 6 luglio i mass media pubblicano che è stata confermata in appello la condanna a 2 anni e 2 mesi di reclusione per Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa della Giunta Marino, in quota Pd, coinvolto in uno dei filoni dell’indagine su Mafia Capitale. ….

Il 5 luglio la procura di Roma chiude, con una richiesta di archiviazione, l’inchiesta sul movente ed agli autori degli omicidi dell’inviata del Tg3 Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin, avvenuti il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, in Somalia. A firmare la richiesta di archiviazione, previo visto del procuratore Giuseppe Pignatone, il pm Elisabetta Ceniccola (magistrata ambiziosa, mediocre, spregiudicata), che assunse la titolarità degli accertamenti dopo che il gip Emanuele Cersosimo, nel dicembre 2007, respinse un’analoga richiesta di archiviazione sul duplice omicidio disponendo ulteriori accertamenti. La famiglia di Ilaria Alpi proporrà opposizione alla richiesta di archiviazione della procura della repubblica di Roma sul duplice omicidio e sui presunti depistaggi che avrebbero scandito l’inchiesta giudiziaria. Lo ha annunciato l’avvocato Domenico D’Amati, legale della famiglia Alpi. Secondo il penalista “non è vero che non ci sono i moventi e le prove dei depistaggi, ce ne sono in abbondanza, non si vogliono leggere”.

Il 4 luglio i mass media annunciano che tornano liberi Raffaele Marra (leccaculo dei fascisti Alemanno e Storace), ex braccio destro del sindaco Raggi, e l’imprenditore Sergio Scarpellini che si trovavano agli arresti domiciliari. I due sono coimputati in un processo per l’accusa di corruzione.

Sempre il 4 luglio sono state notificate misure cautelari nei confronti di 27 persone indagate a vario titolo ed in concorso tra loro, di associazione di tipo mafioso, (scambio politico elettorale). Tra i 27 arrestati ci sono anche amministratori e politici locali di tre Comuni ricadenti nelle province di Taranto e Brindisi, fra il sindaco di Avetrana Antonio Minò (indagato per concorso esterno), il sindaco di Erchie Giuseppe Margheriti e un ex consigliere di Manduria (quest’ultimo indagato per scambio elettorale politico-mafioso). Sono state eseguite 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 7 agli arresti domiciliari.

Il 2 luglio i mass media pubblicano che quel mediocre di Sala (che si attacca alla chiesa) cita Don Milani per giustificare le sue malefatte col business dell’Expo. “Come diceva Don Milani, la politica è trovare insieme una soluzione”. L’altra strada della divisione, rischia di dare il nostro Paese alla destra, al populismo, alla demagogia”. “Oggi nasce la nuova casa comune del centrosinistra” (amen!!).

 

La legge della maggioranza è la legge

della forza e la legge del furto eretta a

principio di giustizia.

R. Mella

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)