Giorgio Ambrosoli: quarantesimo anniversario dell’assassinio, avvenuto sotto casa sua, a Milano, l’11 luglio 1979. In quegli anni c’era la P2, i servizi segreti collusi e i giochi sporchi fatti a tutti i livelli (destra e sinistra pur di detenere il potere): si direbbe che non è cambiato proprio nulla…
Chiamato a occuparsi della Banca Privata Italiana e della condotta non certo trasparente di un personaggio controverso come Michele Sindona, non ebbe remore a liquidare l’istituto, senza concedere alcuno sconto, né coprire alcuna colpa e alcuna responsabilità, di un soggetto che ha sempre avuto un posto di rilievo nelle trame indicibili del nostro povero Paese, con un ruolo cruciale nel mantenimento di quell’apparato parallelo che ci ha condizionato in maniera devastante da ben mezzo secolo. Dietro a Sindona c’era Gladio, l’operazione Stay behind, il coinvolgimento attivo dei servizi negli Anni di piombo e nella Strategia della tensione e tutto ciò che accade in quella nefasta stagione: da piazza Fontana alle bombe sui treni e nelle stazioni. Che dire dello IOR, della figura ancor più controversa di monsignor Marcinkus e di tutto ciò che ruotò, in quella delicatissima fase della nostra vita pubblica, intorno a soggetti che non avevano certo il bene comune come faro?
Erano gli anni di Calvi, del crack del Banco Ambrosiano e della morte sospetta di Pier Paolo Pasolini, che secondo qualcuno aveva di fatto compreso, ed era pronto a svelare, ciò che sarebbe emerso 6 anni dopo in quel di Villa Wanda, ossia la presenza di una struttura potentissima che regolava nomine, carriere e le sorti del Paese, controllando i vertici dell’apparato statale e una parte significativa del mondo dell’informazione. Eravamo a poco più di un anno dalla morte di Moro. In Italia c’era la Guerra fredda (comunismo/est – anticomunismo/Ovest) il suo essere sulla linea di faglia fra due mondi, (il Partito Comunista più forte d’Europa e una DC cattofascista) che ormai stava governando “lo sfascio del Paese” e affondando con esso.
Il 16 luglio il tribunale di Siena ha assolto Gian Luca Baldassarri, ex capo dell’area finanza di Mps e gli altri 12 imputati al processo per l’inchiesta sulla cosiddetta ‘banda del 5%’. Secondo l’accusa, Baldassarri e gli altri imputati, tra funzionari interni alla banca senese e broker finanziari internazionali, avrebbero messo in piedi una serie di presunte “creste” su operazioni con Mps ai danni della stessa banca.
E questa CHI SE LA ASPETTAVA?: Il 14 luglio a Vittoria in provincia di Ragusa è stato sequestrato l’immobile che ospita il commissariato di polizia. E’ stato sequestrato dalla Guardia di Finanza nell’ambito del sequestro dei beni della famiglia Luca di Gela. Il commissiariato è di proprietà per una parte del 50% di Rocco Luca, figlio di Salvatore, finito in carcere assieme allo zio perché indagati con accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. E il Ministero dell’Interno ogni anno gli paga 105 mila euro di affitto!
Il 10 luglio a Tortona (Piemonte), i mass media pubblicano il risultato di un’indagine sul business di una cooperativa operante nel settore dei trasporti, che attraverso fittizi corsi di formazione professionale ha truffato lo stato (soldi pubblici) percependo, tra il 2013 e il 2016, oltre 750 mila euro di contributi pubblici. E’ il risultato di un’indagine conclusa dalla Guardia di Finanza. Dall’esame della documentazione trasmessa dalla società al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’incrocio con i dati presenti nelle banche dati è emerso che su oltre 1.200 corsisti (dipendenti delle imprese confederate alla società) indicati come partecipanti, ben 668 non erano presenti. I rappresentanti legali della cooperativa sono stati denunciati per truffa aggravata ai danni dello stato e falso ideologico.
Ma pensavate fosse finito qua? No!! non è finito qua il magna magna: il 17 luglio a Genova la Guardia di Finanza di Imperia a eseguito alcune misure cautelari personali e di beni a carico di un gruppo criminale che gestiva centri di accoglienza straordinari per migranti nella provincia di Imperia. Tra i 10 indagati a piede libero dalla procura di Imperia nell’indagine sulle truffe nei centri migranti dell’Imperiese, c’è anche una ex funzionaria della prefettura di Imperia. Tra gli arrestati, c’è un noto avvocato torinese Guido Tabasso, 67 anni, avvocato di Torino, col ruolo di consulente. Il responsabile della cooperativa sociale Caribù, che ha sede nella provincia di Cuneo Gianni Morra, 62 anni, che gestiva i due centri, è stato arrestato. Arrestata anche la sua compagna Manuela De Mita, 48 anni, di Asti e la sorella di Morra, Antonella è stata indagata in concorso con l’accusa di autoriciclaggio. Il responsabile, la sua compagna e l’avvocato di Torino sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Il procuratore aggiunto di Imperia Grazia Pradella dichiara ai mass media: “Abbiamo scoperto un sistema collaudato molto elaborato per cui 2 centri di accoglienza migranti in attesa di protezione, venivano gestiti con metodi truffaldini e contrari a quello che è il senso di umanità delle cooperative onlus che dovrebbero badare non solo all’accoglienza, ma anche al benessere fisico e psicologico dei migranti. In questo caso tutto ciò non è avvenuto”. Proprio in questa giornata il procuratore Grazia Pradella ha illustrato i particolari dello stratagemma adottato dalla cooperativa sociale onlus Caribu di Cuneo per trattenere dal 50 al 70% dei contributi statali destinati ai migranti, denaro poi investito in società di famiglia dei presunti soci occulti. Sul ruolo della Prefettura, che aveva affidato la gestione dei 2 centri alla cooperativa Caribu, senza pubblicare alcun bando, e nonostante alla coop stessa mancasse uno dei requisiti indispensabili, cioè il fatto di esercitare l’attività di accoglienza migranti da almeno un anno, Pradella ha detto che “sul punto mi riservo di compiere tutti gli accertamenti che si renderanno opportuni in proseguo. Certo è che sono mancati, quantomeno in parte i controlli: ci sono fatture che sono state rimborsate sei o sette volte per vari periodi. Inoltre, quando la struttura ospitava 38 migranti, veniva denunciata la presenza di 81 persone con l’appropriazione del relativo costo e quindi è chiaro che c’è stato un sistema nei controlli non adeguato”…
Per quanto riguarda tutta la merda che c’è dentro agli sbirri: Con tutta la massomafia che abbiamo al potere e le loro tantissime porcherie, gli sbirri si sono accaniti contro i dimostranti di quel famoso G8 di Genova 2001, i quali, a un certo punto hanno dovuto rispondere alle violenze degli sbirri che attaccarono (con violenza sleale), in quei tre giorni di colpo di stato: donne, anziani e bambini, per reprimere la massa che a loro faceva paura ancora prima di iniziare la manifestazione, loro si erano già organizzati a livello repressivo (piani militari come la strategia della tensione o il terrorismo psicologico per impaurire la massa). C’erano 700.000 mila manifestanti in quei 3 giorni che protestavano contro lo strapotere del capitalismo liberale, coloniale, contro la devastazione ambientale globalizzata….
Ma la cosa più assurda, è che questi sbirri, ancora oggi, li pagano come segugi per arrestare, dopo quasi vent’anni, dei giovani che allora, si organizzarono per difendere i manifestanti (c’erano donne anziani e bambini) dalle cariche violente degli sbirri (imbottiti di coca)… Questi sono stati pagati con soldi pubblici, per arrestare qualche ragazzo che, al massimo hanno spaccato qualche vetrina di negozi di qualche multinazionale sfruttatrice, o la macchina di lusso di qualche massone, mafioso o borghese; per questo gli vogliono dare piu di 11 anni di galera, quando i reati degli sbirri, ben più gravi (parliamo di un morto ufficiale, centinaia di feriti, torturati, traumatizzati e avvelenati coi lacrimogeni. Se hanno ucciso anche degli squatter, punkabbestia, giramondo, senza fissa dimora, non lo sapremo mai), sono stati tutti archiviati, tutti assolti, con gli avvocati impegnati a rimandare i processi… Invece, il 13 agosto 2019 è stato arrestato in Francia Vincenzo Vecchi, 46 anni, esponente dell’area anarco-autonoma milanese. Era latitante dal luglio del 2012, quando scattò l’ordine di esecuzione, pena emessa dalla Procura generale della Corte d’appello di Genova per la condanna a seguito degli incidenti del G8 di Genova del 2001. Vecchi era stato condannato in via definitiva a 11 anni e 6 mesi. Vecchi è stato bloccato l’8 agosto a Saint Gravé dans le Morbhian, in Bretagna, dove faceva l’imbianchino con il nome di Vincent Papale. A lui tutta la nostra solidarietà.
Il potere politico aspira sempre all’uniformità.
Nel suo stupido desiderio di ordinare e
controllare tutti gli eventi sociali secondo
un principio definito, tende sempre a ridurre
una unica forma tutte le attività umane.
R. Rocker
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)