Allarme! E’ ricominciata la guerra fredda tra America e Russia!

Guerra fredda: Quali sono le contraddizioni e le conseguenze che pagò l’Italia firmando il patto Atlantico anticomunista (1949), fatto di colpi di stato e stragi di stato?

ll Piano Solo fu un colpo di stato in Italia ideato nel 1964 da Giovanni de Lorenzo, comandante generale dell’arma dei carabinieri dell’epoca...

Il golpe bianco è stato un colpo di stato liberale e presidenzialista in Italia, promosso nel 1970 da ex partigiani antifascisti e anticomunisti: il monarchico Edgardo Sogno (ex PLI) ed il repubblicano Randolfo Pacciardi. Sogno negherà sempre, che il progetto degli ex appartenenti a Pace e Libertà prevedesse l’eliminazione fisica dei comunisti, ma solo una guerra psicologica e segreta molto dura, paventando anche un rischio di licenziamento per gli operai FIAT che si candidassero in liste sindacali comuniste vicine alla CGIL e favorendo dagli anni ’50 agli anni ’70 quelli che si organizzavano in sindacati “democratici”, come CISL e UIL. Dal momento della costituzione di Pace e Libertà fino a quello dei Comitati, i proclami anticomunisti erano assai simili a quelli del cattolico Luigi Gedda, più che a quelli dei gruppi di estrema destra. Sogno chiarirà più tardi anche i rapporti che aveva con l’ex comunista Roberto Dotti, accusato di essere stato membro attivo delle Brigate Rosse. Edgardo Sogno raccomandò Roberto Dotti negli anni ’70 come direttore della Terrazza Martini di Milano e guadagnava un milione al mese….

Ma torniamo ai giorni di oggi:

Il 26 agosto i mass media scrivono che l’agenzia statale russa per il monitoraggio meteorologico e ambientale Roshydromet ha confermato che il picco di radioattività registrato a inizio mese, in seguito all’esplosione in un poligono militare in Russia vicino a Severodvinsk, è stato causato da una nube radioattiva di gas inerti formatasi a causa del decadimento di isotopi di bario, stronzio e lantanio. Ma cosa è successo l’8 agosto ?

L’incidente militare è avvenuto alle ore 8 di giovedì 8 agosto ma è emerso solo diversi giorni dopo quando si è scoperto che 7 morti e 15 feriti sono stati causati dal fallimento delle esercitazioni con un missile con fonti isotopiche nel motore a propellente liquido. A circa 25 km dal luogo dell’esplosione, sono stati riscontrati livelli di radioattività 16 volte sopra la norma. Ciò ha costretto l’autorità a dichiarare il blocco della navigazione e di balneazione all’interno della zona per almeno tre mesi, ma per Greenpeace i livelli di radioattività rilasciati nell’atmosfera arriverebbero addirittura a 20 volte superiori alla norma. Questo potrebbe essere uno dei peggiori disastri nucleari della storia, con un rilascio di materiale radioattivo nell’atmosfera secondo solo a quello di Chernobyl, riportando alla memoria anche il disastro dell’affondamento del sottomarino nucleare russo “K-141Kursk”, avvenuto il 12 agosto del 2000, sempre a causa di un’esplosione durante una esercitazione militare di un siluro, al suo interno o nelle immediate vicinanze, causando più di 100 morti. E’ stato accertato che l’esercitazione militare avvenuta in Russia l’8 Agosto, serviva per sperimentare un missile di crociera a propulsione nucleare già a conoscenza della NATO e denominato “SCC-X-Skyfall”.

Gorbaciov e Reagan firmano il trattato Inf

Il Trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces), siglato nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, è stato violato, era l’unico accordo rimasto tra Russia e Stati Uniti a garantire un equilibrio tra i due maggiori arsenali nucleari. È da anni, però, che Mosca e Washington si accusano a vicenda di violare il Trattato….

Mosca avrebbe violato i limiti imposti dal Trattato Inf sviluppando un missile di gittata superiore ai 500 km: il 9M729, versione aggiornata del 9M728, complesso Iskander-M. Il missile sarebbe in grado di lanciare un attacco nucleare contro un Paese Nato dell’Europa occidentale, con brevissimo preavviso. I russi dicono però che il Novator 9M729 (SSC-8 per la Nato), ha una gittata massima di 480 km, e dunque è in regola: a loro volta puntano il dito però sull’MK-41 statunitense…

Ricordiamoci che il 1° giugno 1991 le riduzioni degli arsenali erano state completate, con 2.692 missili americani e sovietici distrutti. La stagione degli euromissili era conclusa, il bando avrebbe dovuto avere durata illimitata….

Ora la corsa agli armamenti riprenderà, con nuovi attori come la Cina. Fonti dell’amministrazione americana aggiungono che, liberi dal vincolo del Trattato, gli Stati Uniti intendono condurre presto test su nuove tecnologie missilistiche….

Ma non è che ci vogliono riproporre gli stessi scenari di guerra geopolititica creati nella Guerra Fredda tra comunismo e anticomunismo (Patto Atlantico)? Ma cosa è stata la guerra Fredda? E’ stata solo una contrapposizione politica, ideologica e militare che venne a crearsi intorno al 1947, tra le due potenze principali emerse vincitrici dalla II guerra mondiale: gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica? ….

Cos’è stato il disastro di Chernobyl? E che conseguenze abbiamo sull’ambiente e sulla salute dei suoi abitanti?

Sono le ore 1:23 della notte del 26/4/1986 quando la centrale nucleare di Chernobyl è scossa da un’esplosione. Il sito si trova a 18 chilometri dalla città di Chernobyl, a 3 chilometri da Pripyat, nell’area settentrionale di un’Ucraina ancora parte dell’Unione Sovietica. È il più grave incidente mai verificatosi in una centrale nucleare. La scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici dell’Aiea (agenzia internazionale per l’energia atomica) lo ha classificato come evento catastrofico di livello 7: il massimo. Attribuito solo un’altra volta, nel caso dell’incidente avvenuto nella centrale di Fukushima, in Giappone, l’11 marzo 2011.

Come dicevamo, nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986, dentro la centrale nucleare V.I. Lenin, sono in corso dei test di sicurezza su uno dei quattro reattori che da soli producono il 10% dell’energia elettrica dell’Ucraina. È il reattore numero 4 quello interessato dalle operazioni, per le quali vengono disabilitati alcuni dispositivi di sicurezza. Durante il test però qualcosa va storto, per quello che forse è un errore umano, unito ad alcune falle tecniche e strutturali. Poco dopo l’1 di notte, il reattore numero 4 esplode come una pentola a pressione: è una violenta spinta di vapore a far saltare in aria il coperchio di oltre mille tonnellate che serviva a chiudere ermeticamente il nocciolo. L’esplosione libera un’enorme quantità di grafite e provoca un incendio che comincia a disperdere nell’aria isotopi radioattivi. Una volta scoppiato l’incendio, è emergenza radioattività.

L’incendio sprigiona una grande nuvola, densa di materiale radioattivo, che comincia a contaminare tutta l’area attorno alla centrale. 336mila persone devono essere evacuate. A cominciare da Pripyat, la città più vicina: 47mila abitanti, nel giro di poche ore, devono abbandonare per sempre le loro case. Nei giorni successivi il vento fa percorrere centinaia di chilometri alla nuvola. Prima verso la Bielorussia e i Paesi Baltici, poi Svezia e Finlandia, e ancora Polonia, Germania settentrionale, Danimarca, Paesi Bassi, Mare del Nord e Regno Unito. Tra il 29 aprile e il 2 maggio è la volta di Cecoslovacchia, Ungheria, Jugoslavia, Austria, Italia settentrionale, Svizzera, Francia sud-orientale, Germania meridionale e ancora Italia, stavolta centrale. Tra il 4 e il 6 maggio la nube torna verso l’Ucraina, poi Russia meridionale, Romania, Moldavia, Balcani, Grecia e Turchia. Tutte le aree dove è piovuto sono da considerarsi a rischio, il suolo potrebbe essere contaminato. L’emissione di vapore radioattivo si interrompe soltanto il 10 maggio. Lo stesso giorno, a Roma, 200mila persone scendono in piazza e si gettano le basi per il referendum che l’anno successivo porterà all’abbandono (ufficiale) dell’energia nucleare in Italia…

Il Partito Verde Europeo ha stilato un rapporto in cui dice che le morti per il disastro di Chernobyl, sono dalle 30 alle 60mila nella popolazione mondiale. Greenpeace invece fornisce stime tra le 100.000 e le 270.000 vittime, toccando addirittura la cifra di 6 milioni di morti per tumore in tutto il mondo.

Nell’agosto 1986 si è tenuto un processo a porte chiuse che, oltre a 67 licenziamenti e 27 espulsioni dal Partito Comunista, ha portato alla condanna del direttore della centrale Viktor Bryukhanov e dell’ingegnere capo Nikolai Fomin per negligenza criminale (10 anni di lavori forzati), del vice ingegnere capo Anatoly Dyatlov e del capo della vigilanza Boris Rogozhkin per abuso di potere (5 anni), del supervisore Alexander Kovalenko (3 anni) e dell’ispettore Yuri Laushkin (2 anni). Ma nel 1991 la responsabilità è ricaduta sul progettista della centrale Viktor Bukanov e su chi aveva costruito il sito.

Nell’immediato, il governo ha dovuto continuare a mantenere attivi gli altri tre reattori, per non interrompere la fornitura di energia elettrica sull’intero Paese. Nel 1991, un incendio nel reattore n° 2 fa temere il peggio e, dichiarato danneggiato, viene dismesso. Nel 1996 cessa l’attività anche del reattore n° 1. E il 15 dicembre del 2000, è lo stesso presidente ucraino Leonid Kučma, a far abbassare, in diretta televisiva, l’interruttore che spegne definitivamente il reattore n° 3, ultimo residuo dell’intero impianto. Oggi il reattore n° 4 è sepolto sotto un imponente sarcofago, una struttura in cemento e acciaio, costruita per limitare la contaminazione radioattiva dell’ambiente.

Nel 2016, scaduti i termini di sicurezza, è stata costruita una nuova struttura più sicura che ha sostituito il vecchio sarcofago.

Oggi Pripyat, il centro abitato (allora) più vicino al luogo dell’incidente, resta una città fantasma. La flora e la fauna della zona manifestano ancora i segni delle radiazioni. Un intero bosco di pini, a causa delle radiazioni, assunse un colore rossiccio e morì, prendendo il nome di Foresta Rossa. Ma le radiazioni hanno colpito anche gli animali, causando malformazioni genetiche alle prime generazioni, ed effetti a lungo termine che si riscontrano ancora adesso: su un campione di oltre 40 specie di uccelli dell’area è stata notata una riduzione delle dimensioni dell’encefalo, verosimilmente legata a una riduzione della capacità cognitive e delle prospettive di sopravvivenza.

Ma il disastro ambientale di Chernobyl non è servito ad essere più cauti, anzi, si vuole costruire l’arma più potente, più distruttiva, per imporre il proprio potere sul mondo, poi sul sistema solare, ecc. ecc.

Le 10 cose da sapere sulla Trident Juncture 2015

ll 17 ottobre 2018 i mass media scrivono che stava iniziando un’esercitazione militare chiamata “Trident Juncture” e che si sarebbe conclusa il 7 novembre. Ben 31 i Paesi coinvolti (29 membri della NATO, più i partners Svezia e Finlandia), con 50mila soldati, 65 navi, 150 aerei e 10mila veicoli militari, per addestrarsi tra la Norvegia centro-orientale, i Paesi del nord Atlantico e i Baltici. E’ la più grande esercitazione militare dai tempi della guerra fredda. Il suo fine è simulare l’invasione della Norvegia da parte russa.

La Nato si nasconde dietro l’articolo 5 dell’Alleanza atlantica, cosiddetto “clausola di difesa collettiva”, in base al quale un “attacco armato” contro uno o più Paesi alleati va considerato alla stregua di un attacco verso tutti i Paesi membri che quindi possono, secondo il diritto all’autodifesa sancito dall’articolo 51 della Carta dell’Onu, decidere le azioni necessarie per “ristabilire e mantenere la sicurezza”, compreso “l’uso delle forze armate”.

La russofobia non è mai mancata in Norvegia, dove già negli anni ’70 e ’80 “i bambini sono cresciuti con le esercitazioni scolastiche in caso di attacco russo” (Patto Atlantico anticomunista).

Le preoccupazioni però riecheggiano in Europa, soprattutto dopo che il Presidente americano, Donald Trump, ha annunciato a ottobre 2018 il ritiro degli USA dal Trattato INF sui missili a medio raggio e ha chiesto un nuovo accordo sul disarmo che comprenda anche la Cina.

I confini quindi sono già delineati dunque: i missili a medio raggio della Russia non raggiungeranno mai gli Stati Uniti, mentre quelli americani possono colpire la Russia soltanto se lanciati dal continente europeo. Non è un caso che gli USA abbiano trasferito, proprio in questi giorni, nella base aerea di Ramstein, in Germania, un centinaio di containers pieni di munizioni. Si tratta della più consistente spedizione di armamenti arrivata in Europa dal ’99, anno dei bombardamenti della NATO nella ex-Jugoslavia.

Andrej Belousov il consigliere economico del presidente russo, Vladimir Putin ha dichiarato: “Gli Stati Uniti hanno recentemente dichiarato che la Russia si sta preparando alla guerra. Sì, la Russia si sta preparando alla guerra, lo confermo, ma c’è una grande differenza tra Russia e Stati Uniti: noi ci prepariamo alla guerra, loro, invece, la preparano”.

La dottrina Reagan ha ridato un nuovo vigore nella lotta al comunismo in tutto il mondo (Patto Atlantico: Stay Behind – anticomunismo – false flag – stragi di stato). Tornando al trattato INF, non desta stupore che i negoziati siano stati travagliati e che le due parti abbiano ripreso e abbandonato i patti più volte nel corso di 7 anni, spesso dimenticando le ragioni che hanno convinto le due parti a dialogare. Tutto nacque infatti con la volontà statunitense di opporsi alla costruzione da parte sovietica di nuovi missili, gli SS-20, nel 1976. Essi erano strategicamente importanti per l’URSS, poichè facilmente posizionabili in Europa orientale, visto il raggio d’azione di 5000 chilometri direzionabile nel cuore del blocco occidentale. Partendo da questa tesa premessa, il testo finale del trattato ha posto quindi una condizione ben precisa: il divieto della produzione e del dispiego di missili intercontinentali sia nucleari che convenzionali di gittata da 500 a 5500 chilometri. È stata inoltre prevista la distruzione delle armi di questo tipo già in possesso dalla NATO e dal Patto di Varsavia. Oltre agli SS-20, anche i Pershing1a americani, presenti in Germania occidentale, vennero coinvolti dall’accordo di non proliferazione e distrutti…. Infine, è stato elaborato un protocollo di ispezione reciproca atto a vegliare sul rispetto pratico del trattato.

Dietro alle dichiarazioni di facciata diffuse tramite i canali ufficiali, ora traspaiono le vere motivazioni di fondo che hanno portato Mosca ad abbandonare il trattato INF. La Federazione Russa desidera infatti avere mano libera nella creazione e nel miglioramento di nuovi armamenti. Sotto al velo espiatorio rappresentato dal 9M729, di cui al momento 100 esemplari sono disponibili all’uso, vi sono infatti altri progetti volti a rafforzare la posizione russa verso un vicinato intraprendente come quello cinese e rivali storici come gli statunitensi; tra questi spiccano il Poseidon e nuove batterie di armi ipersoniche. Il Poseidon in particolare è un drone subacqueo sperimentale, progettato dalla compagnia russa Rubin per essere trasportato da un sottomarino con equipaggio ed essere utilizzato in battaglia. La sua peculiarità sta nella capacità di trasportare una testata nucleare e farla detonare a pochi chilometri da una costa target. In questo modo si scatenerebbe uno tsunami radioattivo con onde alte 500 metri, in grado di contaminare un’area di 1700 per 300 chilometri stando alle simulazioni fornite dal sito Nukemap….

I rapporti tra la Russia e la Nato sono peggiorati nel febbraio 2014, data dello scoppio del conflitto russo-ucraino, nell’ambito del quale l’alleanza atlantica si schierò in favore della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, condannando l’annessione della Crimea da parte della Russia. L’1/4/2014, la NATO decise di sospendere ogni cooperazione civile e militare con Mosca, lasciando aperti solo alcuni canali di comunicazione politici e militari. Dal momento che l’Alleanza atlantica si basa su un principio contenuto nell’articolo 5 del trattato, gli eventi del 2014 in Ucraina vennero percepiti dalla NATO come comportamenti aggressivi e provocatori da parte della Russia, contro un Paese che si trovava ai confini dell’area sotto la protezione dell’alleanza, ma che tuttavia non faceva parte dell’alleanza…..

La NATO nacque non tanto come contrapposizione al Patto di Varsavia. La NATO nacque come strumento alternativo di coesione europea sotto il controllo americano, nel senso che l’obiettivo iniziale era quello di essere una sorta di fratello maggiore che controllava l’Europa…..

Ma l’obiettivo vero della NATO era tenere sotto controllo il processo di creazione dell’Unione Europea, che è visto ancora oggi come un potenziale rischio, sia per Mosca, ma anche per Washington…. Un assiduo controllo che serviva e serve per i loro perversi tramacci economici e alleanze militari…..

Dal trattato di non proliferazione delle armi nucleari, sottoscritto da Mosca e Washington nel 1987, si sono già ritirati (farsa – pagliacciata), prima gli Stati Uniti a ottobre 2018 e poi la Russia a febbraio 2019, accusandosi reciprocamente di aver sviluppato sistemi missilistici nucleari, in violazione all’accordo di non proliferazione. La Nato ha preso le difese degli Usa, ribadendo che Mosca è l’unica responsabile della dismissione del trattato, a causa dello sviluppo dei missili da crociera Ssc-8 (o 9M729), un missile che secondo la Nato, ha gittata di 1.500 chilometri e secondo Mosca di meno di 500. Sintetizzando: a ottobre 2018 La Nato vuole uscire dal trattato antinucleare e a febbraio anche la Russia ne vuole uscire! Dobbiamo forse preoccuparci?

Pagliacci in divisa!! Basta armi, basta guerre!! Basta sovranazionalità militare, basta sfruttamento e speculazioni sui paesi svantaggiati economicamente, creando solo ingiustizie sociali, disuguaglianze economiche, disgrazie, ignoranza e miseria!

Trident Juncture 2018: così la Nato prepara la guerra alla

Ma torniamo all’esercitazione militare organizzata dalla Nato il 25/10/2018, dove partecipò anche l’Italia col contingente italiano del comando Nato di Napoli che sarà fra i principali protagonisti dell’operazione militare chiamata “Trident Juncture 2018”. Il contingente italiano sarà uno dei contingenti principali, circa 1.200 uomini. L’impegno di questa forza, e di diversi reparti italiani in teatri come Afghanistan, Kosovo e Lettonia, è stata oggetto di elogi da parte del Segretario Generale Nato, Jens Stoltenberg, ripetuti durante l’incontro avvenuto lo scorso 11 giugno a Roma con quella merda del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che voleva essere l’avvocato di tutti e non dell’elite…. Durante lo stesso vertice, la centralità del nostro paese all’interno dell’Alleanza, è stata sottolineata anche per l’utilizzo del Comando di Napoli come Hub delle operazioni in Medio Oriente e nel Nord Africa. L’Italia, nei fatti, costituisce il perno della frontiera Sud della Nato, un ruolo tutt’altro che secondario viste anche le vicende libiche e siriane.

Dunque il Trattato, siglato nel 1987 fra Gorbaciov e Reagan, sarebbe stato violato dai russi diverse volte. Una decisione, se confermata, che potrebbe segnare una nuova corsa al riarmo nucleare, questa volta però allargato a “nuove potenze”, come ad esempio India e Pakistan.

L’Artico torna dunque, come durante la Guerra fredda, a rappresentare uno dei teatri plausibili di scontro. La Flotta del Nord, di ritorno dalla mastodontica esercitazione Vostok-2018, si è mossa per diverse operazioni di addestramento proprio nei mari artici. E quindi, all’inizio di ottobre anche l’aeronautica russa ha deciso di mobilitare diversi bombardieri a lungo raggio nella base di Murmansk, affacciata sul Mare Artico. Risale invece soltanto all’11 ottobre scorso un’estesa mobilitazione di tutte le forze strategiche nucleari russe, dalle basi nella Siberia orientale ai sottomarini dislocati nei mari settentrionali, con lanci simultanei di vettori balistici.

Il segretario di stato Usa Pompeo dichiara: “La Russia ha violato per anni senza scrupoli il trattato sulle armi nucleari e non ha mostrato alcun serio impegno nel volerlo rispettare”. Negli stessi istanti in cui Pompeo comunicava la decisione in conferenza stampa, il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Riabkov, spiegava che Mosca non esclude che dopo il ritiro dal trattato sui missili di medio raggio Inf, gli Usa possano ritirarsi anche da quello sulla riduzione delle armi nucleari New Start, firmato a Praga l’8/4/2010 da Barack Obama e Dmitri Medvedev….

La Germania esprime preoccupazione: “Senza il trattato ci sarà meno sicurezza“, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. “Il trattato Inf è stato violato dalla Russia e gli appelli lanciati negli ultimi 60 giorni per più trasparenza e più informazione non hanno dato risultati”, ha aggiunto Maas, che nelle ultime settimane ha fatto la spola tra Mosca e Washington, per tentare di salvare l’intesa: “E’ importante riportare il tema del disarmo e del controllo internazionale delle armi nell’agenda globale, includendo nel dibattito anche altri Paesi come la Cina, per questo motivo a marzo organizzeremo una conferenza sul disarmo a Berlino”.

Alla linea tedesca si oppone l’Ungheria. Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijarto dichiara ai mass media: “l’europa critica la Russia ma, sotto sotto, le loro società fanno enormi profitti con le compagnie russe. Basta guardare agli investimenti in energia, al gasdotto che si sta realizzando tra Russia e Germania, o al fatto che il presidente Macron è stato l’ospite principale del forum economico di San Pietroburgo. Ciò che vediamo è ipocrisia, e noi, europei dell’Est, non vogliamo essere i perdenti per questa ipocrisia occidentale”….

L’Unione europea aveva fatto sentire la propria voce tramite Federica Mogherini: “I Paesi dell’Ue non sono parte del trattato, ma sono quelli che maggiormente ne beneficiano. Questo trattato è importante per la nostra sicurezza. Non vogliamo che il nostro continente torni ad essere un campo di battaglia in cui altre superpotenze si affrontano, questo appartiene alla storia del passato remoto, e non vogliamo neppure valutare un percorso all’indietro su questo cammino”.

B-52 bombardiere

Ricordiamoci anche che già il 21 marzo i mass media scrivevano che, l’aviazione americana aveva posizionato 6 bombardieri B-52 Stratofortresses, dotati di capacità nucleari, in Europa, per condurre esercitazioni militari con gli alleati regionali della NATO. Una task force di B-52, composta da aviatori e da equipaggiamento di supporto della 2nd Bomb Wing, uno stormo di bombardieri dell’Air Force Global Strike Command, parte della Eighth Air Force, che ha il quartier generale presso la Barksdale Air Force Base, in Louisiana, è giunta presso la base aerea RAF Fairford, in Regno Unito, la scorsa settimana per partecipare a diverse simulazioni. In particolare, il 18 marzo, quattro B-52 hanno condotto voli nei cieli europei, sorvolando il Mare norvegese, baltico e Mediterraneo.

Ma ce ne sono stati altri di bombardieri B-52 della base Andersen Air Force di Guam che hanno effettuato addestramenti di familiarizzazione simultanea nel teatro dell’Indo-Pacifico, volando a Nord verso un’area ad Est della penisola di Kamchatka, vicino alla Russia. “Collettivamente, tali esercitazioni nell’Indo-Pacifico e in Europa, dimostrano l’impegno americano a supportare gli alleati attraverso il dispiegamento globale delle forze militari”, ha dichiarato l’aviazione statunitense in un comunicato. I bombardieri B-52, che pesano 185.000 libbre, sono entrati in servizio per la prima volta negli anni ’50, all’apice della Guerra fredda e, inizialmente, venivano utilizzati per coprire distanze intercontinentali, molto ampie e ad alta quota, capaci di colpire nel cuore del territorio sovietico. I modelli più nuovi sono stati introdotti nel 1962, divenendo il velivolo militare icona di quel periodo storico. Da allora, tali bombardieri hanno subito modifiche, venendo dotati di missili guidati ad alta precisione e sensori elettronici e ad alta precisione. Ogni B-52, inoltre, può trasportare un peso complessivo 70.000 libbre, tra bombe, mine e missili.

Ma le cause della sospensione dell’accordo INF sono da ricercare in una serie di colpe reciproche che i due contraenti si sono indirizzati nel corso degli anni. La discussione tra le 2 potenze avviene per un missile, il 9M729 che si strova nelle terre al di là del Volga, e SSC-8 nei paesi NATO. Si tratta di un missile cruise dalle caratteristiche simili a un altro sistema missilistico russo chiamato Iskander, che è stato sviluppato contemporaneamente al 9M729 a metà anni 2000, ed è in grado di trasportare via terra e lanciare testate sia nucleari che convenzionali.

Tale accusa pone fine ad una lunga lista di reclami americani iniziati nel 2014, quando il presidente Barack Obama ha inviato una lettera concernente la minaccia del 9M729 alla controparte russa Vladimir Putin.

Vladimir Putin ha affermato, in un incontro interministeriale risalente al 2/2/2019, che la costruzione e lo sviluppo di missili che non erano conformi al trattato, comincerà immediatamente. I ministri partecipanti al colloquio sono stati Sergei K. Shoigu, difesa, e Sergei Lavrov, esteri. Il primo ha affermato la necessità da parte russa di sviluppare immediatamente un land-based launcher per il missile marino cruisechiamato Kalibr, simile al Tomahawk statunitense. Lo stesso ministro ha affermato ad inizio febbraio 2019 che erano stati gli USA a violare ripetutamente il trattato, “working on creating ground-based missiles with the range capability of over 500 km”.

A Marzo 2019 funzionari ucraini hanno dichiarato ai mass media che la loro marina militare e un gruppo di navi della NATO, si apprestavano ad attraversare lo stretto di Kerch senza il consenso della Russia.

Tutto ciò si è svolto nell’ambito delle imponenti esercitazioni navali NATO svoltesi nel Mar Nero, chiamate “Scudo del mare 2019”. Gli Stati membri della NATO hanno simulato procedure di combattimento contro sottomarini, navi di superficie e velivoli adattati alla regione. Lo scenario dell’esercitazione ha riprodotto un’operazione di risposta a una crisi, nel quadro di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (CSNU).

Hanno preso parte alle manovre 14 navi militari rumene, caccia Mig 21 e F-16 rumeni, il cacciatorpediniere olandese Evertsen, la fregata canadese Toronto, la fregata spagnola Santa Maria, la fregata turca Gelibolu e la nave ausiliaria francese Var.

Naturalmente anche la 4° Armata dell’Aria e della Difesa Antiaerea, nonché la flotta russa del Mar Nero ha svolto dal 4 aprile attività di cooperazione nell’ambito del piano di controllo già stabilito. Venti bombardieri tattici Su-34 e Su-24, aerei d’assalto Su-25SM e aerei Su-30 hanno simulato lo sfondamento della difesa antiaerea e l’attacco a navi che varcano la frontiera russa. Lo scenario prevedeva la distruzione di due navi da guerra nemiche, di un cacciatorpediniere e di una fregata, unità che corrispondono alla composizione del gruppo navale NATO dell’esercitazione “Scudo del mare 2019”.

Le navi da guerra russe hanno svolto missioni di difesa dell’infrastruttura costiera della penisola di Crimea.

Sempre nel quadro della verifica delle capacità di combattimento, quattro caccia Su-27SM del 38° reggimento dell’aviazione di Belbek in Crimea hanno scortato due bombardieri strategici Tu-160, che hanno volato nello spazio aereo del Mar Nero. Questi aerei Tu-160 appartengono alla 22^ Divisione aerea di bombardamento della base aerea di Engels. I Su-27SM si sono esercitati a intercettare bersagli aerei in diverse direzioni d’attacco. Finora in queste esercitazioni sono stati utilizzati bombardieri Tu-22M3 a grande raggio d’azione.

La verifica del livello di preparazione delle forze militari russe, proprio perché effettuata durante le esercitazioni “Scudo del mare 2019”, ha offerto alle forze russe la possibilità di effettuare missioni di addestramento in condizioni prossime a un combattimento reale.

Durante la II guerra mondiale, Germania e Romania dovettero utilizzare 195 mila soldati per attaccare la Crimea. Oggi la Russia difende la Crimea ancor meglio che in passato. Soltanto gli ingenui possono pensare che la NATO sia disposta a correre il rischio di perdere oltre 70 mila uomini per conquistare la penisola e regalarla all’Ucraina.

Gli obiettivi militari e civili della Crimea sono sotto la protezione di sistemi di guerra radio-elettronica. Parallelamente, esistono in Crimea sistemi elettronici che permettono di rilevare le coordinate delle posizioni di tiro del nemico e neutralizzarle con precisione in qualunque momento, di giorno e di notte. Alcune di queste stazioni (R-381T2, R-934UM, R-330Zh, Borisoglebsk 2, PSNR-8 KREDO-M1, Murmansk-BN/Palatin, RB-341V Leer-3) sono posizionate a terra, ma lavorano in rete con droni o elicotteri del tipo Orlan-10 e Mi-8. I sistemi di combattimento elettronico agiscono anche sugli AWACS, la ricerca aerea, il rilevamento e la guida dei tiri a bordo di aerei d’attacco e dei missili di crociera. Questo tipo di aerei è stato progettato al computer, partendo dal principio che gli angoli formati alla giunzione delle prese di immissione delle ali alla fusoliera non devono riflettere onde radar di lunghezza tra il centimetro e il millimetro. In tutto il mondo il 99% dei radar di rilevamento e gestione tiro (a terra, in mare o in aria, inclusi quelli a bordo degli AWACS) funzionano su questa gamma di frequenze. Al contrario, i radar che funzionano con frequenze di ordine decametrico (lunghezza d’onda di decine di metri), metrico e in parte decimetrico rilevano senza difficoltà gli aerei di quinta generazione (F-35, F-22, B-2). La tecnologia radar che permette di rilevare gli aerei considerati “invisibili” è però meno evoluta e ha un grosso inconveniente: consuma un’enorme quantità di energia elettrica, inoltre è fisso ed è collocato nelle vicinanze delle frontiere.

Gli aerei di quinta generazione possono essere rilevati anche per le emissioni elettromagnetiche. Il radar di bordo, la stazione radio, la linea di trasferimento dati, il radioaltimetro ecc., sono fonti di trasmissione che possono essere captate da diverse stazioni specializzate a terra. Col metodo di triangolazione, la rete di stazioni a terra individua in permanenza le coordinate dell’obiettivo in movimento.

Non bisogna dimenticare che il principale strumento di navigazione è il GPS. Il relativo equipaggiamento è coordinato prima del decollo dell’aereo e funziona costantemente fino all’atterraggio. Sappiamo già che il R-330ZH Zhitel russo ha il compito di seguire il dialogo (trasmissione e ricezione) tra le reti di satelliti NAVSTAR (GPS) e gli aerei militari nemici. Un R-330ZH Zhitel può interrompere per interferenza la ricezione e l’emissione degli impianti GPS su aerei di quinta generazione. Se si dedica al rilevamento dell’aviazione nemica, una rete di stazioni, derivata dall’R-330ZH Zhitel, può seguire le evoluzioni di qualunque aereo di quinta generazione col metodo di triangolazione, grazie all’emettitore GPS.

Piano SOLO 1964 – (Golpe in Italia)

https://www.youtube.com/watch?v=T6-0q8v1bfA

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/La-strage-di-Piazza-Fontana-milano-processo-senza-fine-lucarelliracconta-7f2bec35-23ba-4358-9cc1-28a819b9864d.html

GOLPE IN ITALIA 1973 (Rosa dei venti)

https://www.youtube.com/watch?v=3XUAt6noX0s

l Golpe Borghese

https://www.youtube.com/watch?v=cLduHCirnA8

 

Ci dice “Stato” dice necessariamente “Guerra”.

La lotta per la preponderanza, che è la base

dell’organizzazione economica borghese,

è anche la base dell’organizzazione politica.

(P. Kropotkin)

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)