Cucchi torturato a morte, stupri di Parma in sede antifascista, stupro di Franca Rame

Roma, caso Cucchi, carabiniere testimone: "Io minacciato, il governo mi ascolti"

Il 20 settembre i mass media scrivono le dichiarazioni fatte dal pm Giovanni Musarò, durante la sua requisitoria al processo sulla morte di Stefano Cucchi, che vede 3 carabinieri indagati per omicidio preterintenzionale.

“Non fu uno schiaffo, ma un pestaggio degno di teppisti da stadio [torture] contro una persona fragile e sottopeso. Di questo stiamo parlando, non di altro”. “Dopo un calcio e uno spintone Cucchi cade e sbatte a terra il sedere e la nuca, prende un calcio violentissimo in faccia o alla nuca che gli provoca una frattura alla base del cranio”, ha aggiunto Musarò descrivendo il pestaggio.

“Le lesioni più gravi sono state prodotte dalla caduta di Cucchi, dopo un violentissimo pestaggio”, ha sottolineato il Procuratore. “Quella caduta – spiega Musarò – è costata la vita a Stefano Cucchi, si è fratturato due vertebre”.

Il procuratore aggiunge: “Per l’uccisione di Stefano Cucchi furono pronunciate sentenze definitive con diversi imputati: agenti della polizia penitenziaria, medici e paramedici. Ma per l’identificazione dei responsabili del pestaggio sulla morte di Cucchi, ci fu un vero e proprio occultamento dei fatti”. “ Non è nella fisiologia di un processo che gli imputati siedano sul banco dei testimoni ed i testimoni al posto degli imputati”, ha osservato il Pm. “Non possiamo fare finta che non sia successo niente, di non sapere e di non capire che quel processo kafkiano è stato frutto di un depistaggio“, ha aggiunto.

“Si sono divertiti a picchiarlo”, ha incalzato Musarò ricordando le parole del detenuto Luigi Lainà. Lainà la notte tra il 16 e il 17 ottobre del 2009 aveva incontrato Cucchi nel centro clinico di Regina Coeli che gli aveva confidato di “essere stato picchiato – torturato dai carabinieri“, ma che non lo poteva dire perché lo avevano obbligato (gli sbirri) a dire che le ferite che aveva su tutto il corpo erano state causate da una caduta…

Ma ricordiamo cosa successe durante l’arresto di Cucchi:

Il 15/10/2009 arrestarono il 31enne romano, perché sorpreso con 28 grammi di hashish e qualche grammo di cocaina. Quella notte, i carabinieri lo accompagnarono a casa per perquisire la sua stanza. Non trovando altra droga, lo riportarono in caserma e lo rinchiusero in una cella di sicurezza della caserma Appio-Claudio. La mattina successiva, nell’udienza del processo per direttissima, Stefano aveva difficoltà a camminare e parlare, con evidenti ematomi agli occhi e al volto, assenti la sera prima. Il giudice, nonostante le condizioni di salute del giovane, convalidò l’arresto, fissando una nuova udienza. Ricoverato al Pertini, Cucchi morì una settimana dopo. Nel 2017 furono rinviati a giudizio per la morte di Stefano 5 carabinieri.

Tre di loro sono accusati di omicidio preterintenzionale, mentre gli altri 2 sono accusati di calunnia e falso.

La famiglia di Stefano Cucchi esige una risposta su cosa è accaduto tra l’arresto e la morte. Nel 2013 sono stati ritenuti responsabili i medici e le infermiere: tre medici sono stati accusati di omicidio colposo, mentre nessun carabiniere è stato ritenuto responsabile. Ma alla fine di quello stesso anno, tutti gli imputati sono stati prosciolti dalla Corte di Appello. Nel 2015 grazie alla tenacia della sorella di Stefano, viene avviata una nuova inchiesta. Questa volta, gli inquirenti hanno indagato i carabinieri che realizzarono l’arresto.

La sorella di Stefano non ha dubbi: sono i carabinieri gli effettivi autori del feroce pestaggio (torture) del fratello, finito poi in maniera così tragica.

Nel 2018 arrivano a 6 le persone indagate sulla morte di Stefano Cucchi. Si tratta di 5 carabinieri e un avvocato. Tra i militari dell’arma anche il tenente colonnello Francesco Cavallo, all’epoca capo ufficio comando del Gruppo carabinieri Roma. Secondo quanto emerge dalle nuove carte sarebbe stato Cavallo a suggerire al luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stazione Tor Sapienza, di effettuare modifiche all’annotazione di servizio sullo stato di salute di Cucchi. Poco tempo dopo uscì la notizia di un altro indagato nel nuovo filone di inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi in cui si procede per falso in relazione ai verbali e ai depistaggi legati al pestaggio in caserma. Si tratta del maggiore Luciano Soligo, allora comandante della compagnia Talenti Montesacro.

Il 19/3/2019 i mass media scrivono che dopo la condanna dei 5 militari dell’arma per le torture e la morte di Stefano Cucchi (ricordiamo chi erano gli sbirri torturatori): Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro, Francesco Tedesco, Roberto Mandolini, Vincenzo Nicolardi (i primi 3 carabinieri per omicidio preterintenzionale, mentre Mandolini di calunnia e falso, e Nicolardi di calunnia), ora vengono accusati anche i vertici [ma i vertici militari, non facevano parte della P2? Come avvenne con la squadretta del Viminale istituita negli anni ’70 da Nicola Ciocia, dirigente e capo della squadretta, e Umberto Improta, il braccio destro, soprannomina dottor De Tormentis]. I vertici che hanno dato il comando per infliggere le torture a Stefano, un ragazzo indifeso e fragile sono: il generale Alessandro Casarsa (foto sopra, all’epoca dei fatti capo del Gruppo Roma) e il colonnello Lorenzo Sabatino (ex capo del nucleo operativo di Roma), Francesco Cavallo, all’epoca dei fatti tenente colonnello e capo ufficio del comando del Gruppo Roma; Luciano Soligo, all’epoca dei fatti maggiore dell’arma e comandante della compagnia Roma Montesacro; Massimiliano Colombo Labriola, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Tor Sapienza; Francesco Di Sano, all’epoca in servizio alla stazione di Tor Sapienza; Tiziano Testarmata, comandante della quarta sezione del nucleo investigativo dei cc e il carabiniere Luca De Cianni a cui è contestato il reato di falso e di calunnia.

I pm affermano che gli indagati “avrebbero attestato il falso in una annotazione di servizio, datata 26/10/2009, relativamente alle condizioni di salute di Cucchi”. Per l’accusa il falso fu confezionato “con l’aggravante di volere procurare l’impunità dei cc della stazione Appia responsabili delle torture inflitte a Cucchi, che gli procurarono lesioni gravi che determinarono il suo decesso”.

Questi atteggiamenti feroci verso i più deboli, vecchio vizio di sbirri, mafiosi e infiltrati, sono mirati ad annientare, a livello psicologico e fisico le loro vittime, è un vizio che deriva da una logica di nonnismo militare (subire violenze dai più grandi – graduati). Una logica istintiva, bestiale, quella di schiacciare o aggredire (anche a livello sessuale) in modo infame la persona più fragile, la preda più debole e indifesa, come è successo a Parma, quando avvenne quello stupro di gruppo (6 contro 1) nel 2010 nella sede della Raf, la rete Antifascista di via Testi a Parma …. Ma non è che questi infami luridi pedofili che hanno stuprato la ragazza, venivano pagati proprio dalla squadretta speciale della polizia? Quella squadretta occulta istituita dal Viminale già negli anni ’70 dal dottor De Tormentis, funzionario dell’Ucigos?

Claudia, la ragazza struprata all’interno della sede della Raf, racconta quell’incubo provocato da esseri sleali e infami….

Più che la notte, Claudia racconta l’alba. “Mi sono svegliata su un tavolo di legno, i vestiti buttati a terra, sul mio corpo i segni di quello che mi avevano fatto…”. “Era l’alba del 2010, ero andata in quel centro sociale a festeggiare con i “compagni” la cacciata delle camicie nere da Parma avvenuta il 12 settembre del 1922”….

Ma quella sera Claudia, 18 anni appena compiuti, veniva stuprata per un’intera spaventosa notte. Sono 6, i militanti della “Raf” (avevano tra i 24 e i 30 anni, i depravati cattosinistroidi) che hanno abusato di quella loro amica, dopo averla drogata a sua insaputa (da bastardi! da sbirri infami!), filmando senza pietà con un cellulare ogni passaggio di quell’orrore. I depravati che fino a ieri facevano i chirichetti per il prete, in un contesto dove tutto era proibito, avevano filmato con un cellulare la violenza consumata a turno sulla loro “amica”. Un video dove è evidente che “il corpo della ragazzina veniva usato come un oggetto inanimato” su cui infierire, e che la vittima “appare del tutto inerme”, incosciente della brutalità che stava subendo da ‘uomini’ più grandi di lei.

Le “Romantic Punx” lanciano a tutti i compagni e le compagne, l’allarme su questi mercenari pedofili depravati che sfogano le loro frustazioni sui deboli, che sono, purtroppo ancora in giro come se niente fosse!!! Questi merdosi depravati, bulloni di periferia, nel video hanno filmato come trofeo di guerra lo stupro, avvenuto su un tavolo, sui cui giaceva inerme la ragazza. Il video, intanto, nel più totale e imperdonabile silenzio (e chi tace acconsente…), passa di telefonino in telefonino. A Claudia i depravati “antifascisti” durante lo stupro, le avevano appiccicato il nome: la “ragazza fumogeno”, perché l’hanno stuprata anche con quello. Questi bastardi infiltrati, questi esseri spregevoli (ci avvisano anche le Romantic Punx), continuano inspiegabilmente a frequentare cortei, concerti, spazi occupati e autogestiti… “E ridono, parlano, bevono birre, escono con ragazze, stringono nuove amicizie; nonostante giri un video in cui ‘fanno sesso’ con una donna che sembra morta”.Le Romantic Punx si domandano ancora: perchè al posto di diffondere il video, i compagni non hanno aperto assemblee sugli stupratori? Invece è stato più facile fare muro attorno alla ragazza per salvare il gruppo antifascista (partigiani bianchi anticomunisti, cattosinistroidi), si è deciso di abbandonare chi davvero aveva bisogno! E scrivono ancora: “Ciò che è accaduto a lei poteva succedere ad ognuna di noi, ed è per questo che non possiamo permetterci di stare zitte”, concludono.

Una brutta storia di cui nessuno vuole parlare a Parma perché si vergognano di quel gesto incoerente, vile e infame fatto in una sede antifascista a una ragazzina indifesa, soprattutto in quel momento (essendo donna, parte svantaggiata) e resa inerme… Tutto questo è saltato fuori da un video, registrato nella notte dello stupro. Come “movimento” dobbiamo vergognarci molto, perché per 3 anni quel video era stato visto da tanti compagni!!!? sicuramente cattosinistroidi e non Anarchici (noi Anarchici crediamo nell’Amore, nel sentimento, nel rispetto sincero e reciproco, nella passione, nel romanticismo, nei sogni, ma non crediamo certo nella violenza e nella sopraffazione, sopratutto quella ignobile fatta sui più deboli). Quegli esseri depravati dai giornalini porno e dalle bambole gonfiabili, che fino a ieri facevano i chierichetti in un contesto dove tutto era proibito, dove sentirsi forti quando si è in tanti, ma in realtà non hanno i coglioni, e quindi quando il gioco si fa duro, si fanno comperare subito, sia dai servizi segreti di destra che dai servizi segreti di sinistra, che li riciclano come braccio armato – nuclei clandestini dello stato, l’ultimo gradino) per distruggere il movimento. Ci sono stati tanti presunti compagni/e che avevano visto e ritenuto normale il video girato con un vecchio Nokia da quei depravati che avevano anche immortalato lo stupro di gruppo, un gesto infame cattofascista: sono stati peggio degli sbirri e dei preti pedofili.

Ma nessuno aveva rotto il silenzio, quasi fosse più importante difendere l’immagine del Movimento antifascista, piuttosto che denunciare lo stupro, solidarizzare con la vittima e impedire che si ripeta l’infame gesto.

Sempre Claudia racconta: “Ripresi i miei vestiti e me ne andai, lì dentro non c’era più nessuno”, quella notte delle “barricate antifasciste” vede la sua vita andare in pezzi. Però Claudia non denuncia. Per imbarazzo, vergogna, per non far soffrire anche i suoi genitori. Tenta di tornare alla vita di prima, nei centri sociali, ma invece, come rivendicano le ragazze di “Romantic Punx”, Claudia viene isolata, minacciata esplicitamente, cacciata con violenza e determinazione da quegli stessi spazi autogestiti che frequentava abitualmente. Sì, perché Claudia è diventata pericolosa per il branco che l’ha seviziata. Le compagne di Romantic Punx” (massimo rispetto per il coraggio e la coerenza), affermano sul loro blog: “uno stupro è sempre un atto fascista, anche se chi lo commette si dichiara antifascista”….

I depravati stupratori di Parma, ricordano molto i vecchi partigiani bianchi antifascisti – anticomunisti, social liberal cattosinistroidi che si infiltravano nei movimenti comunisti e anarchici.

Il 18 settembre 2019 i mass media scrivono che sono state condannate 4 persone per aver depistato e favorito le persone che fecero lo stupro di gruppo su una ragazzina appena maggiorenne, avvenuto nel 2010 a Parma nel centro sociale antifascista di via Testi.

Quattro giovani sono stati condannati per aver coperto i depravati, gli autori dello stupro avvenuto a Parma nella sede della Raf la Rete Antifascista, cercando di intimorire e convincere la ragazza vittima della violenza a dare una versione diversa (come gli sbirri che hanno torturato Cucchi, anche loro han cercato di fargli cambiare versione per occultare la realtà). Otto mesi, la condanna inflitta ai 4 (tra cui una ragazza). Per tutti la pena è stata sospesa. Due di loro erano già stati condannati a 1 anno e 8 mesi per falsa testimonianza (pena sospesa anche in questo caso). In caso di condanna definitiva, l’affidamento ai servizi sociali consentirà ai due di evitare il carcere. Ricordiamo che a giugno del 2019 sono state confermate in appello le condanne per i giovani viscidi depravati (infiltrati dalla Nato anticomunista per annientare i movimenti di lotta, anche quelli anarchici, attraverso le contraddizioni), accusati della violenza sessuale: tre anni e un mese a Francesco Concari e Francesco Cavalca; due anni e 8 mesi a Valerio Pucci. Ma non è che quei depravati infami (infiltrati) venivano da casa pound, visto che si trova vicino alla loro sede a Parma?? Ma non è che questi depravati – mercenari venivano pagati come soldatini (braccio armato), per portare avanti il piano militare atlantico anticomunista Stay behind?

Dobbiamo ancora analizzare bene chi erano quei doppiogiochisti degli anni ’70 come Corrado Simioni, Roberto Dotti, Giovanni Senzani, che provengono dall’alta borghesia, e il loro braccio armato: Morucci, Moretti, Duccio Berio e Mulinaris (Hyperion, foto sopra, centro di compensazione dei servizi segreti antifascisti di Yalta). Sappiamo solo che ogni tanto si ripresentano queste grosse contraddizioni all’interno del movimento (molto spesso eterogeneo), ma il movimento deve comunque avere il coraggio (per il futuro della nostra Storia), di discutere e affrontare sempre le incoerenze, non si può far finta di niente: è da codardi e noi anarchici non possiamo di certo permettercelo, ricordiamoci anche che chi ha perso la vita per un mondo migliore (compreso ovviamente Pinelli), non intendeva questo…

A Noi Ricercatori senza padroni risulta che gli stessi depravati dello stupro di Parma (gli auguriamo di finire in cella con gli ergastolani, che gliela fanno pagare per il loro infame gesto….), non era la prima volta che usavano i loro metodi bastardi con le ragazzine.

Claudia non è stata l’unica a subire la loro prassi militare, non era la prima volta che adescavano le ragazzine nei cortei, per poi drogarle a loro insaputa (la droga dello stupro) e violentarle, questo sempre all’interno della loro sede antifascista….

Tempo fa è andato un nostro compagno Anarchico alla loro sede di Parma, per chiedere chiarimenti su quell’orrendo e infame stupro, ma il nostro compagno è stato addirittura minacciato dai loro leccaculo subordinati, di andarsene. Ma chi c’è dietro questa mezza dozzina di soldatini depravati??

E poi i vecchi Anarchici si lamentano perché le generazioni dopo di loro, non si fidano più di frequentare certi contesti !! siamo diventati tutti malfidenti, e questa è un’altra sconfitta….

Consigliamo ai genitori di queste ragazzine a cui hanno tolto l’innocenza, l’utopia e il sogno, di andare a scovare gli sciacalli, per chiedergli personalmente, muso contro muso, il perché lo hanno fatto. E in che contesto sociale avevano vissuto fino ad allora, per poi convincerli ad aprire loro stessi il dibattito contro il sessismo (cultura cattofascista che vede la donna come oggetto). Non vogliamo fare il processo a nessuno (processo del popolo), ma vogliamo aprire un dibattito contro il sessismo indotto da una cultura medioevale patriarcale depravata, che è entrata anche nei movimenti di lotta di classe …

Se li becco quei depravati soldatini di Parma, IO che sono una donna e faccio parte dei Rsp, altro che solidarietà gli mando a quelle merde depravate!! gli faccio mangiare i coglioni a morsi da un cane incazzato pure lui, almeno il cane è giustificabile lo fa come istinto perchè ha il cervello troppo piccolo per pensare: basta dirgli attacca !!!…. Almeno in questo modo i depravati capiscono cosa vuol dire subire, essere umiliati! e così senza picio e coglioni non faranno più danni !!!….

A proposito di apparati occulti militari, non ci ricordiamo più chi furono i primi a formare e istituzionalizzare, a livello occulto, le formazioni paramilitari, finanziate da Confindustria e dalla FIAT? Erano formazioni militari, nate e addestrate per portare avanti il progetto neogollista ed atlantista (anticomunista) del conte Edgardo Sogno e del suo braccio esecutivo Pacciardi (tutti e due partigiani bianchi antifascisti – liberalcattofascisti). Gruppi paramilitari addestrati per portare avanti il piano militare della strategia della tensione fatta di colpi di stato per imporci la dittatura militare e di stragi di stato (piano militare false flag)… Il piano militare prevedeva anche la propaganda psicologica di Luigi Cavallo contro la FIOM ed il PCI. …

A proposito di pedofilia e di depravazione dell’uomo sulla donna:

Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci

A Roma il 21 settembre, sono stati processati Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci (foto sopra), due ex militanti di casapound, arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo e lesioni aggravate nei confronti di una donna, violentata in un pub a Viterbo. I due depravati psicopatici sono riusciti a pagare il giudice e ottenere gli arresti domiciliari…..

Ma non è finita qua, il 26 settembre sempre i mass media scrivono che il gip di Viterbo ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di un pedofilo fisioterapista in provincia di Viterbo. L’uomo era un dipendente della sede distaccata di Santa Marinella dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù”.

Il depravato viene accusato di violenza sessuale aggravata continuata ai danni di una minorenne disabile!

Ma allora, i depravati organizzati di Parma, possiamo paragonarli anche a quegli sbirri P2 (loggia massonica formata da alti gradi militari e delle forze dell’ordine) che stuprarono franca Rame?

https://www.youtube.com/watch?v=usLrSZgqQKk

Era il 9/3/1973 quando Franca Rame fu stuprata. La fecero salire a forza su un camioncino 5 esponenti dell’estrema destra, pagati da alcuni ufficiali dei carabinieri, per punire “la compagna di Dario Fo” (da giovane Dario Fo faceva parte della Rsi. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, a seguito della chiamata alle armi della neonata Repubblica Sociale Italiana si arruolò come volontario nelle file dell’esercito fascista). Franca Rame era, invece, un’attrice teatrale, drammaturga, politica, attivista, che aveva prestato la sua voce prima all’Organizzazione Soccorso Militare e poi, negli anni ’70, al movimento femminista. I fasci mercenari le spaccarono gli occhiali, le tagliarono viso e corpo con una lametta, le bruciarono la pelle con le sigarette e la violentarono a turno. Per quello stupro non c’è mai stata nessuna condanna, ma solo la prescrizione dopo 25 anni dal fatto, nonostante nel 1987 due fascisti, Angelo Izzo e Biagio Pitaresi, rivelarono al giudice Salvini che a compiere lo stupro fu una squadraccia neofascista e soprattutto che l’ordine di “stuprare” Franca Rame, venne dall’arma dei carabinieri. Non successe nulla, nonostante la testimonianza di Nicolò Bozzo, che sarebbe diventato stretto collaboratore di Carlo Alberto Dalla Chiesa e che al tempo dei fatti era in servizio presso la divisione Pastrengo.

“Tra i miei superiori ci fu chi era contento. Il più alto di grado, (il comandante della “Pastrengo”), il generale Giovanni Battista Palumbo disse «Era ora» .. […]”. Palumbo era un doppiogiochista, un personaggio ambiguo, era stato nella Repubblica Sociale fascista e poi era passato coi partigiani bianchi appena prima della Liberazione. Non faceva mistero delle sue idee di destra. E alla “Pastrengo”, sotto il suo comando, circolavano personaggi ancora più ambigui che facevano parte dell’estrema destra (braccio armato – esecutivo) e personaggi della piccola, media, e alta borghesia e che facevano parte invece della “maggioranza silenziosa” come l’avvocato Degli Occhi….

Ma secondo Nicolò Bozzo lo stesso generale Palumbo non sarebbe il responsabile primo dell’ordine di stuprare Franca Rame, quanto l’esecutore di «una volontà molto superiore». È in quella terra di nessuno dove negli anni ’70, si incontravano e mescolavano terroristi e apparati dello stato (servizi segreti), che matura la decisione di colpire Franca Rame. Franca non ha mai smesso di difendere la sua dignità. La sua battaglia è quella di tutte le altre donne, uomini, bambini, persone, che sono stati oggetto di violenza… E lo ha fatto con le parole. Nel 1975 scrisse un monologo intitolato Lo Stupro, che finirà poi nello spettacolo Tutta Casa, Letto e Chiesa. Sette minuti di dettagli chirurgici e sensazioni soffocanti, che negli anni ’80 l’attrice portò in televisione, alla RAI, davanti a milioni e milioni di persone, in anni in cui di violenza sessuale si parlava troppo poco….

Un altro caso di violenza militare:

Un mese prima del G8 2001, è uccisa in caserma Serena Mollicone

Solidarietà a Claudia!! Noi Anarchici, ricercatori senza padroni, con la nostra cultura da sottoproletariato che si è alzato di livello culturale, siamo sempre dalla tua parte !!!!

Contro la sopraffazione e la violenza patriarcale dell’uomo sulla donna!! Cultura dal basso! contro la piccola e media borghesia falsa e castrata …..

https://ricercatorisenzapadroni.noblogs.org/post/2018/07/22/stupro-di-gruppo-un-gesto-infame/

Solidarietà a tutti quelli torturati e uccisi dalle forze del disordine (dittatura militare): Aldrovandi F, Bianzino A, Cucchi S, Frapporti S, Giuliani C, Lonzi M, Maranzano R, Mastrogiovanni F, Saturno C, Uva G, Zordan Gino, Pinelli G, Bresci G, ecc. ecc.

Bisogna pure che la verità venga

su dai tuguri poiché dall’alto non vengono

altro che menzogne

L .Michel

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)