Massoni sempre più spregiudicati e senza scrupoli…

Massoni sempre più spregiudicati e senza scrupoli:

Il 3 novembre scorso, l’ex senatore Denis Verdini si è costituito ed è andato in carcere dopo essere stato condannato (in primo grado erano 9 anni e in appello 6 anni e 10 mesi), a 6 anni di reclusione in cassazione, nell’ambito del processo per il crac del Credito cooperativo fiorentino.

L’ex senatore Verdini con tutti i soldi che ha rubato, ha potuto permettersi di pagare ben 2 avvocati per difenderlo: l’avvocato Franco Coppi e la sua collega Ester Molinaro.

Quella sulla P4, è un’inchiesta giudiziaria avviata dalla Procura della Repubblica di Napoli su una associazione massonica a delinquere che avrebbe operato nell’ambito della pubblica amministrazione italiana e della giustizia. In questo procedimento giudiziario, furono condannati anche il faccendiere Luigi Bisignani e il deputato Alfonso Papa del (PdL). La loggia massonica P4 avrebbe avuto l’obiettivo di gestire e manipolare informazioni segrete o coperte da segreto istruttorio, oltre che di controllare e influenzare l’assegnazione di appalti e nomine, interferendo anche nelle funzioni di organi costituzionali.

C’è stata una richiesta di arresto anche per il sottufficiale del Ros Enrico La Monica (foto sotto).

Carabinieri, politici, lobbyCaccia ai segreti della P4

Qualcuno molto in alto (dalle carte dell’inchiesta), ha avuto un colloquio (anche se informale), con l’ufficio del vertice dell’ex servizio segreto militare. A confermarlo è uno dei dirigenti dell’agenzia di intelligence, il generale Giuseppe Santangelo (capo della segreteria del direttore dell’Aise, generale Adriano Santini), sentito dai pubblici ministeri John Henry Woodcock e Francesco Curcio il 2/12/2010.

«Ricordo di aver incontrato in quei giorni il maresciallo La Monica perché era interessato a transitare negli organismi di sicurezza. Per La Monica era stato seguito un iter tutto particolare rispetto al normale percorso di reclutamento presso l’Aise». La raccomandazione per il maresciallo del Ros per entrare nei servizi segreti, dimostra l’importanza dello scambio di favori esistenti tra chi avrebbe procacciato le informazioni segrete (La Monica), e chi invece le usava per inquinare il corso della giustizia o ricattare e infangare le reputazioni altrui.

Luigi Bisignani (iscritto alla P2 di Gelli), il 9/3/2020 racconta ai magistrati: «Il Papa mi disse che La Monica si era rivolto al Lavitola (direttore dell’Avanti), per essere raccomandato e per entrare all’Aise; tutto questo fu confermato anche dal colonnello Sassu (militare in forza alla presidenza del Consiglio). Il colonello Sassu racconta che Lavitola aveva raccomandato il maresciallo a Berlusconi, che lo aveva raccomandato all’Aise».

Ma c’è un problema: il sottoufficiale dei carabinieri Enrico la Monica non può essere arrestato perchè è scappato in Senegal. Il carabiniere era una delle “fonti” del deputato Alfonso Papa.

La Monica forniva informazioni coperte da segreto di stato, in cambio della promessa di essere raccomandato per l’assunzione all’Aise (Servizi di sicurezza esterna).

Ma facciamo un pò di storia:

Il 20/5/1981 in Italia si scopre che esiste un potere sotterraneo, un governo parallelo, uno stato nello stato. Salta fuori l’elenco di una loggia massonica militare chiamata P2. Negli elenchi della loggia sono iscritti i nomi di 4 ministri, 44 parlamentari, tutti i vertici dei servizi segreti, il comandante della Guardia di finanza, alti ufficiali dei carabinieri, militari, prefetti, funzionari, magistrati, banchieri, imprenditori, direttori di giornali, giornalisti.

Tutti questi altarini, spuntano fuori una settimana dopo, col governo guidato da Giovanni Spadolini.

Nel frattempo si istituisce una commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia di Gelli, sotto la presidenza di Tina Anselmi, che approva una legge che vieta le associazioni segrete e scioglie la P2.

Licio Gelli era un fascista e massone. Anche i magistrati Turone e Colombo se lo chiedevano allora quando scoprirono la loggia P2. Gelli era il Maestro Venerabile della loggia massonica Propaganda 2, che riuniva la ‘crema’ del potere italiano.

Gelli era arrivato al vertice della P2 dopo una carriera come fascista, simpatizzante della repubblica di Salò, doppiogiochista nella Resistenza, collaboratore dei servizi segreti inglesi e americani, infine agente segreto della rep. italiana. Volonteroso funzionario del Doppio stato: soldato, come tanti altri fascisti e nazisti, arruolato nell’esercito invisibile che gli alleati avevano costruito, dopo la vittoria contro Hitler e Mussolini, per combattere la «guerra non ortodossa» contro il comunismo. Entrato nella massoneria di Piazza del Gesù (quella più integralista), aveva contribuito a selezionare, dentro l’esercito, gli ufficiali anticomunisti disposti ad attuare dei colpi di stato.

Nel colpo di stato del 1970 ebbe un ruolo importante: a lui spettava l’incarico di entrare al quirinale e trarre in arresto il presidente della rep. Giuseppe Saragat, quello che mandava telegrammi a raffica che finivano sempre con un bel «viva la Resistenza, viva l’Italia». Poi il golpe fu sospeso, ma la ‘guerra non ortodossa’ continuò, con una serie di stragi che insanguinarono l’Italia. Nel 1974 la strategia della guerra segreta contro il comunismo cambiò, finirono i progetti golpisti e furono sostituiti da un’occupazione (attraverso uomini fidati), di tutti gli ambiti della società, di tutti i centri di potere, si costituirono in logge massoniche che avevano il potere di costruire strutture militari coperte, necessarie a organizzare club del Doppio stato, circoli oltranzisti atlantici. Nasce la P2 di Licio Gelli, in cui ci sono le protezioni, le carriere, gli affari tra di loro (magna magna).

I magistrati Turone e Colombo scoprono che Sindona (foto sopra), non è stato rapito ma è lui che tratta il salvataggio delle sue banche con Giulio Andreotti (centrodestra) e minaccia il presidente di Mediobanca Enrico Cuccia (che si oppone al piano di risanamento). E’ Sindona che fa uccidere Giorgio Ambrosoli, nella notte dell’11/7/1979, con tre colpi di 357 magnum, sparati al petto da un sicario che viene dagli Stati Uniti.

Invece di essere rapito, Sindona viene ospitato a Palermo da un medico italoamericano: Joseph Miceli Crimi, massone, esperto di riti allegorici. È lui infatti che spara alla gamba del banchiere Sindona, con sapienza clinica, per cercare di rendere credibile il rapimento.

I magistrati Colombo e Turone, scoprono che tutti i personaggi che si muovono per aiutare Sindona, finiscono tutti per arrivare a Gelli: Rodolfo Guzzi, l’avvocato del bancarottiere; Pier Sandro Magnoni, suo genero; Philip Guarino e Paul Rao, due massoni che incontrano il Venerabile poche ore dopo essere stati ricevuti da Giulio Andreotti.

Quel giorno viene perquisita villa Wanda, nella cassaforte ci sono gli elenchi della loggia segreta P2, che vengono sequestrati. Negli elenchi segreti c’è anche il nome del generale Orazio Giannini, comandante della Guardia di finanza, c’è anche del suo predecessore, il generale Raffaele Giudice, il capo di stato maggiore della Finanza, il generale Donato Lo Prete, il comandante delle Fiamme gialle di Arezzo, e tantissimi nomi di graduati: generali, colonnelli, maggiori…

Oltre agli elenchi degli affiliati e alla documentazione sulla loggia, tra le carte sequestrate vi sono 33 buste sigillate con intestazioni diverse: «Accordo Eni-Petromin», «Calvi Roberto vertenza con Banca d’Italia», «Documentazione per la definizione del gruppo Rizzoli», «On. Claudio Martelli»…

Nelle carte c’erano già i segreti di Tangentopoli, del Conto Protezione ecc…

Ma i tempi non erano maturi e occultarono tutto.

Da Roma si muovono il giudice istruttore Domenico Sica e il procuratore della rep. Achille Gallucci. Sollevano il conflitto di competenza e la Cassazione, il 2/9/1981, strappa l’inchiesta a Milano per affidarla a Roma, ma una volta arrivata a Roma l’indagine non si sviluppa e si spegne (viene occultata) dice Elisabetta Cesqui, il pubblico ministero che eredita l’indagine.

E così l’accusa di cospirazione politica contro le istituzioni della rep. mediante associazione cade: tutti i rinviati a giudizio (pochi: qualche capo dei 17 gruppi in cui la P2 era divisa, più Gelli e i responsabili dei servizi segreti) sono prosciolti, e comunque il processo arriva in Cassazione quando ormai è troppo tardi e per tutti scatta la prescrizione, l’impunità (era tutto già previsto).

Il lavoro della Commissione parlamentare presieduta da Tina Anselmi, è stato invece più utile, perchè pubblica le liste della P2 sui mass media, con tutti i 972 nomi che ne facevano parte, producendo tanto materiale prezioso con tanto di documentazione di come funzionava una potentissima macchina di eversione e di potere. Nel 1981 quando si scoprirono gli intrecci perversi della P2, una parte del Paese sperava che, con lo scandalo P2, si avviasse il rinnovamento della vita politica e istituzionale; un’altra fazione invece temeva che il potere della P2 si incrinasse per sempre. Sbagliavano gli uni e gli altri…

Oggi il più (tristemente) noto degli iscritti alla P2 è Silvio Berlusconi, tessera numero 1816.

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Per la P2, Berlusconi ha subito la sua prima condanna, ormai definitiva: falsa testimonianza. Nel 1990, a Venezia, viene infatti giudicato colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla loggia. L’anno prima però, era stato preventivamente amnistiato (tutto previsto)!!

L’iscrizione alla loggia P2, per Berluskoni è stata importante per i suoi primi affari immobiliari.

E’ stata importante per ottenere credito dalla Banca nazionale del lavoro (controllata dalla P2, con ben 8 alti dirigenti affiliati) e dal Monte dei Paschi di Siena (era piduista il direttore generale Giovanni Cresti). Infine la Commissione Anselmi conclude che gli imprenditori Silvio Berlusconi e Giovanni Fabbri (il re della carta) «trovarono appoggi e finanziamenti al di là di ogni merito creditizio». Berluskoni fu aiutato a fare carriera anche il napoletano Ferruccio De Lorenzo, già sottosegretario liberale per il governo Andreotti e padre di Francesco, futuro ministro della Sanità e imputato di Mani pulite. Ferruccio De Lorenzo acquistò, come presidente dell’Enpam (l’Ente nazionale previdenza e assistenza dei medici italiani), prima 2 hotel a Segrate, poi decine di appartamenti di Milano 2. L’Enpam decise poi di affidare a Berlusconi anche la gestione del teatro Manzoni di Milano, controllato dall’ente.

Gelli, quando fu beccato il Berluska nel ’96, dichiarò indispettito ai mass media che Berlusconi aveva copiato il suo Piano di rinascita della P2.

Il Piano democratico di centrodestra e di centrosinistra, era un piano economico e militare geopolitico, e fu sequestrato il 4/7/1981 all’aeroporto di Fiumicino, nel doppiofondo di una valigia di Maria Grazia Gelli, figlia del Venerabile massone Gelli.

Il piano prevedeva di «usare gli strumenti finanziari per l’immediata nascita di 2 movimenti: uno di centrosinistra e l’altro di centrodestra». Questi movimenti «dovrebbero essere fondati da altrettanti club promotori». Il piano prevedeva di infiltrarsi nei gangli della politica con 10 miliardi, per comperarsi tutte le tessere della Dc (di destra e di sinistra) e acquistare il partito, e con un costo aggiuntivo dai 5 ai 10 miliardi, «si potrebbe poi provocare la scissione e la nascita di una libera confederazione sindacale». Il piano di rinascita prevedeva anche quello di comperarsi l’informazione, la stampa (il Corriere della sera).

Naturalmente Gelli nel suo piano aveva previsto di comprarsi anche la giustizia, per portare avanti il suo piano di Rinascita piduista, per questo aveva previsto la separazione delle carriere del pubblico ministero e dei giudici, la «riforma del Consiglio superiore della magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento».

Ma dopo la legge Anselmi, che fine han fatto gli altri «fratelli» della loggia P2?

Sindona, dopo essere stato condannato per l’omicidio di Giorgio Ambrosoli, è morto in carcere, per una tazzina di caffè avvelenato. Il suo successore Roberto Calvi era iscritto anche lui alla P2 con la tessera numero 1624. Calvi ha mandato in fallimento la più grande banca italiana, il Banco Ambrosiano (nella morsa della P2), sottraendogli un fiume di miliardi e mandandolo in bancarotta; è stato trovato a penzoloni sotto il ponte dei Frati neri, a Londra il 18/6/1982. Mino Pecorelli (anch’egli iscritto alla loggia massonica P2, tessera 1750), era un giornalista in contatto coi servizi segreti, direttore di Op e piduista: è stato crivellato di colpi nella sua automobile, il 20/3/1979.

Gelli viene protetto e non fa neanche un giorno di galera, ma viene mandato per il crac del Banco Ambrosiano, agli arresti domiciliari nella sua villa Wanda ad Arezzo, nelle arcaiche colline toscane.

I due magistrati Colombo e Turone, nell’indagare scoprono che gli affiliati del club dell’oltranzismo atlantico, sono stati coinvolti in vicende di eversione, stragi, tentati golpe, depistaggi, e tra questi ci sono anche gli alti gradi delle forze dell’ordine: Vito Miceli, Gian Adelio Maletti, Antonio Labruna, Giuseppe Santovito, Giovanni Fanelli, Antonio Viezzer, Umberto Federico D’Amato, Giovanbattista Palumbo, Pietro Musumeci, Elio Cioppa, Manlio Del Gaudio, Giovanni Allavena, Giovanni Alliata di Montereale, Giulio Caradonna, Edgardo Sogno (partigiano bianco, liberale monarchico)…

L’Organizzazione P2 aveva affiliati anche in Sudamerica: Uruguay, Brasile e soprattutto Argentina.

In Argentina Gelli aveva rapporti stretti coi servizi segreti, aveva arruolato nella loggia: l’ammiraglio Emilio Massera, capo di stato maggiore della marina, Josè Lopez Rega, ministro del Benessere sociale di Juan Domingo Peron, Alberto Vignes, ministro degli Esteri, l’ammiraglio Carlos Alberto Corti e altri militari.

Ma nonostante l’elenco degli iscritti alla P2 fu pubblicato, furono pochi del club P2 messi davvero fuori gioco dallo scandalo che seguì.

Uno dei magistrati iscritti alla P2 Giuseppe Renato Croce (foto sotto), tessera n° 2071, è oggi giudice per le indagini preliminari a Roma e sta dando ragione a Marcello Dell’Utri, socio delle malefatte insieme al Berluska.

Ci sono anche giornalisti (di allora) come Gustavo Selva, diventato parlamentare di An; poi c’è Maurizio Costanzo, direttore di Canale 5 e uomo politicamente ambiguo, ma sempre dalla parte di Berlusconi; poi c’è Massimo Donelli, direttore della nuova tv del Sole 24 ore. C’è anche Roberto Gervaso scrittore, che scrisse tanto tempo fa una lettera a Gelli: «Caro Licio, ho chiesto a Di Bella [direttore del Corriere, nelle mani della P2], di farmi collaborare. È bene che tutti capiscano che bisogna premiare gli amici. Oggi Di Bella parlerà della mia collaborazione con Tassan Din [piduista e direttore generale del Corriere]».

Anche Paolo Mosca, ex direttore della Domenica del Corriere, era iscritto alla lobby della P2.

Poi c’è Gino Nebiolo (all’epoca direttore del Tg1), è stato mandato da Letizia Moratti a dirigere la sede Rai di Montevideo (una capitale della P2) e oggi scrive sul Foglio di Giuliano Ferrara.

Franco Colombo era un ex corrispondente Rai a Parigi e aspirante piduista, oggi ha cambiato mestiere: è vicepresidente della società del Traforo del Monte Bianco e si sta dando molto da fare per gli appalti che devono riaprire il tunnel. Poi c’è Alberto Sensini (aspirante piduista, come Colombo), scrive di politica sui giornali. Negli elenchi nascosti a Villa Vanda c’erano anche tanti politici iscritti alla loggia massonica P2, come: Pietro Longo, segretario del Partito socialdemocratico, Publio Fiori (tessera 1878) ex deputato democristiano è trasmigrato poi in An, nel ’94 è diventato ministro di Berlusconi, Antonio Marino, durante il governo Berluska è diventato ministro, Antonio Martino (aveva presentato a Gelli la domanda d’iscrizione). Poi c’era Duilio Poggiolini (tessera 2247), ex ministro democristiano della Sanità, ha avuto la carriera distrutta non per la P2, ma dai lingotti d’oro di Tangentopoli trovati nel pouf del suo salotto. Massimo De Carolis (tessera P2 1815), negli anni ’70 era democristiano e leader della «Maggioranza silenziosa», poi è tornato sotto le bandiere di Forza Italia e, grazie a Berluska, ha ottenuto la presidenza del Consiglio comunale di Milano e la candidatura in Parlamento, ma ha dovuto abbandonare entrambe, dopo essere stato coinvolto in alcuni scandali. È accusato anche di aver chiesto 200 milioni per rivelare notizie riservate a un’azienda partecipante a una gara per un appalto a Milano, insieme a De Carolis e a Luigi Franconi (tessera P2 numero 1778). Poi nell’elenco della P2 c’era anche il banchiere Antonio D’Alì, proprietario della Banca Sicula e datore di lavoro di boss di mafia come i Messina Denaro. Oggi ha passato il potere al figlio, Antonio D’Alì jr diventato senatore a Trapani nelle liste di Forza Italia. Poi nella lista c’era anche Angelo Rizzoli, che si fece comprare dalla P2 e oggi fa il produttore cinematografico. Roberto Memmo (tessera 1651), il finanziare che si diede da fare per salvare Sindona, oggi è amico di Marcello Dell’Utri, di Cesare Previti e del giudice Renato Squillante e dirige la Fondazione Memmo per l’arte e la cultura, con sede a Roma nel Palazzo Ruspoli. Poi c’era Rolando Picchioni (tessera 2095) un’ ex deputato Dc, coinvolto nello scandalo petroli (magna magna), oggi è in area Udeur ed è segretario generale del Salone del libro di Torino. Poi c’è anche Giancarlo Elia Valori, scrittore e presidente dell’Associazione industriali di Roma. Poi sulla lista dei masssoni P2 c’è anche quello sfigato troglodita del monarca Vittorio Emanuele di Savoia (tessera 1621), espulso dall’Italia per convivenza col fascismo, in Italia fa business attraverso società estere: questo è ancora convinto di essere il re d’Italia e, come la mafia, è convinto che se li possa comperare tutti coi soldi (i nostri); ci credo che non vuole più andare via dall’Italia, è ancora qua che sfrutta e fa affari (traffici d’armi, ecc.), grazie alla sua tessera nel club della P2 ha lavorato per le aziende italiane (Agusta) e per aziende dello stato (Italimpianti, Condotte, ecc.), lo stesso stato sul cui territorio non poteva nemmeno mettere piede…

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Sempre Vittorio di Savoia nel 1994 disse ai mass media su quel pedofilo di Berlusconi: «è un buon manager, può rimettere ordine nell’economia italiana». Come? Forse si riferiva a quando ha tolto lo Statuto dei lavoratori, compreso il divieto di licenziamento? Tra ipocriti oppurtunisti, bastardi senza scrupoli e,sopratutto, senza sogni, potevano solo andar d’accordo….

P1, P2, P3 e P4, sono club di ‘fratelli allegorici’ legati alle classi sociali (per non perdere i privilegi), e ai riti medioevali, ma non solo… La P di Propaganda, rivela una tattica della strategia di potere del grande partito atlantico in Italia che, almeno tra il 1974 e il 1981, fu centro d’incontro tra politica, affari business e ambienti militari – traffici d’armi.

Nella loggia segreta, è confluito il partito del golpe (organizzato dai partigiani bianchi di Edgardo Sogno), che aveva ideato le stragi del 1969-’74 (strategia della tensione). Una volta al potere non si sarebbero più dati alla guerriglia armata, ma avrebbero fatto politica, fino a fondare il centrodestra e il centrosinistra, per attuare con soldi pubblici (magna magna), il “Piano di rinascita” della P2.

Nel maggio 2010 viene indagata dalla Procura di Roma la P3, che riguardava un’inchiesta su un presunto comitato d’affari, la cosiddetta “cricca”, che avrebbe gestito degli appalti pubblici statali in maniera illecita.

A luglio viene arrestato l’imprenditore Flavio Carboni (foto sotto), coinvolto a Roma in un’inchiesta che punta a scoperchiare una cupola con interessi nella gestione degli appalti sull’energia eolica in Sardegna, insieme a Pasquale Lombardi, geometra ed ex esponente della Democrazia Cristiana e all’imprenditore Arcangelo Martino, ex assessore comunale di Napoli. Queste persone vengono accusate dalla Procura di Roma di aver esercitato forzature sui giudici della Corte Costituzionale al fine di favorire il giudizio di legittimità costituzionale sul Lodo Alfano, di aver sostenuto la riammissione della lista civica regionale Per la Lombardia, collegata al candidato di centrodestra alle elezioni regionali del 2010 e successivamente eletto governatore della regione Lombardia Roberto Formigoni e infine, di aver favorito la nomina a presidente della Corte d’Appello di Milano al pm Alfonso Marra. Nella stessa indagine sugli appalti dell’energia eolica viene indagato anche il governatore PDL della Sardegna Ugo Cappellacci.

Oggi invece non è più la P2 che comanda a livello militare, ma è la P3 e la P4, formate da politici, imprenditori e industriali; i militari invece, solo come braccio armato, non per ragionare: hanno capito che anche se si sforzassero non ci arriverebbero, a causa dell’educazione cattolica integralista che li ha segnati per tutta la vita, lasciandoli coi neuroni piccoli, limitati per ula vita monotona che ti organizza ancora oggi la chiesa, sempre uguale, controllata.

La P3 e la P4 quindi, sono logge di fratelli furboni, che vogliono ancora, preferibilmente di nascosto, fare affari, convinti che noi, gente comune, comuni mortali, non oseremmo nemmeno ribellarci (visto che ci hanno tolto tutti i diritti, togliendoci lo statuto dei lavoratori), e guardiamo in basso, senza alzare mai la testa!

Da Gelli al Berluska, hanno toccato più volte il fondo, con le peggiori vicende italiane, fatte di anticomunismo eversivo, bancarotte e spoliazioni di denaro pubblico, politica corrotta, stragi di stato, morti civili, rapporti inconfessabili con le organizzazioni criminali ecc..

P2, P3, P4: chi comanda in Italia?

https://www.youtube.com/watch?v=f7uAzUAC6B8

https://ricercatorisenzapadroni.noblogs.org/post/2016/03/11/il-vecchio-vizio-del-faccendiere-flavio-carboni/

Gli Intoccabili – Congiura in Vaticano

https://www.youtube.com/watch?v=geHb5st1q-Y

 

Il capitalismo Deruba l’uomo dai suoi diritti

di nascita, ne frena lo sviluppo, ne avvelena

il corpo, lo mantiene nell’ignoranza, nella

povertà e nella dipendenza, ed organizza poi

le istituzioni caritatevoli che distruggono

l’ultima traccia di dignità nell’uomo.

Emma Goldman

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)