Si è appena conclusa (25 novembre 2021), la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.
Noi, ricercatori Anarchici, per ricordare la giornata contro le violenze sessuali subite dalle donne vogliamo andare a rispolverare i “fatti di Parma”, cioè lo stupro di gruppo avvenuto nel 2010 all’interno di una sede antifascista parmigiana. La contradddizione più assurda, il paradosso inconcepibile, è proprio che l’ignobile fatto si sia svolto in una sede antifascista, dove noi genitori siamo, o meglio, eravamo felici che i nostri figli e le nostre figlie andassero per partecipare a iniziative di lotta o anche semplicemente a una serata di festa. Ora, vista la presenza dei depravati sporcaccioni infami compagnucci di provincia (cattofascisti), non possiamo più fidarci.
Non possiamo dimenticare quello che è sucesso.
IL 29 giugno 2019 i mass media scrivono che ci sono stati sconti di pena in appello, per gli stupratori che nel 2010 stuprarono e filmarono la violenza sessuale subita da una ragazzina appena diciottenne.
Claudia (nome di fantasia), la giovane mantovana da pochi mesi maggiorenne, era stata brutalmente stuprata dal branco nella sede del Raf, che non è il noto cantante barlettano, e non sta per Rote Armee Fraktion, né per Royal Air Force, ma, ci vergogniamo noi per loro, è la rete antifascista di via Testi a Parma. Gli infami sporcaccioni depravati sono stati considerati tutti colpevoli in appello, anche se con pene ridotte: 3 anni e un mese per due parmigiani, Francesco Concari e Francesco Cavalca, contro i 4 anni e 8 mesi del primo grado, e 2 anni e 8 mesi per il romano Valerio Pucci, invece dei 4 anni della prima sentenza. Riconosciuto un risarcimento di 50mila euro per la giovane.
La ragazza, durante lo stupro era incosciente. La storia viene a galla per caso alla fine di agosto del 2013, quando scoppia una bomba nei pressi di una sede di “CasaPound” e i carabinieri si mettono a indagare tra i gruppi di anarchici e antagonisti. Gli sbirri sequestrano alcuni cellulari dei militanti antifascisti, e da uno di questi esce proprio il filmato della violenza sessuale infame (peggio degli sbirri), fatto a Claudia. Quel giorno dello stupro, nel centro sociale antifascista di Parma, i “compagni” depravati (infami), festeggiavano come ogni 12 settembre la cacciata delle camicie nere da Parma nel 1922, ma la contraddizione è che si sono comportati proprio come facevano, già 90 anni prima, i fascisti delle camicie nere!!!
“Uno stupro è sempre e comunque un atto fascista, anche se chi lo commette si dichiara antifascista”. Così le “Romantic Punx” iniziano a ripercorrere l’accaduto sul blog ‘Abbatto i muri’.
Il processo per stupro, scaturisce dall’indagine su un video in cui si vede quello che era successo e che è diventato prova per una accusa di stupro di gruppo. A margine della vicenda, si vede la ragazza, sola, ad affrontare le udienze, con l’indifferenza o, peggio, la banalizzazione da parte di compagni e compagne, che fanno muro a difesa degli accusati, invece che a difesa della “presunta” vittima. A rompere il silenzio di omertà (si vergognavano anche loro per quello che era accaduto) sono intervenute però alcune realtà: Generiot, ArtLab Occupato, Casa Cantoniera Autogestita, Rete Diritti in Casa, Parma Antifascista.
La mattina dopo la violenza sessuale, Claudia si è lavata come ha potuto e se ne è andata a confidarsi con un’amica, senza fare denuncia per anni, per non dare un dolore alla famiglia, nonostante sapesse del filmato che girava a Parma sulla sua violenza sessuale, come fosse un’arma contro di lei (!!!).
La ragazza, chiamata ‘fumogeno’ da chi aveva visto l’orrido filmino, non poteva davvero immaginare che i fatti di quella notte, mai denunciati per paura, vergogna o per incolmabile voglia di buttar tutto alle spalle e dimenticare, fossero diventati un fenomeno “virale”, e anche questo fatto è veramente raccapricciante e imperdonabile. Lei, sola, in balìa dei suoi demoni, gli altri, gli stupratori (e spettatori dell’orrore), in mezzo a noi….
Non possiamo oggi parlare di antifascismo senza condannare con fermezza ogni sessismo o specismo, perché la lotta per la liberazione della donna, è una guerra per la libertà in difesa di tutti gli oppressi, degli animali e della Terra. Una guerra contro la disperazione, l’ignoranza e l’arroganza del potere che opprime, reprime, devasta e saccheggia.
L’anarchia è auto-organizzazione ed auto-gestione, col fine supremo del bene comune, che dovrebbe superare l’interesse individuale. Ma se per mantenere e garantire il bene di un gruppo, bisogna schiacciare altri individui, mettere a tacere il malessere e voltare le spalle agli ideali, possiamo ancora definirci anarchici?
Dove siamo state in quegli anni che vanno dallo stupro al giorno in cui due pattuglie sono andate a cercare la ragazza a casa della sua famiglia? Perché al posto di diffondere il video, umiliarla, non abbiamo difeso la ragazza? Perché, per salvaguardare il ‘buon nome’ del gruppo (peggio dei cattolici!), si è deciso di abbandonare chi davvero aveva bisogno?
Se dobbiamo fare un processo politico, allora facciamolo anche a chi ha stuprato e condiviso quel video, a chi l’ha umiliata ulteriormente chiamandola ‘fumogeno’.
Ricordiamoci che stiamo parlando di una persona che non ha mai denunciato e non aveva nessuna intenzione di farlo (purtroppo è umanamente comprensibile e lo conferma il fatto che nel processo è rimasta terribilmente sola, come troppo spesso accade), ma che si è trovata a doversi costituire parte civile di un processo (di stato), per reato di stupro di gruppo. Non per un atto politico, non per un’azione del movimento, ma per violenza carnale con una manciata di aggravanti, dal momento in cui era priva di sensi quando è avvenuta. A cui si aggiungono 4 persone accusate di favoreggiamento che, secondo gli inquirenti, hanno mentito per coprire gli stupratori o minacciato la vittima per indurla a negare la violenza subìta. Sono innumerevoli i messaggi di minacce e di insulti sessisti con cui è stata bombardata da quando sono partite le denunce. Troppe sono state le occasioni in cui è stata cacciata con violenza, senza la possibilità di essere ascoltata, da spazi occupati e autogestiti (dobbiamo solo vergognarci).
Secondo noi, Ricercatori senza padroni, se Claudia fosse stata una nostra figlia, avremmo tagliato il picio a tutti gli stupratori per evitare che quegli infami partigiani bianchi, facessero ulteriori danni sessuali a giovani donne e rovinassero irrimediabilmente la loro adolescenza e la fiducia verso l’essere umano. Se poi fossero compagni veri, gli taglieremmo anche i coglioni!
A quelli, come Massi di Parma, che ci danno degli ‘infami’ perchè abbiamo ‘osato’ parlare dei fatti di Parma specificando nomi e cognomi degli stupratori, ribadiamo con forza che gli infami siete voi, che avete emarginato la ragazza e tentato in ogni modo di occultare e insabbiare l’orribile vicenda. Vi siete rivelati peggio di quelli che difendevano Mario Merlino negli anni ’70, lo stragista colluso coi servizi segreti ‘deviati’ (strategia della tensione – patto atlantico), che si definiva anarchico anche se era (e lo è ancora) fascista.
Caro Massimilianuccio bello, difendi così bene gli ignobili stupratori, che dovrebbero farti segretario dell’Unione stupratori italiani, e sai, purtroppo, quanti tesserati ci sarebbero?
Sappiamo bene che la galera non serve a nulla anzi, peggiora la situazione socio culturale, anche se gli auguriamo di finire in cella con un ergastolano arrestato per violenza sessuale, giusto per provare voi quello che avete fatto a Claudia, con o senza fumogeno e filmino…
Per chi pensasse che prima o poi ci dimenticheremo tutto, possiamo assicurargli che, più passa il tempo, più la nostra rabbia cresce, e con lei, il bisogno e la voglia di urlare al Mondo questa brutalità.
https://ricercatorisenzapadroni.noblogs.org/post/2018/07/22/stupro-di-gruppo-un-gesto-infame/
https://ricercatorisenzapadroni.noblogs.org/post/2018/10/15/lo-stupro-e-sempre-sopraffazione-dominazione-violenza-e-infamia/
Processo per stupro – Anarres
Non è proprio necessario che le donne
tengano sempre le gambe aperte
e la bocca chiusa
Emma Goldman
Nella logica di certi ‘uomini’ che si considerano superiori, la donna dovrebbe essere sempre sottomessa e rassegnata. Per fortuna non è così, almeno dopo il ’68 (femminismo).
Cultura dal basso contro il machismo e i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)