Il 3 dicembre scorso si è concluso, dopo 4 udienze, l’inchiesta per Paolo Bellini (foto sopra), ex di Avanguardia Nazionale che ha risposto alle domande del Presidente della Corte d’Assise di Bologna, Francesco Maria Caruso, che hanno riguardato la strage del 2 agosto 1980 dove viene condannato insieme a Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, e Gilberto Cavallini.
Il 2 agosto 1980, nell’attentato alla Stazione Centrale di Bologna, morirono 85 persone.
Il 17/11/2021 invece, la Corte di Assise di Appello ha rinviato ad aprile 2023 il processo in secondo grado all’ex Nar Gilberto Cavallini per la strage di Bologna. Un rinvio dunque di oltre un anno, per un processo che già in primo grado è stato celebrato a distanza di quasi 40 anni dai fatti.
Ma puntualizziamo meglio il problema geopolitico:
Cos’è la Strategia della tensione?
La strategia della tensione è un Piano militare fatto di colpi di stato e stragi di stato, attuato anche in Italia alla fine degli anni ’60, proseguendo fino agli anni ’80, denominati ‘anni di piombo’.
Come affermerà l’Onorevole Aldo Moro nel suo memoriale scritto durante la prigionia per opera delle Brigate Rosse, la Strategia della tensione fu un’opera di deviazione sistematica e di inquinamento, operata dai servizi segreti italiani, per arrestare e limitare determinati sviluppi politici di sinistra, che si erano fatti evidenti a partire dall’«autunno caldo».
Nella strage di Bologna, viene tirata in causa, anche la massoneria, in base a dei documenti sequestrati a Licio Gelli (Gran Maestro della loggia massonica Propaganda due, P2), al momento del suo arresto, con l’intestazione «Bologna». All’interno di questi documenti, era presente un numero di conto corrente svizzero; nel promemoria, fu riportato un finanziamento avvenuto prima e subito dopo la strage.
Ma per capire meglio la strage di Bologna, si dovrà analizzare anche il problema dei servizi segreti italiani (Sismi – Sifar – Sid), e il loro ambiguo ruolo nella Strategia della tensione, pianificata, organizzata e attuata da loro, compresa l’infiltrazione nei movimenti di sinistra.
Per esempio bisognerebbe analizzare meglio il coinvolgimento dei servizi segreti nel colpo di stato avvenuto tra il 7 e l’8 dicembre 1970, organizzato da Junio Valerio Borghese, fondatore del Fronte Nazionale, in collaborazione con Avanguardia Nazionale.
Inoltre è importante analizzare anche l’influenza subita dall’Italia da altre potenze, come la Nato, che hanno indotto il nostro paese ad attuare determinati compiti come il Piano Demagnetize, un accordo segreto di intelligence, stipulato negli anni ’50 fra i servizi segreti degli Stati Uniti, dell’Italia e della Francia, che si proponeva di depotenziare l’influenza sulla società italiana e francese delle forze di orientamento comunista, all’epoca vicine al blocco sovietico, attraverso una stretta collaborazione tra i rispettivi servizi segreti (in Italia il SIFAR organizzava le stragi di stato per poi incolpare gli anarchici o i comunisti).
Ma per capire meglio il problema bisognerà approfondire la confessione di Miceli (foto sopra), generale, direttore del Servizio segreto italiano (SID), di un Sid «parallelo», quindi analizzare l’esistenza dei cosiddetti servizi segreti occulti «paralleli».
I servizi segreti «paralleli» sono stati addestrati a Capo Marrargiu, per usarli poi come eversori della strategia della tensione. Nel 1990 l’allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, fece delle confessioni dinanzi alla Commissione Parlamentare sulle stragi: dal 1956 i servizi segreti, nell’ambito di un’intesa (Patto Atlantico: Stay-Behind), avevano reclutato civili per addestrarli proprio a Capo Marrargiu. L’ammissione di Giulio Andreotti confermò la presenza di determinati servizi segreti «paralleli», e di conseguenza, avvalorò l’esistenza di uno stato «parallelo», di un «Doppio» stato massonico cattoliberalfascista.
Per la strage di Bologna, per quell’eccidio, non condannarono all’ergastolo Pietro Musumeci (foto sopra) e Giuseppe Belmonte, i due uomini dei servizi segreti incriminati appunto per la strage di Bologna.
Poi è importante anche soffermarci e capire meglio questo enigma: la «soffiata» di Luigi Vettore Presilio (neofascista), che riferì al giudice Tamburino, il 10 luglio 1980, che di lì a poco si sarebbe realizzato per mano neofascista un gravissimo attentato, precisando anche la data, nella prima settimana di agosto. Perché nessuno decise di approfondire ed intervenire? O meglio, perché «chi di dovere» ha preferito far finta di nulla? Ma non è finita qua: il 31/7/1980, il Sisde (Servizio segreto civile), ricevette un rapporto dal colonnello Amos Spiazzi, che su confessione di Francesco Mangiameli (anch’egli un neofascista) apprese dell’imminente attentato e i servizi segreti, essendo ipoteticamente gli «strateghi» della tensione (come li definì Moro ancora prima di essere rapito), ovviamente decisero di lasciar correre. Sia Presilio che Mangiameli furono assassinati per queste confessioni.
Ma perché i servizi segreti e lo stato, decisero di manovrare la sorte del paese? La motivazione dopo le sentenze definitive, fu la seguente: dopo il ’68, c’era la pericolosità che il Paese, quindi il potere, «slittasse» verso sinistra (al potere c’era Andreotti – liberalcattofascista).
Gli attentati e i disordini, servirono proprio a destabilizzare il paese. I servizi segreti sono stati le menti, gli «strateghi» di queste stragi, e i gruppi terroristici di estrema destra, che ebbero il compito di piazzare materialmente gli ordigni, furono solo ed esclusivamente il loro braccio armato; un braccio armato ben addestrato e particolarmente istruito come un vero e proprio esercito, nella base sarda di Capo Marrargiu.
Il 17/3/1981 il magistrato Gherardo Colombo fece perquisire la villa di Licio Gelli ad Arezzo, e l’ azienda tessile “Giole” di Castiglion Fibocchi, aprendo uno spiraglio sui misteri della storia d’Italia. La Primula nera reggiana ed ex Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, fu accusato di concorso in strage con i Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (condannati in via definitiva) e con Gilberto Cavallini (condannato in primo grado all’ergastolo). E in concorso anche col leader della loggia P2, Licio Gelli, col banchiere Umberto Ortolani, con l’ex capo dell’ufficio Affari Riservati del Viminale Federico Umberto D’Amato e col giornalista iscritto alla P2 ed ex senatore Msi, Mario Tedeschi (foto sopra). Questi quattro, deceduti, sono ritenuti i finanziatori e organizzatori della strage che provocò 85 vittime e oltre 200 feriti.
L’Italia ha 3 caratteristiche (vincoli culturali) che la distinguono dagli altri Paesi: la presenza di mafie storiche, la presenza di mille anni di papato, che ha trasformato i cittadini in sudditi, e il fatto che alla fine della II Guerra Mondiale, siamo stati il Paese col Pci più forte di tutto l’Occidente, una situazione quest’ultima, che ha scatenato reazioni fortissime nell’Atlantismo. La strategia della tensione ha un unico filo conduttore: il sistema occulto di potere della P2 (una loggia massonica formate da banchieri, politici e alte gerarchie militari). Anche dopo che è stato scoperto il sistema P2, Gelli è uscito impunito.
Ancora oggi che siamo nel 2021, è proibito parlare o aprire dibattiti e affrontare finalmente il problema della strategia della tensione. È per questo che la digitalizzazione degli atti della commissione stragi (desecretati alla fine degli anni ’90), e le nuove inchieste della magistratura sulla massomafia (fatte anche da Falcone), mettono in agitazione certi ambienti occulti, in teoria non più occulti dopo la desecretazione dei documenti che fino a 30 anni fa erano Top Secret.
La strage di Bologna, secondo la magistratura, è stata una strage fascista. Neofascisti gli esecutori materiali (Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, e Gilberto Cavallini, condannato con sentenza di primo grado nel gennaio 2020). Gli stessi depistaggi sono stati accertati e gli autori condannati: Licio Gelli, Pietro Musumeci, generale del Sismi (il servizio segreto italiano) legato alla P2, e poi il tenente colonnello Giuseppe Belmonte (foto sopra) e il faccendiere Francesco Pazienza.
Pinelli vive e lotta sempre insieme a noi, le nostre idee non cambieranno mai!!
Solidarietà ai compagni Anarchici, in carcere per aver difeso la natura, l’ambiente e il più debole, e per aver combattuto il potere politico ingordo, arrogante e composto da persone senza sentimento, arrivisti senza scrupoli e attaccati ai soldi. Compagni Anarchici utopisti e sognatori come noi.
Lo stato è nato dalla forza militare;
si è sviluppato servendosi della forza militare;
ed è ancora sulla forza militare che
logicamente deve appoggiarsi per mantenere
la sua onnipotenza.
Dal “Manifesto internazionale anarchico contro la Guerra” (1915)
Quando vi sentite troppo tristi, rallegratevi con i canti anarchici
Cultura dal basso contro i poteri forti stragisti
Rsp (individualità Anarchiche)