Il ministero degli esteri inglese ha declassificato i documenti segreti sul terrorismo Nato, e
la cosa assurda è che i giornalisti, in Italia, non ne hanno scritto ancora nulla! Facciamo sempre gli omertosi che stanno dalla parte del più forte…
In questi giorni il ministero degli esteri inglese ha dichiarato di aver declassificato una serie di documenti scottanti rimasti fino ad oggi Top secret. Si tratta di carte riguardanti il ruolo sporco giocato dall’organizzazione paramilitare Gladio negli anni del terrorismo in Italia, il supporto operativo che essa avrebbe ottenuto dagli 007 della Nato e le implicazioni legate ai presunti condizionamenti dell’intelligence italiana dietro alla morte di Aldo Moro. Sullo sfondo ci sono le ombre della P2 di Licio Gelli, loggia massonica che avrebbe partecipato in prima linea alla “strategia della tensione” –colpi di Stato e stragi di Stato che provocarono molti eccidi. Il quadro, anche alla luce delle recenti sentenze che hanno appurato il ruolo operativo di massoneria deviata e servizi segreti negli attentati che hanno insanguinato l’Italia negli “anni di piombo”, prende sempre più forma. Un altro fatto troverebbe conferma nei documenti, in cui si legge che “non è un segreto” che il governo USA offrì “sostegno alla P2 per colpi di stato e atti di terrorismo in Italia”. La “Strategia della tensione” era un insieme di operazioni eversive, a cui avrebbero partecipato gli apparati di sicurezza italiani sotto l’influenza della CIA, attraverso il ruolo attivo di logge massoniche, gruppi neofascisti organizzati per la lotta armata (nuclei clandestini dello stato) e organizzazioni paramilitari clandestine. Tra queste, spiccherebbe Gladio, struttura segreta dotata di compiti di “stay behind”, la cui missione era quella di respingere l’Armata Rossa in caso di invasione sovietica. Lo stesso Giovanni Falcone, poco prima di morire (come dimostra il contenuto dei diari sopravvissuti all’opera di manomissione dei suoi appunti, avvenuta poco dopo la strage di Capaci) stava indagando su Gladio, manifestando l’intenzione di indagare sul presunto ruolo che avrebbe avuto dietro ad alcuni omicidi eccellenti (es Moro). L’obiettivo della strategia della tensione è riassumibile in uno slogan: “destabilizzare per stabilizzare”, ovvero contribuire a produrre tensioni sociali tramite attacchi terroristici per instaurare paura e insicurezza nei cittadini, al fine di “sgonfiare” il consenso politico delle sinistre e le ambizioni governative del Pci, aprendo la strada ad un governo autoritario.
L’esistenza di Gladio era stata ammessa per convenienza il 24/10/1990 dal Presidente del Consiglio italiano Andreotti, da buon cattofacista che vuole fare il finto brav’uomo, aveva ammesso e parlato di una «struttura di informazione, come risposta a salvaguardia dell’Italia anticomunista». La commissione stragi istituita negli anni ‘90 (che aveva tolto il segreto di stato militare imposto dai servizi segreti della Nato nel 1949), aveva evidenziato che, dopo la II guerra mondiale, i servizi segreti occidentali idearono “mezzi di difesa non convenzionali, creando nei loro territori una rete nascosta di resistenza volta ad operare, in caso di occupazione nemica, attraverso la raccolta di informazioni, il sabotaggio, la propaganda e la guerriglia”, strutture clandestine che nascono col Patto Atlantico anticomunista firmato anche dall’Italia nel 1949.
Le condizioni per l’operazione, denominata in codice “Gladio”, furono stabilite sulla base di un “accordo” raggiunto il 26/11/1955 tra il Sifar (Servizio Informazioni Militare Italiano) e un corrispondente Servizio alleato concernente l’organizzazione e le attività di una ‘rete clandestina post-occupazione’, comunemente nota come “stay behind”. Nel documento si legge che Gladio “era formata da agenti attivi nel territorio che, in virtù della loro età, sesso e attività”, potevano “ragionevolmente evitare l’eventuale deportazione e carcerazione da parte degli occupanti stranieri; facile da gestire anche da una struttura di comando al di fuori del territorio occupato; a livello top secret e quindi suddivisa in ‘cellule’ così da ridurre al minimo eventuali danni causati da defezioni, incidenti o penetrazioni nella rete”. Le varie diramazioni dell’organizzazione coprivano operazioni di “informazione, sabotaggio, propaganda, comunicazioni radio, cifratura, ricezione ed evacuazione di persone ed equipaggiamenti”. Tali strutture dovevano “operare in modo autonomo, con collegamenti e coordinamento assicurati da una base esterna“. I “materiali operativi” utilizzati avrebbero compreso “armamenti portatili, munizioni, esplosivi, bombe a mano, pugnali, coltelli, mortai da 60 mm, pistole da 57 mm, fucili ottici, trasmettitori” ed erano nascosti in 139 depositi sotterranei segreti in tutto il Paese. “Per migliorare la sicurezza”, si legge nella memoria, nell’aprile del 1972 questi arsenali “furono riesumati e trasferiti negli uffici dei Carabinieri vicino ai siti originali”.
Interrogato dai partecipanti al vertice del Consiglio Nord Atlantico, che domandarono “se Gladio avesse deviato dai suoi obiettivi” di “stay behind“, pur “non potendo aggiungere nulla a quanto contenuto nell’aide-mémoire”, Francesco Paolo Fulci (foto sopra), storico diplomatico italiano che tra il 1993 e 1999 fu ambasciatore all’ONU di New York confermò che “le armi utilizzate in alcuni episodi terroristici provenivano da depositi predisposti da Gladio“. Nonostante la pervasiva campagna anticomunista promossa da attori ufficiali e da altre entità “sommerse”, negli anni ‘60 il Pci è in grande crescita. Alle elezioni del 1963 supera per la prima volta il 25%, nel 1968 tocca il 30% per poi ottenere, nel 1976, addirittura il 34,4%. Sono gli anni in cui si pongono le basi del compromesso storico, operazione politica che vide come grandi protagonisti il leader Pci Enrico Berlinguer e il segretario della Democrazia Cristiana Aldo Moro (che fondarono la Dc cattolica del centro destra e del centrosinistra) che si concretizzò, di fatto, nell’appoggio esterno garantito dai comunisti al governo monocolore Dc di Solidarietà Nazionale formato nel 1976 e guidato da Giulio Andreotti (partigiano bianco di centro destra). Poi, il 16/3/1978, tutto si arenò in occasione del rapimento di Aldo Moro e dell’uccisione di 5 delle sue guardie del corpo. Lo stesso Moro sarebbe stato giustiziato dal doppiogiochista cattosinistroide Moretti, nemmeno due mesi dopo il rapimento. Alle elezioni del 1979, le prime dopo il caso Moro, il Pci perderà molti punti. Una nota declassificata del 5/11/1990 del Foreign Office, redatta dall’allora ambasciatore britannico a Roma, John Ashton, ci offre un ampio spaccato sulla questione: “Ci sono prove circostanziali che uno o più rapitori di Moro erano segretamente in contatto con gli apparati di sicurezza all’epoca; e che questi ultimi hanno deliberatamente trascurato di seguire le piste che avrebbero potuto condurre ai rapitori e salvare la vita di Moro”, dichiarava Ashton, che sottolineava al contempo come “la maggioranza del comitato di crisi dell’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga era iscritto alla P2.” [P2: loggia massonica inquadrata come una delle tante “misteriose forze di destra” che si rafforzavano usando il terrorismo e la violenza politica militare]. Un contraccolpo repressivo contro le istituzioni democratiche italiane nell’ambito della strategia della tensione.
Nota del Ministero degli Esteri inglese del 5/11/1990 scritta da John Ashton, allora ambasciatore inglese a Roma: “La teoria del complotto vuole che le Forze di sicurezza abbiano orchestrato l’uccisione di Moro, e che abbiano agito per i loro padroni politici, e per la CIA”. Quale che sia la verità, l’ambasciatore mette in luce come Moro avesse “convinto” i comunisti che il loro appoggio esterno al governo Andreotti “sarebbe stato l’ultimo passo prima del loro ingresso al governo”: ciò sarebbe stato “un anatema per la P2, che allora controllava l’apparato di sicurezza e molti politici dell’establishment che appartenevano alla P2”. Chiudendo la nota, Ashton osserva che “la verità sul coinvolgimento di Washington negli ‘anni di piombo’ in Italia, probabilmente non sarà mai conosciuta, sebbene non sia un segreto che gli Stati Uniti abbiano fornito per molti anni un sostegno occulto agli oppositori italiani del comunismo, ad esempio finanziando segretamente la Democrazia Cristiana e offrendo un occasionale sostegno alla P2 e ai loro atti di terrorismo avvenuti in Italia”.
Le origini e il funzionamento interno dell’operazione Gladio era un complotto segreto della NATO che dispiega milizie terroristiche fasciste in tutta Italia. L’intelligence britannica ha applicato queste lezioni in Ucraina? L’operazione segreta della Gladio è stata scoperta nel 1990, quando una commissione stragi ha tolto dopo 40 anni, il segreto di stato, così si è appreso che la CIA, l’MI6 e la NATO hanno addestrato e diretto un esercito clandestino di unità paramilitari fasciste in tutta Europa, dispiegando le proprie risorse per indebolire gli oppositori politici, anche attraverso attacchi terroristici. Gli Stati Uniti e gli inglesi hanno dato munizioni agli agenti di Gladio per fomentare atti di terrore in tutta Italia. Washington e Londra hanno rifornito gli autori di attacchi di massa, tra cui la strage di Stato del 1980 alla stazione ferroviaria centrale di Bologna, che ha ucciso 85 persone e ne ha ferito oltre 100. E I responsabili di questi orribili crimini sono sfuggiti alla giustizia in quasi tutti i casi.
Molti dei principali sospettati del massacro di Bologna, tra cui il fascista collaboratore dell’MI6 Roberto Fiore (foto sopra), sono fuggiti a Londra. La gran Bretagna ha rifiutato di estradare lui e i suoi cospiratori nonostante le loro condanne in contumacia per crimini violenti. Quel Roberto Fiore che è stato tra i primi invitati eccellenti a palazzo Madama dall’amico camerata e neo presidente del Senato Ignazio Benito La Russa. Quel Roberto Fiore che due anni fa organizzò l’assalto alla sede romana della Cgil coi militanti della sua ‘Forza Nuova’, azione squadrista per la quale è ora sotto processo. Quel Roberto Fiore (amico dei servizi segreti) che invece, pur dovendo scontare una condanna definitiva a 8 anni di galera, si diede alla latitanza dorata, sotto le ali protettive dell’MI6 britannico. Lamentava, il candido Fiore, la ricostruzione della sua latitanza, della fuga con la ricca cassa di ‘Terza Posizione’ (un altro movimento eversivo di ultradestra) e dei suoi ricchi business londinesi (mattoni & turismo), dei suoi viaggi nei campi falangisti libanesi. Quella merda cattofascista e doppiogiochista di Fiore che ha commesso eccidi per lo stato Italiano, non ha pagato niente, mentre al nostro compagno Cospito, gli hanno dato, ieri al processo, 23 anni di galera per la bombetta fatta saltare nella caserma di Cuneo nel 2006, che non ha fatto neanche un morto: (atto dimostrativo per puntualizzare il problema dei carabinieri stragisti P2isti e spacciatori – es. caserma di Piacenza, beccati in pieno con l’eroina in mano, ma che non hanno fatto neanche un giorno di galera! È questa la giustizia Italiana? Ci sputo sopra!!
Sul ‘giallo Moro’, invece, vogliamo ricordare due libri che hanno fatto (e fanno) la Storia, avendo dettagliato tanti anni fa cose che ancora oggi il ‘mainstream’ rifiuta di vedere e raccontare. Stiamo parlando di ‘Doveva Morire’, firmato nel 2007 (la bellezza di 15 anni fa), da Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato, nel quale balza con tutta evidenza il ruolo svolto dalla CIA nello scientifico omicidio dello statista DC che voleva il compromesso storico col PCI di Enrico Berlinguer. Poi c’è un altro libro interessante uscito due anni dopo: “Complici – Caso Moro. Il patto segreto tra DC e BR”, firmato da Sandro Provvisionato e Stefania Limiti, che descrivono per filo e per segno il ruolo svolto proprio da Gladio nel giallo Moro.
Puntualizziamo ancora che l’operazione segreta Gladio, è stata scoperta nel 1990 (quando la commissione stragi ha tolto il segreto di Stato e tutti quanti hanno appreso che la CIA, l’MI6 e la NATO hanno addestrato e diretto un esercito clandestino di unità paramilitari fasciste in tutta Europa, dispiegando le proprie risorse per indebolire gli oppositori politici, anche attraverso attacchi terroristici sotto falsa bandiera. Tra loro c’era un giovane Silvio Berlusconi, l’oligarca dei medi, I Ministro italiano in 4 governi separati tra il 1994 e il 2011. Elencato come membro della P2 (N. di tessera 1816), la cabala segreta dell’era della Guerra Fredda delle élite politiche devote agli obiettivi di Gladio, Berlusconi indubbiamente ha portato alcuni importanti segreti nella tomba quando è morto lo scorso 12 giugno. È quasi impossibile credere che le verità scomode non siano state eliminate dal documentario britannico sull’Operazione Gladio prima della declassificazione. Tuttavia, il materiale recentemente rilasciato è molto illuminante. Coprendo un intenso periodo di 12 mesi dopo la prima divulgazione pubblica dell’esistenza di Gladio, i giornali illustrano come l’apparato di intelligence straniero di Londra tenesse d’occhio il continente mentre gli eventi si svolgevano.
Gladio era formata da una costellazione di eserciti di partigiani anticomunisti (partigiani bianchi – cattofascisti), la cui missione apparente era quella di respingere l’Armata Rossa in caso di invasione sovietica. In realtà, queste forze hanno commesso innumerevoli atti violenti e criminali come parte di una “strategia della tensione” progettata per screditare la sinistra e giustificare una repressione dello stato di sicurezza: questa era la logica politica dietro gli attentati che dovevano rimanere impuniti perché lo Stato non può condannare se stesso. Il Parlamento europeo ha risposto ai documenti inglesi desecretati approvando una risoluzione che condanna l’esistenza di una “organizzazione parallela clandestina di intelligence e operazioni armate sfuggita a tutti i controlli democratici, può aver interferito illegalmente negli affari politici interni degli Stati membri [e] dispone di arsenali indipendenti e risorse militari, mettendo così a repentaglio le strutture democratiche dei paesi in cui operano”. La risoluzione richiedeva indagini giudiziarie e parlamentari indipendenti su Gladio in ogni stato europeo. Ma a parte le indagini in Belgio, Italia e Svizzera, non si è concretizzato nulla di sostanziale. Inoltre, gli investigatori hanno pesantemente redatto le loro scoperte evitando di farle tradurre in inglese. Questo può aiutare a spiegare perché lo scandalo storico è stato in gran parte dimenticato. In questo contesto, i documenti recentemente declassificati possono essere una delle fonti primarie più preziose fino ad oggi che offrono nuove intuizioni sulle origini e sul funzionamento interno delle milizie segrete del terrorismo della NATO in Italia.
Ricordiamoci che il “compromesso storico” di Moro, in base al quale i comunisti “rendevano possibile il governo Dc Pci, sarebbe l’ultimo passo del partito prima del proprio ingresso al governo. Il fondatore della P2 Gelli era così ben collegato all’apparato di sicurezza nazionale e di intelligence di Washington, che la stazione di Roma della CIA lo aveva esplicitamente incaricato di istituire un governo parallelo anticomunista a Roma. Successive indagini mostrarono come Henry Kissinger aiutò a sovrintendere al reclutamento di 400 alti ufficiali italiani e della NATO come agenti della P2 nel 1969. Presidenti Gerald Ford, Jimmy Carter e Ronald Reagan.
I DOCUMENTI DESECRETATI spiegano il ruolo britannico nelle azioni terroristiche della Gladio con la complicità della Nato anticomunista (Patto Atlantico 1949 piano militare che prevedeva stragi di stato e colpi di stato per incolpare gli anarchici (es: il compagno anarchico Pinelli) e la sinistra, incentivando il partito cattosinistroide della Dc di sinistra e di destra, documenti che AFFRONTANO le pagine più oscure della storia del nostro Belpaese, avvenimenti che hanno condizionato il passato recente e modellato il nostro presente. Il materiale recentemente rilasciato, non solo getta nuova luce sul terrorismo Nato, ma sottolinea l’importanza di Gladio gestita dall’Intelligence britannica e americana le cui tattiche vengono applicate ancora oggi in Siria come in Ucraina. Gladio era il frutto di un’intesa tra la CIA e i servizi segreti italiani, come è ampiamente documentato anche da Stefania Limiti, giornalista de “il Fatto Quotidiano” e “Left” nel suo libro intitolato: L’ombrello della Nato, in Doppio livello, Casa editrice Chiarelettere, 2013. Il comitato di crisi presidenziale incaricato di tentare il salvataggio di Moro, faceva parte della famigerata P2 – la “loggia massonica sovversiva” composta dalle élite politiche fedeli a Gladio. Nell’aprile 1981, i magistrati di Milano fecero irruzione nella villa di Licio Gelli, un massone finanziere italiano e fascista autoidentificato che ha fondato la P2. In quella villa, scoprirono un elenco di 2.500 membri in cui figuravano nomi di politici italiani, banchieri, spie, finanzieri, industriali (tra i quali Silvio Berlusconi) e alti funzionari delle forze dell’ordine e militari (tra i quali il generale Dalla Chiesa). Il compromesso storico di Moro, in base al quale i comunisti rendevano possibile il governo Andreotti: cattofascisti insieme ai cattocomunisti che volevano entrare nel potere politico, militare, economico, sarebbe stato l’ultimo passo prima dell’ingresso del Partito Comunista Italiano al governo. Documenti declassificati dal Ministero degli Esteri britannico suggeriscono inoltre fortemente il coinvolgimento britannico nel Piano Solo (colpo di stato fatto solo dai carabinieri nel 1964).
Nel 2005 la notizia di una possibile continuazione delle attività di Gladio, divenne pubblica, come effetto collaterale di un’indagine sul caso di Fabrizio Quattrocchi (foto sopra), in quella che fu denominata «polizia parallela», il cui nome era DSSA (Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo), che fu guidata da 2 agenti segreti provenienti dall’intelligence atlantica e vide al suo interno poliziotti, carabinieri e consulenti, oltre che molti ex appartenenti a Gladio, come riportò l’agenzia stampa The Associated Press. Sedici di loro (su oltre 150 nominativi presenti in un elenco e forse altri rimasti anonimi), subirono un procedimento penale. Tra gli indagati, poi completamente prosciolti dal Tribunale di Milano con formula piena (non luogo a procedere perché il fatto non sussiste), vi era anche il politico di estrema destra Gaetano Saya, fondatore del partito Nuovo MSI. Saya era stato indicato dalla stampa come il capo di questa struttura terrorista segreta.
Tra i segreti di Stato occulti della Nato e dei suoi servizi segreti terroristi, c’è anche la scuola francese HYPERION. Negli anni ’70 operò a Parigi una scuola di lingue che è stata al centro di inchieste giudiziarie. Un istituto ritenuto ancora oggi ambiguo, come enigmatico è uno dei suoi fondatori, il professore borghese Corrado Simioni, che fondò questo centro occulto che da Parigi manovra i terrorismi nazionali, europei e non solo. Corrado Simioni era un cattosinistroide, un ambiguo personaggio doppiogiochista definito dalla Commissione Stragi come “figura enigmatica”, che dalla fine degli anni ‘50, sino al 1965, milita nella corrente autonomista del PSI, proprio in stretto contatto con Bettino Craxi. Simioni, assieme ad altri due italiani: Duccio Berio e Vanni Mulinaris, erano i referenti di Hyperiòn. L’8/9/1974, Renato Curcio e Alberto Franceschini, capi storici delle BR, vengono arrestati a Pinerolo grazie alle delazione di Silvano Girotto, alias “frate Mitra”. Mario Moretti si salva dall’arresto grazie a una spiata ricevuta il giorno prima dai suoi amici sbirri. Con l’arresto di Curcio e Franceschini, automaticamente Mario Moretti acquisisce la leadership delle BR. Simioni, dopo essere stato espulso dal Partito Socialista nel 1965 per una non meglio precisata accusa di “condotta immorale”, ed essersi trasferito a Monaco di Baviera dove frequenta un corso di teologia, ritorna nel 1967 in Italia, a Milano. Qui lavora per la Mondadori, ma anche per l’USIS (United States Information Service), un ente informativo degli USA, in pratica una delle tante succursali della CIA. Coincidenza delle coincidenze: una delle sedi romane dell’USIS si trova al n° 32 di via Caetani, quasi di fronte al punto in cui sarà parcheggiata la Renault rossa col corpo morto di Moro. Sempre nel 1970, Simioni porta alcuni compagni a una riunione in Liguria, ospiti da una certa Savina Longhi. La particolarità non è la riunione tenuta in Liguria, ma la persona che ospita il gruppo: Savina Longhi è l’ex segretaria di Manlio Brosio, ambasciatore italiano e dal 1964 al 1971 segretario generale della NATO. Non solo: Simioni presenta al gruppo la Longhi come sua segretaria. Ma segretaria di cosa? Mara Cagol riferisce a Franceschini che, un giorno, Simioni la portò presso la terrazza Martini di Milano, presentandogli proprio Dotti. Simioni informò la Cagol che proprio a lui avrebbe dovuto consegnare le schede biografiche dei compagni del collettivo. Non solo, gli disse anche che era a lui che avrebbe dovuto rivolgersi nel caso in cui avesse avuto bisogno di soldi o di altri aiuti. Perché schedare i compagni del collettivo? Perché consegnare le schede biografiche dei militanti proprio a Dotti, che tra l’altro non apparteneva neppure al CPM?
Particolare è anche la biografia di Duccio Berio, il braccio destro dell’ambiguo Simioni. Figlio di un medico milanese, è legato sentimentalmente a Silvia Malagugini, figlia di Alberto, importante dirigente nazionale del Pci che dirigeva la delicatissima sezione “problemi dello Stato” del partito. Dal 1972 Duccio è un agente e informatore del Servizio Informazioni Difesa (il servizio segreto italiano dal 1966). Suo padre è probabilmente un collaboratore dei servizi segreti israeliani. Quest’ultima ipotesi è stata smentita dal figlio Duccio dinanzi alla Commissione parlamentare che indaga sul sequestro Moro, dove ha tuttavia riferito che suo padre era stato un massone…
Come rivelato da The Grayzone nel novembre 2022, i veterani dell’esercito e dell’intelligence britannici hanno addestrato e sponsorizzato un esercito segreto di partigiani del terrore nell’Ucraina orientale per compiere atti di sabotaggio in Crimea e in altre aree a maggioranza russa.
Né col potere dei partigiani bianchi cattofascisti, né col potere dei partigiani cattosinistroidi! Ne’ col potere politico di destra, nè col potere politico di sinistra! Non votare!
Anarchia: l’unica via!
Nè dio, nè stato, nè servi, nè padroni. Fuori la NATO dai coglioni!
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Lo Stato è nato dalla forza militare:
si è sviluppato servendosi della forza militare
ed è ancora sulla forza militare che
logicamente deve appoggiarsi per mantenere
la sua onnipotenza.
Dal”Manifesto Internazionale Anarchico Contro la Guerra” (1915)
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Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)