Il 21 Luglio i mass media hanno scritto che un giornalista è stato aggredito a Torino da 2 militanti di Casapound. Andrea Joly, è un giornalista del quotidiano la Stampa e stava passando vicino a un locale di Torino chiamato ‘Asso di Bastoni’, quando è stato aggredito da militanti di estrema destra. Joly stava passando da quelle parti per caso, tirò fuori il cellulare per riprendere qualche immagine, poi alcune persone gli si avvicinarono e gli chiesero chi fosse, poi gli hanno intimato di consegnare il telefonino, minacciandolo, fino a colpirlo con dei calci mentre tentava di allontanarsi. Joly è dovuto ricorrere alle cure in ospedale.
Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo è stato il primo a commentare l’aggressione: “Esprimiamo solidarietà al giornalista del quotidiano La Stampa che stanotte è stato aggredito da alcune persone vicine a Casapound mentre cercava di documentare un evento che le vedeva protagoniste. Episodi di violenza e di vile aggressione come questo, di cui mi auguro vengano accertate al più presto le responsabilità, non devono avere spazio nella nostra città: non possono essere tollerati e vanno condannati con fermezza da tutte le forze politiche“. “La libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia e ogni attacco a chi esercita il diritto di informare è un attacco ai valori democratici stessi”, ha aggiunto il sindaco.
Anche il Pd ha dichiarato il suo sdegno sui social: Mauro Berruto deputato democratico, ha dichiarato ai mass media di essere “sgomento di fronte alle immagini della violenza squadrista subita da Andrea Joly. A lui la mia solidarietà, a loro il mio disprezzo. Al Ministro dell’Interno Piantedosi (foto sopra), invece, una domanda: che cosa stiamo aspettando, che succeda qualcosa di peggio? Quali altri segnali servono per incominciare ad agire?”. Alberto Cirio, governatore del Piemonte è sulla stessa linea: “Desidero esprimere piena solidarietà al giornalista e a tutta la redazione per l’aggressione subita. La violenza è inaccettabile e va condannata sempre e con nettezza, da qualsiasi parte provenga, e mi auguro che vengano presto accertate le responsabilità”. “Al cronista Andrea Joly che conosco personalmente e di cui apprezzo il lavoro, ho voluto confermare poco fa il mio incoraggiamento e gli auguri di pronta guarigione oltre alla garanzia che, per parte nostra, la libertà di stampa sarà sempre considerata un caposaldo della nostra democrazia e difesa da ogni attacco” ha aggiunto il presidente della Regione. Un episodio grave, gravissimo, che non solo limita la libertà di stampa, ma che pretende di restringere lo spazio pubblico, che appartiene a tutti, a luogo in cui a imporsi è solo la legge della violenza, della sopraffazione e dell’arbitrio. Per questo l’aggressione a Joly ci riguarda tutti. E quello che è successo l’altra notte ci spinge a ribadire una volta di più che gli unici valori a cui dobbiamo ispirarci sono quelli della democrazia e del rispetto, gli stessi per cui una città come Torino combatte da sempre, e che guidano La Stampa nel suo difficile lavoro quotidiano”.
La Cgil, prontamente dichiara: “Atto intollerabile”, organizziamo presidio il 23 luglio ore 18. Ci risiamo. Si moltiplicano le aggressioni di stampo fascista. A dimostrazione di un clima politico e sociale che sta rapidamente peggiorando. La Camera del Lavoro è disponibile a promuovere una iniziativa che non lasci passare sotto silenzio questo grave episodio e chieda il rispetto del lavoro e della libertà di informazione e parola. I responsabili siano individuati e perseguiti come impone la legge”. “L’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, l’Associazione Stampa Subalpina, le Associazioni che si riconoscono nella Via Maestra, invitano tutti i democratici ad aderire al presidio il prossimo martedì 23 luglio alle ore 18 sotto alla Prefettura di Torino. In difesa della libertà di stampa garantita dalla Costituzione che vieta anche la ricostituzione del partito fascista, saremo in piazza per chiedere alle istituzioni di vigilare affinché episodi di questo genere non si debbano ripetere e per rispondere a chi pensa che con la violenza gratuita e ottusa si possano censurare le idee e le azioni”. Oltre a condannare questi episodi (si legge nella nota unitaria ) Odg e Subalpina si fanno portavoce di un confronto serrato con la politica e la società civile per poter continuare a esercitare senza se e senza ma la vera funzione del giornalismo, l’informazione sentinella di democrazia e chiedono che sull’episodio sia fatta al più presto luce, individuando i responsabili”.
L’ANPI invece dichiara ai mass media: “L’aggressione da parte di militanti di Casapound al cronista della Stampa Andrea Joly [foto sopra], a cui va la nostra solidarietà, rivela un clima di squadrismo strisciante che da tempo sta montando (ha detto il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo). È ora di sciogliere le organizzazioni neofasciste. È sconcertante l’inerzia del ministro Piantedosi. Chiuda subito il circolo neofascista di Torino Asso di bastoni e finalmente la centrale operativa di Casapound a Roma, un intero stabile occupato abusivamente da Casapound fin dal 2003”. Da un filmato girato dal cronista stesso, che immortala il momento in cui gli attivisti lo avvicinano chiedendogli “Sei dei nostri?”. Dell’aggressione sono stati accusati due militanti di Casapound, avvenuta mentre il cronista filmava col suo smartphone all’esterno del circolo Asso di Bastoni, dove si stava festeggiando il 16esimo anniversario dalla nascita del circolo. Entrambi i militanti sono accusati di lesioni personali. Sul web è stato diffuso un video che mostra il cronista cadere per terra, accerchiato da altre persone, ma dal Circolo negano ogni responsabilità.
La segretaria del Pd Elly Schlein afferma: “esprimo anche grande preoccupazione per il clima di impunità che continuiamo a registrare di fronte a episodi così gravi: cos’altro dobbiamo aspettare perché vengano sciolte, come dice la Costituzione, le organizzazioni neofasciste? Chiediamo alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di intervenire immediatamente”.
Ma per capire meglio il problema dell’Italiano mediocre, andiamo ad analizzare chi è quella pagliaccia della Meloni (foto sotto).
I giornali stranieri l’hanno definita «fascista», «leader di estrema destra». Giorgia Meloni, secondo il New York Yimes, è «una figura che si considera esplicitamente erede della tradizione fascista», una «fascista di belle speranze» per un articolo del tedesco Tagesspiegel, «il primo leader italiano di estrema destra dopo Mussolini» secondo il britannico Guardian.
Questa è Giorgia Meloni, romana anticostituzionale, classe 1977, leader di Fratelli d’Italia e anche presidente del Consiglio, dopo essere stata alleata di Berluska (n. di tessera P2: 1816) e di Salvini.
Il suo guru social, Tommaso Longobardi, che lavora con lei dall’inizio del 2018, non ha dubbi: «Giorgia Meloni [da buona falsa cattolica ndr], ha espresso più volte decise e ferme prese di posizione contro i nostalgismi. Solo che, evidentemente, sotto campagna elettorale fa comodo fingere di non ricordarsene. Certo è che «la bussola valoriale di Fratelli d’Italia è puntata sul conservatorismo».
Giorgia Meloni inizia a impegnarsi politicamente nel 1992, a 15 anni, aderendo al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del partito Movimento Sociale Italiano. «Fratelli d’Italia deriva dal Msi, che nella I Repubblica è stato un partito neofascista. Meloni viene da quella storia, ma dagli anni ‘60 e ‘70 il partito ha subito un cambiamento storico profondo: è vero che le radici contano e hanno valore, ma rispetto ad allora è passata davvero tanta acqua sotto i ponti. Fra l’altro, c’è stata l’esperienza di Alleanza Nazionale, che è stata al governo e, confluendo nel Popolo delle libertà, è finita nel Partito popolare europeo. La leader di Fratelli d’Italia sostiene posizioni nettamente di destra su migrazione, sicurezza e temi sociali. Tuttavia, l’estrema destra italiana non fa il tifo per lei. Giuliano Castellino, ex-leader di Forza Nuova, le scrive una lettera su Repubblica: «Noi ti combattiamo Giorgia e vogliamo vederti perdere, perché sostenevi Monti e sei sempre stata ambigua su Bruxelles e BCE, perché non ti sei opposta all’OMS e alla tirannia sanitaria, perché sei stata la finta opposizione che ha sostenuto il green pass, ricatto sul lavoro e vaccini obbligatori e perché, dulcis in fundo, ti sei schierata con la Nato e per la guerra alla Russia». In effetti, sulla Russia Meloni ha assunto una posizione fortemente atlantista», continua Orsina, «mentre la tradizione nazionalista italiana è caratterizzata da un forte antiamericanismo, perché vede negli Usa il grande modello della modernità contro il quale bisogna combattere. L’atlantismo di Giorgia Meloni stride molto con questa tradizione». Però Fratelli d’Italia si è comunque preso i voti dell’elettorato di Casa Pound e Forza Nuova. «Chi fa politica accetta i voti di tutti, il punto è che cosa dice per prenderseli. Ci sono tanti parametri che entrano in campo quando si vota. Esiste il voto utile. Si può votare per quello che si sente meno distante. Ma Meloni, come abbiamo detto, ha preso posizioni molto lontane da quelle di Forza Nuova».
Secondo il New York Times, Fratelli d’Italia trova nel nostro Paese un pubblico ricettivo perché l’Italia è gravata da crescita piatta, disoccupazione, profonda disuguaglianza tra Nord e Sud. Ma secondo Orsina si tratta di una «poderosa semplificazione». «Fratelli d’Italia è un partito che è stato all’opposizione dal 2012, da quando è nato. Lucra sulle scontentezze, com’è naturale: i problemi economici dell’Italia portano voti a Fdi come li hanno portati a Lega e M5s, perché spingono l’elettorato ad appoggiare soluzioni alternative a quelle tentate finora e partiti che non hanno mai governato prima. Le spiegazioni economiche, però, sono solo una parte del quadro. L’insoddisfazione degli elettori italiani è legata anche alla sensazione della scomparsa di un mondo, a una componente di natura culturale, all’impressione che le nostre comunità siano destinate a dissolversi. Questi partiti prendono voti nei piccoli centri, dove vivono comunità che temono di poter scomparire, escluse dai processi di globalizzazione». E poi, se Berlusconi era di centro-destra e Salvini e Meloni di destra estrema, chi è di destra? I partigiani bianchi!! Pagliacci! Piccola borghesia cattolica infame!! Che presa in giro…).
Eliminiamo le classi sociali! W l’Anarchia!
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Chi dice “Stato” dice necessariamente “Guerra”.
La lotta per la preponderanza che è la base
Dell’organizzazione economica borghese,
è anche la base dell’organizzazione politica.
P. Kropotkin
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Solidarietà a Cospito e a tutti i compagni e le compagne ingiustamente incarcerati.
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Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)