Il 4 agosto i mass media scrivono che Mattarella ricorda la strage dell’Italicus: un “Paese unito respinse attacco”, afferma il presidente della rep. in occasione del 50° anniversario della strage del treno Italicus dove persero la vita 12 persone. “Nella catena sanguinosa della stagione stragista dell’estrema destra italiana, di cui la strage dell’Italicus è parte significativa, emerge la matrice neofascista, come sottolineato dalla sentenza della Corte di Cassazione e dalle conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2, pur se i procedimenti giudiziari non hanno portato alla espressa condanna di responsabili”, aggiunge Mattarella. “Cinquant’anni fa il piano militare Atlantico della strategia della Tensione, la strategia terroristica che mirava a destabilizzare la Repubblica colpì il treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro, seminando morte e dolore. Era un convoglio diretto in Germania, affollato di viaggiatori, molti dei quali migranti che tornavano al lavoro“, prosegue il capo dello stato, che ricorda: “Undici passeggeri morirono nell’incendio che seguì l’esplosione. La dodicesima vittima fu un ferroviere, Silver Sirotti, medaglia d’oro al valor civile per il suo eroismo: perse la vita salvandone molte altre. La sua generosità, unita a un grande coraggio, costituisce una testimonianza imperitura di quei valori di umanità e solidarietà, che gli assassini e i loro complici volevano sradicare”.
Ma andiamo ad analizzare le condizioni geopolitiche e sociali di allora:
esattamente 50 anni fa alla 1.23 della notte di domenica 4 agosto 1974 una bomba esplode sul treno Roma-Monaco, nel tratto di transito a San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino bolognese. La bomba, collegata ad una sveglia, era stata collocata in una valigetta occultata sotto un sedile della quinta carrozza. Nell’attentato muoiono 12 persone, alcune per l’esplosione, altre arse vive dall’incendio, e 48 restano ferite. Tra le vittime il ferroviere Silver Sirotti, medaglia d’oro al valor civile. A mezzo secolo di distanza i procedimenti giudiziari non hanno ancora portato a sentenze definitive di condanna. La strage fu rivendicata da Ordine Nero, ma i processi non sono riusciti ad attribuire la responsabilità agli impuniti fascisti (anticostituzionali). Tuttavia, pur non giungendo all’identificazione dei terroristi esecutori, è stato confermato il legame con altri attentati e con la strategia destabilizzante di matrice neofascista ordita in quegli anni. La strage dell’Italicus è considerato uno dei più gravi attentati verificatisi negli anni di piombo, commesso da gruppi neofascisti e di estrema destra come anche la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 e la strage di Bologna del 2 agosto 1980. Per la strage dell’Italicus, come per le altre stragi, furono incriminati come esecutori diversi esponenti del neofascismo italiano, ma l’iter processuale si è concluso con l’assoluzione delle merde raccomandate e rimaste impunite. L’attentato si colloca nella fase finale della strategia della Tensione stragista (Piano militare Nato firmato nel 1949 – chiamato Patto Atlantico anticomunista), portata avanti dall’estrema destra, con l’intento di destabilizzare il paese e favorire l’intervento della dittatura militare. In primavera, nel momento di maggiore tensione, iniziò una serie di attentati terroristici, via via sempre più gravi, rivendicati da Ordine Nero. In Toscana, il 21 aprile, si ebbe l’attentato di Vaiano, primo attacco alla linea Ferroviaria Firenze-Bologna. Seguì a Brescia la gravissima strage di Piazza della Loggia, poi a Pian del Rascino. Gli attentati erano tutti in funzione di un colpo di stato previsto per la primavera-estate ’74, un Golpe bianco organizzato dai partigiani bianchi. Il progetto di un presunto colpo di Stato liberale e presidenzialista in Italia, era stato promosso da ex partigiani cattolici antifascisti e anticomunisti, e scoperto nel 1974.
Il 5 agosto 1974 viene rinvenuto in una cabina telefonica a Bologna un volantino di rivendicazione dell’attentato a firma Ordine Nero, che dichiarava: «Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l’autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti.» Ma la cosa più preoccupante è che questi fasci di merda rimasti impuniti con tutta la loro ignoranza e arroganza, nonostante la costituzione dice che il fascismo è anticostituzionale, questi macellai sono ancora al potere a fare danni e inciuci vari (stragi di stato). Ci ritroviamo ancora quella pagliaccia cattolica fascista della Meloni al potere!!
I colpevoli della strage non sono mai stati individuati dalla Giustizia, ma la Commissione Parlamentare sulla Loggia P2 ha dichiarato in merito: «Tanto doverosamente premesso ed anticipando le conclusioni dell’analisi che ci si appresta a svolgere, si può affermare che gli accertamenti compiuti dai giudici bolognesi, così come sono stati base per una sentenza assolutoria per non sufficientemente provate responsabilità personali degli imputati, costituiscono altresì base quanto mai solida, quando vengano integrati con ulteriori elementi in possesso della Commissione, per affermare: che la strage dell’Italicus è ascrivibile ad una organizzazione terroristica di ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana; che la Loggia P2 svolse opera di istigazione agli attentati e di finanziamento nei confronti dei gruppi della destra extraparlamentare toscana; che la Loggia P2 è quindi gravemente coinvolta nella strage dell’Italicus e può ritenersene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici, quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale. Il processo si concluse con l’assoluzione generale di tutti gli imputati sebbene, stante l’impossibilità di determinare concretamente le personalità dei mandanti e dei materiali esecutori, anche la sentenza di assoluzione attesti comunque la correttezza dell’attribuzione della strage all’estrema destra e alla P2 definendo come pienamente comprovata una notevole serie di circostanze del tutto significative e univoche in tal senso, al punto da venire esplicitamente richiamata dalla Relazione della Commissione Parlamentare per via di circostanze relative alla strage dell’Italicus e indirizzanti verso l’eversione neofascista e la Loggia P2.
I processi a seguito della strage hanno avuto esiti diversi, fra molteplici tentativi di depistaggio e due apposizioni del segreto di stato (2 settembre 1982 e 28 marzo 1985), non hanno portato a nessun esito giudiziario se non mettere in luce la relazione della strage con: «… una organizzazione terroristica di ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana. L’istruttoria si conclude (è il 1º agosto 1980 giorno precedente la strage alla stazione di Bologna) col rinvio a giudizio quali esecutori materiali della strage di Mario Tuti (impiegato comunale di Empoli, viene accusato di aver fornito l’esplosivo), Luciano Franci (carrellista in servizio nella notte tra il 3 e 4 agosto 1974 presso la stazione di Santa Maria Novella di Firenze ed indiziato di aver fatto da palo) e Piero Malentacchi (che avrebbe costruito e piazzato la bomba), estremisti di destra appartenenti all’ambiente toscano del Fronte Nazionale Rivoluzionario. Margherita Luddi (legata sentimentalmente al Franci) per detenzione di armi, Emanuele Bartoli, Maurizio Barbieri e Rodolfo Poli per ricostituzione del partito fascista e Francesco Sgrò per calunnia. Quest’ultimo si rende responsabile di un tentativo di depistaggio essendo stato la fonte di un’informativa che tendeva a far ricadere su ambienti universitari romani di sinistra di un imminente attentato ad un treno. Alla fine lo Sgrò dopo un lunghissimo interrogatorio ammette che la pista “rossa” è un’invenzione e che l’esplosivo che si trovava negli scantinati del dipartimento di fisica all’Università di Roma era maneggiato da giovani di estrema destra e non di sinistra.
Il 18/12/1986 il presidente della Corte d’assise d’appello di Bologna Pellegrino Iannaccone annulla due delle assoluzioni del processo di primo grado, condannando i due imputati Mario Tuti (foto sopra) e Luciano Franci alla pena dell’ergastolo come esecutori della strage dell’Espresso 1486 del 4 agosto 1974. Assolto il terzo imputato Piero Malentacchi, così come è stata confermata l’assoluzione per Margherita Luddi. Confermata la condanna ad un anno e 5 mesi di carcere per Francesco Sgrò accusato di calunnia. Il 16 dicembre 1987 il giudice Corrado Carnevale annulla la precedente sentenza della Corte d’assise d’appello di Bologna accogliendo le richieste del sostituto procuratore generale Antonino Scopelliti. Il 4 aprile 1991 Tuti e Franci vengono assolti dalla Corte d’appello di Bologna; tali assoluzioni sono definitivamente confermate dalla Corte di Cassazione il 24 marzo 1992. L’inchiesta del giudice istruttore Leonardo Grassi, partendo dai depistaggi, scava nel mondo dell’estrema destra rintracciando numerosi elementi testimoniali sul contesto e sulle motivazioni di quell’attentato. Particolari spunti sono dati dal materiale sequestrato a Delle Chiaie (foto sotto), dalle dichiarazioni di ex estremisti come Alessandro Danieletti, Vincenzo Vinciguerra, Graziano Gubbini e Gaetano Orlando.
Nel corso del procedimento relativo alla strage di piazza della Loggia sono stati acquisiti notevoli elementi anche sulla strage dell’Italicus, tutti perfettamente coerenti con le piste di indagine individuate nel processo Italicus e nell’istruttoria del giudice Leonardo Grassi dell’Italicus bis. In particolare ci sono le informative della fonte “Tritone” (Maurizio Tramonte), inserito nell’area eversiva che stava preparando le stragi. Nella nota del centro CS di Padova n 4873 dell’8 luglio 1974 è riportato: «Nel commentare i fatti di Brescia, MAGGI ha affermato che quell’attentato non deve rimanere un fatto isolato perché: il sistema va abbattuto mediante attacchi continui che ne accentuino la crisi; l’obiettivo è di aprire un conflitto interno risolvibile solo con lo scontro armato.». La strage di Brescia avviene il 28 maggio, l’informativa di Tramonte l’8 luglio e nemmeno un mese dopo l’Italicus. Dalle veline di Tritone si apprende che subito dopo l’Italicus gli estremisti di Ordine Nero si sono riuniti a Bellinzona in Svizzera per scegliere come comportarsi dopo la rivendicazione di Italo Bono, alla fine decidendo di smentire la paternità della strage (forse si sono vergognati di aver ucciso degli innocenti), con un volantino che verrà poi preparato da Fabrizio Zani (a destra nella foto).
Il giudice istruttore Vella, nella sua ipotesi di rinvio a giudizio nel 1980, aveva prospettato appunto che chi materialmente collocò l’ordigno sull’Italicus fosse salito sul treno in una fase di rallentamento, prima di arrivare a Firenze S. Maria Novella. Infine di particolare interesse vi sono le intercettazioni telefoniche fra Carlo Rocchi, fiduciario della CIA per il nord Italia, con Biagio Pitarresi, ex estremista milanese vicino a Esposti. Nelle intercettazioni, effettuate nel 1994, in relazione alle indagini del capitano Giraudo, i due alludono alla Cia e all’agenzia Aginter Presse (legata a Delle Chiaie): Pitarresi: «Dicono che ci sono questi americani… tutti qui si sapeva che la strage l’avevano fatta questi con i nostri… parlano di piazza Fontana, Brescia e dell’Italicus, questo treno qua, perché sembra che ci sia gente che sta collaborando anche qua». Rocchi lo ammonisce: «Tu non hai mai saputo questi nomi, non hai mai saputo che ci fossero americani o agenzie…». Con una direttiva del 22 aprile 2014, tutti i fascicoli su questa strage non sono più coperti dal segreto di Stato e sono perciò liberamente consultabili da tutti. Venne poi ritrovato materiale che potrebbe far ipotizzare ad un ruolo di supervisione nella strage dell’Aginter Presse. In generale diversi estremisti di destra avevano rapporti con l’Aginter Press. In particolare era risultato che una foto di Mario Tuti, utilizzabile per fare un documento falso, insieme a quella di altri quattro estremisti, fosse posseduta da Delle Chiaie in Spagna. Le foto uscirono su L’Espresso due mesi prima che Tuti divenisse noto, perché diffuse dal falsario portoghese che avrebbe dovuto fare i documenti falsi. Inoltre nel materiale presente nelle indagini per la strage di Brescia, dove agì lo stesso contesto, sappiamo della presenza di uomini dell’Aginter Presse, in particolare Jacques Susini (foto sotto), nome che ha fatto Maurizio Tramonte, legato alla decisione di uccidere Silvio Ferrari. Il nome di Susini è ritrovato in una serie di documenti dell’antiterrorismo: «11.9.1974. L’Ispettorato Generale per l’azione contro il terrorismo con appunto inviato al NAT di Firenze segnalava che il Susini, nel luglio del 1974, sarebbe stato notato in quella città dove avrebbe acquistato o sarebbe stato ospite in una villa. Secondo la segnalazione il Susini non sarebbe stato estraneo all’attentato verificatosi sul treno Italicus». Tra gli atti del Ministero è stata trovata traccia di una schedina di presenza presso un motel Agip della provincia di Firenze tra il 24 e il 27 maggio 1974 di tale Jean Soules (il nome falso utilizzato dal Susini nel corso di un viaggio fatto in Italia nel 1962).
Ma che cosa era l’Aginter Press? Fu un’associazione sovversiva fascista anticomunista che si celava dietro un’agenzia di stampa internazionale, fondata a Lisbona, nel settembre 1966, da un gruppo di francesi che vivevano in Portogallo e che fu operante fino al 1974. Era un’associazione sovversiva fascista internazionale, finanziata dal governo dittatoriale portoghese di Salazar e da ambienti d’estrema destra francesi, belgi, sudafricani e sudamericani. Nacque per attuare, nelle colonie africane del Portogallo, tutte quelle operazioni che il servizio segreto portoghese (la PIDE) non poteva attuare. Occultata sotto quest’ultima organizzazione segreta ufficiale si nascondeva un’organizzazione segreta politico-militare, la “Ordre et Tradition” e il suo braccio armato clandestino, l’Organisation Armée Contre le Communisme International, OACCI. L’organizzazione è sospettata di aver agito come un’organizzazione terroristica e di aver sovvenzionato le Stragi di Stato in Italia, organizzate dalla Nato anticomunista.
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ITALICUS, LA VERITÀ NEGATA – Film completohttps://www.youtube.com/watch?v=sJYZkElzvwc
Quella MALEDETTA galleria sull’Appennino – Le STRAGI dell’ITALICUS e del RAPIDO 904https://www.youtube.com/watch?v=SiXHIAqq_RU
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ASSALTI FRONTALI – FAN**LO CI SIAMO ANCHE NOIhttps://www.youtube.com/watch?v=gA0D-lhnIbE
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Noi crediamo che la più gran parte
dei mali che affliggono gli uomini
dipende dalla cattiva organizzazione sociale;
e che gli uomini, volendo e sapendo,
possono distruggerli.
dal “Programma” dell’Unione Anarchica Italiana (1899)
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Solidarietà al compagno Anarchico Cospito, ingiustamente incarcerato da uno STATO assassino!
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Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)