L’Ungheria e le estreme destre europee, con la loro alleanza con Mosca, rivelano l’obbiettivo strategico russo: contribuire nel mandare in frantumi l’Ue….
La recente scoperta di un prestito bancario Russo per finanziare il partito di Marine Lepen non ha suscitato grande indignazione in Francia. Eppure, in Russia una situazione simile ( il finanziamento di un’organizzazione politica o di un Ong da parte di un paese straniero) avrebbe portato a un’interdizione pura e semplice. L’argomentazione di Marine Le Pen, ovvero che avrebbe fatto ricorso a una banca russa dopo aver riscontrato l’indisponibilità da parte degli istituti bancari francesi, non toglie nulla al fatto che il Front National ormai viva del sostegno fornito da Mosca. E non rapresenta l’unico caso in Europa. Un recente studio dimostra che negli ultimi tempi Putin si è dedicato alla ricerca di alleati fra i partiti dell’estrema destra. Sono 6 le formazioni ad aver stretto relazioni privilegiate col Cremlino: Ukip in Gran Bretagna, Front National in Francia, Npd in Germania, Jobbik in Ungheria, Alba Dorata in Gracia e Attack in Bulgaria.
Da bravo allievo del Kgb, Putin, che proprio nei servizi segreti sovietici ha cominciato la sua carriera, sicuramente ricorda che all’epoca Mosca poteva contare, con diversi partiti comunisti europei, su vere e proprie cinghie di trasmissione…..
Riproducendo questo schema coi partiti di estrema destra ci fornisce una precisa indicazione sulla sua ideologia. Il risultato di questa operazione non si è fatto attendere: tutti i partiti di estrema destra finanziati si sono scagliati contro le sanzioni decise da Unione europeea e USA nei confronti della Russia dopo l’annessione della Crimea. Sanzioni poi modulate seguendo l’evolversi del conflitto dell’Est dell’Ucrania, regione nella quale è presente un contingente russo. Quello ungherese è il caso che chiarisce meglio l’idea putiniana di diplomazia: all’alleanza con Jobbik si aggiunge infatti il legame privilegiato con Victor Orban, il potentissimo primo ministro. Lo scopo è fare dell’Ungheria un alleato russo e una testa di ponte per l’Europa. Con un obbiettivo strategico ormai chiaro per chi presta attenzione alle parole di Putin: mandare in frantumi l’Unione europea e rimettere in piedi nell’est del continente qualche cosa che assomigli alla dominazione sovietica. Tutta via sembra sempre meno sicuro che Putin riesca a portare questa logica fino in fondo. Forse stiamo per assistere a ciò che molti economisti avevano intuito, senza essere creduti: un indebolimento a lungo termine della Russia, che priverebbe Putin dei mezzi necessari alla sua politica. Oggi è in atto una congiutura per lui disastrosa, che unisce gli effetti delle sanzioni economiche al brutale e spettacolare calo del prezzo del petrolio. Conta poco che ques’ultimo fattore dipenda dall’obbiettivo saudita di contrapporsi alla convenienza del gas di scisto americano oppure, come crede Mosca dalla alleanza fra Washington e Riyadh per indebolire Russia e Iran. Il fatto è che l’economia Russa è strettamente dipendente dal petrolio, che rappresenta 1/3 delle sue riserve valutarie. E il prezzo del petrolio oggi è nettamente inferiore a quanto sarebbe necessario per tenere il bilancio russo in pareggio. Così da una prospettiva di crescita del 3% si è passati a una previsione di recessione del 3%. Inoltre le quotazioni del rublo sono calate del 40% e si parla della possibilità di iperinflazione, e il costo del denaro sta diventando proibitivo. In questo contesto si capisce meglio perchè Hollande abbia deciso di aprire proprio ora un dialogo con Putin.
Forse Putin capirà che è nel suo interesse costruire una relazione economica e politica di lungo periodo con l’Unione, piuttosto che tentare di affossarla, visto che questo atteggiamento sta portando al risultato opposto, ovvero all’indebolimento di Mosca.
Russia: il 22/3/2015 c’è stata la manifestazione del partito di estrema destra “Alba Dorata”, cresciuto negli anni della crisi economica.
La Russia ha ospitato, il “primo forum internazionale delle forze nazionaliste europee e russe”, con la presenza di numerosi alti dirigenti di alcuni dei più controversi partiti dell’estrema destra del vecchio continente, da Forza Nuova ad Alba dorata sino al partito neonazista tedesco Ndp. Sono tutti venuti a dichiarare il loro sostegno a Putin e alla sua Russia.
Una quarantina di manifestanti ha protestato in strada e una decina di essi è stata fermata. Tra i dirigenti intervenuti al forum (organizzato in un albergo) figurano Udo Voigt, ex capo del partito di estrema destra tedesco Ndp e membro del parlamento europeo, Nick Griffin, ex leader del partito nazionale britannico anti immigrazione, e delegati del partito greco neo nazista Alba dorata.
Tutti gruppi accusati a vario titolo di incitare l’odio razziale contro gli immigrati, l’omofobia, e di usare la simbologia nazista.
Presente anche Roberto Fiore, che secondo alcuni media ha celebrato Mosca come “la terza Roma”, e auspicato la fine delle sanzioni occidentali.
Il 5 marzo 2015 c’è stato l’incontro durato tre ore tra Vladimir Putin e il premier italiano Matteo Renzi al Cremlino. Colloqui che Putin ha definito utili e tempestivi vista la situazione internazionale chiarendo che nella situazione ucraina conta sui “partner italiani”, uno dei Paesi chiave della Ue. Renzi, arrivato mercoledì sera a Mosca da Kiev, di primo mattino ha reso omaggio a Boris Nemtsov, ucciso in circostanze misteriose…..
Putin ha ricordato a Renzi che circa 900 mila cittadini russi hanno visitato l’Italia lasciando nel nostro Paese un miliardo di dollari…..
Il Cremlino ha poi confermato a Renzi che il presidente Vladimir Putin visiterà l’Expo 2015 a Milano il 10 giugno, nella Giornata della Russia all’Esposizione internazionale.
Tra gli esempi di proficua cooperazione Putin ha citato il settore aerospaziale con il superjet-100 tra Alenia e Sukhoi, la jv per gli elicotteri Agusta Westland, i sistemi satellitari, quello nucleare col progetto per il termoreattore nucleare, quello industriale con Rosneft e Pirelli……
Boris Nemtsov, oppositore di Putin, assassinato con numerosi colpi di pistola alle spalle, nella notte del 27/2/2015 a Mosca, dichiarò pubblicamente ai mass-media prima di essere ucciso: “Putin mi vuole morto”, aveva detto. Boris Nemtsov, 55 anni era il leader dell’opposizione russa a Vladimir Putin e già vicepremier liberale sotto l’ala protettrice di Boris Ieltsin. Il padre era stato viceministro sovietico dell’edilizia e membro del Pcus e la madre pediatra. Nemtsov studia fisica dal 1976 al 1981. Poi nel 1986, dopo il disastro di Cernobil, organizza un movimento di protesta nell’allora Gorki, per impedire la costruzione di una nuova centrale nella regione. Sono gli anni della perestroika di Mikhail Gorbaciov. Boris Nemtsov era contro la guerra di Putin in Ucraina,
infatti poche ore prima dell’omicidio aveva chiesto la “fine dell’intervento nel Donbass”. Nemtsov è stato assassinato poco dopo la mezzanotte, sul ponte Bolshoi Moskorevsky, a poca distanza dal Cremlino….
La crisi del ’98 aveva spazzato via gran parte dei giovani liberali (cattofascisti), lasciando spazio a quella che nel giro di un anno sarebbe stata la repentina ascesa di Vladimir Putin, uscito dai ranghi dei servizi segreti. Fu in quella fase che Nemtsov (come Renzi), diede vita all’Unione delle Forze di Destra, una formazione liberale capace ancora di entrare alla Duma.
Nemtsov aveva aderito all’ormai imminente manifestazione anti-Putin del 1° marzo, convocata fra gli altri dal blogger Andrei Navalni.
Proprio poche ore prima di essere ucciso l’ex vicepremier aveva invocato ancora una volta l’unità delle forze di opposizione russe e aveva scritto: “Se siete per la fine della guerra russa con l’Ucraina, se sostenete la fine dell’aggressione di Putin, venite alla marcia di Primavera”.
La sua morte ricorda da vicino quella di altre figure scomode della vita pubblica russa. Ed è forse l’omicidio più clamoroso (anche per le inevitabili reazioni in Occidente e i sospetti che è destinato a generare) dall’agguato che il 7/10/2006, sempre a Mosca, costò la vita alla giornalista Anna Politkovskaja, freddata con 5 proiettili calibro 9 esplosi con una Makarov da un ceceno. Stesso tipo di arma che ha ucciso Nemtsov.
L’Anarchia è il granello che inceppa le cinghie di trasmissione di tutte le forme di potere, di autoritarismo, di violenza, di repressione e controllo sociale.
Rsp (individualità Anarchiche)