Scandalo Caritas: i pm indagano su una truffa da 4 milioni ai danni degli immigrati e dello stato

Scandalo Caritas: i pm indagano su una truffa da 4 milioni ai danni degli immigrati e dello stato

caritas

25 maggio 2015

Otto indagati, oltre un milione e mezzo per la onlus di Pozzuoli “Un’ala di riserva”, almeno altri tre milioni per i centri legati alla Caritas di Teggiano-Policastro e guidata dal sacerdote, nonché Cavaliere della Repubblica, don Vincenzo Federico: oggi primo inquisito eccellente dell’inchiesta della Procura su presunte frodi e truffe a danno degli stranieri, e dello stato.

Si allarga lo scandalo dei “pocket money”, la paga giornaliera degli immigrati che sbarcano dai barconi e vengono sistemati nelle più diverse strutture territoriali. Quel “buono” che gli stranieri dovrebbero spendere solo per qualche pasto e generi di immediata necessità, finivano in gran parte nelle tasche di un comitato di “gestione” che distraeva quei soldi per finalità private, come mostra l’arresto di venerdì scorso, che ha portato in carcere Alfonso De Martino (presidente della onlus di Pozzuoli “Un’ala di riserva”, tuttora titolare di servizi riconosciuti dalla Prefettura di Napoli) e ai domiciliari la sua compagna, Rosa Carnevale, mentre tra gli inquisiti risultano anche i funzionari regionali Vincenzo Cincini e Giuseppe Mattiello.

Alla faccia della crisi economica e finanziaria che ha creato la guerra dei poveri contro altri poveri:   la mafia vaticana nel 2015 ha guadagnato grazie all’8 per mille circa un miliardo di euro per il sostentamento del potere del clero. E in questo modo si mette in tasca oltre l’80% di una torta che vale oltre 1,2 miliardi…

Il clero specula attraverso le tasse: l’Irpef. Soldi sottratti (rubati) al capitale sociale ormai ridotto all’osso…

Ma andiamo a vedere che cosa erano i patti Lateranensi, quando il potere del papa entra nel potere dello stato (repubblica monarchica) e impone allo stato di mantenere anche i privilegi del clero (economici e politici. Con la scusa della carità (al poveraccio arriva sempre il panino vuoto) da secoli i pretacci insieme agli sbirri attivano un controllo sociale sui poveri, schedandoli ….

I partecipanti e firmatari dei Patti Lateranensi

l’11 febbraio 1929, Benito Mussolini per il regno d’Italia e Pietro Gasparri, per la Santa Sede, firmavano i “Patti Lateranensi” (Legge 27 maggio 1929, n. 810). All’interno di questi si configurava il Concordato. I Patti erano stati propagandati come pacificazione, risarcimento alla Chiesa, dopo la Breccia di Porta Pia (20/5/1870). Data in cui lo stato italiano annetteva Roma all’Italia e poneva fine al potere temporale DEL PAPA, edificato sul noto falso storico medievale: il Constitutum Costantini. Il Regno d’Italia, con la legge delle Guarentigie del 13/5/ 1871, aveva già provveduto ad indennizzare il Vaticano, a cui erogava anche annualmente ben 3.225.000 lire per il mantenimento del clero. Una cifra astronomica (13 milioni di euro circa), che il Vaticano riscuoteva puntualmente, nonostante il suo non possumus a riconoscere lo stato italiano. Dopo i patti Lateranensi la Chiesa prese finalmente atto che l’Italia era stata fatta, ottenendo in cambio benefici e vantaggi che andavano ben al di là delle sue stesse aspettative. Col Concordato fascista si legittimava lo “Stato della Città del Vaticano sotto la Sovranità del Sommo Pontefice”, a cui il governo italiano si impegnava a versare, in un’unica soluzione e in contanti, ben 750 milioni di lire (circa 600 milioni in euro). A questo si aggiungeva anche “un consolidato del valore nominale di 1 miliardo di lire” (circa 800 milioni di euro). Mussolini era proprio “l’uomo della Provvidenza. Nel 1984 (capo del Governo Bettino Craxi), con la revisione del Concordato, l’emancipazione della Repubblica italiana dal Vaticano, richiesta dal paese reale, si allontanava ancora una volta. Lo stato italiano, non solo chiamava la chiesa alla “reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del paese” (art. 1), ma “riconoscendo il valore della cultura religiosa e … i principi del cattolicesimo…parte del patrimonio storico del popolo italiano” (art. 30), estendeva quella che era solo la fede di una parte degli italiani (seppure la maggioranza) alla popolazione nella sua interezza. Il cattolicesimo era patrimonio culturale, da trasmettere e rinfocolare sul piano culturale. Un’affermazione di principio, quindi, niente affatto innocente. E di cui vediamo ancora oggi i suoi cascami ideologici dibattersi per imporre la croce nei luoghi pubblici e pretendere una legislazione dettata e benedetta dalla Curia.

Rsp (individualità Anarchiche)