La morte crudele di Michele Ferrulli ucciso da sbirri fascistoni e cocainomani, da sempre impuniti e protetti dal sistema e dalla logica militare occulta….
Michele Ferrulli, 51 anni, il 30 giugno 2011 alle 21.30 di una calda serata estiva, subisce un fermo di polizia sotto la sua abitazione, in via Varsavia a Milano. Ferrulli si trovava in compagnia di due amici; e insieme ascoltavano la musica che usciva dallo stereo del loro furgone, chiacchieravano e bevevano birra.
Ferrulli risponde pacatamente alle domande degli agenti e fornisce loro i documenti. In pochi attimi tutto precipita. Michele Ferrulli viene immobilizzato, ammanettato e buttato a terra. I video acquisiti dalla Procura mostrano come Ferrulli, inerme, sia stato colpito più volte con calci e pugni dagli sbirri.
La documentazione videoregistrata acquisita agli atti riguarda tre differenti riprese.
Il secondo filmato è di sicuro il documento più interessante: è girato dall’interno di una macchina parcheggiata in prossimità del luogo dove è in corso il fermo. L’autrice del video è nell’abitacolo con un’altra donna e insieme commentano ciò che vedono.
Le loro parole, tradotte in italiano dal romeno, sono queste: «l’hanno preso per i capelli, non vuole dargli il braccio», «hai visto che cazzotto in bocca?», «guarda come lo picchiano, prima le manette e poi lo hanno massacrato», «ma non gli spezzano i reni? vedi? poverino!», «è morto!», «è morto dici?», «non vedi ha la faccia nera non si muove più». Flebili, e quasi indistinguibili, si sentono le invocazioni di Ferrulli: «aiuto, aiuto, basta». Michele Ferrulli muore per arresto cardiaco sull’asfalto, ancora con le manette ai polsi.
In primo grado i 4 agenti (psicopatici cocainomani) furono tutti assolti in primo grado (era il 2014 e l’accusa era di omicidio preterintenzionale).
Il 10 Marzo 2016 il sostituto procuratore di Milano Tiziano Masini ( si è fatto un esame di coscienza prima di pronunciare la sentenza) ha chiesto 7 anni e 8 mesi di carcere per gli sbirri cocainomani (la cocaina è considerata ancora uno status symbol, chiamata anche la droga dei ricchi e dei mafiosi) Francesco Ercoli e Michele Lucchetti per omicidio preterintenzionale, andando oltre anche ai 7 anni chiesti in primo grado dal pm Gaetano Ruta. Per il pg, infatti, non si deve applicare la continuazione dei reati tra l’omicidio e l’accusa di falso ideologico contestata ai 4 agenti per quanto riportato nelle loro relazioni di servizio su quella sera. Per i due agenti Ercoli e Lucchetti, tra l’altro, il pg ha anche chiesto ai giudici che in subordine, se non verrà riconosciuto l’omicidio preterintenzionale, vengano condannati per omicidio colposo con eccesso colposo nell’uso dei mezzi di coazione fisica a 1 anno e 10 mesi (Ercoli) e a 1 anno e 8 mesi (Lucchetti).
Gli altri due poliziotti (sbirri infami che fanno i prepotenti con la povera gente indifesa, dando per scontato che non avranno mai giustizia): Roberto Stefano Piva e Sebastiano Cannizzo, vanno condannati, invece, secondo il pg, per omicidio colposo con eccesso colposo rispettivamente a 16 e 18 mesi con la sospensione della pena…..
Il procuratore Masini, nel corso della sua requisitoria, ha chiarito che “non intendiamo soffermarci sulla presenza o meno di manganelli, sulle lesioni, sul fatto che siano saliti sopra la schiena o meno”, ma per il pg “è più che sufficiente che sia stato effettuato un arresto illegale”. E che, sempre secondo il pg, i quattro mentre lo arrestavano “in sinergia fecero un’azione compressiva a terra su un soggetto inoffensivo, affaticato, che stava morendo per infarto, mentre era ancora ammanettato”. Un “minimo di sensibilità ed equilibrio -ha aggiunto- avrebbero dovuto indurre gli agenti a dargli aria, a togliergli le manette per farlo respirare”…..
Invece, sempre secondo il magistrato, due poliziotti (Francesco Ercoli e Michele Lucchetti) gli diedero anche “tre sberle” e poi “sette sberle sulla schiena”, ha aggiunto Masini, facendo riferimento alla tecnica di ammanettamento dei ‘tre colpi’ e dei ‘sette colpi’ di cui “si parla molto nella sentenza di primo grado senza dire, però, che si trattò di percosse”.
Per Domenica Ferrulli, figlia del manovale, sempre presente in aula e parte civile, è “giusto” e “significativo” distinguere, come ha fatto il sostituto pg, “i ruoli” degli agenti per “attribuire ad ognuno la sua responsabilità”. E ancora: “Attendiamo il verdetto, mio padre, comunque -ha aggiunto in lacrime- sarebbe ancora a casa e noi non qua, bastava ascoltare la sua richiesta di aiuto”……
I giudici hanno fissato un’udienza per il 12 aprile prossimo per gli interventi dei difensori (spregiudicati e senza scrupoli) dei 4 agenti, gli avvocati Massimo Pellicciotta e Paolo Siniscalchi. In quella data potrebbe anche essere emessa la sentenza…..
Non sono i delitti punibili dalla legge quelli a cui bisogna imputare i peggiori mali del mondo.
Sono i torti legalizzati, i crimini che godono di impunità, giustificati e protetti dalle leggi e dal governo.
A.Berkman
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)