Trump, massone discepolo del conte di Cagliostro, del P2ista Licio Gelli e di Berluska (il pedofilo)
E’ arrivato il 45º presidente degli Stati Uniti:
the scempio must go on….
Trump ha sfidato alle elezioni 2016 Hillary Clinton (altra guerrafondaia), per il potere geopolitico economico, militare degli Usa, e ha vinto.
10 novembre 2016
A gennaio sarà ufficialmente presidente degli Usa. Ma già 16 anni fa, i Simpson avevano predetto che Donald Trump si sarebbe insediato alla Casa Bianca. Nell’episodio dell’undicesima serie, ‘Bart to the future’, trasmessa nel 2000, a Bart viene data l’occasione di vedere cosa succederà a lui e alla sua famiglia da lì a 30 anni. E così scopre che la sorella Lisa è diventata presidente succedendo proprio al magnate. “Come sapete, abbiamo ereditato la crisi di bilancio dal presidente Trump”, dice Lisa al suo staff. Quando lo scorso mese, in piena campagna elettorale, venne chiesto al creatore della serie, Matt Groening, di commentare l’episodio, lui rispose: “Avevamo predetto che sarebbe stato presidente già nel 2000, ma era ovviamente la persona più assurda al quale potevamo pensare in quel periodo. Ed è ancora così. Va oltre la satira”. Ora però è una realtà.
Le opinioni dei Paesi membri della Nato sulle elezioni di Trump:
Russia. Il governo russo è pronto a “un dialogo costruttivo per la cooperazione” col futuro presidente americano Donald Trump ma non sente “nessuna euforia”: lo ha dichiarato il vice ministro degli Esteri russo Serghiei Riabkov. “Non vorrei – ha detto Riabkov – che il nostro pubblico avesse l’impressione che siamo pieni di rosee speranze. Bisogna dire che le posizioni dichiarate dai rappresentanti della campagna di Trump e dalle persone che lo circondano nei confronti della Russia, sono state abbastanza dure, negli Usa durante la campagna elettorale, si è formato difatti un consenso dei due partiti su base antirussa”. Riferendosi alle relazioni tra Usa e Russia coi vari presidenti americani, il vice ministro ha sottolineato che “ci sono stati dei periodi in cui si partiva bene, con buona comprensione, e poi la situazione si trasformava in crisi”.
Durante la campagna elettorale per le presidenziali americane, “ci sono stati dei contatti” tra la Russia e i membri del team di Donald Trump, ha aggiunto il vice ministro russo, secondo quanto riferisce Interfax. Rispondendo a un giornalista che gli chiedeva se questi contatti si intensificheranno dopo la vittoria di Trump, Riabkov ha risposto: “Si tratta di questioni di lavoro, e la successione delle azioni dipenderà dai temi che affronteremo. Naturalmente continuiamo questo lavoro anche dopo le elezioni”.
BRUXELLES: “Ci aspettiamo da Trump che faccia chiarezza sulle sue intenzioni” su questioni come ad esempio la politica commerciale globale e quella sul clima. Così il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker stamani ad un’iniziativa a Berlino. “Tutto questo deve essere chiarito nei prossimi mesi, senza dover inviare agli Usa una lista di richieste. Dobbiamo avere chiarezza sulle intenzioni del partner strategico più importante al mondo”.
MESSICO. “Ovviamente il Messico non pagherà per il suo maledetto muro“: molto dura la prima reazione dell’ex presidente messicano Vicente Fox dopo l’elezione alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha fatto della costruzione di un muro sulla frontiera fra gli Usa e il suo vicino meridionale un leitmotiv della sua campagna elettorale. Fox, uno dei leader del Partito di Azione Nazionale (Pan, opposizione di destra), ha detto che Trump è “un uomo d’affari mediocre” che “non capisce la differenza fra condurre un’impresa e governare un paese come gli Stati Uniti”. “Se gli venisse veramente in mente di costruire il suo muro, scoprirà che noi messicani siamo come i nostri peperoncini: piccoli, ma piccanti”, ha sottolineato l’ex presidente.
EUROPA. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e quello della Commissione Jean Claude Juncker si sono congratulati con Donald Trump in una lettera congiunta. “Oggi – scrivono – è più importante che mai rafforzare le relazioni transatlantiche. Non dovremmo risparmiare alcuno sforzo per assicurare che i legami tra noi restino forti e duraturi”. Nella missiva, Tusk e Juncker hanno anche invitato Trump a visitare l’Europa per un summit Ue-Usa appena possibile.
FRANCIA. “Dopo il Brexit, dopo l’elezione di Trump, l’Europa non si deve piegare. L’Europa deve essere più solidale e più attiva e più offensiva. Non dobbiamo abbassare la testa, serve un’Europa più solidale, non dobbiamo chiuderci su noi stessi. In questo mondo di incertezze la Francia e l’Europa hanno oggi il compito di rassicurare”: lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Jean Marc Ayrault, intervistato in diretta su France 2. “Gli Usa -ha aggiunto- sono i nostri alleati. Vogliamo continuare a lavorare con loro. Se i risultati saranno confermati ci congratuleremo con Donald Trump”. “Questa elezione americana apre un periodo di incertezza. Va affrontata con lucidità e chiarezza”: lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, commentando la vittoria di Donald Trump alla Casa Bianca. Bisogna essere “vigili e sinceri” col partner Usa, ha precisato Hollande, congratulandosi “com’è naturale che sia” col candidato repubblicano. “Quello che è successo questa notte non è la fine del mondo, è la fine di un mondo”: lo ha detto la leader Marine Le Pen del Front National (fondato nel 1974 da ex membri di estrema destra ON / ordine nuovo), dopo la vittoria di Donald Trump in Usa. “La sua elezione è una buona notizia per il nostro Paese. I suoi impegni saranno benefici per la Francia”, ha continuato.
GERMANIA. Germania e gli Usa sono legati da “valori” comuni e la Germania offre a Donald Trump una “stretta collaborazione“: lo ha detto a Berlino la cancelliera Angela Merkel congratulandosi per la sua elezione. Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier ha detto che sebbene le elezioni americane sono andate “diversamente” da quanto molti avrebbero desiderato “dobbiamo accettare” l’elezione di Donald Trump.
ISRAELE. Donald Trump “è un amico sincero dello stato di Israele. Agiremo insieme per portare avanti la sicurezza, la stabilità e la pace nella nostra regione”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu che si è felicitato col presidente eletto. “Il forte legame tra Usa e Israele -ha aggiunto- si basa su interessi geopolitici militari ed economici. Sono sicuro che Trump ed io -ha concluso- continueremo a rafforzare l’alleanza speciale tra i due paesi e la eleveremo a nuove vette”.
EGITTO. Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi si è congratulato con Donald Trump per la vittoria. Lo rende noto la presidenza del Cairo. Sisi ha “augurato a Trump successo nel suo lavoro e ha auspicato una nuova era nei rapporti tra i due Paesi con un rafforzamento delle relazioni di cooperazione a tutti i livelli tra l’Egitto e gli Stati Uniti” ma anche della “pace e della stabilità nella regione mediorientale alla luce delle grandi sfide che sta affrontando”.
TURCHIA. “Il popolo americano ha fatto la sua scelta e con questa scelta negli Stati Uniti inizia una nuova stagione. Auguro un futuro felice agli Stati Uniti, interpretando favorevolmente la scelta del popolo
americano”. Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sull’elezione di Donald Trump.
COREA DEL SUD. La presidente sudcoreana Park Geun-hye ha sollecitato un rapido avvio della cooperazione con la nuova amministrazione Usa rimarcando la necessità di lavorare a stretto contatto di fronte alla crescente minaccia nucleare e sui missili della Corea del Nord. Nella riunione del Consiglio sulla sicurezza nazionale, Park ha sollecitato tutto il governo a “fare il massimo” per assicurare che sotto l’amministrazione Trump Seul e Washington lavorino insieme in modo “deciso” perché Pyongyang rinunci ai suoi piani attraverso “pesanti sanzioni”.
GRAN BRETAGNA. Gran Bretagna e Stati Uniti rimarranno “partner stretti e vicini”. Lo ha detto la premier britannica Theresa May congratulandosi con Donald Trump per l’elezione. May si augura di parlare della “relazione speciale” fra i due Paesi “nella prima occasione possibile”.
IRAN. “Il risultato delle elezioni negli Stati Uniti non ha alcun effetto sulle politiche della Repubblica islamica dell’Iran”. Lo ha detto il presidente iraniano, Hassan Rohani, nel corso di una riunione di gabinetto riportata nel sito ufficiale della presidenza. Per Rohani, “il risultato dell’elezione indica instabilità all’interno degli Usa e sarà necessario un lungo tempo per la rimozione di questi problemi e differenze interni”.
SERBIA. “Che magnifica notizia. La democrazia è ancora viva“. Così il premier conservatore ungherese Viktor Orban ha commentato la vittoria di Donald Trump nelle presidenziali Usa, con un messaggio su Facebook riferito dai media serbi.
CINA. Il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un messaggio di congratulazioni al neo presidente Usa Donald Trump affermando di voler lavorare con lui nel rispetto del “win-win principle“, vale a dire di una collaborazione vantaggiosa per entrambe le parti. E’ quanto riportano i media ufficiali, in merito alla prima reazione della massima leadership di Pechino alla vittoria di Trump alle presidenziali americane.
Ma chi è questo Trump con la faccia da pappone?
Donald Trump (razzista, sessista, depravato e senza scrupoli) è un imprenditore, politico e personaggio televisivo statunitense, nasce a New York nel 1946.
Figlio di immigrati tedeschi, il padre era un imprenditore immobiliare sposato con Mary Anne Macleod, arrivata negli Stati Uniti dalla Scozia. È il quarto di cinque figli: a 13 anni viene trasferito dalla The Kew-Forest School all’Accademia militare di New York, 7 anni dopo, lascia la prestigiosa Fordham University per finire gli studi alla Wharton School of the University of Pennsylvania, dove nel 1968 si laurea in real estate immobiliare. La parabola della sua famiglia è quella del sogno americano. Il padre, Fred, cerca fortuna nei supermercati poi l’immobiliare. Riuscirà a farla costruendo, affittando e vendendo abitazioni. I metodi sono quelli dello spregiudicato imprenditore che opera in un mercato, a New York e sulla East Coast, dove vigono pochi scrupoli. Sarà soggetto a varie indagini per corruzione e per discriminazione razziale. Donald, il figlio, negli anni dell’università inizia a lavorare col padre nell’azienda immobiliare di famiglia, la Elizabeth Trump & Son, della quale prende il controllo nel 1971 cambiandone il nome in The Trump Organization. Due anni dopo ne diventa presidente ritrovandosi a gestire più di 14mila appartamenti sparsi in tutta New York. Nel 1978 Trump conclude il primo grande affare acquistando una quota del Grand Hyatt Hotel di Manhattan e 5 anni dopo anche la Trump Tower, con i suoi 58 piani, è uno dei suoi successi. L’edificio però è travolto dall’accusa di aver ingaggiato per i lavori circa 200 operai polacchi che lavoravano in nero con paghe da fame e antiinfortunistica zero….
Trump diventa il simbolo dell’America degli yuppies, idolatrato dagli aspiranti milionari impiegati a Wall Street e corteggiato da riviste, cinema e televisione, che spesso lo vedono in copertina, o ospite per brevi apparizioni. Il libro del 1987 The Art of the Deal, in cui offre i suoi consigli per il successo, diventa un bestseller e ne conferma lo status di massima personalità tra i nuovi ricchi statunitensi. Nel 1984 Trump decide di competere con la mafia imprenditoriale, investe nel business dei casinò e apre il primo ad Atlantic City, nel New Jersey ….
Nel 1996 inizia a collaborare con la tv nazionale NBC, acquistando la Miss Universe Organization, che si occupa dei concorsi di bellezza Miss America, Miss USA e Miss Teen USA. Gli anni Duemila vedono Trump toccare un nuovo picco di popolarità quando, a partire dal 2004, il magnate diventa protagonista del reality show della NBC The Apprentice, programma che vede un gruppo di concorrenti impegnati in una serie di prove imprenditoriali per ottenere un posto di lavoro presso la Trump Organization.
La sua affiliazione ai due maggiori partiti sembra piuttosto ondivaga: negli anni ‘80 si dichiara sostenitore dei Repubblicani di Ronald Reagan (arrivato alla politica dopo una carriera da attore), per poi stringere rapporti d’amicizia personale con Bill Clinton (marito di Hillary) e infine schierarsi apertamente contro Barack Obama, di cui mette in dubbio addirittura l’effettiva nascita nel territorio degli Stati Uniti.
Nel giugno 2015 invece Donald Trump, dopo i suoi precedenti exploit come magnate dell’edilizia e celebrità televisiva, decide di annunciare ufficialmente, dalla sua Trump Tower, l’intenzione di candidarsi per la carica più ambita del paese, quella di presidente degli Stati Uniti. Nei suoi comizi Tramp fa proselitismo e trascina le folle parlando di divieto di immigrazione per i musulmani negli Stati Uniti, isolazionismo politico ed economico, sostegno al possesso di armi per i comuni cittadini, supporto al presidente russo Putin, contrasto all’avanzata cinese, maggiore potere alle forze dell’ordine, stop all’arrivo dei rifugiati e addirittura la proposta di costruire un muro che divida il paese dal Messico per evitare l’immigrazione irregolare….
Secondo la rivista statunitense di economia e finanza Forbes, Trump possiede un patrimonio di circa quattro miliardi di dollari, cifra che lo rende la 405esima persona più ricca del mondo.
Nel luglio del 2016 Tramp diventa il candidato ufficiale del partito repubblicano per la corsa alla Casa Bianca contro la democratica Hillary Clinton.
Il suo insediamento alla Casa Bianca come 45º presidente è previsto per il 20/1/2017, alla scadenza del secondo mandato di Barack Obama.
11 Novembre 2016
Il Ku Klux Klan organizzerà il 3 dicembre in North Carolina una ‘parata per la vittoria’ di Donald Trump. Lo ha annunciato il gruppo razzista suprematista sul suo sito internet senza precisare la città in cui si svolgerà la manifestazione. Subito dopo la vittoria di Trump, un ex leader dei cavalieri del Ku Klux Klan, David Duke, aveva rivendicato su Twitter il contributo del gruppo nell’elezione del tycoon. “Non sbagliate, la nostra gente ha svolto un ruolo ENORME!”, aveva twittato: “Il suo non è un piano di marketing elettorale, ma un consiglio politico” per gente come lui. “Questo Paese ha bisogno di sorvegliare le frontiere per difendere il retaggio, garantire la sopravvivenza degli americani bianchi e proteggere il patrimonio”, ha scritto Duke. Ma chi è David Duke e perché è considerato così pericoloso? Duke è il massimo leader del Ku Klux Klan, un’organizzazione estremista statunitense che considera la razza bianca superiore alle altre.
Ma quali sono le origini del Ku Klux Klan?
Il Ku Klux Klan è il nome di diverse organizzazioni segrete esistenti negli Stati Uniti d’America a partire dall’Ottocento, con finalità politiche e terroristiche, con contenuti razzisti che propugnano la superiorità della razza bianca….
Nasce nel 1865 come confraternita di ex militari dell’esercito degli Stati Confederati d’America…
Il KKK controllava i governi dell’Indiana, Oklahoma e Oregon oltre ai parlamentari democratici del Sud. Inoltre, rivendicava di aver reso possibile l’elezione del presidente Warren Harding alla Casa Bianca. Al massimo della sua espansione, negli anni venti, il Ku Klux Klan, superava il numero di 4.000.000 di membri e contava molti politici nelle sue file.
http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2016/09/23/afroamericano-ucciso-video-moglie-urla-disarmato.html
L’ordine ottenuto tramite la sottomissione
e conservato con il terrore non è certo
una garanzia di sicurezza.
E. Goldman
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)