Gli sbirri, anche all’estero si rivelano violenti, psicopatici, depravati, sleali, infidi e corrotti
La mafia è nello stato e negli apparati di polizia e carabinieri
Repressione e violenza sbirresca in Francia
Nella testimonianza fatta dal letto d’ospedale, Théo ha rievocato la violenza e i colpi in testa coi manganelli, gli insulti e le vessazioni che ha subito il 2 febbraio 2017 da parte della polizia fascista, raccontando in particolare di un agente che l’avrebbe violentato col manganello, procurandogli una ferita nel retto. Il giovane si è soffermato soprattutto sull’agente che l’ha ferito “volontariamente”. Una ferita profonda, che l’ha costretto a una operazione d’urgenza. “Mi hanno messo dei gas lacrimogeni in testa, nella bocca, mi hanno preso la testa a manganellate – ha continuato il 22enne – Ma avevo talmente male alle natiche che quel dolore, in confronto, mi sembrava effimero (…) non riuscivo a camminare, credevo che sarei morto”.
Sotto accusa, per la vicenda, quattro poliziotti, che sono stati incriminati e sospesi dal servizio. Uno di loro è anche accusato di stupro.
Marine Le Pen condanna le “sommosse” nella banlieue di Aulnay-Sous-Bois seguite al fermo, violentissimo, del giovane Théo da parte di quattro agenti e afferma che il suo “principio di base” è “sostenere la polizia”. La leader del Front National è intervenuta in tv dopo aver visitato nel pomeriggio diversi commissariati dell’hinterland parigino.
Il 7 febbraio circa 500 persone hanno partecipato alla marcia di Aulnay-sous-Bois, banlieue (i quartieri più poveri della Francia) a nord di Parigi, per manifestare la loro solidarietà a Théo.
Il vecchio vizietto degli sbirri…
In Italia il 6 febbraio 2017 un poliziotto e due funzionari del ministero dell’Interno, tra cui il viceprefetto Andrea Santonastaso, sono stati arrestati a Savona con l’accusa di corruzione. Avrebbero accettato denaro e regali in cambio di agevolazioni per varie pratiche: rilascio di permessi di soggiorno, cambio di cognome, riduzione dei giorni di sospensione della patente. Santonastaso è l’attuale commissario prefettizio al Comune di Borghetto Santo Spirito. Santonastaso, 64 anni, viceprefetto, ha ricoperto varie volte l’incarico di commissario prefettizio nei Comuni: nel 1993 a Rosta (Torino), nel ‘94 a Celle Ligure, dal ‘97 al ‘99 ad Albenga, dal 2012 al 2013 a Carcare, nel 2016 a Spotorno, tutti Comuni del Savonese. Oltre al poliziotto e ai due funzionari, sono state arrestate altre tre persone: un marocchino, un albanese e una italiana. Il poliziotto, accusato anche di concorso in favoreggiamento della prostituzione, e il marocchino sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere, mentre i due funzionari del Ministero dell’Interno sono agli arresti domiciliari, come l’italiana, accusata di sfruttamento della prostituzione, e l’albanese. Secondo gli investigatori, “il poliziotto e i due funzionari del ministero avrebbero sistematicamente abusato delle loro funzioni agevolando pratiche in cambio di denaro, ma anche di regalie come vestiti, schede telefoniche, cene, assunzioni di amici, visite mediche, spese gratis nei negozi.
Il giorno dopo invece, (7 febbraio) vengono arrestati altri sbirri (da secoli al soldo dei servizi segreti e della massomafia). 7 anni di carcere per Cosimo Tropeano e Donato Melella, due poliziotti arrestati nel dicembre 2015 per aver spartito con una banda di nomadi il bottino di una serie di furti ai danni di passeggeri alla stazione Centrale di Milano. I due, accusati di concussione e ricettazione, secondo l’accusa, avrebbero anche chiesto denaro a donne nomadi con la minaccia di togliere loro i figli.
Ma ricordiamoci anche che nel 2015 i mass media annunciano l’ arrestato di tre poliziotti tra le sedici persone finite in manette a Caserta per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, allo spaccio di droga, all’usura, alla truffa, al falso, alla corruzione, alla concussione e all’abuso d’ufficio. Tra le accuse contestate agli agenti, quella di peculato per aver utilizzato l’auto di servizio per attività non istituzionali avendo “scortato” la vettura del cantante Gigi D’Alessio per consentirgli di giungere in tempo ad una manifestazione artistica. I tre avrebbero fatto sesso con alcune prostitute nelle auto di pattuglia e nei locali del commissariato di Marcianise…
I poliziotti consegnavano le dosi di cocaina ad un ristretto gruppo di clienti prevalentemente imprenditori e professionisti, provvedendo al recupero dei crediti derivanti dall’acquisto delle dosi ed al riciclaggio dei proventi, in parte versati sul suo conto corrente. In altre circostanze i poliziotti infidi, glissavano sull’attività di spaccio per ottenere notizie confidenziali che permettevano loro di portare a termine operazioni di polizia giudiziaria per accreditarsi nei confronti dei superiori….
L’Italia ha da sempre una cultura mafiosa (la logica del furbetto), che specula anche sulle disgrazie della povera gente. Perfino la cultura dell’accoglienza, puzza lontano un miglio di speculazione….
Gli interessi dell’accoglienza…
Gli interessi della milionaria torta sull’accoglienza, se li spartiscono soprattutto le organizzazioni cattoliche di destra e di sinistra definite no profit, tutte intente a speculare sulle rette, guadagnando ulteriori soldi anche sul lavoro e lo sfruttamento degli utenti svenduti come manodopera a basso costo….
Secondo gli ultimi dati forniti dal ministro dell’Interno, a giugno 2016 erano 78 mila i migranti “ospitati” (rinchiusi) nei centri italiani, tra strutture temporanee (48 mila), sistema di accoglienza per richiedenti asilo (20 mila) e centri governativi (10 mila). Per la loro carcerazione e “assistenza”, lo stato eroga ai centri convenzionati una somma media giornaliera di circa 35 euro al giorno a migrante e 45 euro per i minori. Stando alle cifre dichiarate dal ministero, dunque, la spesa massima quotidiana per l’accoglienza è di due milioni e 730mila euro, circa 82 milioni al mese, oltre 980 milioni l’anno.
In Italia si è usato per anni incarcerare la povera gente, fuggita da guerre, dove anche l’esercito italiano partecipa, sbarcata sul nostro territorio nei centri di accoglienza, veri e propri lager della disperazione. Gli unici a guadagnare una fetta consistente della torta sono gli apparati militari, pagati per il controllo sociale e la schedatura dei migranti. Agli apparati militari, lo stato ha riconosciuto un compenso extra pari a una percentuale dell’indennità di partecipazione ad attività belliche, e sulle varie organizzazioni umanitarie, le quali hanno speculato brutalmente sui finanziamenti statali, spendendo solo una parte modesta di quanto ricevevano per “soccorrere” i nuovi arrivati.
Rinchiudere nei centri chi arriva sulle nostre coste, rende fino 980 milioni. Sono ancora tanti quelli che speculano sulla pelle dei profughi.
Purtroppo le verifiche, soprattutto nei casi dell’accoglienza straordinaria sono troppo poche. Ci sono centri riempiti all’inverosimile, dove gli standard sono totalmente inadeguati ma nessuno se ne preoccupa. C’è chi si mette in questo giro solo per speculare, perché in questo momento è un guadagno che fa gola a tanti.
Bisogna chiudere il rubinetto dal quale, da troppi anni, si attaccano senza ritegno sedicenti volontari, onlus, associazioni sociali e coop cattoliche no profit, tutte legate a doppio filo al centrosinistra e al centrodestra dipende da chi comanda in politica in quel periodo…
Organizzazioni impegnate a “mungere”, in nome dell’assistenzialismo sociale speculando, sfruttando e rinchiudo gli “utenti” in lager fatiscenti, senza dargli nessuna possibilità di riscattarsi, di costruirsi un futuro. Intanto la mafia e gli sbirri si nascondono e si ingrassano, facendosi proteggere dal sistema ormai collaudato della Mafia Capitale (massomafia come la chiamava il giudice Falcone).
Ma facciamo un esempio concreto come la cooperativa sociale no profit chiamata “29 giugno”. Nel primo decennio di vita i ricavi aumentano in modo abbastanza graduale. Nel 2007 c’è il primo salto di qualità, con una crescita superiore al 25%, ma è nel 2011 che la cooperativa, diventata ormai un imponente gruppo di imprese, spicca veramente il volo, passando da 26 a 36 milioni di euro e arrivando nel 2013 al raddoppio sul 2010. E l’insediamento a Roma della giunta di centrodestra guidata da Gianni Alemanno, nel 2008, ha spinto la corsa di Buzzi. “Mentre dal 1987 al 2003, risultano registrati appalti di modeste entità aggiudicati presso diversi comuni del Lazio, di cui solo alcuni assegnati dal comune di Roma o sue partecipate, dopo il 2005 si ha invece la crescita progressiva del fatturato proveniente dall’amministrazione capitolina, indipendentemente dal cambiamento della relativa guida politica. L’apice si tocca nel settembre 2008 con un appalto alla Cooperativa 29 giugno da oltre 1,2 milioni di euro”.
Nel 1985 Buzzi fondò la cooperativa 29 giugno, iscritta alla Lega delle Cooperative. Nel 2000 fonda la coop. Formula Ambiente di Cesena (raccolta e trattamento rifiuti), dove è stato presidente per molti anni. Ad alcuni dipendenti, prima di lasciare l’incarico, ha rubato denaro riguardo retribuzioni, tfr, ferie, etc.
Il 3 dicembre 2014 viene arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale, insieme a Massimo Carminati, considerato il capo dell’organizzazione, a Pierina Chiaravalle e ad altri 35 presunti componenti del sodalizio criminale. Tra gli ulteriori 100 indagati figura anche l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Secondo l’accusa Buzzi avrebbe usato la cooperativa 29 giugno per distrarre ingenti quantità di denaro a beneficio suo e dei suoi sodali. Successivamente viene trasferito in un carcere della Sardegna per incompatibilità ambientale. Il 12 gennaio 2015 i pm della Procura di Roma chiedono per lui e altri 10 indagati la sorveglianza speciale, obbligo di soggiorno e confisca dei beni.
Da una nuova ordinanza del 4 giugno seguente emerge che Buzzi avrebbe portato voti all’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno in vista delle Elezioni europee del 2014 con l’aiuto della ‘Ndrina Mancuso.
Nel 2015 vengono indagati 11 consiglieri delle circoscrizioni di Roma Capitale o nelle amministrazioni di alcuni comuni limitrofi, che lavorano o lavoravano nella galassia del ras delle cooperative: tutti appartenenti al centrodestra: 7 militano tra le file azzurre, uno ne La Destra, poi un ex Pdl e due eletti in liste civiche della medesima area. Le assunzioni, scrivono gli inquirenti, erano “richieste da Luca Gramazio e Giovanni Quarzo“. Consiglieri nei municipi di Roma e dipendenti delle cooperative controllate da Salvatore Buzzi. Tutti ricoprono o ricoprivano un ruolo nelle istituzioni di Roma Capitale e al contempo lavorano o lavoravano nella galassia del ras delle cooperative, braccio operativo del sodalizio criminale che fa capo a Massimo Carminati e si è spartita fino a dicembre gli appalti in Campidoglio e in Regione. Una rete di consiglieri legati da un rapporto lavorativo al sodalizio. Nell’ordinanza di custodia cautelare alla base della seconda ondata di arresti a inizio giugno, si legge che Nicola Paride Alampi è stato assunto dal 01.12.2014 al 30.11.2015 presso la soc. coop. 29 Giugno Servizi. Però è anche consigliere del XII municipio, esponente de La destra di Francesco Storace, cui è approdato proveniente dalle file del Pdl (dopo 10 anni di militanza in Alleanza Nazionale“, rivendica orgoglioso nel proprio curriculum). Lo stesso municipio in cui si dedica alla politica attiva Antonio Aumenta, capogruppo di Forza Italia, anch’egli proveniente dalle file di AN, “assunto – scrivono gli inquirenti – dal 01.12.2014 al 30.11.2015 presso la soc. coop. 29 Giugno Servizi”. A Roma Sud c’è Paolo Rendina, presidente del circolo di Forza Italia della Magliana, “assunto dal 20/05/2014 al 30/09/2014 presso la 29 Giugno”….
http://frontierenews.it/2016/03/i-migranti-schiacciati-da-ndrangheta-emiliana-e-interessi-della-curia/
Chi dice “Stato” dice necessariamente “Guerra”.
La lotta per la preponderanza, che è la base
dell’organizzazione economica borghese,
è anche la base dell’organizzazione politica.
P. Kropotkin
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)