L’ 11 febbraio i mass media scrivono che la Procura generale di Bologna ha chiuso finalmente dopo 40 anni il processo sulla strage (eccidio di civili) alla stazione di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980 che provocò 85 morti e 200 feriti. Per la strage la Procura di Bologna ha indagato definitivamente sui vertici che pianificarono e sovvenzionarono la strage alla stazione ferroviaria: Paolo Bellini (braccio armato – di Alleanza Nazionale), condannato definitivamente come esecutore della Strage di Stato, agli ordini di Licio Gelli (maestro e fondatore della loggia massonica militare P2 e Presidente dell’Istituto per le Opere Pie – IOR, dal 1971 fino al 1989, quando si dovette dimettere per essere stato indagato per lo scandalo dell’ambrosiano nel 1986), Umberto Ortolani (banchiere imprenditore italiano con cittadinanza brasiliana), l’eminenza finanziaria della loggia P2, aveva favorito lo sviluppo degli affari economici di Licio Gelli in Sud America e col Vaticano, sovvenzionato e organizzato il colpo di stato in Cile nel 1973 e il colpo di stato in Argentina nel 1976, tramite l’Istituto per le Opere di Religione – IOR, Federico Umberto D’Amato (direttore dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’interno italiano) e Mario Tedeschi, (giornalista, iscritto al Movimento Sociale Italiano e poi in Democrazia Nazionale). Questi 4 (quasi tutti deceduti), sono stati ritenuti dalla Procura di Bologna i mandanti, i finanziatori dei gruppi (paramilitari clandestini anticomunisti, nati dopo il ’48 – commissione stragi 1998).
I Nar, essendo solo il braccio armato, furono gli unici a essere condannati. La Procura di Bologna ha emesso anche 3 avvisi di depistaggio e falsità ai pm, Quintino Spella, Domenico Catracchia e Piergiorgio Segatel (ex del servizio segreto Sisde).
La Commissione P2 fu istituita nel 1981, mentre la Commissione Stragi venne istituita nel 1988. Il ruolo delle commissioni, era quello di desecretare i documenti militari Top secret, dopo il 1945…
Ma ritorniamo indietro nel tempo per capire meglio il problema:
Quando Moro (dopo gli scandali della Dc di Andreotti) fondò nel 1964 il centrosinistra, all’interno della democrazia cristiana Andreottiana di centrodestra, si attivarono gruppi paramilitari anticomunisti istituiti dalle forze militari (ps, cc, esercito, marina militare, aeronautica, ecc.) dopo il ’45.
Dal 3 al 5 maggio 1965 all’Istituto di studi militari Alberto Pollio e presso l’hotel Parco dei Principi di Roma, si svolse un convegno anticomunista intitolato: “guerra rivoluzionaria”, organizzato da 3 giornalisti appartenenti agli ambienti della destra…
Al convegno parteciparono alti gradi militari, imprenditori, politici, giornalisti, ed un gruppo di 20 studenti universitari. Oltre ad alti ufficiali dell’Esercito c’era anche Guido Giannettini (giornalista e agente segreto, attivista di estrema destra), Pino Rauti (giornalista nazionalsocialista), Stefano Delle Chiaie (fondatore di Avanguardia Nazionale) e Mario Merlino (insegnante, ex attivista di avanguardia Nazionale, fu tra i fondatori del “Circolo 22 marzo”).
Al convegno decisero di attivare anche il piano militare chiamato “strategia della tensione” che serviva per contrastare l’avanzata del comunismo anche in Italia. Un piano militare inserito nel Patto Atlantico (istituito nel 1949), che comprendeva anche operazioni internazionali come la “Operazione CHAOS”, che consisteva nell’infiltrazione in ambienti rivoluzionari, tendente allo scopo di egemonizzarli e strumentalizzarli onde provocare atti estremi di violenza e terrorismo e quindi diminuire il consenso popolare verso i partiti comunisti.
Il convegno militare fu finanziato dall’Ufficio REI del SIFAR diretto dal colonnello Renzo Rocca…
Al convegno istituirono anche i Nuclei anticomunisti per la Difesa dello Stato. I Nuclei clandestini dello Stato furono istituzionalizzati dal generale Aloia (Capo di Stato Maggiore dell’ Esercito) e dal suo fedele leccaculo subordinato, il colonnello Adriano Magi Braschi.
Il colonnello Magi Braschi, lavorava per il Sifar e apparteneva alla cellula veneta di Ordine Nuovo, fu lui infatti che inserì gli ordinovisti nel corpo misto di civili e militari dei Nuclei di difesa dello Stato.
Ricordiamoci che al al Patto Atlantico nel 1949 aderirono 12 nazioni, che saranno poi anche le prime fondatrici della NATO: Stati Uniti, Inghilterra, Canada, Francia, Italia, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Islanda, Norvegia. Nel 1952 aderirono al Patto Atlantico anche la Grecia, la Turchia, la Germania Ovest (1955), la Spagna (1982), la Polonia (1999), la Rep. Ceca (1999), l’ Ungheria (1999), la Bulgaria (2004), L’ Estonia (2004), Lettonia (2004) Lituania (2004), Romania (2004), Slovacchia (2004), Slovenia (2004), Albania (2009), Croazia (2009), Montenegro (2017).
L’organizzazione Gladio nasce invece dopo il 1945, come organizzazione paramilitare appartenente alla rete internazionale Nato Stay-behind (in Italia si chiamava Gladio). Un’organizzazione Promossa dai vari servizi segreti della Nato per contrastare una possibile invasione nell’Europa occidentale da parte dei Paesi aderenti al Patto di Varsavia. Dell’organizzazione anticomunista Gladio faceva parte anche le Brigata partigiana Osoppo (formazioni partigiane bianche, che aderirono al patto Atlantico anticomunista dopo il ’49), fondata presso la sede del Seminario Arcivescovile di Udine il 24/12/1943 su iniziativa di volontari di ispirazione monarchica, liberale, socialista e cattolica (cattoliberalfascista), gruppi già attivi dopo l’8 settembre ’45 nella Carnia e nel Friuli. La brigata dei partigiani bianchi Osoppo, si unì alle formazioni garibaldine comuniste antifasciste, contro le forze occupanti tedesche. Nella Brigata Osoppo verranno arruolati diversi fascisti che abbandonano la RSI….
Nel Febbraio del ’45, la Brigata Osoppo partecipa ad un accordo con l’Organizzazione Franchi (rete spionistica collegata all’Intelligence Service e diretta dal partigiano bianco Edgardo Sogno), e la X MAS (il corpo speciale della RSI, comandato dal “principe nero” Junio Valerio Borghese), per contrastare le brigate partigiane jugoslave dopo la sconfitta dell’esercito d’occupazione nazista. Dalla Osoppo nasceranno nel maggio ’45 le formazioni armate anticomuniste: III Corpo Volontari delle Libertà, Volontari per la Difesa dei Confini, Gruppi Tricoloristi.
Le radici della cosiddetta ‘destra bianca eversiva’, com’è accaduto e accade per quasi tutte le cose peggiori in Italia, affondano in un complesso sistema di ingerenze esterne (in prevalenza da parte delle superpotenze vincitrici del II conflitto mondiale: vaticano, Usa e Urss) nella vita politica, militare, economica e sociale del nostro (bel?) Paese.
Prima delle elezioni politiche del 1948, così si esprimeva il National security council americano a proposito dell’impegno anticomunista in Italia: “La dimostrazione di una ferma opposizione degli Usa al comunismo e la garanzia di un effettivo sostegno Atlantico, potrebbe incoraggiare gli elementi non comunisti in Italia a fare un ultimo vigoroso sforzo, anche a costo di una guerra civile, per prevenire il consolidarsi di un controllo comunista”. La conclusione fu la proposta di fornire a tali elementi concreti appoggi finanziari e militari attraverso la DC – Andreottiana di centrodestra.
In Italia, le 2 superpotenze (Usa Urss), affilavano le armi e raffinavano le strategie di penetrazione nell’economia e nella finanza (Guerra fredda): questo è lo scenario in cui nacque la guerra civile permanente, da cui si crearono le condizioni, in momenti di particolare tensione (strategia della tensione), per una drammatica ripresa delle ostilità (DC andreottiana contro PCI). Ma non più con le armi convenzionali, ma attraverso i princìpi e le regole dei conflitti a bassa intensità (patto atlantico – strategia della tensione)…
Come è tristemente noto, nelle elezioni del ’48 stravinse la Dc andreottiana atlantista.
La Nato anticomunista per le elezioni politiche del 1948 attivò la brigata Osoppo, col compito di controllare, (sotto l’egida delle neonate istituzioni democratiche), le frontiere per evitare un’eventuale invasione militare da Est: così nacque l’organizzazione “O” (dove “O” sta per Osoppo), come la formazione partigiana che, 6 mesi dopo la fine della guerra, fu ricostituita per sorvegliare i confini con la Jugoslavia, e che diede molti uomini alla neonata struttura, cambiando presto la sua denominazione in Volontari Difesa Confini Italiani. La Vdci, immediata antesignana della rete Stay Behind, assunse ben presto la funzione di difesa e controllo degli obiettivi sensibili, attivandosi sopratutto nei momenti di crisi economica e di fermento sociale (come gli anni ’60 e ’70), nel 1950 cambia il suo nome originario, per diventare, alla fine del 1956 “Stella Alpina”, che sarebbe diventata una delle 5 articolazioni di Gladio: non si trattava di una struttura da poco se, nel ’50, poteva contare su circa 6.500 uomini mercenari tra ufficiali, sottufficiali e truppa. Nel ’47, inoltre, fu affidato al col. Ettore Musco (che nel ’52 divenne comandante del Sifar), il comando dell’Armata italiana della libertà (Ail), organizzazione fascista finanziata dalla Cia, il capo era Sorice già min. della guerra Badoglio. Nel suo comitato centrale si contano 4 ammiragli, 10 generali e 4 colonnelli), che lui stesso aveva fondato.
È in questo contesto che si colloca, intorno alla metà degli anni ’50, anche l’attività del movimento anticomunista Pace e libertà, fondato dalla medaglia d’oro al valor militare Edgardo Sogno (partigiano bianco monarchico, cattoliberal socialista andreottiano – centrodestra), legato da relazioni semiufficiali coi ministri Scelba e Moro (Moro lo raccontò ai suoi carcerieri nel ’78), in chiave di difesa-protezione civile con forte impostazione antisovietica…..
Sulla strada della creazione di Gladio, si collocano anche 2 piani lanciati su scala europea dalla Nato: il 1° è il Demagnetize (in Francia si chiamerà Cloven), che aveva l’obiettivo di arginare ogni attività sovversiva comunista in Italia. Questo vasto ed articolato piano, giunto alla sua fase operativa a metà del 1952, assunse il nome di piano Clydesdale, ed ebbe come principale nemico l’asse Pci-Cgil, individuato come un potere comunista italiano. La strategia del piano era semplice: repressione delle attività comuniste e promozione dello sviluppo sociale ed economico dell’Italia in chiave Atlantica, scollando sempre di più i sindacati ( venduti) dalla sinistra…..
Protagonista delle relazioni internazionali che favorirono la nascita di questo vasto progetto, fu Alcide de Gasperi, che, tuttavia, fu sempre attentissimo a non far trapelare le sue reali relazioni con gli Atlantisti, simulando un’assoluta autonomia di scelte, che era invece fittizia.
Nei secondi anni ’50, proseguì alacremente questa attività resistenziale segreta, con la creazione del Reparto Guerra Psicologica (’57) e l’allestimento del gruppo d’indagine sui dirigenti comunisti guidato dal questore Domenico De Nozza (’58). Molte di queste strutture si appoggiavano a elementi neofascisti, che pure, spesso, venivano arruolati in modo diretto dai servizi occidentali (come per Carlo Digilio, Marcello Soffiati e Marco Affatigato). Per alcuni pare evidente il legame tra queste attività e quelle che erano state le strutture dell’Ovra, la polizia segreta di Mussolini, da cui, vennero spesso uomini e programmi della lotta anticomunista occulta del II dopoguerra. Tuttavia, nelle liste degli informatori dell’Ovra vi erano molti elementi “agganciati” nel Partito comunista, nel Partito socialista e in altri movimenti di sinistra. Celebre, ormai, la figura del mercenario Giorgio Conforto, per decenni il capo della rete di spionaggio del Kgb in Italia, fonte informativa privilegiata dell’Ovra di Guido Leto.
Tutto questo fervere di sigle ambigue, piani e operazioni portò, inevitabilmente, da una parte, a una spaventosa commistione tra attività istituzionali e attività clandestine e, dall’altra, alla necessità di creare una sovrastruttura che queste attività le comprendesse tutte (Gladio Nera – Gladio Rossa) nel bene e nel male: è Stay Behind, più nota come Gladio. Un caso a se stante è quello riferito ai Nuclei di difesa dello stato (Nds), in parte svelati dal col. Amos Spiazzi, il quale ha raccontato che questa rete di resistenza clandestina, attiva in prevalenza nel Nord Est del Paese è stata attiva fino al 1973: anno cruciale per tutte le organizzazioni parallele operanti dal dopoguerra: da Stay Behind alla Gladio rossa. Lo Stato ha dato vita a delle strutture ampiamente clandestine, alcune delle quali non solo inutili, ma del tutto illegali. Gladio, i Nds, il Gruppo Siegfried (sempre dei Nds) di ex repubblichini, avrebbero dovuto intervenire su piani come il piano Solo. Dal nome Solo perché fatto solo dalla brigata meccanizzata dei cc, nato negli anni ’50, ma rispolverato nel 1964 dal governo dell’epoca e affidato al gen. dei carabinieri Giovanni De Lorenzo. Già allora esistevano presso il ministero dell’Interno e le Prefetture piani di emergenza in caso di gravi turbamenti dell’ordine pubblico che prevedevano, con prassi dettagliate e precise, lo stato di fermo per tutta una serie di persone ritenute pericolose per la sicurezza nazionale (colpo di stato). Il 25/3/1964 De Lorenzo si incontrò coi comandanti delle divisioni di Milano, Roma e Napoli per pianificare un golpe e far cadere il governo di centrosinistra fondato da Moro nel 1964. Il piano prevedeva di occupare anche questure, sedi di partiti e sindacati. La riunione era stata autorizzata ufficialmente dal Capo di stato maggiore della difesa, generale Rossi.
Il Piano militare chiamato Solo, fu un colpo di Stato avvenuto in Italia nel 1964 e ideato da Giovanni de Lorenzo (monarchico cattoliberal fascista – centrodestra) , comandante generale dell’Arma dei Carabinieri dell’epoca.
Il generale De Lorenzo fu capo del SIFAR (servizi segreti) dal 1955 al ’62, comandante generale dell’arma dei carabinieri (15/10/1962 – 31/1/1966) e capo di stato maggiore dell’esercito italiano.
Durante la II guerra mondiale, col grado di tenente colonnello partì per la Russia con l’ARMIR, come vicecapo dell’ufficio operazioni dell’8ª Armata italiana, conosciuta anche come Armata italiana in Russia – ARMIR, fu la grande unità del Regio Esercito che tra luglio 1942 e marzo ’43 operò sul fronte orientale, in appoggio alle forze tedesche della Wehrmacht contro gli antifascisti di Stalingrado. Al comando di quelle operazioni c’era il generale Italo Gariboldi.
Il generale De Lorenzo dopo l’8 settembre 1943 da buon partigiano bianco doppiogiochista, repubblichino liberale, ha operato dapprima sul fronte alpino (gli alpini erano partigiani bianchi), poi nella Roma occupata, quale comandante del Centro R del Servizio informazioni militare: come tale, entrò in rapporti diretti e riservati coi vertici del CLN e del CLNAI, dai quali vennero poi molti importanti esponenti della politica repubblicana di centrodestra del 1948. De Lorenzo nonostante avesse delle idee socialiste di destra liberale, per il fatto di aver partecipato alla Resistenza armata, gli procurò le simpatie anche degli ambienti di sinistra e fu decorato con la medaglia d’argento….
Alle elezioni politiche del 19/5/1968 De Lorenzo fu eletto alla Camera dei deputati tra le file del Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica. In quell’elezione furono eletti anche Eugenio Scalfari,(alla Camera) un giornalista che iniziò a lavorare per il giornale Roma Fascista, organo ufficiale del GUF (Gruppo Universitario Fascista), mentre era studente di giurisprudenza e Lino Jannuzzi (al Senato) che nel 2001 accettò anche la candidatura al Senato da parte di Forza Italia. Negli anni successivi Scalfari continua a collaborare con riviste e periodici legati al fascismo, come Nuovo Occidente, diretto dall’ex squadrista e fascista cattolico Giuseppe Attilio Fanelli…
Ufficialmente, Gladio nacque nel novembre 1956, con un accordo tra il Sifar (dipendente dal ministero della Difesa) e la Cia. Dato che, però, l’investitura istituzionale di Gladio è legata all’accordo del 1959 che ammise il Sifar nella struttura Nato del Coordination and Planning Committee, bisogna ritenere che la struttura, almeno tra il ’56 ed il ’59, agisse senza un’adeguata legittimazione istituzionale. Tuttavia, proprio per le esigenze di sicurezza, al fine di tenere il più possibile questa materia lontana dalle curiosità del Pci (legato a doppio filo a Mosca, non solo per la questione dei finanziamenti), le “nostre autorità” centrali decisero che la questione non avrebbe mai e poi mai potuto entrare nel dibattito parlamentare.
L’Italia, sia nelle attività della maggioranza parlamentare che in quelle dell’opposizione, è stata per decenni un Paese a doppio Stato, e quindi a sovranità limitata, con un Parlamento in cui gli uni tenevano all’oscuro gli altri (e viceversa) delle attività clandestine legate alla guerra fredda (Nato anticomunista – Urss, DC e Pc)…
Il piano di rinascita democratica (detto anche programma di rinascita nazionale o Piano P2) era un piano liberale politico conservatore e consisteva in un assorbimento degli apparati democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo legale che avrebbe avuto al suo centro il controllo dell’informazione.
E qui ricomincia l’uomo chiave…
Licio Gelli è un uomo ambizioso e mediocre (il classico Italiano), senza scrupoli, da giovane lavorava come braccio armato per il nazifascismo, e poi quando il vento cambiò si convertì al dittatore Stalin, per riconvertirsi dopo il ’45 , agli ideali dei partigiani bianchi, quando l’Italia firmò per stare col patto anticomunista Atlantico e i loro piani militari (strategia della tensione).
Ma facciamo un excursus su quel periodo storico:
Moro nel ’64 istituisce il centrosinistra all’interno della democrazia cristiana di Andreotti cattoliberalfascista, da quel momento in Italia si attivarono gruppi militari non ben definiti, che ci imposero una dittatura militare a bassa intensità (secondo il loro gergo militare)… I piani militari si chiamavano: 1964 “guerra non ortodossa” – strategia della tensione 1964, fatta di stragi (inizia con la strage di Portella delle ginestre avvenuta il 1 maggio 1947) e di colpi di stato, per imporci la dittatura militare repubblichina cattoliberalsocialista – centrodestra.
Durante la guerra di Liberazione il giovane monarca e repubblichino Licio Gelli getta le fondamenta di un potere massonico (P2 formata da alti gradi delle forze dell’ordine, politici, banchieri, imprenditori, giornalisti, mafia agraria, industriali, avvocati, magistrati). Gelli era un doppio e triplogiochista e QUANDO IL VENTO cambiò, si convertì alla causa dei partigiani bianchi e al Piano di Rinascita.
Licio Gelli ha attraversato i periodi più oscuri dell’Italia cattoliberal – fascista. Per esempio nel ventennio era al servizio dei “rossi di Stalin”, per poi passare negli anni ’50 con la politica democristiana cattoliberal fascista di Andreotti e diventare poi massone.
A Gelli furono confermati 10 anni di reclusione per i depistaggi sulla strage di Bologna. Dodici per il crac del Banco Ambrosiano. Gli furono dati solo 8 mesi per possesso di documenti riservati del Sid e del Sismi (i servizi segreti italiani iscritti alla P2), come unica conseguenza giudiziaria del caso P2.
Gelli è stato indagato anche per il golpe Borghese (Guerra non ortodossa 1964 – colpo di stato per imporci la dittatura militare), l’omicidio Pecorelli, lo scandalo petroli, il crac di Michele Sindona, il caso Moro, la scalata occulta al Corriere della Sera, fino alla trattativa Stato-mafia, per il quale l’ex Venerabile è stato sentito dai pm nel 2013 come persona informata sui fatti, sul tema degli intrecci tra mafia, servizi, massoneria ed eversione nera.
Del signor P2 i giornali parlano poco fino al 17 marzo 1981, quando gli elenchi della loggia segreta vengono trovati durante una perquisizione alla ditta Giole di Castiglion Fibocchi (Arezzo), di proprietà del Venerabile.
Il presidente del consiglio Arnaldo Forlani decide di rendere pubblici gli elenchi degli alti gradi militari che ci sono dentro, compresi i 44 parlamentari e i ministri. Alcuni sono ancora oggi in piena attività pubblica: Slvio Berlusconi, Luigi Bisignani, Fabrizio Cicchitto, Antonio D’Alì, ecc.
Dal 1998, Licio Gelli si trovava agli arresti domiciliari nella splendida Villa Wanda di Castiglion Fibocchi. Vinceva premi di poesia e ogni tanto concedeva interviste, in cui si compiaceva di osservare come certe parti del Piano di rinascita democratica abbiano ispirato certi politici come la nuova riforma del lavoro imposta dal libero mercato senza più diritti (soppressione dello Statuto dei lavoratori – attraverso riforma Fornero, jobs act) e un maggior controllo sui magistrati. Come dichiarava ironicamente Gelli ai mass media, il piano di rinascita si istituisce nel dibattito politico senza neanche più il bisogno di organizzare trame occulte con generali nostalgici né dettare la linea a editori affiliati….
Alziamo il livello culturale per evitare che chi sa domini chi non sa!! E’ questa la vera rivoluzione!
Alzare il livello dal basso (della povera gente) per dargli finalmente i mezzi culturali per sapersi difendere da soli (senza il magna magna della chiesa che da secoli ci ha sempre speculato) dalle mille ingiustizie sociali che devono subire. Perché ammazzano più 10 penne che 10 pistole ….
https://www.youtube.com/watch?v=Sqc5gFf-35Y
Ogni potere presuppone qualche forma
di schiavitù umana, perché la divisione
della società in classi superiori e inferiori
è tra le condizioni primarie della sua esistenza.
R. Rocker
Basta armi! Basta guerre! Basta speculazioni…
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)