Lo stato, il potere militare e l’ingorda borghesia (massomafia l’aveva definita Falcone), hanno studiato un piano militare geopolitico, per rovinare a livello economico noi lavoratori e incentivare naturalmente solo confindustria e le spese militari (per la repressione), che sono aumentate grazie alla crisi e all’emergenza sanitaria e sociale per il covid 19….
Una volta usavono i soldati per fare le guerre, li obbligavano attraverso il servizio militare (leva obbligatoria) a morire per la patria; ora invece usano le armi batteriologiche per distruggersi tra di loro (tra potenze militari) senza tener conto di noi civili inermi….
A Noi ci hanno lasciato senza futuro e in miseria, e siamo costretti di nuovo a sognare la bella (gergo dal basso che significa rapina)!!…
Per abbattere il covid 19 sono già arrivati dall’Europa per l’Italia 800 milioni di euro, che però sembrano già spariti!! Dove sono andati a finire? Naturalmente i nostri politici papponi e massomafiosi stanno occultando tutto, non hanno nessun interesse che il problema salti fuori, non vogliono che gli altarini emergano, altrimenti verrebbero scoperti i truffatori, quindi preferiscono occultare tutto. Non gli frega niente se poi gli ospedali (già precari prima della pandemia) non funzionano, quindi facilitano l’espansione del virus tra i civili ignari degli interessi geopolitici, militari ed economici; ci obbligano a ogni sorta di restrizione con tanto di repressione sbirresca, riportandoci coi loro ‘piani di emergenza’ ad una vera e propria dittatura militare!
Hanno tolto medici, infermieri e ospedali pubblici, e adesso i furboni hanno pensato, per speculare, di sfruttare i volontari, facendoli arrivare perfino da Cuba, purchè siano gratis…
I poteri forti pensano che noi italiani siamo rimasti ancora ignoranti e analfabeti, come negli anni ’60 (quando potevano manovrarci come volevano), dando per scontato che non sappiamo molto del malloppo che è arrivato dalla Comunità europea (a fondo perduto) per sconfiggere il coronavirus (800 milioni), che rischiano di svanire nel nulla se noi non ci organizziamo per ribellarci a tutto questo marciume, protestando a gran voce contro i nostri politici egoisti senza etica ne morale, che ci stanno sguazzando, arricchendosi ancora di più con lo ‘stato di emergenza’.
Noi Anarchici siamo contro tutti i poteri e le loro gerarchie: il potere della chiesa, il potere politico, il potere militare, il potere imprenditoriale, il potere massomafioso ecc..
Vogliamo un Mondo equo per tutti, senza più ingiustizie sociali! Ma in questo mondo ingiusto e crudele è come pretendere troppo! Preferiscono chiamarci terroristi e condannarci, piuttosto che darci ragione…
Quando la Storia ci insegna (dopo che han tolto il segreto di stato), che i terroristi sono loro, i poteri forti!! Le stragi di stato le hanno fatte e organizzate loro! Sono loro che hanno imprigionato, torturato e ucciso civili inermi, non certo noi Anarchici, che abbiamo cercato di combattere con la controinformazione e con le azioni dirette per puntualizzare il problema, senza mai usare la violenza fine a sé stessa.
Sono gli sbirri che hanno invece ucciso Sole e Baleno, Giuseppe Pinelli, Carlo Giuliani, Giuseppe Uva, Franco Serrantini, Zordan Gino, e l’elenco degli abusi di potere per mano degli sbirri, sarebbe infinito.: ventenne mantovano, sottoproletario, ucciso nel 1978 a Parma, con una pallottola in testa, a seguito di una rapina. Gli sbirri uccisero Gino in modo sleale, non fece neanche in tempo a difendersi. Appena uscito dalla banca col bottino, senza fare morti né feriti, due sbirri lo bloccarono dalle braccia e un’altro sbirro gli sparò in testa! Gino faceva le rapine per portare a casa i soldi a sua madre, con quei soldi stava costruendo una casa (considerata dallo stato abusiva) per la sua famiglia, che viveva in miseria in una baracca piccola, umida e fatiscente e col gabinetto all’esterno.
Sua madre aveva avuto 13 figli e Gino era il quinto figlio, si sentiva responsabile dei suoi 8 fratelli più piccoli, visto che suo padre era sempre ubriaco e lo beccavano sempre. Sua madre raccontava che gli toccava andare a rubare a lei, perchè suo marito aveva passato più tempo in galera che in famiglia, quindi Gino era costretto a fare le rapine per dare alla sua famiglia una vita piu dignitosa, e non vissuta ai margini. Una vita di stenti, senza nessuna possibilità di vivere, ma solo di sopravvivere.
Gino iniziò a rapinare le banche a 14 anni, perchè sua madre era in galera, era stata denunciata da un contadino per aver rubato qualche gallina nel suo pollaio, per portare da mangiare ai suoi figli (altro che solidarietà di classe…). La madre di Gino considerava i contadini dei frustati, con una cultura servile (leccaculi dei padroni e degli sbirri) e infami, sempre pronti a fare la spia.
Noi, Ricercatori senza padroni, ci sentiamo solidali con tutti quelli che sono morti per gli abusi di potere subiti dagli sbirri venduti alla mafia e a mammasantissima. E poi vengono a rompere i coglioni a noi sognatori e utopisti, che vogliamo solo cambiare questo Mondo ingiusto e renderlo felice e più equo per tutti!
Ma non è finita qua: oggi stiamo ritornando nella miseria, di conseguenza si torna a fare le rapine: così proseguirà il discorso…
Il 3 novembre i mass media scrivono che alle 8,30 del mattino c’è stata una rapina, eseguita con rapidità, precisione e preparazione. Due rapinatori si sono presentati all’ingresso della banca Crédit Agricole di piazza Ascoli, a Città Studi (Milano), oscurando, qualche giorno prima, con una bomboletta spray le telecamere di videosorveglianza, mentre altri 5 complici uscivano da un buco del pavimento, collegato a un cunicolo che passava dai sotterranei. Un tunnel alto un metro e largo 80 centimetri e lungo 5-6 metri. Un tunnel scavato nel sottosuolo per passare indisturbati dalla rete fognaria al pavimento dell’anticamera del caveau.
Quel giorno il direttore dell’istituto di credito, Paolo Blasetti di 48 anni, prima di aprire al pubblico è sceso al piano interrato, dov’è posizionato il caveau. A un certo punto è stato circondato da 7 uomini col volto coperto da maschere in lattice: uno di loro, lo ha colpito in testa col calcio di una pistola, incitandolo ad aprire il caveau. Il direttore si è messo subito a gridare che c’era una rapina, attirando l’attenzione di 2 commesse. Una commessa è stata immobilizzata mentre l’altra è riuscita a scappare e avvisare gli sbirri. L’allarme lanciato dalla donna li ha costretti a cambiare il programma: non potevano aspettare l’apertura della cassaforte temporizzata e hanno dovuto accelerare l’azione, limitandosi a scassinare le sole cassette di sicurezza. Poi si sono accorti che stavano arrivando gli sbirri e per coprirsi la fuga hanno svuotato un estintore anti incendio dentro la sede per oscurare la visibilità.
I 7 rapinatori nel frattempo sono scappati, percorrendo un tratto di rete fognaria e sbucando probabilmente da un tombino che si trovava vicino al mercato settimanale di via Eustachi.
Scappati dal cunicolo, i rapinatori sì sono ritrovati con un bottino meno consistente del previsto: delle 30 cassette di sicurezza, solo 7-8 erano piene di soldi e oggetti preziosi.
Un colpo studiato nei dettagli, uguale come preparazione, alla rapina del 12 agosto 2016 alla Banca Popolare di Novara di viale Regina Giovanna 35, a circa 600 metri di distanza da piazza Ascoli.
Terrorista è lo stato! Mica noi Anarchici, che vogliamo cambiare questo mondo crudele e ingiusto, impegnandoci per alzare il livello culturale della povera gente, così che siano loro poi, a ribellarsi alle tante ingiustizie sociali che devono subire.
Giustizia sociale contro i poteri forti!!
Stragi di stato previste dal Patto Atlantico, attraverso un piano militare chiamato “Strategia della Tensione”:
Quando la commissione stragi, negli anni ’90, ha tolto il segreto di stato, abbiamo scoperto i loro perversi e sporchi giochi militari geopolitici organizzati dallo stato cattofascista, anche se il compagno anarchico Giuseppe Pinelli fu ucciso in caserma dagli sbirri perchè già allora (1969), insisteva dichiarando esplicitamente che la Strage di Piazza Fontana era una Strage organizzata dallo stato! Ecco perchè gli sbirri lo hanno buttato giù dalla finestra, per non far sapere all’opinione pubblica la verità: si vergognavano…
Per poi dare la colpa della strage di civili, a noi anarchici!
Bombe del 25 aprile 1969: una serie di bombe ad alto potenziale esplodono alla Fiera e alla stazione centrale di Milano, provocando una ventina di feriti.
Altri attentati ai treni nell’estate del ’69: otto bombe rudimentali esplodono su altrettanti treni in diverse località d’Italia, tra l’8 ed il 9 agosto, provocando 12 feriti.
Strage di Piazza Fontana: il 12/12/’69 una bomba esplode nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano uccidendo 17 persone e ferendone altre 88.
Il 3 maggio 2005, dopo una lunga vicenda giudiziaria durata oltre 35 anni, la Corte di cassazione conferma le assoluzioni di Carlo Maria Maggi, Giancarlo Rognoni e Delfo Zorzi (organizzatori delle Stragi di Stato).
Confermando però (per darci un contentino), che l’eccidio fu organizzato da «un gruppo eversivo costituito a Padova nell’alveo di Ordine nuovo» e «capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura» (pagati dallo stato per eseguire le stragi, previste dal piano militare della Stategia della Tensione), non più processabili perché assolti per questo reato con sentenza passata ingiudicata (grazie ai magistrati corrotti, camerati cattofascisti). La strage di Stato resta quindi tuttora impunita. Il collaboratore di giustizia Carlo Digilio, che confessò la sua partecipazione alle Stragi di Stato, fu condannato in primo grado e non fece ricorso, ma la pena era ormai prescritta grazie ai benefici di legge (tutto previsto, calcolato) .
Strage di Gioia Tauro: il 22 luglio 1970, una carica di tritolo fa saltare un tratto di binario a poche centinaia di metri dalla stazione di Gioia Tauro, provocando il deragliamento del Treno del Sole (Palermo-Torino) e provocando la morte di 6 persone e centinaia di feriti.
Golpe Borghese: la notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970 ci fu un colpo di stato, organizzato dal principe Junio Valerio Borghese e il suo Fronte Nazionale, in stretto rapporto con membri di Avanguardia Nazionale, dei vertici militari e dei servizi segreti.
Strage di Peteano: il 31 maggio 1972 a Peteano di Sagrado a causa di una telefonata anonima, una pattuglia di carabinieri viene chiamata a controllare un’auto sospetta, che poi risulterà imbottita di esplosivo T4, in dotazione alla NATO. Reo confesso della strage è Vincenzo Vinciguerra, allora membro di Ordine Nuovo e condannato all’ergastolo.
Strage di Piazza della Loggia: il 28 maggio 1974, una bomba nascosta in un cestino portarifiuti, esplode in piazza della Loggia a Brescia, mentre è in corso una manifestazione sindacale, provocando 8 morti e 103 feriti. Nonostante nei vari procedimenti giudiziari si sia continuamente ipotizzato il coinvolgimento di rami dei servizi segreti, di apparati deviati dello stato (Nuclei Clandestini dello Stato, P2, Gladio) e di manovalanza neofascista nella vicenda. Dopo decenni di processi e indagini, il 16/11/2010, la Corte d’assise di Brescia ha assolto, per non aver commesso il fatto, tutti gli imputati: gli ordinovisti Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi, l’ex generale Francesco Delfino, il politico Pino Rauti e l’ex collaboratore del SID Maurizio Tramonte, lasciando così la strage impunita. La Corte di Cassazione nel 2014 ha confermato l’assoluzione di Zorzi, ma ha annullato quella nei confronti di Maggi e Tramonte, per cui verrà istruito un nuovo processo. La posizione di Rauti è stata dichiarata estinta, dato il decesso sopraggiunto dell’imputato.
Strage dell’Italicus: il 4 agosto 1974 una bomba ad alto potenziale posizionata sul treno Italicus esplode all’altezza di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, provocando 12 morti e 48 feriti. L’attentato venne inizialmente rivendicato da Ordine nero: «Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare.» Sebbene il processo si concluse con l’assoluzione degli imputati Mario Tuti e Luciano Franci, nella sentenza del tribunale di Bologna che giudicò i neofascisti implicati nella strage, venne scritto come la P2 svolse un’opera di istigazione agli attentati e di finanziamento nei confronti della destra extraparlamentare toscana.
Strage alla stazione di Bologna: il 2 agosto 1980 l’esplosione di una bomba posizionata nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione bolognese provoca 85 morti e 200 feriti. Condannati, come esecutori materiali, con sentenza definitiva del 23 novembre 1995 i componenti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Condannati per il depistaggio delle indagini, i massoni Licio Gelli, Francesco Pazienza e i due ufficiali del servizio segreto militare, il generale Pietro Musumeci ed il colonnello dei carabinieri Giuseppe Belmonte, entrambi iscritti alla loggia massonica P2.
Strage del Rapido 904: il 23 dicembre 1984, una bomba esplode sul treno 904 Napoli-Milano, nei pressi della Grande galleria dell’Appennino, tra Vernio e San Benedetto Val di Sambro, causando la morte di 15 persone ed il ferimento di altre 267. Il 24/11/1992, la Corte di cassazione, confermò la sentenza di colpevolezza nei confronti degli imputati, puntualizzando la matrice terroristico-mafiosa dell’attentato.
Il 20 aprile 2020 i mass media scrivono che è morto a Milano a 89 anni uno dei protagonisti della mala milanese, Arnaldo Gesmundo. Arnaldo, il ragazzo di via Padova soprannominato ’Jess il bandito’ era figlio della mala della Ligéra, la vecchia mala, rispettosa di un codice mai scritto che imponeva per prima cosa il rispetto della vita. Nasce in mezzo alla strada: la madre ha le doglie in piazzale Loreto e lo mette al mondo. Cresce in via Padova. Una vita da sottoproletario fatta di stenti rinuncie e miseria nella Milano del dopoguerra. I primi furti. Gli assalti alle fortezze del denaro, alle banche e ai furgoni portavalori. Poi un giorno gli andò di sfiga:
Milano, mattina del 27 febbraio 1958, non sono ancora le 9.30. In sette, tute blu da operaio: Arnaldo Bolognini, Eros Castiglioni, Enrico Cesaroni, Ugo Ciappina (l’unico rimasto vivo), Luciano De Maria, Arnaldo Gesmundo, Ferdinando Russo. Il furgone sorpreso tra via Osoppo e via Caccialepri venne speronato con un camion. Trasportava oltre 500 milioni in titoli e assegni (di cui i banditi si liberano) e 115 milioni in banconote da 5 e 10mila lire. Non un colpo esploso. Un’auto era in attesa, a motore acceso, per la fuga. Tutto in tre minuti. Poi le tute da operaio vengono gettate nelle acque dell’Olona, in via Roncaglia.
Pochi giorni dopo, il fiume era prosciugato e un curioso trova l’involucro con le tute degli operai e le porta in caserma. Attraverso l’etichetta delle tute gli sbirri risalgono ai venditori e ai banditi. Vengono tutti arrestati, processati e condannati a pene che vanno da nove a vent’anni. Raccontava Arnaldo-Jess: “E’ stato difficile trovare gli uomini e metterli assieme, un lavoro di mesi e mesi. Per dei mesi ho seguito in Vespa gli spostamenti del furgone. E’ andata senza violenza anche quella volta. La guardia che era stata disarmata da Bolognini è rimasta ferita non per una martellata in testa ma dalle schegge di un vetro del furgone, rotto con un martello. Mentre operavamo, mi si è avvicinata una signora. ‘Andate a lavorare’, mi ha detto con un tono di rimprovero. ‘Guardi, ho risposto, che io sto lavorando’.”.
Arnaldo racconta che durante le rapine, usavano le armi ma per impaurire le persone, e con l’intento di non usarle per uccidere degli innocenti, per evitare che questi innocenti ti rimanessero poi sulla coscienza per tutta la vita. “Rubavamo ai ricchi per darli ai poveri, senza usare la violenza”.
Diceva Gesmundo: “Quella di oggi è criminalità. Noi eravamo mala e non eravamo assolutamente criminali. Anzi, si faceva di tutto per prevenire il sangue, il ferimento, l’omicidio. Non avrei mai sparato. Perché avrei dovuto farlo? A che scopo? A noi interessavano i soldi e basta. La ‘ligéra’ (si chiamava così la prima mala a Milano) ci aveva dato una sua morale. Se si vuole, eravamo dei romantici. ’Jess’ parlava così, con un velo di malinconia, quando ricordava le sue avventure e la moglie Apollonia, compagna fedele di una vita difficile.
E’ ora che la crisi la paghino i ricchi! Come avevano scritto su uno striscione i nostri amici e compagni Anarchici trentini, durante la manifestazione del 6 novembre, dove hanno subito arresti ingiustificati con tanto di sorveglianze speciali!
Gli sbirri si sono comportati da bastardi come sempre, coi compagni Anarchici, abusando di potere, usando metodi fascisti e torture psicologiche, con tanto di umiliazioni (nonnismo che si fanno tra di loro), che ci hanno fatto ricordare, gli abusi di potere avvenuti al G8 di Genova nel 2001, dentro alla caserma di Bolzaneto e alla scuola Diaz.
Noi, Rsp, mandiamo la solidarietà ai compagni Anarchici di Trento che hanno avuto il coraggio di organizzare una manifestazione di controinformazione, per informare la gente della situazione sociale ed economica che stiamo subendo da parte del potere politico e militare!! incitandoci a ribellarci per non subire le tante ingiustizie sociali che ci stanno organizzando per mandarci in miseria e toglierci il futuro. Solidarietà ai compagni Anarchici di Trento che hanno subìto delle ingiustizie sociali da parte degli sbirri, abusando del loro potere!
Anarchia L’unica via!
Via! Via! la massomafia dello Stato! Via, via, anche i loro galoppini P2: carabinieri e polizia!!
La follia di coloro che non comprendono
l’Anarchia, consiste precisamente
nell’impossibilità di concepire una società ragionevole.
F. Ferrer
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)