Il 23 maggio c’è stato il 29° anniversario della Strage di Capaci.
Erano le 17.57 del 23/5/1992 quando una bomba di 500 chili di tritolo fece esplodere un intero pezzo dell’autostrada A29, vicino a Capaci (Palermo). Nell’esplosione, oltre a Falcone rimase uccisa la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Ci furono anche 29 feriti.
Falcone attraverso le sue inchieste aveva scoperto quella che definì: la ‘massomafia’ e da allora ha dato fastidio alla massoneria, che ha sempre pagato e usato la mafia per fare i lavori sporchi.
Falcone aveva costituito il cosiddetto maxiprocesso, con 475 imputati, che iniziò nel 1987 e si concluse nel gennaio del 1992. Risultato: 2.665 anni di reclusione inflitti, tra cui 19 ergastoli. Il peggior colpo subito dalla massomafia, fino a quel momento.
Falcone dava fastidio perché è stato il primo che ha intuito e messo in rete tutti i processi che riguardavano la mafia, creando la direzione nazionale e poi le direzioni distrettuali antimafia che sono il cuore della lotta alla mafia. Il lavoro di Falcone è stato importante perché aveva capito che doveva indagare sui grandi capitali mafiosi, cercando di individuare la forza economica della mafia.
Il parlamento, nel corso del tempo ha visto anche personaggi condannati per favoreggiamento o concorso esterno alla mafia, come l’ ex Presidente della Regione Totò Cuffaro o l’ex senatore Marcello Dell’Utri (fondatore di Forza Italia che, lo dicono le sentenze, fu “mediatore di un patto tra Cosa nostra e Berlusconi”).
Con le inchieste di Falcone, non si può più ammettere che dietro alle stragi vi era solo l’interesse di Cosa nostra.
Quando Falcone cambiò le “regole del gioco”, con l’introduzione della regola della turnazione evitando così che il maxi processo finisse assegnato al giudizio di giudici come quel corrotto del giudice Carnevale, detto “ammazzasentenze”(la mafia lo aveva comperato per aggiustare in loro favore le sentenze giudiziarie), fu lì che Falcone capì ciò che stava accadendo, che non c’era solo la mafia come problema, e questo lo capì meglio, quando Falcone venne a sapere attraverso la Commissione Rockefeller (istituita nel 1975) e dalla Commissione Church (istituita nel 1976), che negli anni ’60/’70 ci furono diverse operazioni militari organizzate anche in Italia, dai servizi segreti occidentali della Nato chiamate:
Operazione Chaos che consisteva nell’infiltrazione di gruppi cattofascisti (partigiani bianchi) nei movimenti della sinistra, per manipolarli militarmente, secondo i loro piani militari prestabiliti (patto Atlantico anticomunista 1949). L’Operazione Chaos, (guerra psicologica e non ortodossa), fu eseguita anche in Italia tra il 1969 e il ’74 attraverso l’AGINTER PRESS, un’associazione sovversiva fascista anticomunista che si celava dietro un’agenzia di stampa internazionale, fondata a Lisbona, nel 1966.
Sempre in quel periodo, i servizi segreti occidentali organizzarono e attivarono l’Operazione Blue moon, che consisteva invece nell’introdurre illegalmente eroina in ambienti legati al mondo della sinistra extraparlamentare, svolta dai servizi segreti del Blocco Occidentale (Nato) nella lotta contro i movimenti anarchici e di sinistra…
La casa editrice fondata dall’Aginter Press che portava avanti i piani militari anticomunisti, rappresentava la copertura di un centro di reclutamento ed addestramento per guerra non convenzionale, riconducibile alla rete anticomunista guidata dalla NATO Stay Behind, in Italia nota come Gladio.
La mafia e i suoi miliardari traffici con la droga, hanno fatto comodo ai servizi segreti che portavano avanti i loro vari piani militari, per imporci il loro potere e la loro supremazia, incentivando la mafia, e coordinando il business che c’era dietro alla droga (operazione Blue Moon). Da questa scoperta partì, ad esempio, l’indagine: “Pizza connection” (un processo che si aprì a Roma nel 1984), che vedeva imputati boss mafiosi e riciclatori di denaro sporco che si muovevano tra Sicilia, Lombardia, Svizzera e Stati Uniti.
Negli anni ’70 i mafiosi palermitani Nunzio La Mattina, Tommaso Spadaro e Giuseppe Savoca, acquistavano grosse partite di morfina in Svizzera dal trafficante turco Musullulu Yasar Avni per conto delle altre Famiglie mafiose. A Palermo erano attive numerose raffinerie illegali di eroina gestite dalla mafia. Nel 1980 gli inquirenti scoprirono per la prima volta, una in contrada Piraineto di Punta Raisi e un’altra a Trabia, gestite dal mafioso Gerlando Alberti, che venne arrestato insieme a tre chimici marsigliesi che lavoravano per lui.
La rete di distribuzione dell’eroina negli Stati Uniti era portata avanti da alcuni mafiosi siciliani emigrati durante gli anni ’60 e ’70, che vennero reclutati da Carmine Galante, boss della Famiglia Bonanno, che li usò per rilevare pizzerie e ristoranti italiani, che svolgevano un ruolo centrale nel distribuire e gestire l’eroina da Palermo.
Tutte le transazioni economiche che riguardavano il traffico di eroina si svolgevano presso banche a Lugano e a Zurigo, dove il denaro ricavato, attraverso conti correnti, veniva trasferito dagli Stati Uniti ed incassato dai mafiosi siciliani, che lo rendevano disponibile per acquistare altra morfina base.
Falcone aveva scoperto anche che Cosa nostra si era comperata, attraverso i soldi e i voti, anche i politici: prima si era comperata la Democrazia Cristiana e poi i socialisti, di cui Giulio Andreotti e Claudio Martelli erano figure di primissimo riferimento.
Il lavoro del giudice Falcone dava fastidio perché stava indagando al di sopra della mafia, stava scoprendo il rapporto tra la mafia e quella politica collusa e connivente che si era sviluppata negli anni. Falcone aveva compreso l’esistenza del “gioco perverso” e delle “menti raffinatissime” che si muovevano anche nei gangli dell’economia, delle strutture segrete, dei servizi deviati (li chiamano deviati per comodità, per nascondere il vero ruolo dei servizi segreti) e delle logge massoniche, ecco perché Falcone coniò poi la parola massomafia…
Falcone aveva capito che si trovava in un gioco più ampio, dove la mafia era solo il braccio armato di quel gioco militare perverso, che li ha sempre usati e pagati per fare i lavori sporchi, e tutto questo sarebbe emerso anche quando Falcone scoprì la trattativa occulta stato-mafia.
Giovanni Falcone aveva già fatto arrestare l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, non solo perché legato a doppio filo con Riina, Provenzano ed i corleonesi, ma anche perché ne aveva capito la funzione determinante di raccordo con altri ambienti, politici, economici e massonici, fin dentro la banca del Vaticano (Ior, banca mondiale cattolica).
Arrestando Ciancimino, Falcone viene a scoprire quei legami (al di sopra della mafia) ed anche di quei rapporti alti ed altri che da sempre legano la mafia ai poteri deviati dello stato.
Giovanni Falcone nel 1989, stava indagando su Gladio e la P2 (loggia massonica formata da alti dirigenti delle forze militari, dei Cc, e Ps). Noi abbiamo potuto sapere cosa era la Gladio e la P2 (servizi segreti), alla fine degli anni ’90 quando il parlamento decise di costituire una commissione stragi e una commissione antimafia, che ebbe la possibilità di aprire tutti i documenti militari top secret, che partivano dal 1946 fino agli anni ’90 (scoprirono i giochi sporchi fatti dai servizi segreti della Nato per conquistare il potere militare, economico, politico).
In Italia siamo in maggioranza antimilitaristi, non vogliamo ne’ guerre che uccidono i civili, e nemmeno la produzione e il business delle armi, ma abbiamo 56 basi sparse in tutte le regioni.
Quindi tutti questi documenti si sarebbero scoperti prima che la commissione stragi desecretò i documenti militari Top secret (fine anni ’90). Falcone infatti prima di essere ucciso, aveva messo sul suo computer tutto il materiale da lui scoperto, ma quando lo uccisero, qualcuno (certo un livello sopra Cosa nostra -servizi segreti), riuscì a manomettere i supporti informatici di Falcone (un personal computer Olivetti che si trovava presso il suo ufficio del Ministero di Grazia e Giustizia e l’agenda elettronica Casio SF 9000). Durante il processo nel 1996, i due consulenti che analizzarono i supporti informatici, parlarono di memorie cancellate, di file modificati e rieditati nel periodo successivo al 23 maggio. E coincidenza vuole che tra i documenti “rieditati”, vi fossero anche le sintesi delle schede di Gladio.
Falcone aveva scoperto l’esistenza di un’associazione occulta e segreta pilotata da ‘manine straniere’, che operavano nel nostro Paese in maniera illegale (Stay-Behind)!! Proprio quell’indagine è stata il motivo che ha portato alla condanna a morte del magistrato.
Sul luogo della strage dove morì Falcone, nel punto in cui venne premuto il telecomando, venne ritrovato il bigliettino col numero di un alto funzionario del servizio civile (servizi segreti). Col tempo le indagini scoprirono che l’artificiere della strage di Capaci, era Pietro Rampulla, appartenente a Cosa nostra, ma anche figura vicina ai servizi segreti e ai movimenti eversivi di estrema destra. E’ lui ad aver preparato il sofisticato telecomando che poi Brusca si trovò a premere al posto suo perché, all’ultimo momento sparì dallo scenario con la scusa di un’ impegno familiare.
Oggi grazie alla commissione stragi, i fascicoli sono stati aperti, col coordinamento della Procura nazionale antimafia, a Palermo, Caltanissetta, Reggio Calabria e Firenze. Proprio in quest’ultima Procura è stata riaperta l’inchiesta sui mandanti esterni con l’iscrizione nel registro degli indagati di Silvio Berlusconi e l’ex senatore Marcello Dell’Utri (già condannato definitivo per concorso esterno in associazione mafiosa e in primo grado, a Palermo, condannato a 12 anni per la trattativa stato-mafia).
Puntualizziamo che la mafia è un fenomeno che esiste da oltre 150 anni e nasce in un contesto di povertà, di sopravvivenza e bassa cultura, che con gli anni grazie alla massoneria (che li ha incentivati e usati approfittando del loro basso livello culturale), si è inserita in un sistema criminale integrato in cui i rapporti non si esauriscono solo tra le varie criminalità organizzate, ma con tutti gli apparati di potere. Erano le guardie del latifondismo e si chiamavano gabellotti.
Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle sono considerati dei traditori, perché oggi si trovavano al governo accanto a Forza Italia, partito che ha tra i fondatori un uomo della mafia (Marcello Dell’Utri, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa ed in primo grado per la trattativa Stato-mafia) e come leader un pregiudicato, Silvio Berlusconi, pedofilo piduista che voleva appropriarsi del potere politico e che pagava la mafia (così come dicono le sentenze), e che si trova indagato a Firenze assieme all’ex senatore (sempre Dell’Utri) per essere stato mandante delle stragi del 1993:
Nel 1993 ci furono 7 attentati in 11 mesi, con in tutto 10 morti e 95 feriti:
Il 14 maggio 1993 ci fu il fallito attentato a Maurizio Costanzo, in via Fauro a Roma.
Il 27/5/1993 ci fu la strage di via dei Georgofili a Firenze, nei pressi della Galleria degli Uffizi (foto sopra), l’esplosione, provocò il crollo della Torre dei Pulci e l’uccisione dei coniugi Fabrizio Nencioni e Angela Fiume con le loro figlie Nadia Nencioni (9 anni), Caterina Nencioni (50 giorni di vita) e lo studente universitario Dario Capolicchio (22 anni), nonché il ferimento di una quarantina di persone.
Il 27/7/1993 ci fu la Strage di via Palestro a Milano, l’esplosione di un’autobomba presso la Galleria d’arte moderna e il Padiglione di arte contemporanea che provocò l’uccisione di 5 persone.
28/7/1993 a San Giovanni in Laterano, l’esplosione di una autobomba presso la Basilica di San Giovanni in Laterano e il Palazzo del Laterano.
Sempre quel giorno, (28 luglio 1993) a Roma ci fu un altro attentato: due bombe esplosero danneggiando gravemente la chiesa di San Giorgio al Velabro e la basilica di San Giovanni in Laterano. Non ci furono vittime.
Il 23/1/1994 ci fu il fallito attentato allo Stadio Olimpico, dove ci fu l’esplosione di un’autobomba in viale dei Gladiatori a Roma, all’uscita dello stadio Olimpico. Nessuna vittima.
Secondo le indagini e i processi del 1993, le stragi rientravano in un programma di azioni terroristiche contro lo stato che dovevano essere rivendicate con sigla “Falange Armata”.
Ora siamo tutti di nuovo preoccupati perché sta girando il video di Renzi (scautino ambizioso con poco cervello) insieme a Mancino, uno dei servizi segreti!!
Che interessi occulti ci sono dietro?
Ma chi è quell’ambiguo di Marco Mancini, lo 007 filmato insieme a Matteo Renzi?
Mancini è uscito indenne dal caso Abu Omar e dal procedimento Telecom grazie al segreto di stato.
Prima dell’incontro tra Renzi e Marco Mancini in autogrill, in quel periodo Renzi stava attaccando duramente Giuseppe Conte per la questione della delega ai servizi segreti che l’avvocato non intendeva cedere, tanto che in molti adesso si stanno chiedendo cosa si è detto l’ex sindaco di Firenze con uno dei più importanti 007 nostrani? Che accordi occulti hanno stabilito?
Mancini entrato nel 1979 nell’arma dei carabinieri, nel 1985 passa al SISMI (i servizi segreti militari), dove si è occupato anche dei delitti della Uno Bianca, un’organizzazione formata quasi esclusivamente da poliziotti. La banda della Uno bianca fu un’organizzazione criminale operante in Italia, in particolare nella regione Emilia-Romagna, che tra il 1987 e il ’94 commise 103 crimini, soprattutto rapine a mano armata, provocando la morte di 24 persone e il ferimento di altre centodue, un’organizzazione militare che apparteneva alla P2.
La maggior parte dei componenti della banda armata erano membri della polizia di stato con tendenze di estrema destra.
Attualmente Marco Mancini è al DIS (Dipartimento Informazioni per la Sicurezza), dopo che il segreto di stato gli ha permesso di schivare i procedimenti giudiziari per il caso del rapimento dell’imam Abu Omar e per la vicenda Telecom-Sismi, quando venne arrestato in seguito all’indagine sulle intercettazioni illegali da parte dell’azienda.
Ora dobbiamo essere contenti perché finalmente, dopo 30 anni anche i giornalisti si sono sbilanciati e parlano di politica, massoneria e servizi segreti deviati che organizzarono le stragi di stato. Prima era ancora tutto occulto, è solo grazie alla commissione Stragi e alla commissione antimafia che tolsero il segreto di stato, che oggi possiamo sapere anche noi persone comuni, la verità su questo periodo oscuro che attraversò anche l’Italia, proprio nel periodo della ribellione e delle lotte operaie per i loro diritti e degli studenti universitari.
Pinelli, attraverso le analisi che faceva, aveva già capito che dietro alla strage di Piazza Fontana c’era lo stato, infatti quando lo arrestarono e disse agli sbirri che lui non centrava niente perché la strage di Piazza Fontana era una strage pianificata dallo stato, gli sbirri lo massacrarono di botte perché non ammetteva, come volevano loro, che era stato lui a fare la strage in Piazza Fontana. Siccome nonostante le botte Pinelli non voleva stare a quel gioco perverso, gli sbirri lo buttarono giù dalla finestra (vigliacchi – merdacce).
Vi proponiamo 2 video di approfondimento su Youtube:
Stragi di Capaci e Via D’Amelio, chi c’è dietro l’omicidio di Falcone e Borsellino?
Servizi Segreti Operazione “Blue Moon” la storia che nessuno racconta.
Solidarietà a tutti gli anarchici e anarchiche arrestati ingiustamente perché hanno lottato e lottano sempre contro la distruzione dell’ecologia e dell’ambiente, contro i poteri forti e per aver difeso i più deboli. Contro la massoneria, la borghesia – massomafia. Eliminiamo le classi sociali!!
Chi dice “STATO” dice necessariamente “GUERRA”.
La lotta per la preponderanza, che è alla base
dell’organizzazione economica borghese,
è anche la base dell’organizzazione politica.
P. Kropotkin
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)