Il 4 gennaio i mass media scrivono che Gianfranco Mascia, ecologista e fondatore del partito dei verdi, ha organizzato un presidio nazionale “di tutti i partiti antifascisti” contro l’ipotesi dell’elezione di Silvio Berlusconi come presidente al Quirinale. Alla manifestazione c’erano un centinaio di manifestanti che sventolavano diversi striscioni : “Il Quirinale non è un bunga bunga”, “Berlusconi al Quirinale: l’Italia piange, il mondo ride”.
Il segretario del Pd Enrico Letta, ha puntualizzato ai mass media (perchè non era scontato con quei venduti), che non si siederà ad alcun tavolo se in campo c’è Berlusconi. Dopo Mascia si sono succeduti sul palco vari rappresentanti del popolo viola, che si sono pronunciati tutti contro Berlusconi come presidente della rep..
Quella merda di Berluska è convinto che il centrodestra non lo tradirà, infatti ai mass media ha dichiarato: “Anche Salvini mi voterà, senza tentennamenti”. Invece quella ciellina venduta, cattosinistroide, della ministra Mariastella Gelmini ha dichiarato: “Draghi deve rimanere dov’è ed eleggere Berlusconi sarebbe un grande segnale di pacificazione nazionale”. Sia la Meloni che Salvini hanno escluso una rielezione di Mattarella, invece M5S, Pd e Leu hanno dichiarato di non poter mai votare Berlusconi, anche se quel doppiogiochista di Salvini, continua a lavorare a un tavolo con tutti i leader di centrodestra e di centrosinistra per cercare una condivisione, per dare le giuste garanzie anche ai parlamentari graditi anche a sinistra…
Il 23 dicembre quel pedofilo P2 di Berluska ha organizzato un vertice occulto del centrodestra a villa Grande, nella sua abitazione romana, insieme a Salvini e la Meloni.
Quelle merde vogliono ancora riproporsi come partiti di centrodestra (che dovrebbero essere anticostituzionali), magari governando anche col centrosinistra, gli stessi partiti che ci hanno tolto lo statuto dei lavoratori (una conquista delle lotte degli anni ’70), proponendoci il libero mercato che non garantisce al lavoratore uno stipendio equo, senza sfruttamento, siamo sempre sotto ricatto del padrone, costringendoci a lavorare tutto il giorno, fare la fame, e risognare di nuovo la bella (rapina – rubare per mangiare), per avere una vita dignitosa, coi propri diritti.
Secondo quei venduti di Enrico Letta e di Luigi Di Maio, dovremmo accontentarci di quel massone banchiere (che fa solo gli interessi delle banche) di Draghi al potere, al posto di quel pedofilo di Berlusconi, sembra di ritornare all’ambiguità della Democrazia cristiana di centrodestra e di centrosinistra degli anni ’70/’80…
I draghiani Giuseppe Conte, Giuliano Amato, insieme a Letta, D’Alema e Di Maio, vorrebbero proporre una donna al quirinale come quella faccia tosta della Meloni, o quella arretrata ciellina della ministra Letizia Moratti.
Quel salesiano di Berluska. simpatico caimano, è diventato innocuo, nessuno si ricorda più i danni politici, economici e sociali che ha creato quando era al potere!
Il piano di Berlusconi per farsi eleggere, consiste nel farsi un gruzzoletto di voti tra gli ex grillini, intortandoli con la promessa di seggi sicuri per le prossime elezioni (è questo il problema…).
Ma facciamo un po’ di storia e ricordiamoci chi è quel pedofilo piduista di Berluska (numero di tessera P2: 1816)
Il 25 settembre i mass media scrivono che Silvio Berlusconi è stato indagato dalla procura di Firenze sulle stragi mafiose del 1993. Nel 2017 Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri furono indagati a Firenze, come mandanti occulti della stagione stragista degli anni ’90. A Marzo 2019 mass media pubblicano le motivazioni della sentenza che ha condannato Berlusconi, l’ex senatore di Forza Italia, a 12 anni di carcere, alla fine del processo sulla Trattativa tra pezzi dello stato e Cosa nostra. I giudici della corte d’Assise di Palermo nella sentenza scrivono: “L’Italia ha avuto un presidente del consiglio che pagava Cosa nostra mentre sedeva a Palazzo Chigi. Almeno fino alla fine del 1994 quando la mafia aveva già mostrato il suo volto più feroce: aveva già ucciso Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino. Silvio Berlusconi elargiva denaro ai mafiosi tramite il fido Marcello Dell’Utri”.
Dell’Utri (ex parlamentare, scarcerato per motivi di salute), è stato condannato per violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello stato. Ha cioè trasmesso al I governo della II repubblica la minaccia di Cosa nostra: la promessa di altre bombe e altre stragi se non fosse cessata l’offensiva antimafia dell’esecutivo. Che in qualche modo cede. E inserisce una piccola leggina pro mafia in un decreto legge che non aveva visto nessuno. La Corte di Cassazione che ha condannato in via definitiva Dell’Utri per concorso esterno, dichiara nella sentenza: “Berlusconi sapeva dei contatti tra Dell’Utri e Cosa nostra”. D’altra parte quell’esecutivo minacciato dai boss era presieduto da un uomo che i boss li pagava da anni. Almeno fino al 1992.
Il fatto che Berlusconi pagasse Cosa nostra, come detto, era noto, ma fino ad oggi ritenuto provato solo fino al 1992, cioè prima dell’inizio delle stragi e a due anni dall’impegno politico dell’imprenditore (forza Italia nasce nel 1994). Dell’Utri (a sinistra nella foto), che faceva da intermediario, riferiva a Berlusconi riguardo ai rapporti coi mafiosi, attenendone le necessarie somme di denaro e l’autorizzazione a versare a Cosa nostra.
Le leggi a favore dei boss: il primo esecutivo guidato da Forza Italia portò avanti iniziative legislative favorevoli a Cosa nostra. perché soltanto Berlusconi, quale presidente del Consiglio, avrebbe potuto autorizzare un intervento legislativo quale quello che fu tentato con l’approvazione del decreto legge del 14/7/1994 n. 440 e quindi, riferirne a Dell’Utri per “tranquillizzare” i suoi interlocutori, così come Dell’Utri effettivamente fece.
Silvio Berlusconi, il 3/10/2019 non andrà a Palermo per deporre al processo d’appello sulla trattativa stato mafia.
L’ex Cavaliere è stato citato dalla difesa di uno degli imputati, l’ex senatore azzurro Marcello dell’Utri, condannato, abbiamo detto, in primo grado a 12 anni per minaccia a corpo politico dello stato. La corte conclude che “vi è la prova che Dell’Utri interloquiva con Berlusconi anche riguardo al denaro da versare ai mafiosi ancora nello stesso periodo temporale nel quale incontrava Mangano [mafioso che lavorava ufficialmente come stalliere per Berlusconi nella sua villa ad Arcore], per le problematiche relative alle iniziative legislative che i mafiosi si attendevano dal governo. Ciò dimostra [prosegue la corte], che Dell’Utri informava Berlusconi dei suoi rapporti coi clan anche dopo l’insediamento del governo da lui presieduto, perché solo Berlusconi, da premier, avrebbe potuto autorizzare un intervento legislativo come quello tentato da Dell’Utri per tranquillizzare i suoi interlocutori“. In realtà l’ex premier non si è fatto mai interrogare (se non una volta dal pm Antonino Ingroia nel 2012 come testimone sulla questione dei soldi elargiti a Dell’Utri) ed è indagato a Firenze con l’ex senatore per la strage di via dei Georgofili.
Nel Maggio 2019 i mass media scrivono che tra i condannati ci sono: Marcello Dell’Utri, i generali dei Ros Mario Mori e Antonio Subranni, e i boss Antonio Cinnà e Leoluca Bagarella. Secondo i giudici di Palermo, la disponibilità al dialogo di pezzi delle istituzioni accelerò l’uccisione di Falcone e Borsellino.
La trattativa c’è stata. Il patto scellerato tra pezzi dello stato e Cosa nostra è stato siglato. Questo è emerso dal duro dispositivo della Corte d’assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, pronunciato il 20/4/2018 nell’aula bunker del Pagliarelli al termine di oltre 4 giorni di camera di consiglio. Con questa conclusione processuale, formulata in primo grado, si deve confrontare adesso il processo d’appello che si è appena aperto.
Le motivazioni sono state depositate il 19 luglio dell’anno scorso, nel 26° anniversario della strage di via D’Amelio. Dopo 5 anni di udienze, boss e politici sono stati dichiarati in I grado colpevoli del reato di minaccia e violenza al corpo politico dello stato. La trattativa sarebbe stata intavolata dai carabinieri fino al 1993, dall’anno successivo in poi da Dell’Utri.
[foto in alto da sin: Massimo Ciancimino, Mario Mori, Antonio Subranni. In basso da sin: Giuseppe De Donno, Leoluca Bagarella, Marcello Dell’Utri].
Secondo la sentenza: Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno, i carabinieri condannati, agirono con “il dolo specifico di colui che abbia lo scopo di agevolare l’attività di un’associazione di tipo mafioso o che comunque abbia fatto propria tale finalità”. Gli imputati, secondo la sentenza del processo stato-mafia, stimolarono “il superamento del muro contro muro e quindi l’indicazione, da parte dei vertici mafiosi, delle condizioni per tale superamento”.
In questo modo, “si è inevitabilmente rappresentato il vantaggio che certamente sarebbe in ogni caso derivato per Cosa nostra nel momento in cui fosse venuta meno la contrapposizione frontale, la forte azione repressiva dello Stato, già culminata nelle pesanti pene del maxiprocesso e più recentemente dopo la strage di Capaci nelle misure anche di rigore carcerario del decreto legge adottato dal governo l’8 giugno 1992”.
Il riferimento sono gli incontri che Dell’Utri ebbe con Vittorio Mangano “in almeno due occasioni, la prima tra giugno e luglio 1994, la seconda nel dicembre dello stesso anno, per sollecitare l’adempimento degli impegni presi durante la campagna elettorale, ricevendo, in entrambe le occasioni, ampie e concrete rassicurazioni”. Le promesse o quantomeno la disponibilità manifestata da Dell’Utri per soddisfare le esigenze di Cosa nostra hanno contribuito all’entusiastico appoggio dato da quest’ultima in Sicilia alla nascente nuova forza politica”(Forza Italia). I giudici parlavano di un ruolo di Dell’Utri “tutt’altro che neutro, perché non si sarebbe limitato ad ascoltare e a raccogliere le richieste dei mafiosi, ma avrebbe ancora manifestato disponibilità nel farsi carico delle iniziative del governo Berlusconi”.
I magistrati ricordavano che “l’evento del reato contestato non è costituito dai provvedimenti legislativi poi adottati, ma esclusivamente dalla percezione da parte di Berlusconi, in qualità di capo del governo, della pressione psicologica operata da Cosa nostra col ricatto, esplicito o implicito che fosse, della reiterazione delle stragi”. Tra i reati contestati dalla Procura di Firenze a Berlusconi c’è anche il fallito attentato al giornalista Maurizio Costanzo, che il 14/5/’93 sfuggi all’esplosione di un’autobomba a Roma. Alla richiesta la Procura Toscana, che ha riaperto l’indagine sulla stagione stragista di Cosa nostra che comprende dagli attentati di Milano, Firenze e Roma del 1993, al fallito attentato all’Olimpico del ’94, ha risposto con l’elenco dei reati ipotizzati nei confronti del fondatore di Forza Italia.
Oltre alle stragi del Continente (bombe del 1992-’93) e al fallito attentato all’Olimpico, Berlusconi, che nella ricostruzione avrebbe agito in concorso con Cosa nostra, sarebbe coinvolto nell’intera pianificazione stragista: quindi anche nell’autobomba contro Costanzo.
Ma chi è Berluska?
Berluska ha studiato al collegio dei Salesiani, diventando poi un imprenditore senza scrupoli.
Nel 2018 (a forza di magna magna e inciuci con lo stato), era considerato il 5° uomo più ricco d’Italia. Berluska a causa dei suoi loschi inciuci è stato imputato in oltre 20 procedimenti giudiziari. Il 1º agosto 2013 è stato condannato a 4 anni di reclusione (con 3 anni condonati dall’indulto del 2006), per frode fiscale con sentenza passata in giudicato nel cosiddetto “processo Mediaset”. Il 19/10/2013 gli è stata irrogata la pena accessoria dell’interdizione ai pubblici uffici per due anni a seguito dello stesso processo. Berlusconi dopo quasi vent’anni (aprile 1994 – novembre 2013) di presenza ininterrotta nelle due camere, si ritira dal potere statale (parlamento). Adesso è l’Europa che ha riciclato Berluska: il 12/5/2018 Berluska si candida (!), e viene eletto parlamentare europeo alle elezioni europee del 2019…
Berlusconi non ha contribuito solo a imporci come passare il nostro tempo attraverso programmi televisivi mediocri, per tenerci su un livello culturale banale e renderci idioti (omologati), ma si è anche messo d’accordo per scalare il potere politico con la massoneria (P2 – formata da politici, banchieri e alte gerarchie militari, Cc- Ps) e la mafia (massomafia) per imporci il suo potere politico (Forza Italia) cattoliberale.
Ma non è finita qua! Quella merda del ‘cavaliere del lavoro’, dopo tutte le porcherie che ha fatto (accordi loschi – occulti con la mafia e i servizi segreti: trattativa stato – mafia), per arrivare al potere politico statale, ora però sappiamo chi c’era dietro di lui! Berluska il 26/1/1978 si iscrive alla loggia massonica P2 (Commissione parlamentare d’inchiesta Anselmi sulla loggia massonica P2). L’iniziazione avvenne nella sede di via dei Condotti a Roma, all’ultimo piano del palazzo che ospita il gioielliere Bulgari. La tessera di Berluska è la n.1816, codice E. Berlusconi ha negato in tribunale la sua partecipazione alla P2, ma ha ammesso di essere stato iscritto, affermando anche che la P2 “è un’associazione, paragonabile a Rotary, Lions. La P2 fu (ufficialmente) sciolta con un’apposita legge, la n. 17 del 25/1/1982.
La loggia massonica P2, non sarà stata immischiata anche nel piano militare Blue Moon? In quegli anni pieni di contraddizioni, vigeva una politica di dura repressione da parte dei governi nei confronti delle droghe, mentre contemporaneamente lo stato organizzava, attraverso piani militari occulti (top secret – segreto militare), operazioni di distribuzione e diffusione di droghe pesanti (droghe di Stato), tra i giovani per annientare le masse che manifestavano, protestavano e si ribellavano.
Diffusione di sostanze stupefacenti di vario tipo come arma segreta, per combattere quei fenomeni di contestazione giovanile (’68 – ’77), all’interno delle logiche della guerra fredda e del timore del pericolo comunista (Patto Atlantico anticomunista).
Il piano militare Blue Moon (diffusione delle droghe per annientare le masse che si stavano organizzando), fu istituito tra il 1967 e il ’69. La CIA, diretta all’epoca da James Angleton (lo stesso che dirigeva l’OSS – il servizio segreto di controspionaggio, che dal 1947 cambiò il suo nome in CIA, durante l’occupazione militare del Sud Italia negli anni tra il 1943 e il ’46) nel 1967, elaborò un piano denominato CHAOS, rientrante tra le operazioni “false-flag” (falsa bandiera), ovvero le operazioni (sporche) segrete condotte in modo da essere attribuite ad altri stati o ad altre organizzazioni…
L’operazione Blue Moon fu un’operazione sotto copertura messa in atto dai servizi segreti appartenenti al patto Atlantico anticomunista (Nato) all’inizio degli anni ’70, nell’ambito della Guerra Fredda, finalizzata a diffondere l’uso di droghe pesanti, in particolare l’eroina, tra i giovani attivisti dei movimenti giovanili di contestazione, in modo da renderli dipendenti (schiavi) e distoglierli dalla lotta politica. La strategia si attuò mediante un’operazione di “lancio” del prodotto: dapprima vennero bruscamente tolte dal mercato clandestino le droghe leggere (marijuana, hashish), al contempo si iniziò una capillare diffusione di dosi di eroina vendute a bassissimo prezzo, così da indurre i consumatori (in particolare giovani e giovanissimi), a passare alla nuova sostanza, sfruttando anche la diffusa ignoranza sui gravissimi effetti collaterali in termini di dipendenza psicofisica che essa comportava…
L’operazione Blu Moon e l’operazione CHAOS era finalizzata ad accertare, tramite una capillare infiltrazione negli ambienti giovanili della contestazione, l’influenza di comunisti sopratutto stranieri. In una seconda fase l’operazione ebbe lo scopo di generare una situazione di caos incontrollato all’interno della contestazione giovanile (in quel periodo la più temuta era il rifiuto di partire per combattere la guerra in Vietnam), mediante agenti infiltrati al fine di provocare atti di estrema violenza, incidenti e disordini. Alla convention hippy di Chicago svoltasi dal 25 al 30/8/1968, che degenerò in numerosi episodi di guerriglia, ben il 17% dei partecipanti apparteneva ad agenzie federali e organismi di intelligence (!). A tale progetto si affiancava quello di demoralizzare e rendere temporaneamente incapaci gli avversari con l’uso di droghe psicotrope e immobilizzanti. Furono diffuse a tale scopo sostanze come l’LSD (derivato dell’acido lisergico, una fra le più potenti sostanze psichedeliche) e lo STP (un’amfetamina psichedelica). La massiccia infiltrazione di agenti all’interno dei movimenti di contestazione (operai e studenti), raggiunse un alto livello di controllo interno su questi gruppi, avviando la strategia militare ( il piano militare Blue Moon era stato sperimentato prima sui soldati in Vietnam), di immissione massiccia di droghe pesanti. Il Piano militare Blue Moon prevedeva anche la diffusione di eroina nei ghetti neri che causò la sconfitta e la successiva dissoluzione dei movimenti rivoluzionari afroamericani come le Pantere Nere.
Nel 1974 si chiudeva l’Operazione CHAOS negli USA e, al fine di estendere l’operazione in Europa, la produzione di tali sostanze fu spostata nel Vecchio Continente. A Bruxelles, sotto la copertura di un centro di ricerche biomediche, in 2 anni furono prodotte 50 milioni di dosi di allucinogeni e nel 1977 fu arrestato il chimico inglese Richard Kemp. Nella sua casa furono trovati 6 milioni di dosi di LSD. Successivamente si accertò che Kemp, a metà degli anni ’70, fabbricava da solo il 50% della produzione mondiale di LSD. Kemp era un chimico, che lavorava alle dipendenze del personaggio chiave del complesso delle operazioni facenti capo a CHAOS in Europa, Ronald Stark. Ed è questo il personaggio al quale fu affidato l’incarico di realizzare quel piano anche in Italia. Siamo tra il 1972 e il ’73; la strategia della tensione (fatta di colpi di stato e stragi di stato), era già iniziata e l’Italia viveva i tragici anni piombo di quel nefasto decennio. Roberto Cavallaro era un componente della Rosa dei Venti, organizzazione segreta parallela a Gladio, inserita nel sistema difensivo NATO, e rese importanti dichiarazioni ai magistrati di Brescia (strage di Piazza della Loggia1974), di Milano (strage di Piazza Fontana 1969), Venezia (Rosa dei Venti1973). Parlò di Ordine Nuovo, organizzazione eversiva di estrema destra come protesi dei Servizi segreti deviati del SID e all’udienza del 7/1/2010, davanti alla Corte d’Assise di Brescia, disse: “Con l’Operazione Blue Moon si voleva promuovere la diffusione della droga per limitare la ribellione dei giovani”. In Italia la direzione per portare avanti l’Operazione “Blue Moon”, fu affidata proprio a Ronald Stark, in attuazione di un progetto di intervento in Europa, ordito nel 1972 nel corso di un incontro tra componenti dei servizi segreti di vari paesi europei, tenutosi in una località segreta dei monti Vosgi nella regione dell’Alsazia, al confine con la Germania.
Per dirla in breve, si trattava di un’operazione di guerra psicologica affidata, per l’Europa occidentale, all’AGINTER PRESS di Lisbona, organizzazione parallela dei servizi del Patto Atlantico che operava in funzione anticomunista. L’eroina era sino ad allora praticamente sconosciuta in Italia e l’attività delle mafie italiane (camorra e cosa nostra) si limitava a trafficarla, dalle raffinerie impiantate a Marsiglia e poi anche in Sicilia, verso gli Stati Uniti e il Canada, proprio perché mancava ancora un mercato interno. Tra il 1975 e il 1980 l’eroina si diffuse rapidamente in tutta Italia e la tossicodipendenza divenne un fenomeno endemico delle periferie urbane italiane ed europee che interessò (rovinò) un’intera generazione di giovani.
A proposito di pagliacci cattosinistroidi… Ricordiamoci di quando la politica di centrosinistra e di centrodestra si accordarono per toglierci i diritti dello statuto dei lavoratori (diritti ottenuti con le lotte degli anni ’70): la riforma del lavoro Fornero, formalmente legge 28 giugno 2012, n. 92, è una legge della Repubblica Italiana proposta dal ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero durante il governo Monti, per riformare il mercato del lavoro. (liberomercato). La legge è stata approvata definitivamente il 27/6/2012 dalla maggioranza di governo: PdL, PD, UdC (cattolici di destra), e FLI (partito fondato dal presidente della Camera ed ex leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini). Il segretario del PD Matteo Renzi, appena nominato nel 2013, tra le nuove proposte per superare la crisi economica e la disoccupazione, rese noto l’avvio di una campagna di semplificazione della normativa per agevolare e rendere più facile alle imprese il licenziamento dei lavoratori in un momento di elevato tasso di disoccupazione.
Per questo motivo, una volta giunto al governo Renzi varò riforme del mercato del lavoro, tra cui appunto il decreto Poletti e l’assai contestato Jobs Act, una riforma del diritto del lavoro in Italia promossa e attuata in Italia dal governo Renzi (scautino ambiguo e ambizioso, che ballava e giocava a destra e a sinistra pur di entrare nel potere politico), attraverso l’emanazione di diversi provvedimenti legislativi e completata nel 2016, volta a flessibilizzare il mercato del lavoro (liberomercato). Una riforma del lavoro che ci ha tolto tutti i diritti, e ci ha ridotti in schiavitù e sotto ricatto del padrone! Una riforma del lavoro della quale ancora oggi paghiamo le conseguenze.
Ai compagni/e utopisti/e che lottano in carcere e fuori per l’Anarchia e la Libertà, dedichiamo questa bella canzone, rinnovando sempre la nostra completa e viva solidarietà e complicità:
LUNA ROSSA della Banda Bassotti dal vivo
www.youtube.com/watch?v=VZWgialU2yE
Anarchia: l’unica via per cambiare questo mondo di merda!
La democrazia è menzogna, è oppressione,
è in realtà oligarchia, cioè governo di pochi
a beneficio di una classe privilegiata,
ma possiamo combatterla noi in nome
della libertà e dell’uguaglianza, e non già
coloro che vi han sostituito o vogliono
sostituirvi qualcosa di peggio.
Errico Malatesta
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)