Trattativa stato-mafia: assolta la massomafia e i boss mafiosi!

[L’analisi] Tutti i misteri della trattativa Stato-mafia. Tra condanne a morte e lotte di potere

Il 27 Aprile i mass media  scrivono che i carabinieri che fecero la trattativa stato-mafia nel ’92, sono stati assolti!! I boss invece, sono stati  rilasciati – prescritti!

Sempre il 27 APRILE  è stato assolto anche quel verme di Dell’Utri, che era già stato giudicato “per avere concorso nelle attività della associazione mafiosa Cosa nostra nonché nel perseguimento degli scopi della stessa, mettendo a disposizione della medesima associazione l’influenza ed il potere derivanti dalla sua posizione di esponente del mondo finanziario ed imprenditoriale, nonché dalle relazioni con la massomafia intessute nel corso della sua attività, partecipando in questo modo al mantenimento, al rafforzamento ed alla espansione della associazione mafiosa ”. I giudici di secondo grado scrissero però che la minaccia mafiosa ci fu (ora diventa solo tentata). Le bombe riesplosero come stragi di stato nell’ambito della ‘strategia della tensione’ nel ’92-’93, provocando morte e distruzione.

Secondo il P2ista Mori, la trattativa e gli accordi con la mafia ci furono: fu avviato “un dialogo con i vertici mafiosi finalizzato a superare la contrapposizione frontale con lo Stato che i detti vertici mafiosi avevano deciso dopo l’esito del maxi processo e che era culminata già, in quel momento, con la gravissima strage di Capaci”. Falcone fu ucciso perché aveva capito, e cominciava a parlare di massomafia, un livello superiore e più istruito, che manovrava la mafia, o meglio,  la mafia comprava (pagava in cambio di altri ‘favori’) la massoneria, per aumentare e tutelare i propri (sporchi) interessi.

Ma ricominciamo dal 1992 quando ci fu la Trattativa stato mafia, non si può cancellare tutto con una sentenza di assoluzione definitiva per i carabinieri e gli altri imputati. Perché si tratta di una storia, riportata anche nelle motivazioni della decisione della Corte d’appello di Palermo, che la Cassazione ha confermato, che non può essere processata nelle aule di giustizia: perché sono fatti che non rientrano nel Codice penale, ma appartengono alla dignità di una società che vuole essere contro la mafia. L’inizio della trattativa sarebbe riconducibile all’omicidio di Salvo Lima (foto sotto), referente politico di Cosa nostra, assassinato dall’organizzazione per non averne difeso gli interessi nel corso del maxiprocesso di Palermo, conclusosi il 30/1/1992 con la condanna definitiva di centinaia di mafiosi. Con la II guerra di mafia, si pose fine alla tradizionale convivenza tra P2, massoneria, cosa nostra e lo stato.

Le testimonianze dei boss mafiosi Salvatore Contorno e Tommaso Buscetta insieme ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, portarono all’istruzione e allo svolgimento del maxiprocesso di Palermo. Il processo di primo grado cominciò il 10/2/1986 nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone per poi proseguire con l’appello il 22/2/1989 e infine in Cassazione, dove in sostituzione del giudice Corrado Carnevale detto “l’ammazza sentenze”, il processo fu concluso il 30/1/1992. La sentenza stranamente fu molto severa e vide la condanna della maggior parte degli oltre 400 imputati a pesanti pene detentive, mentre i boss furono condannati all’ergastolo.

Il problema per lo stato e la mafia, cominciò a evidenziarsi quando il magistrato non corrotto Giovanni Falcone, dovette sostituire il corrotto giudice Carnevale nell’ambito del maxiprocesso contro la mafia.

Totò Riina (analfabeta), proseguendo nello ‘scambio di favori’ tra mafiosi e massoni, aveva ricevuto l’ordine dalla massomafia di dare inizio a una serie di azioni terroristiche contro lo stato e le istituzioni (le stragi di stato che hanno portato poi, alla morte di Falcone e Borsellino). Mammasantissima era ignorante, ma aveva capito che lo stato, con la sentenza del maxiprocesso del 1992, voleva liberarsi di loro!! Dopo averli usati per secoli (gabellotti – guardie) per i loro sporchi interessi geopolitici, economici, militari, ecc. La borghesia massomafiosa, aveva deciso di apparire come angioletti benefattori, facendo arrestare molti mafiosi, sperando sempre che non rivelino mai, che cosa è la loggia massonica P2 (il loro lasciapassare)! Il problema maggiore per la massomafia, erano i pentiti, perché finché parlavano di mafia (l’ultimo gradino), gli andava tutto bene, ma se cominciavano a parlare di massoneria (il gradino più in alto della mafia), allora cominciava a preoccuparsi… Se parlavano del ruolo sporco e gerarchico della massoneria, allora cambiava tutto all’interno di quel “mondo di sopra” senza scrupoli, ipocrita, depravato, classista, razzista, partitico e guerrafondaio! Non si vergognavano di certo, di avere usato come braccio armato la mafia, pagandola per portare a termine una serie di azioni terroristiche (eccidi!), contro politici, civili e istituzioni. La massomafia P2 aveva imposto alla mafia di rivendicare le azioni terroristiche che facevano, col nome di “Falange armata” (nuclei clandestini dello stato), per confondere le indagini e rendere più impunita mammasantissima!!

Gli sbirri (era ormai un’abitudine), dopo essersi fatti comprare da secoli da mafia, ‘ndrangheta, camorra, sacra corona, ecc, ora si trovavano ad arrestare i loro stessi ‘compari’ mafiosi (ex gabellotti, il  braccio armato, che nascono come guardie del latifondismo e che molto spesso non sapeva nemmeno leggere e scrivere). La mafia aveva capito che per accedere alla gestione del potere economico finanziario statale, dovevano, a loro volta, comperarsi, anche con regali lussuosi, le sue guardie (massomafia P2: loggia massonica segreta, formata soprattutto dalle alte gerarchie delle forze del (dis)ordine, nuclei clandestini dello stato, falange armata, gladio, doppio Sid, ecc.).

Francesco di Carlo, mafioso e collaboratore di giustizia italiano appartenente a Cosa nostra, accusato dal pentito Francesco Marino Mannoia di essere l’assassino del banchiere Roberto Calvi, dichiarò a Giovanni Falcone che nel 1980, partecipò a una riunione con, tra gli altri, Salvo Lima, il generale Santovito e l’avvocato Guarrasi (video sopra), nella quale si era discusso del mancato “Golpe Borghese. Salvo Lima era un ‘partigiano bianco traditore’ (a Washington il 24/8/1949 i partigiani bianchi firmano il Patto Atlantico anticomunista, un patto anticostituzionale, riciclando i fascisti nei loro movimenti). Salvo Lima era un cattofascista e  membro democristiano della corrente andreottiana e costituì fin dagli anni ‘60 il punto di riferimento tra la mafia e le istituzioni.

Ma specifichiamo chi era Roberto calvi

Il banchiere Roberto Calvi, dal 1975 al 1982 è stato il presidente del Banco Ambrosiano, una delle principali banche private cattoliche, al centro di una bancarotta considerata uno dei più gravi scandali finanziari italiani che coinvolse la criminalità organizzata, la loggia massonica P2, parti del sistema politico e del Vaticano. Calvi infatti è stato soprannominato il banchiere di Dio per i suoi stretti legami con l’Istituto per le Opere di Religione (IOR), la banca del Vaticano, era maggiore azionista dell’Ambrosiano. Sono rimaste avvolte nel mistero le circostanze della sua morte, che, dopo la prima frettolosa sentenza che parlava di suicidio, venne chiaramente indicata come un omicidio i cui autori sono ancora oggi ignoti.

Ma non è finita qua: Secondo le dichiarazioni di Giovanni Brusca e Antonino Giuffrè, il sindaco di Palermo e parlamentare siciliano Salvo Lima era, tramite i cugini Salvo, il diretto referente politico di Salvatore Riina e più in generale di tutti i massimi esponenti di Cosa nostra, come Michele Greco e Stefano Bontate, quest’ultimo ucciso per volere di Riina nel corso della II guerra di mafia, era per lo più incaricato della gestione degli appalti pubblici  da assegnare a Cosa nostra.

Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi). Il piano massonico «sulla  rinascita democratica» e la ve by Gli sfogliabili di LPD - Issuu

Tullio Cannella (collaboratore di giustizia) dichiarò a Falcone: Bernardo Provenzano e i fratelli Graviano abbandonarono il progetto separatista di “Sicilia Libera” per fornire appoggio elettorale al nuovo movimento politico “Forza Italia” fondato da Silvio Berlusconi. Secondo il collaboratore di giustizia Nino Giuffrè, i fratelli Graviano trattarono con Berlusconi attraverso l’imprenditore Gianni Jenna per ottenere benefici giudiziari e la revisione del 41 bis in cambio dell’appoggio elettorale a Forza Italia; sempre secondo Giuffrè, anche Provenzano attivò alcuni canali per arrivare a Marcello Dell’Utri e Berlusconi per presentare una serie di richieste su alcuni argomenti che interessavano Cosa Nostra. Anche altri collaboratori di giustizia parlarono dell’appoggio fornito da Cosa Nostra a Forza Italia alle elezioni del 1994.

Sempre nel 1994 a Milano vennero arrestati i fratelli Graviano, che si erano occupati di eseguire e organizzare le stragi (di stato) e gli attentati mafiosi: da quel momento, la strategia stragista si fermò, la mafia non volle più collaborare con lo stato e la P2!

Il 27/5/2013 è iniziato il processo relativo alla vicenda della trattativa stato-mafia. Il 20/4/2018 viene pronunciata la sentenza di primo grado, con la quale vengono condannati molti sbirri impuniti: 12 anni di carcere a Mario Mori, Antonio Subranni, Marcello Dell’Utri, Antonino Cinà, ad 8 anni Giuseppe De Donno e Massimo Ciancimino, a 28 anni Leoluca Bagarella.

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Il 27/4/2023 la Corte di Cassazione si è data da fare subito per assolvere gli ex ufficiali impuniti del ROS Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno e l’ex senatore Marcello Dell’Utri (li ha difesi la P2?) dall’accusa di minaccia a Corpo politico dello stato per “non aver commesso il fatto”, mentre l’accusa nei confronti di Leoluca Bagarella ed Antonino Cinà viene riderubricata  “tentata minaccia a Corpo politico dello Stato” e dichiarata prescritta.

Il 28 aprile 2023 il magistrato Ingroia ha dichiarato ai mass media, sulla Sentenza Trattativa Stato Mafia, che non fa giustizia. «La trattativa Stato-mafia si chiude con una sentenza dal sapore decisamente amaro. Secondo me, perfino simbolicamente pericoloso».

Ma riprendiamo  anche  la testimonianza resa nel 1995 da Roberto Cavallaro, partigiano bianco anticomunista, ex membro dei Nuclei per la Difesa dello Stato  e collaboratore del SID coinvolto nell’inchiesta sull’organizzazione golpista della “Rosa dei Venti” (la rosa dei venti fu un’organizzazione segreta italiana di stampo neofascista, collegata con ambienti militari e individuata alla fine del 1973 dalla magistratura).

Le indagini sul'operazione

L’organizzazione”, che tempo dopo la stampa battezzò “Supersid” o “Sid parallelo”, in base a considerazioni mai recepite dalla magistratura stessa, sarebbe nata negli anni ‘60 contestualmente alla progettazione del colpo di stato Piano Solo (chiamato piano Solo perché fatto solo dai carabinieri)  nel 1964. Cavallaro dichiarò anche che nel 1972 apprese dell’esistenza di una operazione della CIA in Italia, denominata “Blue Moon”, che consisteva nella diffusione di droghe pesanti: sostanze sintetiche e stupefacenti come l’eroina negli strati giovanili, col fine di destabilizzare il movimento di contestazione. Secondo Cavallaro, di questa forma di “guerra non ortodossa” se ne occupò l’Aginter Press di Lisbona, un’organizzazione sotto copertura della CIA che operava con lo scopo di addestrare militanti di estrema destra a confezionare bombe e a infiltrarsi nei gruppi rivoluzionari di sinistra. Ma non è finita qua…

Secondo il giudice istruttore Guido Salvini, titolare di diverse inchieste sulla strategia della tensione, l’uomo di collegamento con la CIA per l’operazione “Blue Moon” sarebbe stato Ronald Stark, amico personale di Timothy Leary e molto vicino ai gruppi pacifisti americani, nonché trafficante internazionale di eroina e LSD e, per questo motivo, utilizzato come infiltrato dalla CIA. Giunto a Roma nel 1972, dove venne arrestato per traffico di droga, riuscì ad avvicinare in carcere alcuni elementi delle Brigate Rosse, come Renato Curcio, e diversi esponenti della sinistra extraparlamentare.

https://www.youtube.com/watch?v=il-JA-MkR1o

Ora vogliamo riprendere le parole dei famigliari delle vittime degli eccidi mafiosi dello Stato:

29 APRILE 2023

Trattativa Stato-mafia: per noi familiari delle vittime, quegli imputati non sono eroi! I servizi televisivi e giornalistici sulla sentenza della Cassazione sulla cosiddetta “trattativa Stato-mafia” ci hanno lasciati, solo per breve tempo per fortuna, senza parole. Appena ripresi dallo shock, sono emersi in noi una rabbia e un senso di ingiustizia che non possono trovare sfogo utile se non sulla carta, attraverso l’unico strumento che ad un cittadino, soprattutto se familiare di una vittima di mafia, resta: la parola. L’assurdo è  che in Italia non è una novità, è la prassi! Quando vai a toccare il potere massomafioso (avvocati, magistrati, alti gradi delle forze dell’ordine – disordine, banchieri, imprenditori, industriali, borghesia –  grande – piccola e media),  ti rendi conto della loro impunità! Infatti di processi eccellenti finiti in assoluzioni in un’Italia mediocre, ce ne sono stati tanti: da quello per l’omicidio di Piersanti Mattarella (per i due imputati neofascisti), a quello per la strage dell’Italicus, per la strage di Piazza Fontana (per Franco Freda e Giovanni Ventura), l’assoluzione  per il principe borghese per associazione sovversiva a seguito del tentato Colpo di stato chiamato Golpe Borghese, per il “depistaggio di Via D’Amelio”. Che dire del giudice che ha avuto il coraggio, durante l’udienza preliminare, di rinviare a giudizio gli indagati del processo trattativa? O dei giudici della Corte d’assise di Palermo che addirittura li ha condannati in primo grado? Ci chiediamo come famigliari delle vittime, perché questo accanimento contro i Pm del processo trattativa e, in particolare, contro Nino Di Matteo? Che fili della tensione ha toccato? Di che crimine di lesa umanità si è macchiato? Processare le alte sfere del potere degli apparati? Far ammettere ad una serie di politici della prima (ma anche della seconda) Repubblica di aver taciuto per decenni elementi fondamentali per la storia politica del nostro Paese?

Il Patto sporco, torna il libro di Nino Di Matteo e Lodato sulla  Trattativa: "La sentenza d'Appello ha costruito un nuovo mondo' - Il Fatto  Quotidiano

Sempre l’associazione delle vittime dei famigliari morti durante gli accordi con lo stato, dichiarano per la sentenza di impunità: Ci dispiace, ma per noi quegli imputati assolti non sono eroi. Non è un eroe un politico condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, che non ha mai collaborato con la giustizia. Non sono eroi ufficiali dei cc che hanno pensato (Mori e De Donno) di intavolare una trattativa con la mafia di Bernardo Provenzano; che hanno commesso (Mori) “errori di valutazione”, come quelli descritti dai giudici nella sentenza sulla mancata perquisizione del covo di Totò Riina, errori che hanno “comportato il rischio di devianza delle indagini che, difatti, nella fattispecie si è pienamente verificato” (sentenza del processo “De Caprio + 1”, 20/2/2006); che hanno adottato (Mori) “scelte operative discutibili, astrattamente idonee a compromettere il buon esito di una operazione che avrebbe potuto procurare la cattura di Bernardo Provenzano” (sentenza del processo “Mori + 1”, il 17/7/2013), scelte che “inducono più di un dubbio sulla correttezza, quantomeno dal punto di vista professionale, dell’operato dei due e lasciano diverse zone d’ombra” (sentenza di appello del processo “Mori + 1”, il 19/5/2016); che misero in dubbio (Mori) l’efficacia omicidiaria della bomba posizionata sotto la villa del giudice Giovanni Falcone all’Addaura, tanto da far scrivere ai giudici che “resta, comunque, il dato sconcertante costituito dalla circostanza che autorevoli personaggi pubblici, investiti di alte cariche e di elevante responsabilità, si siano lasciati andare, in una vicenda che, per la sua eccezionale gravità, imponeva la massima cautela, a così imprudenti dichiarazioni le quali hanno finito per contribuire, sia pure indirettamente, a fornire lo spunto ai molteplici nemici e detrattori del Giudice di “inventare” la tesi, delegittimante, del falso o simulato attentato, avendo i vertici di Cosa nostra addirittura impartito l’ordine agli uomini dell’organizzazione di divulgare la falsa e calunniosa notizia che l’attentato ‘se l’era fatto lui stesso’ (sentenza della Corte di Cassazione sul fallito attentato all’Addaura, 6/5/2004); che ha sottoscritto, in qualità di direttore del SISDE, assieme all’allora direttore del DAP Giovanni Tinebra, quell’accordo tenuto segreto e passato poi alla storia come “protocollo farfalla”.

Così, questa feccia di merda è stata assolta (sbirri e mafiosi, la stessa cosa fuste: bastardi venduti!

Licio Gelli «Maestro venerabile» della loggia massonica P2, fu intervistato da Klaus Davi e dichiarò: «Con la P2 avevamo l’Italia in mano! Con noi c’era l’Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, i CC!! Tutte nettamente comandate dagli appartenenti alla P2.». La lista degli appartenenti alla P2 fu scoperta, il 17/3/1981 dai magistrati, durante le indagini sul presunto rapimento di Michele Sindona. L’elenco dei soggetti appartenenti alla P2 fu reso pubblico dalla presidenza del Consiglio dei ministri, il 21/5/1981.Tra le 962 persone che figuravano tra gli iscritti alla loggia massonica P2, vi erano politici, imprenditori, avvocati, dirigenti di imprese, ma soprattutto membri delle forze armate italiane e dei servizi segreti italiani.

Ma che cosa è La loggia massonica Propaganda 2?

Loggia massonica p2

E’ una loggia massonica coperta, appartenente alla loggia massonica del Grande Oriente d’Italia (GOI). Formalmente sciolta nel 1974 e ricostruita nel 1975, sotto la guida del banchiere L. Gelli, si trasformò in una potente forza occulta in grado di condizionare il sistema economico, militare  e politico italiano. La scoperta e la pubblicazione (1981) degli elenchi degli affiliati e del programma dell’associazione, aprirono un caso politico e giudiziario. La maggior parte degli affiliati appartenevano alle alte gerarchie delle forze dell’ordine – disordine.

 

E invece Alfredo Cospito, che nulla ha a che vedere con tutta quelle feccia che abbiamo preso in esame, è ancora al 41 bis: pazzesco! Vogliono che non crediamo più a niente! Vogliono mandarci in crisi esistenziale! Vogliono che ci annientiamo, che ci omologhiamo, ci massifichiamo, ci appiattiamo come dei fiori in un prato tagliato col rasaerba.

Ma noi Anarchici sognatori e utopisti, come possiamo essere ottimisti quando vediamo e capiamo cosa accade nel mondo, quali giochi economici e politici perversi ci circondano? Oggi ci sentiamo sempre più tristi e isolati, in questo contesto crudele senza sentimenti dove non si riesce nemmeno più a sopravvivere,  dove non hai nemmeno il diritto di costruire il tuo futuro, i tuoi sogni, te tocca ancora sognà solo ‘la bella’!

E quell’ipocrita pagliaccio di Mattarella, dopo che ci han tolto lo Statuto dei lavoratori, l’articolo 18 e tutti quanti i nostri diritti, imponendoci il “libero mercato” (libero sfruttamento), dichiara ai mass midia, per il primo maggio: “Non rassegnarsi al lavoro povero con bassi stipendi”. Il richiamo di Mattarella alla politica sull’occupazione prosegue con un’altra illuminante rivelazione: “La precarietà come sistema stride con la crescita”. Ma se i bassi stipendi e la precarietà li avete creati voi politici!

 

Solidarietà ai compagni/e arrestati/e

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LEO FERRE’ – Gli Anarchici – (Les Anarchistes)https://www.youtube.com/watch?v=GzpzBOkXvpI

I Cento Passi – ModenaCityRamblershttps://www.youtube.com/watch?v=pMOcn9pmz3s

Il Ballo Di Aureliano – MCRhttps://www.youtube.com/watch?v=1mOLV2w-W9s

Il Ritorno Di Paddy Garcia – MCRhttps://www.youtube.com/watch?v=impQwh4qwy4

 

Io sono quindi anarchica perché solo

l’anarchia può rendere felici gli uomini.

Louise Michel

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)