5/8/1916-5/8/2024: stanno ricominciando i conflitti imposti dalla guerra fredda!

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La sesta battaglia dell’Isonzo, chiamata anche battaglia di Gorizia, fu combattuta dal 6 agosto al 17 agosto 1916 tra l’esercito italiano e quello austroungarico, nel corso della prima guerra mondiale.

Ma per capire meglio il problema sociale e geopolitico di allora, andiamo a riprendere la Storia:

1914: l'attentato di Sarajevo e la Grande Guerra - Focus.it

Il 28 giugno 1914, durante una visita a Sarajevo, furono uccisi l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, e la sua consorte Sofia. Un mese più tardi (il 28 luglio 1914), dopo un ultimatum al Regno di Serbia, l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia. Nei primi giorni di agosto diversi stati si scambiarono dichiarazioni di guerra, dando inizio alla Prima guerra mondiale. L’Europa divenne un esteso campo di battaglia, diviso in più fronti, in quanto entrarono in guerra due blocchi contrapposti: da una parte gli imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria, Bulgaria e Turchia), dall’altra le forze dell’Intesa (Francia, Gran Bretagna e Russia). Nel primo anno di guerra l’Italia, nonostante l’adesione alla Triplice alleanza con Austria-Ungheria e Germania, rimase neutrale. Con la firma del patto di Londra tra Italia e Intesa, l’Italia uscì da questa alleanza e il 23/5/1915 dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. Si aprì il fronte sudoccidentale, lungo 600 chilometri, che dal passo dello Stelvio sul triplice confine tra Svizzera, Italia e Austria attraversava l’area montuosa del Trentino e del Veneto (il Trentino apparteneva allora all’Austria-Ungheria), le Alpi Carniche e la valle dell’Isonzo (Soča) fino al mare Adriatico. La sezione, lunga 90 chilometri, che correva lungo il fiume Isonzo dal Rombon all’Adriatico, si chiamava fronte dell’Isonzo. In 29 mesi di combattimenti, dal maggio 1915 all’ottobre 1917, in quest’area si svolsero 12 guerre; 11 da parte degli italiani, l’ultima, la dodicesima, da parte dei soldati dell’Austria-Ungheria e della Germania:

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Prima Battaglia dellʼIsonzo (23 giugno–7 luglio 1915)

Seconda Battaglia dellʼIsonzo (18 luglio–3 agosto 1915)

Terza Battaglia dellʼIsonzo (18 ottobre–4 novembre 1915)

Quarta Battaglia dellʼIsonzo (10 novembre–2 dicembre 1915)

Quinta Battaglia dellʼIsonzo (11–16 marzo 1916)

Sesta Battaglia dellʼIsonzo (4–16 agosto 1916)

Settima Battaglia dellʼIsonzo (13–17 settembre 1916)

Ottava Battaglia dellʼIsonzo (9–12 ottobre 1916)

Nona Battaglia dellʼIsonzo (31 ottobre–4 novembre 1916)

Decima Battaglia dellʼIsonzo (12 maggio–5 giugno 1917)

Undicesima Battaglia dellʼIsonzo (17 agosto–12 settembre 1917)

Dodicesima Battaglia dellʼIsonzo (24 ottobre–9 novembre 1917)

Nell’Alta valle dell’Isonzo la linea del fronte, dopo l’incertezza iniziale, si stabilizzò e si passò a una guerra di posizione. Le battaglie si svilupparono in particolar modo nella parte montana. I centri abitati che erano vicini al fronte vennero svuotati. Li occuparono i soldati, gli abitanti invece furono costretti a rifugiarsi altrove come profughi. La linea del fronte tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico correva dalla cima del monte Rombon alla conca di Bovec (Plezzo) e lungo la valle dello Slatenik fino alla catena del Krn (Monte Nero), passando per il Mrzli vrh scendeva poi nella conca di Tolmin. Mengore, Bučenica e Cvetje formavano una barriera sulla riva destra dell’Isonzo. In questo modo gli austro-ungarici difendevano un importante collegamento ferroviario e stradale con le zone interne dell’Impero. Questa zona, larga fino a 2,5 chilometri, è passata alla storia come testa di ponte di Tolmin. La linea del fronte proseguiva attraverso l’altopiano Banjška planota (Bainsizza), passava accanto a Gorizia/Gorica/Görz e attraverso il Carso giungeva fino al golfo di Trieste. Nel corso basso del fiume Isonzo (Soča), dove il paesaggio è meno montuoso che nella parte alta, avvenne la maggioranza delle battaglie dell’Isonzo. L’esercito italiano aveva previsto che lì avrebbe spezzato la difesa nemica più facilmente. Ma, nonostante questa maggiore, apparente facilità, anche sull’altopiano carsico la guerra si stabilizzò, in particolare tra il giugno 1915 e l’agosto 1916. La linea del fronte che andava dai monti Sabotino/Sabotin e Calvario/Kalvarija fino ai rilievi attorno a Monfalcone/Tržič, passando per il Monte San Michele/Debela griža e la zona di Doberdò/Doberdob, rimase sostanzialmente immutata fino all’agosto 1916, quando gli italiani riuscirono ad entrare a Gorizia, spostando parte del fronte di qualche chilometro più a est. Nella primavera ed estate 1917 l’esercito italiano organizzò le offensive più importanti dal punto di vista numerico, con l’intenzione di sfondare definitivamente il fronte, senza però riuscirci. L’ultimo atto dei combattimenti lungo l’Isonzo avvenne con la Dodicesima Battaglia dellʼIsonzo che iniziò il 24 ottobre 1917, proprio lungo il suo corso superiore. Nella storiografia austro-ungarica la battaglia è nota come “Miracolo di Kobarid”, in quella italiana invece come la famosa “Ritirata/Disfatta di Caporetto”. Ebbe inizio nella conca di Bovec con l’attacco congiunto dell’esercito austro-ungarico e tedesco. Sorpresero i soldati italiani con un bombardamento a gas asfissiante.

Maschere antigas italiane di prima generazione

Contemporaneamente iniziò l’avanzata dalla direzione di Tolmin verso Kobarid (Caporetto) e il Kolovrat. Alla rottura del fronte dellʼIsonzo seguì l’avanzata verso la pianura friulana fino al fiume Piave, dove il fronte si assestò il 9 novembre 1917. Nonostante alcuni tentativi, tra il 30 ottobre e il 3 novembre 1917, di fermare l’avanzata sul Tagliamento nelle vicinanze di Ragogna e Cornino, quasi metà dell’esercito italiano (1.500.000 soldati) fu costretta a ritirarsi fino al fiume Piave. Durante la ritirata, nelle aree tra le Alpi Giulie, il Tagliamento, la pianura friulana e le Alpi Carniche, si svolsero numerosi combattimenti. Più di 200.000 civili abbandonarono le proprie case, unendosi all’esercito in ritirata per fuggire nell’entroterra dell’Italia. Nel novembre 1917 l’esercito austro-ungarico e tedesco raggiunsero il fiume Piave e il Monte Grappa, dove i combattimenti proseguirono fino alla fine della guerra. Le due offensive lanciate dallʼesercito imperiale (Battaglia dʼArresto nel novembre‒dicembre 1917 e Battaglia del Solstizio nel giugno 1918) non riuscirono a sfondare le linee italiane. Quattro mesi dopo, lʼesercito italiano, con l’aiuto di truppe alleate, riuscì a vincere la battaglia di Vittorio Veneto approfittando anche della crisi ormai irreversibile della monarchia austro-ungarica. Il 4 novembre 1918 cessarono le ostilità sul fronte italo-austriaco. Pochi giorni dopo, lʼ11 novembre 1918, la I guerra mondiale terminò con la capitolazione della Germania. Ma la guerra ha provato anche molti morti tra civili e soldati, la popolazione civile, che dalle immediate vicinanze del fronte dovette rifugiarsi altrove, più tardi ritornò, dovette confrontarsi con un paesaggio devastato, con le proprie case distrutte e una fame spaventosa. Nella guerra del ‘15 – ‘18 morirono in totale 10 milioni di vittime (tra soldati e civili), ciò fa comprendere la dimensione mondiale della tragedia. Le cifre ufficiali parlano di 1.800.000 morti tedeschi, 1.350.000 francesi, 1.300.000 austro-ungheresi, 750.000 inglesi.

Articolo 11 - Geostorie

Il 2 giugno 1946 nasce la Costituzione della Repubblica Italiana che si posiziona al vertice della gerarchia delle fonti nell’ordinamento giuridico della Rep. ed è formata da vari articoli tra qui l’articolo 11 che enuncia come l’Italia ripudi la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni!!

Ma nonostante l’Italia ripudia la guerra i governanti italiani incentivano e sovvenzioniamo le guerre: pazzesco!! Ma cos’è, la classica presa per il culo all’italiana, dove prevale il più furbo, quello più ignorante, banale e arrogante, in un contesto sociale mediocre come livello culturale? Auguri, per noi Anarchici sognatori e utopisti, che crediamo di cambiare questo mondo troppo ambiguo, corrotto e senza sentimento.

Meloni e von der Leyen a Kiev, Zelensky al G7: "Sapete di cosa ha bisogno l' Ucraina" | Euronews

Ma non è finita qua la storia: nonostante che l’Italia ripudia la guerra e le armi, ieri, 4 agosto i mass media scrivono che quella merda arrogante cattofascista della Meloni,  HA FATTO DELLE DICHIARAZIONI ai mass media affermando che gli alleati della Nato hanno iniziato il permesso di trasferimento degli aerei da combattimento F-16 all’Ucraina. Ma nonostante tutto Zelensky non è contento e dichiara ai mass-media che “non sono sufficienti”. Diversi Paesi Nato si sono impegnati a fornire un certo numero di jet da combattimento e hanno addestrato piloti ed equipaggi ucraini per mesi. Il leader di Kiev ha chiesto alla Nato 130 F-16 per portare avanti la guerra anticomunista Atlantica e garantire all’Ucraina almeno la parità militare con la potenza aerea russa, questa guerra viene richiamata “guerra fredda” per l’inizio di un periodo di tensione geopolitica tra gli Stati Uniti e il blocco occidentale da una parte e l’Unione Sovietica e il cosiddetto blocco orientale dall’altra iniziato storicamente nel 1947 e ripreso ancora oggi come conflitto geopolitico nel 2024. Che vergogna, allora la storia non ci ha insegnato proprio niente!!

Invece di intervenire con urgenza per la pace in Ucraina, gli mandiamo le armi come gli F-16 dal costo unitario di 14,6 milioni US $ (F-16A/B) e 26,9 milioni US $ (F-16E/F), in un contesto socioeconomico dove nemmeno i sovvenzionamenti per ospedali e scuole sono sufficienti e sempre più famiglie non arrivano a fine mese.

F-16E Fighting Falcon Hasegawa 01944

L’F16 è un aereo da combattimento multiruolo, monomotore, sviluppato in origine dalla General Dynamics per l’Aeronautica Militare statunitense. Progettato come caccia leggero, si è poi evoluto in velivolo multiruolo con una massima quota raggiungibile di circa 15 000 metri. È stato scelto dalle forze aeree di 25 nazioni.

Ora vi mandiamo il testo della canzone:  

‘O Gorizia tu sei maledetta’, nota anche come ‘Gorizia’, è una canzone di guerra antimilitarista e anarchica composta durante la I guerra mondiale. E’ una canzone che fa riferimento alla Sesta battaglia dell’Isonzo in cui persero la vita circa 21 000 soldati italiani e 9 000 soldati austroungarici. La versione originale venne raccolta da Cesare Bermani a Novara, secondo la testimonianza di un uomo che l’aveva ascoltata dai fanti durante la presa di Gorizia, il 10 agosto. Nata dalla frustrazione dei soldati italiani a seguito appunto della sesta battaglia dell’Isonzo, che aveva portato alla conquista di Gorizia da parte delle truppe italiane, al prezzo però di un alto costo in vite umane; la canzone era considerata come immorale, disfattista e di stampo anti-bellico dai vertici militari italiani, che decretarono che chiunque fosse stato sorpreso a cantarla, fosse fucilato!!

La canzone suscitò all’epoca, ma soprattutto dopo, forti polemiche: come racconta Giovanna Marini (foto sotto):

Chi era Giovanna Marini: la compagna con la chitarra che andò oltre la  canzone

«Nel ’64, grazie a Nanni Ricordi, siamo andati a Festival di Spoleto con uno spettacolo intitolato Bella Ciao, dove abbiamo cantato per la prima volta dopo la guerra, in un’importante occasione ufficiale, i canti popolari di lotta che durante il fascismo erano vietati […] Michele Straniero cantò una strofa di ‘Gorizia’ che diceva: ‘Traditori signori ufficiali / voi la guerra l’avete voluta / scannatori di carne venduta / questa guerra ci insegni a punir’. Scoppiò l’inferno. Spoleto era un festival di musica classica, c’era la nipote di Toscanini, molte borghesi tra cui una che disse: ‘Non ho pagato un biglietto da mille lire per sentir cantare sul palcoscenico la mia donna di servizio’. Non si era mai vista una cosa del genere. Però c’erano anche dei partigiani: c’era Bocca, c’era Mosca e nel loggione c’era la famiglia dei Piadena, numerosissimi e comunisti. Da sopra hanno iniziato a cantare Bandiera Rossa, hanno buttato giù delle sedie, da sotto hanno incominciato a cantare Faccetta Nera…» Lo spettacolo s’intitolava Bella ciao. Un programma di canzoni popolari italiane ed era interpretato dal Nuovo Canzoniere Italiano. Si trattava di un recital organizzato da Filippo Crivelli, Franco Fortini e Roberto Leydi, su invito di Nanni Ricordi per il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Gli interpreti erano Sandra Mantovani, Giovanna Daffini, Giovanna Marini, Maria Teresa Bulciolu, Caterina Bueno, Silvia Malagugini, Cati Mattea, Michele Straniero, il Gruppo di Piadena, accompagnati dalla chitarra di Gaspare De Lama. In occasione di una replica dello spettacolo, a causa dell’esecuzione di O Gorizia tu sei maledetta, un ufficiale dei carabinieri fascista e P2, presente in sala denunciò Straniero, Leydi, Bosio e Crivelli per vilipendio delle forze armate italiane. L’episodio diede un’involontaria notorietà al Nuovo Canzoniere Italiano.

Testo:

O Gorizia

«La mattina del cinque d’agosto

si muovevano le truppe italiane

per Gorizia, le terre lontane

e dolente ognun si partì.

Sotto l’acqua che cadeva al rovescio

grandinavano le palle nemiche

su quei monti, colline e gran valli

si moriva dicendo così:

O Gorizia tu sei maledetta

per ogni cuore che sente coscienza

dolorosa ci fu la partenza

e il ritorno per molti non fu.

O vigliacchi signori ufficiali che ve ne state

con le mogli sui letti di lana

schernitori di noi carne umana

questa guerra ci insegna a punir.

Voi chiamate il campo d’onore

questa terra di là dei confini,

qui si muore gridando assassini,

maledetti sarete un dì.

Cara moglie che tu non mi senti

raccomando ai compagni vicini

di tenermi da conto i bambini

che io muoio col suo nome nel cuor.

O Gorizia tu sei maledetta

per ogni cuore che sente coscienza

dolorosa ci fu la partenza

e il ritorno per molti non fu.»

Versioni alternative

Talvolta si aggiunge, prima del ritornello finale, quest’altra strofa, aggiunta in seguito. In origine proviene dal testo di “O Venezia”:

«Traditori signori ufficiali

Che la guerra l’avete voluta

Scannatori di carne venduta

E rovina della gioventù»

Al posto di «O vigliacchi o voi che restate» spesso si canta:

«Generali o voi che dormite

con le mogli sui letti di lana

schernitori di noi carne umana

questa guerra ci insegna a punir».

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L’utopista accende delle stelle

nel cielo della dignità umana,

ma naviga in un mare senza porti.

Carlo Berneri

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Giovanna Marini O Gorizia tu sei maledetta Firenze, 8 novembre 2015https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=4_ZpOON-gUg

O Gorizia (tu sei maledetta)- Lucilla Galeazzi in “Bella Ciao 2015” a Etetradhttps://www.youtube.com/watch?v=0MmfghNSNIA

GRAZIA DE MARCHI – O Gorizia tu sei maledettahttps://www.youtube.com/watch?v=pWlNKAcJM34

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Solidarietà a tutti i compagni/e Anarchici ingiustamente incarcerati: sempre su la testa!

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Nè col potere della NATO, né col potere della Russia!!

Anarchia l’unica via!!

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