Comunicato lanciato a Draghi dal gruppo di genitori No Pfas (parte 2)

PFAS

Ieri 19/9/2024, i mass media scrivono che l’Unione europea ha deciso una stretta sulle sostanze chimiche persistenti che rappresentano un rischio “inaccettabile per la salute e l’ambiente”. Nella fattispecie, la Commissione europea ha adottato nuove norme per limitare l’uso dell’acido undecafluoro esanoico (“Pfhxa”) e delle sostanze correlate, sottogruppi delle cosiddette sostanze persistenti Pfas (per- e polifluoroalchiliche). Nella nota in cui sono annuncia le limitazioni, Bruxelles ha anche spiegato che la stretta prevede il divieto di vendita e l’uso delle sostanze nei tessuti di consumo (come le giacche da pioggia), negli imballaggi alimentari (come le scatole della pizza), nelle miscele di consumo (come gli spray impermeabilizzanti), nei cosmetici (come i prodotti per la cura della pelle) e in alcune applicazioni di schiuma antincendio.

Effetti sulla salute associati all'esposizione ai PFAS – SNPA – Sistema  nazionale protezione ambiente

La restrizione, tuttavia, non riguarderà invece altre applicazioni nei semiconduttori, nelle batterie o nelle celle a combustibile per l’idrogeno verde. Una precisazione che sembra ricalcare quanto sostenuto da Mario Draghi nel tristemente noto rapporto redatto dal gruppo di lavoro dell’ex premier per incarico di Ursula von der Leyen. A leggere il documento di Draghi, l’eventuale divieto di utilizzo di una serie di sostanze PFAS avrebbe un “impatto negativo sull’uso di sostanze necessarie per produrre tecnologie pulite (batterie ed elettrolizzatori), per le quali attualmente non esistono alternative” e “potrebbe colpire l’industria europea dei refrigeranti utilizzati nelle pompe di calore, in un momento in cui i produttori europei stanno adattando le loro linee di produzione a causa dell’avvicinarsi dell’eliminazione dei refrigeranti sintetici”. Un rischio che, alla luce della nuova comunicazione di Bruxelles, non ci sarà. La stretta, ad ogni modo, sarà operativa 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, ma entrerà in vigore dopo una transizione compresa tra 18 mesi e 5 anni, a seconda dell’uso.

Conte, Draghi e la lezione di Goria - Agenpress

È incentivato come potere sia dall’élite di centro sinistra che dall’élite di centro destra (soprattutto da Salvini) e applaudito dalla stampa internazionale. È ancora Mario Draghi (al centro nella foto), l’uomo incaricato di traghettare l’Italia fuori dalla pandemia e di gestire la campagna vaccinale oltre ai 200 miliardi del Recovery Fund!! Ma come si può fidarsi di Draghi?  Ci sono 5 ottime ragioni per guardare con molta attenzione il nuovo premier incaricato senza tralasciare il suo passato:  Nel 1983 venne scelto come consigliere di Giovanni Goria (a destra nella foto), rampante ministro del Tesoro del I governo presieduto da Bettino Craxi. Uno degli esecutivi che hanno portato all’esplosione del rapporto deficit/pil. Nell’anno in cui Draghi lavorò al fianco di Goria, questo indice passò dal 68,38% al 74,40%. Sarebbe una follia attribuirgli la colpa di ciò, però è opportuno segnalare che dopo quel folgorante tirocinio, Draghi è stato addirittura promosso a Direttore Generale del Ministero del Tesoro nel 1991 e riconfermato da ben 8 governi di opposti schieramenti politici, come Berlusconi, Prodi, D’Alema e dagli esecutivi tecnici Amato, Ciampi e Dini. Un ampio appoggio che gli ha permesso di dare il via alla stagione delle privatizzazioni, cioè alla vendita delle aziende statali. Alcune delle quali (erano dei carrozzoni pieni di debiti – vedi la SME) meritavano di essere scaricate ai privati, la vendita invece di altre società (come Autostrade, Ilva, Telecom) ha generato più danni che benefici e dopo vent’anni ne stiamo ancora pagando le conseguenze.

How Goldman Sachs grew up: 25 years since Wall Street's elite firm went  public

Nel 2002 lascia il ministero e passa a Goldman Sachs, una delle più forti banche d’affari del pianeta. Ma il problema sta nel rapporto pregresso che Goldman Sachs aveva con le figure a cui poi ha offerto un lavoro. E questo è anche il caso di Draghi. Difatti durante la vendita delle società statali italiane o nella fissazione dell’offerta pubblica, Goldman Sachs ha ricoperto il ruolo di Advisor, cioè di consulente per conto del governo. In questo modo, questa banca d’affari ha potuto aiutare determinate aziende ad acquisire a prezzi ribassati nuove società, aumentando così il valore di mercato delle stesse. In seguito, la Goldman Sachs incentivava i propri clienti ad investire in queste aziende incassando così laute percentuali su ogni compravendita dei titoli. Come per esempio accadde col Gruppo British America Tobacco, il quale nel 2002 mise le zampe (grazie anche al parere positivo della Goldman Sachs) sull’Ente tabacchi italiani diventando così la seconda quota più larga nel mercato italiano del tabacco.  Tra il 2010 e il 2011 scoppia la crisi dei debiti sovrani. Gli speculatori iniziavano a scommettere sulla tenuta del debito pubblico dei cosiddetti Paesi Pigs, in particolare sull’Italia e sulla Grecia. Ed è proprio sul tavolo del presidente del consiglio, all’epoca Silvio Berlusconi, che venne recapitata una lettera firmata da Trichet e Draghi, rispettivamente l’ex e il futuro Presidente della Banca centrale europea (Bce). In questa missiva veniva chiesto all’Italia di effettuare “la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali (…) attraverso privatizzazioni su larga scala” e di “riformare il sistema di contrattazione salariale  [eliminando lo statuto dei lavoratori per imporci il libero mercato], in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende,  rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione”. Tradotto: delegare ai privati la gestione del servizio pubblico e limitare il ruolo dei sindacati. Una scelta sposata in pieno dai governi che si sono succeduti (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni). Personaggi che ora lucidano le scarpe al suo passaggio [gli leccano il culo tutte le volte che caga]. Un’altra grande incognita riguarda il programma. Quali sono le ricette che propone Mario Draghi? Austerità e rigore come hanno chiesto nel corso degli anni i suoi amici in Europa all’Italia? Tutto dipenderà dalle forze politiche che sosterranno il suo governo, Draghi però ha fatto appello a tutti i partiti presenti in Parlamento senza veti. Quindi per il premier incaricato sembra quasi indifferente governare con i 5 stelle oppure con Forza Italia. Qual è la visione di Draghi sul Recovery Plan? Dobbiamo prendere tutti gli 800 miliardi del Pnnr oppure, come ha dichiarato Salvini, dobbiamo rifiutare la quota di fondi europei a debito? Qual è la posizione sul reddito di cittadinanza? Ne aumentiamo le risorse, come propongono i 5 Stelle, oppure lo aboliamo come tentò di fare Forza Italia con una raccolta firme? Sulla giustizia dobbiamo accartocciare la riforma Bonafede sulla prescrizione, come chiede a gran voce la quasi totalità dei partiti, oppure dobbiamo approvarla senza tante storie? Il massomafioso Draghi piaceva a Berlusconi, piace a Renzi, Salvini, alla sinistra in barca a vela e alle cancellerie europee. Forse questo più di tutto il resto ci può far capire chi sia Mario Draghi e perché non possiamo fidarci di lui.

Draghi premier? Si può fare, parola di Berlusconi | Il Foglio

Mario Draghi, le ombre del banchiere che vuole governare l’Italia.

Dal 1992 a oggi, dopo 29 anni di privatizzazioni, l’Italia non ha mai conosciuto una perdita economica così ampia e un così netto aumento della disoccupazione, essendo passate all’estero le sue principali fonti di produzione di ricchezza: le industrie strategiche, i servizi pubblici essenziali, le fonti di energia e le situazioni di monopolio, di cui all’articolo 43 della Costituzione. L’Italia è divenuta un luogo dove i ricchi stranieri fanno shopping di esperienza e tecnologia e, nello stesso tempo, acquisiscono profitti, lasciando sul posto pochissime possibilità di lavoro, licenziamenti in massa, debiti, strutture fatiscenti, miseria.

BCE e G30: sotto indagine legami Draghi con alta finanza

Mario Draghi fa parte del “Gruppo massonico  dei Trenta” (il G30 è un’organizzazione internazionale di finanzieri e accademici che si occupa di questioni economiche nei settori pubblico e privato). Figuriamoci se questa merdaccia presuntuosa senza scrupoli non si è formato in qualche loggia occulta, una di quelle logge massoniche che Il magistrato Falcone aveva definito “massomafia”, cioè quella classe sociale medio alta sconfitta dalle varie rivoluzioni borghesi (monarchia e nobiltà varie), cioè: imprenditori, banchieri, politici, industriali, servizi segreti, come ad es. la P2 (Propaganda 2). Ma le malefatte di Draghi non sono finite qua: Draghi col presidente della Rep. Sergio Mattarella, nel 2022, ha autorizzato alla commissione stragi a desegretare il segreto di stato su documenti fondamentali riguardanti l’organizzazione Gladio e la loggia P2, in riferimento alle infiltrazioni nei movimenti di sinistra e agli attentati perpetrati durante gli anni di piombo e alla strage di Bologna. L’intento sarebbe quello di far luce sulle piste di indagine che portano a ricostruire il coinvolgimento del terrorismo di stato (nero).

Quando si muovono queste merde massomafiose senza scrupoli che si nascondono dietro alla fede cattolica (ricordiamoci che Gesù Cristo sarebbe stato ucciso e messo in croce da altri poteri, si uccidevano tra di loro per il potere economico, politico, religioso e militare): dobbiamo allarmarci!!

Settant'anni fa, la Massoneria si risveglia a Cagliari, di Gianfranco  Murtas | Fondazione Sardinia

Il 30 e 31 ottobre 2021 Roma ha ospitato l’annuale vertice massonico (come classe sociale dei presenti) del G20. Draghi e gli altri leader hanno discusso principalmente del cambiamento climatico, della pandemia di COVID-19 e della ripresa globale post-pandemia in termini sanitari, economici e politici. Gli unici leader che non hanno partecipato al G20 sono stati il leader cinese Xi Jinping e il Presidente russo Vladimir Putin.

7 settembre 2022: La congiuntura politica che ha prodotto la caduta del governo Draghi dimostra l’esistenza di contraddizioni significative all’interno della borghesia italiana, che si riflettono all’interno dei suoi partiti di riferimento (centro destra – centro sinistra) e nel sistema politico borghese.     Quest’ultimo, in Italia come in altri paesi europei, si regge su un delicato equilibrio che vede ciascuno dei partiti parlamentari e di governo nella posizione di dover rendere conto, allo stesso tempo, ai “piani alti”, cioè ai settori capitalistici dominanti, e alla propria base elettorale nell’ottica di un costante lavoro di costruzione del consenso di massa, la cosiddetta “campagna elettorale perenne” che caratterizza oggi le democrazie borghesi. Nel combinarsi di questi fattori vanno ricercate le ragioni della frattura interna al Movimento Cinque Stelle e della condotta dei partiti del centro-destra, che alla fine ha fatto sì che il governo di Mario Draghi, cioè il governo della “unità nazionale” acclamato a gran voce da Confindustria, rassegnasse le dimissioni. La prima ragione della caduta del governo è confinata alla sfera “politica”, cioè va ricercata nella scelta di alcuni partiti di perseguire la propria agenda, divergente da quella del governo. Il M5S di Giuseppe Conte, al costo della scissione filo-governativa di Luigi Di Maio, ha ritirato l’appoggio al governo mosso dalla volontà di ricostruire il proprio consenso elettorale, rispolverando l’immagine falsa di “movimento” di protesta e facendo leva su una serie di temi simbolo del M5S, a partire dalla difesa del reddito di cittadinanza. La miseria di questa operazione è particolarmente evidente se si pensa ai temi utilizzati a pretesto dal M5S, che ha aperto la rottura politica col governo Draghi con una polemica sui termovalorizzatori, dopo averlo sostenuto su tutte le scelte strategiche fondamentali, dalla gestione del PNRR alla partecipazione italiana alla guerra imperialista in Ucraina, votando persino un nuovo invio di armi a sostegno dell’esercito ucraino pochi giorni prima della crisi di governo.

Aumenta il consenso all'invio di armi a Kiev. Più freddo chi vota FdI - la  Repubblica

Similmente, la condotta del centro-destra è stata orientata, pur con motivazioni diverse, dalla volontà di andare al voto per capitalizzare in anticipo il consenso ampiamente maggioritario che da tempo emerge in tutti i principali sondaggi. Se Fratelli d’Italia chiedeva da tempo nuove elezioni, per la Lega di Salvini e per Forza Italia, andare ad elezioni anticipate era anche il modo per impedire che Fratelli d’Italia divorasse ciò che restava dei loro consensi. Il PD, per contro, ha perseguito con coerenza il proprio tentativo di presentarsi agli occhi della borghesia italiana come il partito più affidabile e “responsabile”, schierandosi in difesa del governo Draghi. Gli eventi delle ultime settimane vanno compresi, soprattutto, anche tenendo in conto il contesto della guerra imperialista in Ucraina. L’“unità nazionale” che Draghi incarnava non era solo quella tra il “popolo” e i padroni, ma anche e soprattutto quella che vedeva la convergenza di tutte le fazioni e i settori della borghesia italiana, sulla base dei loro interessi comuni. In nome di questa unità nazionale e della fedeltà all’alleanza euro-atlantica, questo governo è stato capace di approvare le sanzioni alla Russia, che danneggiano una parte consistente dell’imprenditoria italiana. Il protrarsi della guerra in questo contesto fa scricchiolare questa unità nazionale; non è difficile dunque percepire nella condotta del M5S e del centro-destra un’eco dei malumori di quelle frange di borghesia, tutt’altro che insignificanti, che più di altre pagano il prezzo di questa fedeltà alla NATO atlantica anticomunista. Il fatto che a minare la stabilità del governo Draghi siano stati il M5S, la Lega e l’area di Forza Italia fedele a Berlusconi (al costo di una scissione), cioè i settori storicamente più legati all’industria Russia e al suo governo, è un dato eloquente che non può essere ignorato. Infine, nel calcolo di Mario Draghi, che rassegna le dimissioni dicendosi indisponibile a stare dietro ai giochi di palazzo tra i partiti che lo sostenevano, c’è la consapevolezza che i prossimi mesi vedranno l’esplosione delle contraddizioni sociali generate dall’aumento del costo della vita, dei costi degli approvvigionamenti energetici, dalla spirale inflazionistica che vede il 9,8% di inflazione nella UE, l’8,9% nell’Eurozona, il 7,9% in Italia.

Altan, in mostra le vignette sulla crisi - 20 di 22 - Repubblica.it

Dopo aver orchestrato tutte le direttrici fondamentali della gestione capitalistica dei prossimi anni, il cui prezzo sarà pagato dai lavoratori e dai settori popolari, quella merda di Draghi fugge via, in tempo per non assumersi pienamente le responsabilità delle politiche antipopolari dell’ultimo anno e non bruciare la possibilità di una sua futura elezione a presidente della Rep. Con questa mossa, la borghesia italiana tenta di gestire la crisi politica, economica e le ricadute che le scelte di questi mesi avranno sulla vita di milioni di persone con un governo che, quantomeno, potrà presentarsi come “legittimato” poiché prodotto delle nuove elezioni. Centro-destra e centro-sinistra sono d’accordo su tutte le principali scelte economiche e strategiche condivise dai settori dominanti della borghesia italiana, al punto che pur di presentarsi come contrapposti l’uno all’altro sono costretti a utilizzare strumentalmente temi come l’immigrazione, i diritti civili o, da parte del PD, il richiamo alla tradizione antifascista contro il pericolo di destra. Tanto la scelta del M5S di puntare sul reddito di cittadinanza quanto le proposte che da più parti si levano invocando il salario minimo (proposto da tutti nelle elezioni politiche del 2018 e poi sparito dal dibattito) testimoniano la necessità, da parte di tutti i partiti borghesi, di ricercare il consenso tra i larghissimi strati della popolazione colpiti dalle politiche antipopolari e dalla povertà. Significativamente, la guerra in Ucraina fa tornare nel dibattito elettorale la collocazione internazionale dell’Italia, al punto che i partiti più atlantisti si affrettano a dichiarare la propria fedeltà allo schieramento euro-atlantico, e i settori più “critici” sulla condotta del governo Draghi si premurano comunque di precisare che la loro critica non mette in discussione la presenza dell’Italia nella NATO e nell’UE.  Il centro-destra (che è andato al potere anche se è anticostituzionale) è stato, assieme ai 5 Stelle che lo hanno incentivato fino a ieri, tra i principali artefici della caduta del Governo Draghi e l’intera coalizione ad oggi risulta quella in testa ai vari sondaggi. Da una parte Forza Italia e Lega in questi anni hanno perso progressivamente consensi, chiusi nella morsa mortale delle scelte impopolari varate dal Governo Draghi, in particolare in relazione a quei settori storicamente più filo-russi dopo le scelte dell’esecutivo nel sostegno all’Ucraina e nelle sanzioni nei confronti della Russia. Dall’altra, la (finta) opposizione “responsabile” di Fratelli d’Italia all’ultimo governo, nonostante ne abbia sostenuto tutte le principali politiche, ha portato il partito della Meloni ad accumulare una quantità notevole di consenso, rendendolo a livello di sondaggi, primo partito anche se notoriamente anticostituzionale.

Avvertimento di Salvini agli alleati di governo: “Nella Ue sto con Le Pen”  - la Repubblica

Lo spostamento a destra dell’asse della coalizione, proprio per la natura e per le posizioni di FdI, sta facendo emergere una destra “nuova” simile al quella dei partigiani bianchi che hanno tradito la rivoluzione già allora (!!), sul modello della Le Pen (a destra nella foto) in Francia, che ormai ha progressivamente abbandonato le posizioni euroscettiche, con una collocazione fortemente euroatlantica  (molto vicina agli USA e per una maggiore integrazione dell’Italia nella NATO) e nei fatti estremamente conseguente ai settori dominanti della borghesia italiana. Il Partito Democratico, dopo la sconfitta nelle elezioni del 2018 sta progressivamente riconquistando consensi ritornando ad essere tra i primi partiti. In questi anni, e ancor più durante il governo Draghi, il PD si è confermato come il partito della stabilità, esecutore e garante delle volontà del capitale monopolistico, subendo in misura minore le oscillazioni della politica, assicurando la solida adesione all’Unione Europea e alla NATO e la realizzazione di politiche antipopolari; cercando il minor conflitto sociale possibile, anche in virtù di una maggiore capacità di permeabilità nei sindacati, di una parvenza progressista e di un legame ideale con la sinistra. Legame che oggi il vertice del PD punta a rafforzare, almeno sul piano delle apparenze, anche per la necessità  di evitare la polarizzazione di forze su una lista alla sua sinistra.

E ora dopo le malefatte di Draghi dobbiamo cuccarci anche le voglie di quell’esoso ipocrita ignorante massone di Emanuele Orsini (foto sotto), presidente degli industriali che il 18 settembre dichiara ai mass media: “Troppi errori nel green deal, basta morti sul lavoro”. Il presidente Orsini di Confindustria dichiara ed esorta a fare”scelte coraggiose”, a partire dal ritorno del magna magna per incentivare il nucleare, e chiede di rendere permanente il taglio al cuneo fiscale. Secondo il massomafioso Orsini il taglio del cuneo fiscale deve essere reso strutturale, bisogna dare attenzione a giovani e donne (aria fritta) e dare seguito agli investimenti sul Ponte dello Stretto” (ancora? Alè, se magna!!).

Orsini presidente. Il nuovo corso di Confindustria - il Giornale

Ma non è finita qua l’analisi economica, sociale e politica: La crisi finanziaria del 2010-2024, valica l’oceano e si viene a saldare in Europa con un’altra disfatta, che ne moltiplica i danni: quella dei debiti sovrani, che vede in prima linea la Grecia (con Irlanda, Portogallo, Cipro) ma pericolosamente esposta anche l’Italia, cronicamente affetta da un debito. L’austerità si farà sentire, ma sarà niente in confronto alle cure draconiane imposte dall’Europa ad altri Paesi. Seguono anni di relativa quiete, ma l’inizio dell’attuale decennio è sconvolgente: il Covid semina lutti, paura e una crisi economica mai vista, la ripresa è caparbia ma funestata dall’aggressione russa contro l’Ucraina che farà impennare (con altri fattori) l’inflazione oltre a seminare morte e distruzione, infine il 7 ottobre 2023 Israele, invece di ricordarsi le tante ingiustizie subite dai nazifascisti, si mette ad attaccare e fare la guerra contro la povertà ai Palestinesi, per rubargli i territori e tutte le risorse, e renderli ancora più poveri, o meglio, per annientarli spietatamente.

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Ogni potere presuppone qualche forma

di schiavitù umana, perché la divisione

della società in classi superiori e inferiori

è tra le condizioni primarie della sua esistenza.

R. Rocker

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Solidarietà alle compagne e ai compagni anarchici ingiustamente arrestati

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Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)

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