Una serie di inchieste giornalistiche condotte da quotidiani come L’Unità e la Repubblica, indicarono Gladio come un’organizzazione con finalità eversive ed avanzarono un suo coinvolgimento nel colpo di Stato del Piano Solo e negli attentati ascrivibili alla strategia della tensione (rapimenti di persone importanti soprattutto politici, colpi di stato e stragi di stato per incolpare gli anarchici e la sinistra – terrorismo psicologico, ecc.).
Il segreto militare del Patto Atlantico anticomunista dell’organizzazione militare Nato, la commissione stragi lo tolse dopo 50 anni di segreto militare. Dopo la divulgazione del segreto di stato, ci fu anche la dissoluzione dell’Unione Sovietica e la fine ufficiale della guerra fredda (Nato contro Russia). Gladio era conosciuta e nota nell’ambito dei vertici politici, dei ministri competenti, dei vertici militari e dei servizi segreti. Nel 2000 il rapporto del gruppo «Democratici di Sinistra-L’Ulivo», stilato in seno ad una Commissione parlamentare, concludeva che la strategia della tensione era stata sostenuta dagli USA per «impedire al PCI, e in certo grado anche al PSI, di raggiungere il potere esecutivo nel paese», identificando anche i Nuclei per la Difesa dello Stato (o «Rosa dei Venti», una sorta di seconda Gladio diretta dal colonnello Amos Spiazzi ed operativa tra il 1968 e il 1973), non come un gruppo autonomo, ma come una delle operazioni organizzate da Gladio.
La commissione stragi ha messo in evidenza che il simbolo della Gladio, che compare nello stemma dell’organizzazione paramilitare, era stato adottato anche dalla Repubblica Sociale Italiana: l’utilizzo del gladio romano, contornato da fronde di quercia, da portare sulle mostrine dell’uniforme dell’esercito nazionale repubblicano, fu introdotto nel settembre del 1944.
A Porto Marghera nel 1973 precipitò l’aereo Douglas C47 Dakota, nome in codice Argo 16 (foto sopra), utilizzato per il trasporto dei gladiatori. Il 1º ottobre 1956 invece era stata costituita, nell’ambito dell’Ufficio «R» del SIFAR, la V Sezione, denominata in codice S.A.D. (Studi Speciali e Addestramento del Personale), ai cui responsabili venne demandato il ruolo di Coordinatore Generale dell’Operazione Gladio. La V Sezione rimase in carico all’ufficio «R» anche dopo la nascita del SID (servizio segreto Italiano), per trasformarsi nella VII Divisione del SISMI (servizio informazioni e sicurezza militare) nel 1980, sotto la direzione del generale Giuseppe Santovito dal 1978, al 1981, quando poi fu travolto dallo scandalo della Loggia Massonica P2.
Alle dipendenze della S.A.D. vennero posti il Centro addestramento guastatori (C.A.G.) e la struttura segreta Stay-behind (stemma sotto). Nel corso della trasmissione televisiva Telefono giallo nel 1990, il gen. Geraldo Serravalle, direttore della S.A.D. (e quindi responsabile della struttura Gladio) dal 1971 al ‘74, dichiarò che, malgrado sia largamente diffusa l’opinione che l’aereo sia stato sabotato dai servizi segreti israeliani del Mossad, è probabile che l’esplosione sia attribuibile ai gladiatori che rifiutavano di consegnare le armi a seguito dello smantellamento dei depositi clandestini Nasco.
Tra il 1985 ed il 1987 vengono costituiti nuovi Centri occulti militari per l’Addestramento Speciale (C.A.S.), affiancati a quelli già esistenti di Udine, Centro Ariete nato nel 1957, e di Roma, Centro Orione (del 1959). Stiamo parlando del Centro Libra di Brescia (1985), del Centro Pleiadi di Asti (1986) e del Centro Scorpione di Trapani (1987). Nel 1986, su direttiva del ministro della difesa Spadolini (a destra nella foto sotto), e su iniziativa dell’allora colonnello Paolo Inzerilli (direttore della VII Divisione del SISMI), fu creato il Gruppo Operazioni Speciali (G.O.S.), indicato anche come «Nucleo K» o «Operatori Speciali del Servizio Italiano» (O.S.S.I.), un gruppo di specialisti nelle operazioni di guerriglia e di controguerriglia, selezionati tra alcuni corpi speciali delle Forze armate, per operazioni speciali del Sismi, che avevano anche lo scopo di addestrare ciclicamente i civili appartenenti a Gladio presso i cinque C.A.S.
Ma non è finita qua: a partire dal 1959 la CIA iniziò a trasportare a Capo Marrargiu una notevole quantità di materiale bellico, tra cui: armi portatili, munizioni, fucili di precisione, bombe a mano, esplosivo plastico C4, binocoli e radiotrasmittenti. A partire dal 1963 si decise di interrare questo arsenale in 139 depositi occulti (top secret: hanno messo il segreto militare) detti in codice Nasco, localizzati in modo particolare nel Nordest: 100 nel Friuli-Venezia Giulia, 7 in Veneto, 5 in Trentino, 11 in Lombardia, 7 in Piemonte, 4 in Liguria, 2 in Emilia Romagna, 1 in Campania, 2 in Puglia. Tra il 1972 e il ‘73 iniziò il loro smantellamento in quanto questi luoghi non erano ritenuti più sicuri, dopo il ritrovamento casuale di un Nasco nei pressi di Aurisina (Trieste): i rimanenti finirono sotto le fondamenta di nuovi edifici, chiese e cappelle, diventando in diversi casi irrecuperabili. In caso di necessità, il materiale bellico contenuto nei Nasco sarebbe stato utilizzato dai Nuclei di Gladio e dalle Unità Pronto Impiego, queste ultime specializzate in attività di guerriglia: le UPI avevano a disposizione ulteriori armi “ereditate” dalle Brigate Osoppo (partigiani Bianchi) e poi nascoste in 48 caserme dei carabinieri, ubicate soprattutto in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto. Nel corso degli anni successivi la scoperta dell’organizzazione Gladio è stata citata in molti processi e indagini per omicidi e stragi, pur senza conseguenze.
La Gladio è stata associata al rapimento e l’omicidio di Aldo Moro, l’omicidio del giornalista Mauro Rostagno (ucciso da Cosa nostra nel 1988), l’omicidio della giornalista Ilaria Alpi (foto sotto a sinistra di Rostagno) e del cineoperatore Miran Hrovatin, la misteriosa morte di Enrico Mattei (sopra), della strage di Stato Alcamo Marina, la strage di Stato di Bologna e la strage di Stato di piazza della Loggia, della strage di Stato di piazza Fontana, della strage di Stato di Brescia e Firenze.
Nel 1990 il giudice Giovanni Falcone stava indagando su Gladio e sulla P2 massomafiosa e sulla sua implicazione negli omicidi Mattarella, Reina e La Torre; il magistrato Ferdinando Imposimato ha affermato che il giudice Paolo Borsellino è stato ucciso perché sapeva delle indagini di Falcone sull’organizzazione Gladio.
Il gen. Paolo Inzerilli (foto sopra), ufficiale del Sismi e responsabile di Gladio dal 1974 al 1986, ha affermato che durante il sequestro Moro, l’organizzazione Gladio fu sensibilizzata ma non attivata (eppure diedero il permesso a Moretti di uccidere Moro). Inzerilli rese noto in una intervista il fatto che nell’aprile 1978, durante il sequestro Moro, sono spariti alcuni documenti top-secret contenenti notizie riservate della struttura Stay-Behind (stemma sotto), conservati nella cassaforte del ministro della Difesa. Afferma Inzerilli che si tratta «dell’informativa completa messa a punto da me, allora capo della Gladio, che, misteriosamente scomparsa, ricomparve nel 1980 […] Le carte tornarono nel mio ufficio il 16/7/1980, accompagnate da un biglietto firmato dall’aiutante del ministro della Difesa, ammiraglio Staglianò. Dunque, non si erano perse! Che cosa ne sia stato però, non saprei dirlo».
Nel 1991 l’onorevole Luigi Cipriani, membro della Commissione stragi, raccolse la testimonianza di Pierluigi Ravasio, ex agente del Sismi ed ex appartenente a Gladio, essendo stato addestrato a Capo Marrargiu, il quale rivelò che un suo superiore, il colonnello del Sismi Camillo Guglielmi (foto sotto), la mattina del 16/3/1978, intorno alle ore 9, si trovava nei pressi di via Fani, dove fu organizzato l’agguato ad Aldo Moro. In una successiva inchiesta sull’operazione Gladio, i magistrati militari Sergio Dini e Benedetto Roberti hanno rintracciato documenti comprovanti i legami del colonnello Guglielmi col Sismi fin dagli anni 1972-‘73, oltre al suo ruolo di istruttore in corsi speciali organizzati dal Sid, presso la base di Gladio a Capo Marrargiu. Dall’inchiesta dei due magistrati emerse altresì che Guglielmi si era recato in via Fani su richiesta del gen. Pietro Musumeci, sulla base di una informazione fornita da un infiltrato dei servizi segreti nelle BR.
In occasione della Seduta del 7/10/2015, della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, il Sostituto Procuratore della Rep. Sergio Dini ha dichiarato che «Guglielmi, nel 1965 partecipò alla prima esercitazione di personale dell’Ufficio D a Capo Marrargiu. Non c’è solo la citazione «Guglielmi presente a Capo Marrargiu», ma ci sono diversi documenti in cui viene indicato esattamente il programma del corso e, giorno per giorno, quello che è stato fatto. Si andava appunto da tecniche di imboscata e guerriglia urbana a tecniche di trappolamento ed esplosivi su materiale ferroviario. Sono due le fasi in cui il personale dell’Ufficio D va a Capo Marrargiu: nel 1965-‘66 ci sono 4 corsi, a uno dei quali partecipa Guglielmi; nel ‘72-‘73 se ne tengono altri con le stesse caratteristiche e lo stesso tipo di programma, ossia guerriglia urbana, bottiglie incendiarie, tra l’altro, cariche esplosive su materiale ferroviario, tecniche di sovversione, propaganda, tutto ciò che riguardava attività di carattere interno, di guerra interna».
L’organizzazione Gladio è stata messa in relazione anche alla P2, la loggia della massoneria ‘deviata’ con finalità eversive. Gladio è stata collegata alla P2 di Licio Gelli e anche al Noto servizio, un super-servizio segreto soprannominato Anello, a capo del quale ci sarebbe stato Giulio Andreotti. Licio Gelli dichiarò: «Giulio Andreotti sarebbe stato il vero “padrone” della Loggia P2? Per carità… io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello».
Il Centro Scorpione invece era un centro d’addestramento speciale di Gladio a Trapani diretto dal maresciallo Vincenzo Li Causi, utilizzava il campo volo di Trapani Milo, dove il giornalista Mauro Rostagno aveva filmato il caricamento di casse di armi per la Somalia su un aereo militare. Il giornalista fu ucciso due mesi dopo.
Nel 1989 il professore palermitano Alberto Volo, esponente di Terza posizione ed amico fraterno del leader neofascista Francesco Mangiameli (assassinato dai NAR nel 1980), raccontò al giudice Giovanni Falcone di appartenere alla “Universal Legion”, una sorta di Gladio ante litteram che sarebbe stata coinvolta nell’omicidio del presidente della regione siciliana Piersanti Mattarella e di cui avrebbero fatto parte giudici, politici e militari, tra cui l’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco e il generale Paolo Inzerilli. Nel 1996 il collaboratore di giustizia Francesco Elmo, già studente universitario con simpatie di destra e poi faccendiere implicato in vari traffici illeciti, confessò ai PM di Trapani di aver militato in una imprecisata “struttura” di Gladio di cui facevano parte uomini delle istituzioni (tra cui il poliziotto Bruno Contrada), politici, civili, militari e mafiosi, che era coinvolta in numerosi fatti di cronaca della storia siciliana di quegli anni (gli omicidi Mattarella, Reina, La Torre, Chinnici, Insalaco, le stragi di Pizzolungo, Capaci, via d’Amelio e il fallito attentato all’Addaura).
Negli anni 2010 i collaboratori di giustizia Nino Lo Giudice, Consolato Villani, Vito Galatolo, Vito Lo Forte e Giuseppe Di Giacomo hanno identificato due persone appartenenti a Gladio che partecipavano agli incontri di Cosa Nostra: l’ex poliziotto Giovanni Aiello (detto “faccia da mostro”, foto sopra) e Virginia Gargano, che si faceva chiamare Antonella. La commissione Stragi ipotizzò un collegamento tra Gladio e le rivendicazioni della sedicente sigla terroristica “Falange Armata”, la quale si attribuì diversi fatti di sangue di quegli anni, come le stragi di mafia del 1992-‘93 e le azioni della Banda della Uno Bianca, e minacciò di morte diversi esponenti delle istituzioni e del giornalismo.
L’Associazione Italiana Volontari Stay Behind è stata rifondata il 14/11/1993 dal gen. Paolo Inzerilli e da Luciana Mattieu, casalinga ed ex gladiatrice. L’atto costitutivo avvenne durante un raduno presso il sacrario militare di Redipuglia, che attirò una folla di curiosi, giornalisti e troupe televisive.
Nel 2005 la notizia di una possibile continuazione di Gladio divenne pubblica, come effetto collaterale di un’indagine sul caso di Fabrizio Quattrocchi, in quella che fu denominata «polizia parallela», il cui nome era DSSA (Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo) che fu guidata da due agenti segreti provenienti dall’intelligence atlantica e vide al suo interno poliziotti, carabinieri e consulenti, oltre che molti ex appartenenti a Gladio: 16 di loro (su oltre 150 nominativi presenti in un elenco e forse altri rimasti anonimi), subirono un procedimento penale. Tra gli indagati, poi completamente prosciolti dal Tribunale di Milano con formula piena, vi era anche il politico di estrema destra Gaetano Saya (foto sotto), fondatore del partito Nuovo MSI.
Le storie di Rostagno, Impastato e Montalto di Andrea Purgatori su La7:https://www.youtube.com/watch?v=dRlabRkIWvs
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Esercitazione militare: “Swiss-Italy Flight Exercise” (SIFEX 2024)
Dallo scorso 9 settembre il sedime aeroportuale di Istrana (Treviso), sede del 51° Stormo dell’Aeronautica Militare, ha ospitato un’importante esercitazione aerea che è stata condotta congiuntamente con gli assetti aerei della Swiss Air Force. La SIFEX 2024 si è posta come un’importante opportunità di integrazione tra l’Aeronautica Militare e quella di un Paese non appartenente alla NATO, che ha consentito di affinare le attività di coordinamento e di interoperabilità, favorendo uno scambio di conoscenze tecniche e procedurali tra Aeronautiche di Paesi confinanti. Per la SWISS AIR FORCE si è trattato del primo rischieramento in Italia e la scelta di Istrana (TV) è stata determinata dal ruolo operativo svolto dal 51° Stormo e dalle capacità di supporto tecnico – logistico che il reparto sarebbe stato in grado di offrire.
L’Aeronautica Militare ha partecipato con velivoli F2000 del 51° Stormo di Istrana (TV) e del 37° Stormo di Trapani (TP), nonché con assetti F-35A del 6° Stormo di Ghedi (BS) ed equipaggi del 4° Stormo di Grosseto e del 36° Stormo di Gioia del Colle ( BA), mentre la Swiss Air Force ha schierato quattro velivoli F18. Numerose sono state le sortite quotidiane volate dall’aeroporto di Istrana che hanno permesso di totalizzare nell’arco temporale dell’esercitazione oltre 120 missioni congiunte tra gli equipaggi italiani e svizzeri. Il 51° Stormo di Istrana, oltre ai velivoli F2000 del 132° Gruppo Volo, ha garantito il supporto logistico ed operativo ai velivoli F18, rappresentando un ulteriore momento di integrazione tra le due aeronautiche. Al termine dell’esercitazione, il Comandante del 51° Stormo, Colonnello Pilota Fabio De Luca, ha ringraziato il personale del Reparto e la compagine svizzera.
Il 51° Stormo di Istrana è alle dipendenze del Comando delle Forze da Combattimento (CFC) di Milano, la cui missione assegnata è quella di acquisire e mantenere la prontezza operativa di tutti gli organismi della difesa aerea e di attacco e di ricognizione, provvedendo all’efficienza operativa dei sistemi d’arma, dei mezzi e dei materiali, nonché all’addestramento del personale ed al costante aggiornamento ed ottimizzazione delle procedure operative, nel rispetto delle linee guida delle SS.AA. Il CFC è alle dipendenze del Comando Squadra Aerea che esercita le attribuzioni in materia di addestramento, predisposizione e approntamento operativo dei propri reparti, affinché gli stessi acquisiscano e mantengano i previsti livelli di prontezza operativa. Il 51° Stormo, dotato di velivolo F2000 (foto sotto), oltre al supporto alle forze di superficie e le operazioni di attacco e ricognizione, è uno dei 5 stormi dell’aeronautica militare impegnati nel servizio di Quick Reaction Alert della NATO.
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Mercoledì 25 settembre invece, presso il Palazzo del Quirinale, il presidente della Rep. Sergio Mattarella ha ricevuto una rappresentanza della Pattuglia Acrobatica Nazionale, accompagnata dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, gen. S.A. Luca Goretti, e dal Capo del 5° Reparto “Comunicazione” dello Stato Maggiore Aeronautica, Gen. di Brigata Aerea Urbano Floreani. Durante l’incontro, il Ten.Col. Massimiliano Salvatore, Comandante del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico PAN, ha avuto la possibilità di illustrare il Tour che ha visto tornare le Frecce Tricolori a sorvolare i luoghi più iconici del Nord America.
Una grande pagliacciata all’italiana, uno sperpero inutile di soldi pubblici e una assurda esaltazione di strumenti di morte come gli aerei da guerra, ma anche un’occasione per inquinare i cieli col tricolore più lungo del mondo sotto gli occhi commossi dei tanti immigrati italiani medi presenti (non avevano proprio nulla di meglio da fare?). Il ministro della Difesa Guido Crosetto (nella foto sotto, all’allegra inaugurazione di un altro nuovo complesso, che rientra nel progetto “Aeroporti Azzurri” per l’ammodernamento e l’efficientamento delle infrastrutture della forza armata), intervenne in Aula dopo le polemiche sulle Frecce tricolori seguite all’incidente aereo di Torino (foto sopra): “In termini meramente economici, il costo di un’ora di volo è di 6.800 euro – spiega Crosetto, come se pagasse tutto lui – ma coi loro 60 anni di storia incarnano il prestigio e la tradizione italiana”. Alla faccia della Costituzione che ripudia la guerra…
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Dopo questa analisi, per ritrovare l’entusiasmo di vivere, vi consigliamo di ascoltare queste canzoni:
CANZONE PER ALFREDO COSPITO – MARCO CHIAVISTRELLI SOLIDARIETA’ AD ALFREDO CONTRO L’ORRORE DEL 41 BIShttps://www.youtube.com/watch?v=_X33J74_ALE
Borghesia (2006 Digital Remaster)https://www.youtube.com/watch?v=Ql7Q3xab_eM&list=RDimpQwh4qwy4&index=6
NESSUNO SENZA CASA – EMSI CASERIO ft SKALPELhttps://www.youtube.com/watch?v=ZX0fsHSOe40
Modena City Ramblers – I Cento Passihttps://www.youtube.com/watch?v=KUpcxdg2Iqs&list=RDimpQwh4qwy4&index=7
Assalti Frontali – “ROMA METICCIA” official videoclip – 2011https://www.youtube.com/watch?v=DDiyBA94w_g
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Un vero amico della libertà deve essere
Nemico di ogni potere, di ogni autorità,
di ogni comando, di ogni elevazione di uomo
al disopra di altri uomini, deve essere nemico
di ogni legge, di ogni ordine prestabilito,
deve essere, in una parola,
un anarchista.
C. Cafiero
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Solidarietà a tutti i compagni/e ingiustamente arrestati/e
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Cultura dal basso contro i poteri forti e i loro cani
Rsp (individualità Anarchiche)