In questi giorni i mass media pubblicano il piano della Germania (interna all’apparato militare della Nato) in caso di guerra contro la Russia. Un documento strategico di 1000 pagine, il cui contenuto è top secret (occulto) e che illustra ad imprese apparati militari (sia occulti che istituzionalizzati) come reagire in caso di guerra della Nato contro la Russia (due poteri forti che si sono sempre scannati per un unico potere mondiale). Il “Piano operativo tedesco” condiviso dalla Bundeswehr, le forze armate tedesche che hanno ricevuto dettagliate indicazioni su cosa fare per incentivare e organizzare (sia a livello economico che militare) la terza guerra mondiale.
La Germania diventerebbe quindi una base logistica e militare Nato per decine di migliaia di soldati che dovrebbero essere trasportati verso est, insieme a materiale bellico, cibo e medicine.
Biden (foto sotto), ha autorizzato l’uso delle armi a lungo raggio nella regione russa di Kursk. L’Ucraina nelle scorse settimane (con l’aiuto della Nato, costituita da 32 Paesi), ha lanciato missili Atacms a lungo raggio contro la regione di confine russa di Bryansk. La guerra tra Ucraina e Russa iniziò il 24 febbraio 2022, quando l’Ucraina decise di non far parte più del potere della Russia per stare nel 2008 col potere della Nato. Il governo russo ha attaccato l’Ucraina perché non voleva che la NATO avesse una potenza alleata (suddita) ai propri confini nazionali. L’Ucraina è sempre stata ballerina, infatti nel 1922 entrò ufficialmente a far parte dell’URSS, è solo nel 1991 che si staccò e divenne indipendente. Anche se negli ultimi 30 anni è stata una repubblica filo russa ed europea allo stesso tempo. Quello psicopatico del presidente russo Putin ha firmato un decreto che amplia le possibilità in cui il suo Paese potrebbe ricorrere all’uso delle armi nucleari.
Specifichiamo che nel 2024 gli stati membri della Nato sono 32: Albania, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia del nord, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Turchia, Ungheria.
Le forze militari ucraìne, hanno potuto utilizzare i missili a lunga gittata statunitensi per colpire il territorio russo, con l’autorizzazione di quel vecchio rincoglionito (chissà chi c’è dietro di lui) del presidente Usa Biden, a poco tempo dalla fine del suo mandato alla Casa Bianca (5 novembre 2024). Gli Stati Uniti hanno aiutato a finanziare lo sviluppo di questi dispositivi, che sembrano aver causato scompiglio negli aeroporti di Mosca e nell’infrastruttura energetica russa. Inoltre, l’autorizzazione a utilizzare missili di precisione statunitensi per colpire più in profondità all’interno della Russia è, a quanto pare, “piuttosto provocatoria”. Funzionari occidentali hanno sottolineato che lo spiegamento di militari della Corea del Nord, rappresenta l’espansione del conflitto in Ucraina, che sta diventando qualcosa in cui ora hanno un ruolo anche gli avversari degli Stati Uniti nell’indo-pacifico. Ciò ha reso la guerra più globale per l’America.
Ma per capire l’etica e la logica dei vari conflitti militari bisogna partire dalla storia:
I Gruppi paramilitari stay-behind vennero creati clandestinamente (senza cioè il consenso del Parlamento del Paese nel quale operavano), durante la guerra fredda da parte della NATO in Europa compresa la Svizzera nonostante non faccia parte della NATO, in funzione anticomunista, per agire militarmente in risposta ad una eventuale invasione da parte delle forze del Patto di Varsavia. I Paesi che partecipano al Patto di Varsavia sono: URSS, Albania, Bulgaria, Ungheria, RDT, Polonia e Cecoslovacchia (1955 inizio guerra fredda).
Le operazioni stay-behind in tempo di pace invece, consistevano nell’organizzazione di una rete occulta – segreta (non necessariamente di tipo militare ma anche civile), destinata a rimanere sul posto anche in caso di occupazione nemica e che obblighi le forze militari regolari ad abbandonare il campo, attivandosi per operare all’interno del proprio Paese dietro le linee nemiche. La preparazione consiste nella creazione di scorte di armi e nell’addestramento di volontari (infiltrati e pagati dai servizi segreti) reclutati nella società civile, pronti ad entrare in azione per compiti quali il recupero di informazioni per motivi di intelligence, la propaganda per rafforzare il senso di resistenza tra la popolazione, il sabotaggio, la preparazione di un attacco a sorpresa, il supporto alle operazioni militari (come per esempio il recupero dei piloti abbattuti), il rapimento o l’eliminazione di persone chiave, il favoreggiamento di insurrezioni, fino al colpo di stato.
L’organizzazione Gladio (che operava in ambito NATO come struttura stay-behind, sia pur parzialmente finanziata dalla CIA) fu istituita in Italia, come negli altri Stati dell’Europa occidentale, durante la guerra fredda, con lo scopo di contrastare l’influenza politica e militare dei Paesi comunisti. La scoperta di Gladio diede occasione al Parlamento europeo di esprimere il timore che tale tipologia di reti clandestine “possa aver interferito illegalmente negli affari di politica interna degli Stati membri o possa ancora farlo”. Sin dalla sua scoperta, la sinistra in Italia, l’ha sempre vista come una potenziale minaccia alla sovranità nazionale, in quanto proiettata ad entrare in funzione anche in caso di vittoria del PCI conquistata in libere elezioni, contestandone pertanto la stessa legittimità in un ordinamento democratico.
False Flag invece, era un’operazione sotto falsa bandiera: la tattica della falsa bandiera non si limita esclusivamente a missioni belliche e di contro-insorgenza, bensì viene utilizzata anche in tempi di pace, e copre anche operazioni nelle quali il nemico viene guidato a sua insaputa verso il raggiungimento di un obiettivo che lo stesso nemico può persino ritenere essere connaturale al completamento della propria missione e/o all’attuazione della propria strategia. Tattiche sotto falsa bandiera sono state ad esempio impiegate nella guerra civile algerina, a partire dalla metà del 1994. Gli squadroni della morte si travestivano da terroristi islamisti e commettevano attacchi sotto falsa bandiera. Tali gruppi includevano la OJAL o la OSSRA (Organizzazione Segreta per la Salvaguardia della Repubblica Algerina). Le pseudo-operazioni sono quelle in cui le forze di una potenza si travestono da forze nemiche e, più in particolare, quando la potenza è uno stato e l’altra potenza è un gruppo rivoluzionario, si traveste da gruppo rivoluzionario, spesso con l’aiuto di transfughi, per operare come squadre in grado di infiltrare le sfere insurrezionaliste. Le pseudo-operazioni potrebbero essere dirette da forze di polizia, cc o militari.
L’Operazione CHAOS invece, è il nome in codice di un piano CIA elaborato nel 1967 dal direttore del controspionaggio James Angleton su ordine dell’amministrazione Johnson (foto sopra). La totalità delle informazioni ufficiali riguardanti l’operazione deriva dai rapporti della Commissione Rockefeller (1975) e della Commissione Church (1976). Il piano CHAOS consisteva in realtà nell’infiltrazione in ambienti rivoluzionari, tendente a egemonizzarli e strumentalizzarli allo scopo di provocare atti estremi di violenza e terrorismo e quindi di diminuire il consenso popolare. La fonte più significativa, per quanto riguarda l’Italia, proviene dall’attività di guerra psicologica e non ortodossa compiute in Italia dai servizi segreti tra il 1969 e il 1974 attraverso l’AGINTER PRESSE. Nel documento vengono ipotizzate relazioni tra il piano CHAOS e le attività dell’Aginter Press, nonché tra quest’ultima e la NATO. Vengono fornite anche evidenze del rapporto tra l’Aginter Press e il gruppo estremista fascista e terrorista di Ordine Nuovo. L’Aginter Presse fu un’associazione sovversiva fascista anticomunista che si celava dietro un’agenzia di stampa internazionale, fondata a Lisbona, nel settembre 1966, da un gruppo di francesi che vivevano in Portogallo e che fu operante fino al 1974. La casa editrice rappresentava la copertura di un centro di reclutamento e addestramento per guerra non convenzionale, riconducibile alla rete in funzione anticomunista guidata dalla NATO Stay Behind, in Italia nota come Gladio. Le azioni svolte dall’Aginter Presse in tutta Europa, erano finalizzate a diffondere le idee e programmi nazisti nel mondo, in particolare in Europa e Africa, e a reclutare e addestrare agenti per guerra non convenzionale per perpetrare disordini e caos, allo scopo di minare le fondamenta dei governi non fascisti. I collaboratori italiani che collaborarono all’Aginter Presse erano: Stefano Delle Chiaie, Vincenzo Vinciguerra responsabile della strage di Peteano del 1972, Pierluigi Concutelli responsabile dell’assassinio del giudice Vittorio Occorsio, nel 1976, Mario Ricci, Piero Carmassi, Augusto Cauchi, Giuseppe Calzona.
Il contatto col Vaticano e i gruppi paramilitari fascisti occulti era il Cardinale Tisserant (foto sopra), già denunciato durante la guerra d’Algeria come uno dei protettori dell’OAS in Italia, e del suo ex segretario monsignor Georges Roche, superiore generale dell’Opus Cenaculi.
L’esistenza di rapporti fra la struttura di Guérin-Sérac e le organizzazioni di estrema destra italiane, in particolare Ordine Nuovo, era già emersa durante le indagini condotte dall’autorità giudiziaria di Milano sulla pista nera della strage di Piazza Fontana. L’Aginter Press continuò ad essere operativa anche dopo lo scioglimento della sede portoghese e nel 1974 fissò la sua sede in Svizzera.
Il terrorismo di Stato fu usato dai paramilitari occulti (che abbiamo appena elencati), per strategie e metodi di terrorismo da parte dell’autorità statale. Uno Stato può decidere di ricorrervi contro i suoi stessi cittadini, a fini repressivi per eliminare direttamente un gruppo politico, o per eliminarlo come interlocutore politico e togliergli credibilità davanti all’opinione pubblica incolpandolo di atti commessi da terzi (operazioni false flag), oppure per colpire oppositori, o per intimidire e far emigrare una popolazione che non desidera (pulizia etnica), per creare uno stato di emergenza che giustifichi una deriva autoritaria con la sospensione e deroga delle libertà e dei diritti costituzionali in nome di una presunta sicurezza nazionale. Un ulteriore modo, proprio degli stati è di fare terrorismo e istituire un ordinamento giuridico e di pubblica sicurezza estremamente punitivo: tramite organizzazioni di polizia e carabinieri P2, insieme a servizi segreti asserviti alla Nato, con regolamenti molto rigidi, si instaura un clima di paura in cui ogni cittadino diventa un passibile colpevole, e come tale punibile, come poteva essere il piano militare Nato chiamato “strategia della tensione”, un piano volto a creare una situazione di paura diffusa tra la popolazione, attuata mediante l’organizzazione e la realizzazione di atti terroristici come le stragi di civili organizzate dallo stato, e che, mediante un disegno eversivo, tende alla destabilizzazione o al disfacimento degli equilibri precostituiti. La “strategia della tensione” viene attuata soprattutto negli anni ‘70, conosciuti come ‘anni di piombo’, dove lo stato coi gruppi paramilitari fascisti occulti pagati dai servizi segreti della Nato eseguirono stragi di stato dove morirono molti civili: come nella strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969), o la strage di Bologna (2 agosto 1980), ecc.
La strategia della tensione organizzata dalla Nato si basava su tattiche militari che consistevano nel commettere attentati dinamitardi e attribuirne la paternità ad altri. Questo periodo è stato caratterizzato dalla commistione di un terrorismo neofascista molto violento e da un terrorismo di Stato sostenuto da alcuni settori militari e politici che intendevano attuare un golpe in funzione anticomunista, specialmente dopo il movimento del Sessantotto (foto sopra) e l’autunno caldo, sostenendo poi la teoria degli opposti estremismi. Tale terrorismo si espresse soprattutto in stragi rivolte senza movente contro cittadini comuni o contro militanti Anarchici e di sinistra. In una situazione di persistenza della guerra fredda a livello internazionale, tale instabilità avrebbe bloccato il progressivo spostamento dell’asse politico e governativo verso le forze di estrema sinistra, che all’indomani del ‘68 e dell’autunno caldo, avevano migliorato le loro condizioni e rafforzato il loro ruolo nella società italiana.
Il ruolo del SID (servizio segreto italiano dal 1966) in tale strategia per via di alcuni legami emersi con gruppi politici neofascisti responsabili di sanguinose azioni terroristiche, come Ordine Nuovo (ON) guidato da Clemente Graziani, Avanguardia Nazionale (AN) di Stefano Delle Chiaie (foto sopra), il Movimento di Azione Rivoluzionaria (MAR) di Carlo Fumagalli, La Fenice di Giancarlo Rognoni e i Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) dei fratelli Valerio e Cristiano Fioravanti e Francesca Mambro e il gruppo paramilitare della rosa dei venti, fondata da Carlo Fumagalli (MAR) nasce per iniziativa di personalità altolocate a Roma, nel 1962. Secondo la commissione stragi, tale strategia golpistica e stragista trae origine ideologica fin dalla metà degli anni ‘60, in particolare dal cosiddetto “Piano Solo” (colpo di Stato del 1964 fatto solo dai carabinieri P2) organizzato al convegno dell’hotel Parco dei Principi presso Istituto di studi militari Alberto Pollio nel maggio 1965 avente come tema la “guerra rivoluzionaria” anticomunista, in cui intervennero personalità del mondo imprenditoriale, alti ufficiali dell’esercito, giornalisti, politici ed esponenti neofascisti infiltrati nei movimenti antifascisti, tra cui Pino Rauti, Stefano Delle Chiaie e Mario Merlino. Dal 1969 al 1975 si contano 4.584 attentati, l’83% dei quali di chiara impronta della destra eversiva (cui si addebitano ben 113 morti, di cui 50 vittime delle stragi e 351 feriti), la protezione dei servizi segreti verso i movimenti eversivi appare sempre più plateale. Il colonello Miceli si distinse per una linea filoaraba in politica estera, in linea con quella del presidente del consiglio Aldo Moro e sventò anche un attentato contro il colonnello Gheddafi. Per questo entrò in contrasto col suo numero due, il colonnello Gianadelio Maletti dal 1971 assegnato al SID, e promosso generale, divenne capo del reparto D (controspionaggio), che era legato ai servizi israeliani e americani e ad Andreotti. Lo stragismo e gli attentati dinamitardi non furono l’unico strumento della strategia della tensione, in cui vanno incluse anche l’operatività di strutture segrete paramilitari con fini eversivi come la Rosa dei venti, i Nuclei di Difesa dello Stato, la Gladio e il Noto servizio) e il coinvolgimento della loggia massonica P2 guidata da Licio Gelli (infiltrata nelle principali istituzioni dello Stato con finalità politiche anticomuniste) e l’organizzazione di colpi di stato: come il “Piano Solo” 1964, il “golpe Borghese” 1970 e il “golpe bianco” (cattolico) del 1974, furono colpi di stato di stampo liberale e presidenzialista in Italia, promosso da ex partigiani cattolici bianchi antifascisti e anticomunisti, scoperto nel 1974. Il progetto ebbe come principali promotori il monarchico Edgardo Sogno (ex PLI) ed il repubblicano Randolfo Pacciardi e venne portato alla luce dal magistrato Luciano Violante. Nel 1997 Sogno ha rivelato l’elenco del governo che avrebbe dovuto nascere e dei generali che aderirono al progetto, tra essi Giuseppe Santovito, allora a capo della Divisione meccanizzata “Folgore”, poi del SISMI; aderì anche il giornalista di destra Giano Accame, socialisti ostili al PCI, ed elementi della DC. “Golpi liberali” contro la «coalizione moderata, gli intellettuali, le maggiori forze economiche-finanziarie e la Chiesa di Sinistra» che avrebbe previsto la formazione di un governo di emergenza, nel quale Pacciardi avrebbe assunto l’incarico di Presidente del Consiglio e Sogno di Ministro degli Esteri o Ministro della Difesa.
Con la legge 24/10/1977 n. 801, il SID venne sdoppiato e venne soppresso il Servizio di Sicurezza del ministero dell’Interno. Così vennero istituiti il Servizio per le informazioni e la sicurezza militare (SISMI) e il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica (SISDE). C’era un patto segreto, organico, diretto tra i Servizi segreti italiani degli Anni ‘70 e Cosa nostra, usata soprattutto negli anni ‘90 per far fuori Falcone che stava accusando la massoneria di avere sempre usato, per fare i lavori sporchi, la malavita molto spesso analfabeta. In un documento della commissione stragi si dice che Giovanni Ventura (a destra nella foto), fascista infiltrato tra “i sovversivi di sinistra”, ai tempi della strage di Piazza Fontana, lavorava come“consulente” del Sid (il servizio segreto “interno”, poi diventato Sisde e ora Aisi), col compito di controllare (spiare) sia gli Anarchici che i comunisti. Felice Casson, che ha passato una vita a indagare sulla “strategia della tensione”, e che aveva anche interrogato lo stesso Ventura (nel frattempo “profugo” nell’Argentina del golpista Videla, dove continuava il suo solito mestiere: infiltrarsi negli ambienti di sinistra), è finalmente arrivato ad una conclusione che condividiamo da circa 50 anni: “Sarebbe ora di smettere di parlare di servizi deviati negli anni. Quei servizi non erano per niente deviati, rispondevano a una logica ben precisa che era la Strategia della Tensione, quindi al collegamento politico tra il mondo di neofascisti e gli apparati militari occulti dello Stato”. Una funzione che non si è di certo interrotta negli anni ’70, ’80 e ’90, ma che perdura, purtroppo, anche oggi.
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Lo stesso concetto delle teorie libertarie
della negazione dello Stato, dimostra questa
ripugnanza massima degli Anarchici per
la violenza, negando essi lo Stato appunto perché
nello Stato vedono personificata,
organizzata e legittimata ogni forma di violenza.
Pietro Gori
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Ricordiamoci della storia per non cadere sempre nelle stesse trappole organizzate dagli sbirri!
Piazza Fontana: stragista è lo stato!
Pinelli vive insieme a noi!
Anarchia l’unica via!!!
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Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)