Il 29 novembre scorso, un dipendente dell’ex sito nucleare di Casaccia, a circa 25 km a nord-ovest di Roma, presso il lago di Bracciano, è stato contaminato dal plutonio. La Sogin (Società Gestione Impianti Nucleari per Azioni), si affretta a giustificare il danno, dichiarando ai mass media : “Non è stato un incidente nucleare”. Questi merdoni massomafiosi si sono voluti giustificare prima di accertare come si sia potuta verificare la contaminazione di un lavoratore, che dovrebbe operare in piena sicurezza grazie ai dispositivi di protezione previsti dalle normative in materia di diritti dei lavoratori (statuto dei lavoratori). L’ex sito nucleare di Casaccia è gestito dalla Sogin, una società pubblica istituita apposta per gestire il business dello smantellamento degli impianti nucleari.
Ricordiamo il magna magna di soldi pubblici che la società statale gestiva: la SOGIN si è costituita il 1º novembre 1999 col decreto Bersani che gli dava il potere di controllare, smantellare, decontaminare e gestire i rifiuti radioattivi degli impianti nucleari italiani spenti dopo i referendum abrogativi del 1987.
La Sogin inizialmente nasce come società del gruppo Enel (Ente Nazionale per l’Energia Elettrica), istituito nel 1962. Nel 2000 invece, le azioni di Sogin vengono trasferite al Ministero dell’economia e delle finanze. Le vengono quindi conferite le 4 centrali nucleari italiane di Latina, Garigliano (CE), Trino (VC) e Caorso (PC) di proprietà dell’Enel e una parte dei dipendenti di ENEA. Nel 2003 vengono affidati in gestione a Sogin gli ex impianti di ricerca sul ciclo del combustibile di Enea: l’impianto EUREX di Saluggia (VC), gli impianti IPU e OPEC di Casaccia (RM) e l’impianto ITREC di Rotondella (MT). Nel 2004 Sogin diventa un gruppo societario con l’acquisizione del 60% delle azioni di Nucleco S.p.a. (il 40% rimane di proprietà di Enea). Nel 2005 sempre la società pubblica Sogin (coi soldi pubblici: noi siamo qua che arranchiamo e questi se magnano tutto!), compra l’impianto di FN (fabbricazioni nucleari) di Bosco Marengo (Alessandria).
Con la legge 99 del 23/7/2009, il consiglio di amministrazione della Sogin viene azzerato e commissariato. La Sogin non ha mai spiegato il perché del suo commissariamento: è rimasto tutto insabbiato, occulto! Forse il Ministero dell’economia e delle finanze e del Ministero dello sviluppo economico gli hanno concesso troppo potere massonico? Il paradosso è che dopo essere stata commissariata e Francesco Mazzuca, precedentemente presidente di Ansaldo Nucleare (azienda italiana, istituita nel 1989; opera nel settore nucleare realizzando centrali nucleari di terza generazione), viene nominato commissario, coadiuvato da Giuseppe Nucci e Claudio Nardone, il decreto legislativo 15/2/2010 n° 31, riqualifica la società Sogin e le affida anche la responsabilità di realizzare e gestire il Parco tecnologico: deposito nazionale dei rifiuti radioattivi nucleari. La Sogin inoltre, svolge attività di ricerca, consulenza, assistenza e servizio in campo nucleare, energetico e ambientale, sia in Italia che all’estero.
Un altro bel paradosso è che nel 2011 Sogin ha siglato, con le 7 prefetture interessate dai lavori di ripristino ambientale causato dalle centrali nucleari, un protocollo di legalità per prevenire ogni possibile infiltrazione della criminalità negli appalti per lavori, servizi e forniture per gli impianti nucleari italiani in dismissione. Sempre nel 2011 sono stati perfezionati 15 protocolli con tutte le associazioni (massomafiose) territoriali di categoria quali Confindustria, Api, ANCE, con la Lega delle Cooperative e Confcooperative, interessate dalle attività di smantellamento e con l’Assistal, l’Associazione nazionale delle imprese di progettazione, fornitura, installazione, gestione e manutenzione di impianti tecnologici, fornitura di Servizi di Efficienza Energetica (ESCo) e Facility Management. Ma non è finito qua il business della Sogin, che ha anche due sedi estere a Mosca e Bratislava e svolge importanti attività di chiusura del ciclo nucleare in Armenia, Belgio, Cina, Corea del Sud, Federazione Russa, Francia, Germania, Kazakhstan, Norvegia, Slovacchia, Spagna, Ucraina, e i Centri di Ricerca della Commissione Europea di Ispra (Varese) e Karlsruhe (Germania). Nel progetto Global Partnership avviato in occasione del G8 del 2002, è stato stipulato nel 2003 un accordo economico di cooperazione fra il governo russo e quello italiano per lo smantellamento da parte di Sogin di sottomarini nucleari russi. Nell’ambito di questo smantellamento la Sogin ha commissionato a Fincantieri la costruzione di una nave speciale per il trasporto di tali materiali. La nave è stata realizzata presso lo stabilimento di Muggiano (La Spezia) e varata il 16/12/2010.
Ma non è ancora finito il business e il potere della società pubblica Sigin: nel 2024 si fa ancora propaganda dichiarando ai mass media che il nuovo nucleare oggi vale 50 miliardi e occupa 117mila lavoratori. Non ha però mai voluto spiegare pubblicamente i danni ambientali, sociali e sanitari che ha provocato e provoca il nucleare. L’Italia oggi è il 5° Paese al mondo per produzione scientifica sul nucleare (dopo Corea del Sud, Inghilterra, Francia e Germania. Nel 1987 il magistrato Cordova (foto sotto), ottiene la nomina a capo della Procura della Rep. di Palmi (Reggio Calabria). In quel periodo fece scalpore una sua inchiesta su presunti intrecci tra mafia, politica e massoneria. L’inchiesta portò al sequestro di tutti gli elenchi dei massoni del Goi (Grande Oriente d’Italia), ma fu poi abilmente occultata e archiviata dal Tribunale di Roma.
Puntualizziamo anche che nel 2015 al 2019 in Italia sono state denunciate 29 persone, con 5 ordinanze di custodia cautelare per traffici e business nucleare. In Italia sono stati scoperti rifiuti pericolosi che vengono smaltiti illegalmente dalla massomafia. L’Italia oltre a dover gestire la pesante eredità lasciata dalle centrali e dai depositi nucleari collocati in siti inidonei, pericolosi e spesso a rischio di esondazione, si trova a dover far i conti con il grande problema del traffico illecito di rifiuti radioattivi, causati anche dall’elevato costo di smaltimento. Un settore su cui la criminalità organizzata (mafia ultimo gradino dell’business) ha già da tempo puntato gli occhi come descritto già da Legambiente negli anni ’90. L’esistenza di un’illegalità “sommersa” coperte dalla loggia massonica P2 (loggia formata da alti gradi dei carabinieri) viene confermata anche dai dati del Ministero della giustizia pubblicati nel Rapporto Ecomafia 2020. Tra le inchieste, l’ultima in ordine di tempo, ha visto impegnata la Direzione distrettuale antimafia di Milano che è riuscita a smantellare un’associazione a delinquere, con forti connessioni con la ‘ndrangheta, attiva nel traffico illecito di rifiuti, tra cui anche 16 tonnellate di rame trinciato contaminato radioattivamente. Dati nel complesso preoccupanti che per Legambiente dimostrano come il Paese si trovi in uno stato di insicurezza. “In Italia (dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente) non c’è solo il problema dei depositi di rifiuti radioattivi realizzati in luoghi inidonei o addirittura pericolosi, ma anche il rischio dei loro traffici illegali. Un problema che la nostra associazione denuncia ormai da anni, da quando nel 1995 pubblicammo il nostro primo dossier sull’eredità nucleare portando in primo piano le vicende giudiziarie connesse all’affondamento di navi contenenti rifiuti radioattivi nel Mediterraneo al largo delle coste italiane e in acque internazionali. Da allora sono seguiti tanti altri dossier di denuncia uniti alla nostra battaglia storica per l’introduzione dei delitti ambientali nel codice penale che si è conclusa con l’approvazione della legge n.68/2015 che ha introdotto come reato anche il traffico e l’abbandono di materiale radioattivo.
Legambiente ricorda che in Italia, secondo gli ultimi dati disponibili (riferiti a dicembre 2019), ci sono 31mila metri cubi di rifiuti radioattivi collocati in 24 impianti distribuiti su 16 siti in 8 Regioni. Ora diamo uno sguardo ai territori in cui si trovano gli impianti e le strutture di stoccaggio di materiale radioattivo più importanti della Penisola, facendo riferimento agli impianti che, al 31 dicembre 2019, detengono rifiuti, combustibile esaurito, sorgenti dismesse e materiali nucleari. Siti come l’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino, a Latina (foto sopra), posta a meno di un chilometro dall’attuale linea di costa, o come le ex centrali di Garigliano e di Caorso, rispettivamente in provincia di Caserta e di Piacenza, entrambe poste in aree ad elevato rischio idrogeologico in quanto costruite a ridosso di due importanti fiumi come il Garigliano ed il Po. Analogo discorso vale per Saluggia, nel vercellese, dove in un punto a ridosso della Dora Baltea e a soli tre chilometri dalla confluenza con il Po, sono collocati ben tre impianti diversi (Eurex, LivaNova ed il deposito Avogadro), che hanno spesso corso il rischio di essere alluvionati e dove sono stoccati i rifiuti con la carica radioattiva più elevata (circa il 70% del totale presente in Italia). Non va meglio nel deposito di Rotondella (Mt) in Basilicata o di Statte (Ta) in Puglia, dove nel primo caso è stata accertata una grave ed illecita attività di scarico a mare dell’acqua contaminata, che non veniva in alcun modo trattata, e nell’altro i rifiuti attualmente gestiti si trovano in una situazione “seriamente preoccupante” a causa del “diffuso deterioramento della struttura”.
Il pentito della ‘ndrangheta, il Boss calabrese Saverio Morabito, racconta il potere della ‘ndrangheta in Lombardia e scattano le operazioni: “Wall Street”, “Count Down”, “Hoca Tuca”, “Nord – Sud”, “Belgio” e “Fine”. racconta come venivano smaltiti i rifiuti radioattivi, e gli oscuri intrecci dietro la gestione delle scorie nucleari su cui ha indagato il magistrato Agostino Cordova, consulente esterno della Commissione Parlamentare Antimafia, il quale scriveva che i traffici illeciti avvenivano in Italia, Usa, Israele, Iraq, ed erano gestiti dalla massoneria e dai servizi segreti deviati che usavano e pagavano ‘cosa nostra’ e la ‘ndrangheta. Secondo l’inchiesta di Cordova, la Calabria sarebbe diventata discarica nucleare tra gli anni ’70 e ’80. Lo dimostra il fitto scambio di comunicazioni, per cui la massomafia (pezzi dello stato, servizi segreti, forze dell’ordine, magistratura), era stata indagata.
Per esempio i fratelli Cesare e Marcello Cordì, all’epoca latitanti, avrebbero gestito al comando di ‘mammasantissima’ lo smaltimento illegale di rifiuti tossici e radioattivi provenienti da depositi del Nord e Centro Italia. Rifiuti sotterrati lungo i canali scavati per la posa in opera di tubi per metanodotti nel Comune di Serrata (Reggio Calabria). I rifiuti venivano sotterrati grazie alla copertura dei mammasantissima, esponenti di primo piano della mafia siciliana, della camorra napoletana o della ‘ndrangheta calabrese, lungo canali scavati per la posa dei tubi del metanodotto in via di costruzione presso il fiume Mesima e più precisamente nella contrada Vasi. Nel 1992 ‘cosa nostra’ uccise il giudice Giovanni Falcone perché dichiarò ai mass media che il problema del traffico nucleare non era la mafia, ma la massoneria che usava l’ignoranza della mafia per fargli fare i lavori più sporchi! Fu infatti lui a coniare la parola Massomafia, ecco perché fu ucciso!!
Il boss Giuseppe Morabito, arrestato nel 2004 (si vede che allo Stato non serviva più), in cambio di una partita di armi, avrebbe concesso l’autorizzazione a far scaricare, nella zona di Africo Reggio Calabria), un non meglio precisato quantitativo di scorie radioattive, trasportate tramite autotreni dalla Germania. L’area interessata allo scarico del materiale radioattivo sarebbe compresa nella zona di Santo Stefano-Pardesca-Fiumara La Verde. Anni dopo, molti anni dopo, emergerà come in alcune zone di Africo vi sia un’incidenza tumorale e di malattie neoplastiche insensata per quel territorio privo di apparenti agenti inquinanti.
Ora vi consigliamo di vedere questo video importante che dura 10 minuti:
‘Ndrangheta, massoneria e servizi deviati. Su #Contagiamocidicultura “Gotha” di Claudio Cordovahttps://www.youtube.com/watch?v=L2Ty0R4at58
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Tutti i governi, sedicenti liberatori, promisero di
smantellare le fortezze erette dalla tirannia per tenere
in soggezione il popolo;
ma, una volta insediati, lungi dallo smantellarle,
le fortificarono ancor meglio, per continuare
a servirsene contro il popolo.
Carlo Cafiero
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La Strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, fu una STRAGE DI STATO (piano militare: strategia della tensione)
Pinelli vive e lotta insieme a Noi!
Fuori il compagno Anarchico Cospito dal 41bis e dentro i politici corrotti, sia di destra che di sinistra, compresa quella cattofascista della Meloni, autoritaria e anticostituzionale!
Meloni, carogna, ritorna nella fogna! Pagherete caro, pagherete tutto!
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Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)