PNRR -Tangentopoli 2, analisi sociale storica e politica: a Brescia 25 arrestati per corruzione

Ndrangheta a Brescia, 25 arrestati: tra loro un ex consigliere FdI, uno della Lega e una suora - Il Fatto Quotidiano

Oggi, 5 dicembre i mass media scrivono che a Brescia sono state arrestate 25 persone che facevano parte di un gruppo criminale legato alla ‘ndrangheta, sono stati sequestrati anche 1,8 milioni di euro. Tra gli arrestati c’è anche un ex consigliere di Fratelli d’Italia  Giovanni Acri, Mauro Galeazzi  ex esponente della Lega nel Comune di Castel Mella nel Bresciano, arrestato in passato per tangenti e poi assolto. Tra gli arrestati c’è anche una suora Anna Donelli (foto sopra), ritenuta “a disposizione del sodalizio per garantire il collegamento coi detenuti in carcere”.

Renzi e Boschi a Lamezia: "Doppia cifra anche in Calabria" e attaccano l'ex premier Conte - Gazzetta del Sud

L’altro ieri, 3 dicembre sono stati rinviati a giudizio Renzi e Boschi (foto sopra), per l’inchiesta sulla Fondazione Open dove vengono accusati per finanziamento illecito ai partiti (l’inchiesta era iniziata nel 2019). La Procura ritiene che la Fondazione  sia un’articolazione di partito riconducibile e funzionale all’ascesa politica dell’ex premier. L’udienza è durata  5 ore, la procura di Firenze, Luca Turco e Antonino Nastasi, hanno ribadito al gip la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli imputati: 11 persone e 4 società. Il 1° processo per la “fondazione Open” è iniziato nel 2022. Il senatore Matteo Renzi è ritenuto dagli inquirenti il direttore di fatto della ex fondazione, è accusato di finanziamento illecito ai partiti in concorso con l’ex presidente di Open, avvocato Alberto Bianchi, coi componenti del cda, Marco Carrai, Luca Lotti e Maria Elena Boschi e con l’imprenditore Patrizio Donnini, insieme al costruttore Alfonso Toto.

Bufera sulla Variante: «Tangenti Anas per la Tremezzina»

Sempre il 3 dicembre, scrivono i mass media che ci sono state perquisizioni della Guardia di finanza di Milano nelle sedi Anas di Roma, Torino e Milano nell’ambito di un’inchiesta per corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreto d’ufficio. Ci sono 9 indagati e 3 società, tra cui due funzionari della stessa Anas. Per i pm titolari del procedimento penale, Giovanni Polizzi (foto sotto) e Giovanna Cavalleri avrebbero ricevuto mazzette in cambio dell’assegnazione di appalti per un valore di 400 milioni di euro. Le presunte tangenti ammonterebbero a circa 400 mila euro. L’opera finita al centro dell’inchiesta milanese avrebbe dovuto rappresentare una di quelle pensate per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina ma la fine dei lavori ormai  è prevista per una data che andrà oltre il 2026.

Corruzione, nove indagati per presunti appalti pilotati: «Tangenti da almeno 846mila euro»

Ma non è finito qua il business e il magna magna della massomafia: il  28 novembre 2024 sono stati arrestati per corruzione il sindaco di Vigevano, una consigliera comunale e tre dirigenti di Asm (azienda municipalizzata del gas). Indagato anche l’ex europarlamentare leghista Angelo Ciocca (foto sotto). L’indagine nasce nel 2022 dalla cosiddetta ‘congiura di Sant’Andrea’, quando una parte significativa dei consiglieri comunali rassegnò le proprie dimissioni al fine di rovesciare la Giunta Comunale. Secondo la Procura, in questo contesto politico, i consiglieri comunali vennero avvicinati con la promessa di ricevere la somma di 15.000 euro se avessero partecipato alle ‘dimissioni di massa’.

Il miracolo di San Genesio: 800 mila €‎ in casa dell'europarlamentare leghista Ciocca - Il Fatto Quotidiano

Anche se le dimissioni di massa vennero sventate, il sindaco, per assicurarsi il sostegno politico di un’altra consigliera comunale, le avrebbe procurato, tramite un prestanome, una consulenza nell’ASM Vigevano, di cui la municipalizzata non aveva alcuna necessità, al solo fine di assicurare “un illecito vantaggio economico alla donna”. I tre Dirigenti di ASM Vigevano, “pur nella piena consapevolezza dell’assoluta inutilità della prestazione, avrebbero a vario titolo collaborato per conferire alla consigliera comunale, per il tramite di un prestanome, il prezzo della corruzione (una consulenza legale)”.

L'intervista al sindaco di Venezia Brugnaro: «Incentivo all'occupazione, no sussidi a pioggia. Zaia tradito sull'autonomia» - Il Mattino di Padova

Puntualizziamo che il vizio dei politici di rubare i soldi statali non è una novità, ricordiamoci anche dell’inchiesta “La palude di Venezia”, dove sono saltati fuori conflitti di interessi, accuse di corruzione, commistione tra affari pubblici e privati, trust americani ritenuti “fittizi”: secondo la Procura di Venezia c’è ancora il sospetto che in città “operi stabilmente un’associazione a delinquere dedita alla commissione di reati contro la Pubblica Amministrazione“. Sotto i riflettori dei magistrati sono finiti il sindaco Brugnaro (foto sopra) e i suoi più stretti collaboratori che provengono da quelle aziende che, secondo i pubblici ministeri, Brugnaro continua a controllare nonostante l’affidamento delle sue quote al blind trust newyorkese. Era il 2014 quando si apri una delle inchieste giudiziarie più scioccanti, definita “la nuova Tangentopoli d’Italia”. E ‘saltata fuori corruzione, frode fiscale e finanziamento illecito dei partiti per il progetto architettonico per separare la laguna di Venezia dalle acque del mar Adriatico in vista di possibili allagamenti. In quei giorni la procura di Venezia dispone 35 arresti e annuncia che ci sono almeno un centinaio di persone indagate per corruzione e tangenti legate ai cantieri del Mose. L’ingegnere Giovanni Mazzacurati, ex presidente di Consorzio “Venezia Nuova” fornì le informazioni ritenute cruciali, che dopo il suo arresto nel 2013, iniziò a collaborare con la procura di Venezia. Tra i nomi, spunta Giorgio Orsoni, allora sindaco della città. Verrà messo agli arresti domiciliari, successivamente revocati. Nell’elenco compare anche l’ex presidente della regione Veneto Giancarlo Galan, agli arresti domiciliari anche lui che sconterà due anni. Ci sono Imprenditori, magistrati, un ex generale della Guardia di Finanza, un assessore regionale e un’eurodeputata sono le figure coinvolte, con ruoli differenti, nella inchiesta. I magistrati di Venezia hanno stimato in diversi milioni di euro le attività di corruzione della massomafia.

Evasione fiscale, nuova accusa per Giancarlo Galan - Il Mattino di Padova

È il 2009 quando da verifiche fiscali su una delle aziende coinvolte nei lavori di costruzione del Mose emergono delle anomalie. Il sospetto dei magistrati è che l’impresa emetta false fatture e che destini il corrispettivo denaro ad alcuni conti esteri. Con quei soldi sono stati  corrotti rappresentanti politici e funzionari. I primi arresti scattano nel febbraio del 2013 e coinvolgono l’ex segretaria personale di Giancarlo Galan (foto sopra), Claudia Minutillo, e Piergiorgio Baita, presidente di una delle società costruttrici, la Mantovani. I pubblici ministeri titolari dell’inchiesta erano Stefano Ancilotto, Stefano Buccini e Paola Tonini che  definiscono l’inchiesta Mose, un sistema di corruzione ben congegnato e diffuso, tanto da «integrare in un’unica società corrotti e corruttori».

Tutti i nomi dell'inchiesta sul Mose - Il Post

L’organizzazione si basa su scale gerarchiche: più cresce il potere del destinatario della mazzetta (fino a coinvolgere figure politiche), più ne cresce l’importo. In molti casi, scrivono i magistrati, «la mazzetta viene pagata anche quando il pubblico ufficiale corrotto ha cessato l’incarico o quando il politico ha cessato il suo ruolo a livello locale», mantenendo un rapporto di continuità. E la «rendita di posizione», secondo i pubblici ministeri «prescindeva dal singolo atto illecito». Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto dal 1995 al 2010 e ministro delle Politiche agricole e dei Beni e delle attività culturali nel Governo Berlusconi IV, secondo le indagini tra il 2005 e il 2011, in cambio di pareri favorevoli sulla costruzione del Mose, riceve circa un milione di euro l’anno. Cifra cui si aggiungerebbero 1,8 milioni tra il 2006 e il 2008. Dopo aver scontato due anni di arresti domiciliari, a gennaio 2017 torna libero e il 28/2/2017 viene condannato in primo grado dalla Corte dei Conti a un risarcimento danni pari a 5,8 milioni di euro (5 milioni 200mila euro per danno all’immagine e 608 mila euro per danno da disservizio). Ma non è finita qua: nel magna magna c’era anche quel esoso borghese di Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia dal 2010 al 2014 che viene messo ai domiciliari per presunta violazione della normativa in materia di finanziamento ai partiti. Avrebbe ricevuto 110mila euro di finanziamenti illeciti per finanziare la sua campagna elettorale nel 2010. Mazzacurati presidente del Consorzio Venezia Nuova parla anche di una serie di pagamenti a suo beneficio per un totale di 450mila euro. Due anni fa, per l’inchiesta sul Mose è stato assolto per il finanziamento in bianco. Mentre per alcuni episodi di finanziamento in nero è scattata la prescrizione. L’esito è stato confermato in appello.

Il massomafioso Vittorio Giuseppone (foto sopra) invece, ex magistrato della Corte dei Conti, viene accusato di ricevere denaro (300mila euro l’anno) per dare informazioni, consigli e ammorbidire i controlli di entrata e spesa pubblica del Consorzio. Poi nell’inchiesta c’era anche Renato Chisso, assessore regionale alle Infrastrutture del Veneto, avrebbe ricevuto una “rendita di posizione” annua di circa 200mila euro. Anche Maria Giovanna Piva, ex presidente del Magistrato delle Acque di Venezia era dentro fino al collo nel magna magna delle sovvenzioni: a lei sarebbero andati 400mila euro all’anno per chiudere un occhio su quanto accadeva nei cantieri. C’era anche Patrizio Cuccioletta, anche lui a capo del Magistrato delle Acque di Venezia, prima di Maria Giovanna Piva, avrebbe ricevuto circa 400mila euro l’anno tra il 2008 e il 2011, sempre per chiudere un occhio in termini di controlli. E prima di lasciare l’incarico, dicono ancora gli inquirenti, si sarebbe visto recapitare su un conto estero un bonus da 500mila euro. Ha patteggiato: 2 anni. Marco Mario Milanese, ex deputato Pdl e già consigliere dell’ex ministro Giulio Tremonti che viene arrestato il 4 luglio 2014 sempre per l’inchiesta Mose. Milanese è stato processato per traffico di influenze illecite legate alla costruzione del Mose, ma la cassazione ha difeso quel corrotto massomafioso, dandogli la prescrizione. Tra gli indagati c’è stato anche Amalia Sartori, europarlamentare: per lei scattano i domiciliari con l’accusa di finanziamento illecito ai partiti. Secondo gli inquirenti avrebbe ricevuto 25mila euro non dichiarati dal Consorzio Venezia Nuova, che foraggiava politici di destra e di sinistra per avere favori in cambio. Ma con il giro di mazzette che aveva, il 4 settembre 2017 viene assolta (impunita), con formula piena e prosciolta dall’accusa di finanziamento illecito. Nel business massomafioso c’era anche Nicolò Buson, ex direttore amministrativo della Mantovani, e Pio Savioli (foto sotto), ex componente del consiglio direttivo del Consorzio Venezia Nuova, nel 2019 hanno patteggiato: un anno e otto mesi. Ma questi politici massomafiosi, di centrodestra e di centrosinistra, pensano che noi civili non ci ricordiamo più di Tangentopoli degli anni ‘90 e dei danni economici che avevano provocato a noi lavoratori sfruttati e senza diritti ancora oggi, a causa del loro vizio di mangiare e rubare tutto senza averne bisogno! 

      Mose, Pio Savioli: "Ho fatto favori a Zanonato" – Libero Quotidiano                       Col termine ecomafia – massomafia, viene sintetizzato l’intreccio d’interessi tra criminalità ambientale, criminalità economica e politica massomafiosa, che si sviluppa in particolare attraverso 5 diverse “filiere”: il ciclo illegale del cemento (dalle cave alle case abusive, dai reati in materia di urbanistica agli appalti al ribasso per opere pubbliche); il ciclo illegale dei rifiuti (dalle discariche abusive ai traffici organizzati, anche di natura internazionale); l’aggressione al patrimonio storico, artistico e archeologico (dai furti di opere d’arte agli scavi clandestini fino ai mercati illeciti internazionali); l’illegalità nelle filiere agroalimentari (dalla produzione, col ricorso al caporalato e l’uso di pesticidi illegali, alla ristorazione). L’allarme corruzione per l’attuazione del PNRR è stato lanciato da più parti. E sono tutte voci autorevoli: dalla magistratura al Governo, dalle associazioni imprenditoriali all’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Giuseppe Busia. La questione differisce da Tangentopoli, dove la corruzione negli anni ‘90 emerse silenziosamente all’ombra delle ultime stagioni della I Repubblica e poi esplose dopo l’arresto di Mario Chiesa nel febbraio del 1992, svelando tuttavia un sistema di potere e un patto occulto tra i partiti e un gruppo di imprese consociate tra loro per garantirsi commesse e appalti. Ma nel caso del PNNR non potremo dire di essere stati presi di sorpresa se si verificheranno casi di corruzione in fase di ricostruzione post pandemia e post bellica coi quattrini presi dall’Europa. Il primo a lanciare l’allarme è stato il procuratore della Rep. di Catanzaro, Nicola Gratteri che dichiara ai mass media: “La ‘ndrangheta punta ai fondi del PNRR”.

Autonomia, perché fa paura”. L'intervista al direttore Luca Bianchi – SVIMEZ

Nicola Gratteri, spiega i mutamenti della criminalità organizzata: “Le mafie non uccidono più, non rubano le macchine e non sparano, perché hanno la possibilità di corrompere. Oggi un funzionario o un impiegato si compera facilmente per duemila euro e mette la firma dove non dovrebbe metterla”. Il direttore dello SVIMEZ Luca Bianchi (foto sopra), a seguito di un’analisi fatta dall’istituto che presiede, ha messo nero su bianco le aree nelle quali la corruzione potrebbe attecchire grazie al fatto che la mafia imprenditrice sta investendo ingenti capitali in aree economiche e produttive. Aree che vanno dall’eolico, all’offerta di servizi, alla fornitura di dispositivi medici e farmaceutici, dal ciclo dei rifiuti, all’intermediazione immobiliare e finanziaria, oltre a quelli tradizionali, quali la ristorazione, la droga,  il commercio, la logistica, l’edilizia, i servizi funebri, i trasporti, le scommesse, la corruzione e il malaffare anche nel settore dei rifiuti e le criptovalute, ultima frontiera del riciclaggio di denaro sporco.

Corruzione in Italia: vediamo quanto costa e quali sono i casi

Ma andiamo indietro nella storia per spiegare meglio il problema della corruzione politica cattolica sia di     centrodestra che di centrosinistra, in Italia e in Europa: il Piano Marshall, stanziato dagli Stati Uniti nel 1947. Gli analisti hanno studiato gli effetti del piano Marshall che non fu in alcun modo un ‘assegno in bianco’ per i governi europei, ma serviva anche per creare un enorme bacino di consumo senza il quale anche la ricostruzione USA sarebbe stata compromessa.

Alcide De Gasperi e le origini dell'atlantismo italiano

Malgrado ciò la corruzione si insinuò in modo subdolo, ad esempio attraverso la Cassa del Mezzogiorno e gli stretti legami tra la DC e le clientele del Sud Italia, così da consentire al Paese di raggiungere un primato piuttosto indecoroso in materia di corruzione in un crescendo di strapotere dei partiti della I Rep. del Governo De Gasperi (foto sopra), formato da Democrazia Cristiana (DC) Partito Comunista Italiano (PCI) Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP). Ma attorno agli anni ‘80 ci fu una svolta: la corruzione non era più solo prerogativa della criminalità organizzata, ma si estese alla società politica, civile e imprenditoriale in modo sistematico. Una misura che portò alla nascita di Tangentopoli, il più grande evento di corruzione del dopoguerra, che fece saltare per aria la Prima Rep. “La corruzione dopo tangentopoli non è sparita, esiste ancora oggi ed è più nascosta, quindi più pericolosa soprattutto in questa fase di grandi investimenti pubblici per il PNRR”, dice il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia.Ci sono invece fenomeni di finte consulenze e contratti paralleli, che sono le nuove modalità della corruzione. Un terreno scivoloso in cui spesso il privato corrompe il pubblico ufficiale, e insieme danno vita a un patto criminoso. In cambio il funzionario pubblico ottiene consulenze, agevolazioni per sé o i propri famigliari, incarichi, passaggi dal pubblico al privato con ingenti compensi”. A questa tesi fondata, vanno aggiunte alcune riflessioni per cogliere le differenze storiche e politiche tra gli anni ‘90 e oggi.

La caduta del Muro di Berlino, il riassunto e gli incredibili tentativi di fuga | GQ Italia

In primo luogo Tangentopoli nacque in un momento particolare della storia d’Italia e dell’Europa. Tre anni prima era caduto il muro di Berlino (foto sopra), e da quel momento l’Italia e la DC non furono più i baluardi dell’anticomunismo in Europa per conto della Nato. Con la caduta del muro di Berlino finì la protezione dell’amministrazione americana verso l’Italia e verso la DC, e il fiume carsico della corruzione che era rimasto sottotraccia per decenni straripò travolgendo partiti e imprenditori collusi. In Tangentopoli furono coinvolti i più grandi gruppi industriali pubblici e privati, dalla FIAT all’ENI, dalla Montedison al gruppo Berlusconi, fino alle principali società di costruzioni, collusi col sistema partitico in uno scambio tra finanziamento dei partiti e appalti privilegiati. Tra concussori e corruttori c’era un patto stretto. Dentro i partiti c’era il collettore di tangenti, e nelle imprese più grandi che partecipavano all’abbuffata, c’era chi pagava tutti i partiti indipendentemente dai singoli appalti. Un sistema occulto che ha fatto lievitare la spesa pubblica in modo impressionante e ha distrutto per anni la libera concorrenza tra le imprese che non erano dentro il cerchio magico di Tangentopoli. L’inchiesta di Mani Pulite fu portato avanti da una magistratura che fino agli anni ’90 appunto, era succube dei partiti. Questo non significa che la corruzione non esista più. Anzi. Come sostiene il presidente di ANAC (autorità nazionale anticorruzione) ha cambiato volto, le mazzette sono diventate consulenze milionarie o quote societarie attraverso un passaggio “legale” di tipo azionario.                                                                                                                Tv, editoria, calcio: l'impero finanziario di Berlusconi | laRegione.ch      Gli appalti sono il modo in cui le istituzioni concretizzano la loro attività: un tempo erano solo le opere pubbliche, la dimostrazione della crescita dello stato sul territorio. Adesso sono una massa crescente di servizi al ribasso, gare d’appalto al ribasso istituite e gestite dallo stato: è questo è il problema! Gli appalti sono diventati il terreno privilegiato della corruzione. Ma c’è un altro problema: i quadri della pubblica amministrazione non hanno una reale autonomia e dipendono interamente dalla politica, che arbitra assunzioni e carriere. Quando Enrico Berlinguer denunciò la “questione morale” in un’ intervista a Eugenio Scalfari non parlava di bustarelle ma della lottizzazione partitica di qualsiasi ente pubblico: quello da cui sono nate le basi della vecchia Tangentopoli. Come funzionava? I partiti si erano divisi amministrazioni a ogni livello (dai ministeri ai comuni) e pretendevano quote di finanziamento illecito ossia mazzette in base al loro peso politico. Di conseguenza, se tutti i partiti avevano intascato qualcosa nessuno poteva poi contestare la lentezza o la bassa qualità dei lavori.

Il tramonto dei corleonesi | Storia di sangue e mafia - Live Sicilia

La mafia originariamente, era di provenienza contadina e faceva la guardia al latifondismo aristocratico della monarchia. Il latifondismo si formò nell’antica Roma e si consolidò nel Medioevo, nel Centro-Sud sopravvisse fino alla metà del 20° secolo lasciando sempre i contadini nella miseria! Nel primo dopoguerra i mafiosi, oltre a fare le guardie private per i più ricchi, si fanno i soldi nel contrabbando di carne e comprano camion per spostare i vitelli; poi quando nel loro territorio viene costruita una diga, usano quei camion per fare il trasporto terra. Come ottengono questo subappalto? Perché l’impresa che realizzò la diga (secondo la logica borghese), capisce che gli conviene inserire i corleonesi (foto sopra), nel cantiere per avere anche una garanzia di sicurezza. Dagli anni ‘50 in poi, le mafie (ultimo gradino della classe sociale massonica), hanno gestito ditte sempre più grandi, con una crescita continua che dall’edilizia si è estesa in altri settori. In Sicilia e in Campania anche i colossi impegnati nella realizzazione di grandi opere  (ad esempio l’Alta velocità Roma-Napoli o la terza corsia della Autosole), compravano il cemento dalle imprese dei clan e gli affidavano il movimento terra: persino la Calcestruzzi di Raul Gardini (foto sotto), ha fatto patti occulti con Cosa nostra.

Raul Gardini, docufiction che non spiega i lati oscuri | Cavevisioni | Il Blog di Maurizio Caverzan

Insomma, fino agli anni ‘90 il potere della massomafia era deciso da un accordo tra boss, politici e aziende. Dopo quegli anni, le cose sono cambiate. Alle correnti di una volta si sono sostituiti gruppi di potere, che passano da uno schieramento all’altro portandosi dietro il loro pacchetto di voti e di relazioni. Nei Comuni e nelle Regioni, questa metamorfosi coincide col proliferare delle liste civiche o dei micropartiti di centro. In questa frammentazione dei partiti, spesso il politico è una figura che sin dall’esordio ha un legame col clan e ne rappresenta gli interessi. Succede anche che il politico oltre che mafioso (legato strutturalmente a un clan), sia anche imprenditore. La criminalità organizzata ha disponibilità la di cash (frutto del mercato nero, che gli permette di comprare e investire senza dipendere dagli istituti di credito), e l’intreccio con la politica (riesce a ottenere autorizzazioni più rapidamente delle aziende oneste). La massomafia se un tempo si occupava solo di edilizia, cemento, movimento terra e rifiuti, adesso ha diversificato le sue attività: finanzia e gestisce cooperative sociali di servizi nelle pulizie, nelle mense, nella manutenzione delle strade e del verde. Se poi invece guardiamo ai campi di investimento privato, allora si nota l’espansione nel turismo, nella ristorazione, nell’agroalimentare e persino nel tessile, seppur finora confinato al mercato dei falsi. Alcuni analisti ritengono che il Covid e la pioggia di commesse legate al Pnnr stiano incentivando un altro salto di qualità della mafia imprenditrice (indicato ad esempio dalle analisi Cerved società del Gruppo ESG). Spingendo la massomafia ad investire nell’impiantistica, nella produzione di energia, nella distribuzione di idrocarburi. Il modello di business della ‘Mafia Spa’ è semplice: sfruttare i propri punti di forza e la disponibilità di capitali, le relazioni con la pubblica amministrazione per diventare protagonista degli appalti o quantomeno dei subappalti del Pnrr.  Specifichiamo che il partito di destra ‘Forza Italia’, nasce ufficialmente solo due mesi prima delle elezioni politiche del 1994 del governo Berlusconi, imprenditore massone P2ista N. di tessera 1816 (la loggia massonica P2 è formata da imprenditori, alti gradi delle forze dell’ordine dei carabinieri e dei servizi segreti), che aveva dichiarato come progetto politico di attirare l’elettorato italiano di centro e centro-destra, rimasto senza rappresentanza dopo il dissolvimento dei partiti colpiti dagli scandali di Tangentopoli.

Trame atlantiche. Storia della loggia massonica segreta P2 - Sergio Flamigni - Libro Kaos 1996, Gammalibri. Rock books

Ricordiamo che il PNRR fa parte del programma dell’Unione europea noto come Fondo europeo per la ripresa, un fondo da 750 miliardi di euro approvato dal Consiglio europeo nel luglio 2020. All’Italia sono stati assegnati 191,5 miliardi di cui 70 miliardi (il 36,5%) in sovvenzioni a fondo perduto e 121 miliardi (il 63,5%) in prestiti: se li stanno mangiando tutti i politici sia di centrodestra che di centrosinistra con le loro gare d’appalto al ribasso!! E  Noi siamo qua ancora oggi sfruttati che arranchiamo per sopravvivere in questo mondo mediocre, falso e crudele.

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Ex sito nucleare di Casaccia (Roma): lavoratore contaminato dal plutonio

Report: La palude di Veneziahttps://www.raiplay.it/video/2024/12/La-palude-di-Venezia—Report-01122024-68b88bd8-1b0d-437f-899a-6cbd450576e0.html

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L’uomo scevro di pregiudizi,

l’uomo che ragiona e opera secondo

la mente ed il cuore gli suggeriscono,

non sente il bisogno di avere

dei pastori, dei capitani, dei direttori.

Pietro Gori

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Strage di Piazza Fontana 12 dicembre 1969, è stata una strage di stato.

Pinelli vive e lotta insieme a noi!

Fuori Cospito dal 41bis e dentro i politici di centrodestra e centrosinistra corrotti, in particolare quella merda fascista della Meloni, autoritaria e anticostituzionale.

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Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)