
I mass media scrivono che oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell’area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese. La ‘Joint Sapper’ (foto sopra), è una esercitazione congiunta tra i guastatori del 32° reggimento genio della brigata alpina taurinense e una compagnia del II reggimento genio della legione straniera francese. Che cosa vogliono combinarci stavolta oltre a rimanere impuniti per le stragi di stato? Che strategia della tensione stanno elaborando di nascosto?

Ricordiamoci, anche perché è importante per la nostra analisi sociale, politica ed economica, che il 15 ottobre i mass media scrivono che l’intelligence italiana ha festeggiato 100 anni con un francobollo (foto sopra) e una moneta (foto sotto) per ricordare l’evento Top Secret: nel 1943 viene istituito il Noto Servizio, o Anello, un servizio parallelo al SIM, Servizio Informazioni Militare (creato nel 1925), con finalità strettamente anticomuniste; col tempo diverrà anello di congiunzione di molteplici interessi politici, militari, economici. Solo nel 1998, quando una commissione stragi leverà dopo 50 anni il segreto militare, se ne scoprirà l’esistenza.

Ma partiamo dalla storia: Nel 1948 gli USA creano in diversi paesi europei l’organizzazione Nato Stay Behind, una struttura paramilitare clandestina col compito di contrastare un’eventuale invasione da parte dell’Unione Sovietica, che in Italia prenderà il nome di Gladio. Puntualizziamo che il primo Servizio di intelligence Italiana, di informazioni militare (Sim – attivo fino al 1945), venne istituito con regio decreto nel 1925 (un secolo fa, appunto), per unificare le strutture dei servizi segreti dell’esercito, marina e aeronautica e porre le basi per la costruzione di un sistema informativo unico coordinato a tutela della sicurezza dello stato. Nel 1949 nasce invece il Servizio Informazioni Forze Armate (SIFAR), nel 1966 il SIFAR viene riorganizzato nel SID (Servizio Informazioni Difesa), sciolto nel 1977 e sostituito da due strutture distinte: il SISMI (Servizio per le informazioni e la sicurezza militare) e il SISDE (Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica). Nasce anche il CESIS (Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza). Da ultimo la riforma del 2007 che istituisce il Sistema di Informazione per la sicurezza della repubblica e la nascita del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), con funzioni di coordinamento, e delle Agenzie AISE (per la sicurezza esterna) e AISI (per la sicurezza interna) per assicurare un ‘sistema civile’, coordinato e trasparente in cui dovrebbero proteggere gli interessi del Paese nel rispetto dei valori costituzionali (es: Meloni fascista cattolica integralista anticostituzionale…). Invece la storia ci racconta che i politici, sia di destra che di sinistra, si sono venduti ai più ricchi e ai più forti militarmente, secondo i propri interessi politici ed economici, leccando sempre le ossa e i culi al più ricco e ai suoi cani.
Ma facciamo un po’ di Storia per capire meglio il problema politico e sociale:

Nel 1900 presso lo Stato maggiore della Difesa venne istituito l’Ufficio I, poi trasformato in SIM, Servizio Informazioni Militari. L’Italia fu l’ultima potenza europea a dotarsi di un servizio informazioni. Durante il fascismo le sue competenze in materia di controspionaggio furono in larga misura affidate alla polizia politica creata dal regime, l’OVRA, Opera per la Vigilanza e la Repressione dell’Antifascismo. Per molti anni il SIM fu diretto da quel generale Roatta (a destra nella foto), che organizzò l’assassinio di vari antifascisti riparati all’estero (come il caso dei fratelli Rosselli). Alla fine del conflitto il SIM fu sciolto, a causa del suo essere stato strumento perfettamente organico al regime fascista, ma la maggior parte dei suoi membri, furono reintegrati in servizio. Così il nuovo servizio istituito nel 1949, il SIFAR, Servizio Informazioni Forze Armate, mantenne una sostanziale continuità con gli apparati fascisti, pur vedendosi affiancare i servizi di controspionaggio SIOS, Servizio Informazioni Operative e Situazione, dipendenti da ciascuna forza armata italiana (infatti esistevano il SIOS marina, il SIOS aviazione e il SIOS esercito). Tutto il personale SIOS proveniva dai ranghi dei carabinieri P2 (loggia massonica organizzata dagli alti gradi dell’arma). Nel 1955 venne nominato capo del SIFAR il comandante generale dei cc Giovanni De Lorenzo (foto sotto), che rimase in carica fino al 1965, quando venne alla luce il colpo di stato chiamato “Piano Solo”, perché fatto solo dai carabinieri. Il SIFAR fu sostituito dal SID (Servizio Informazioni Difesa), che operò con gli stessi metodi fascisti (antidemocratici) del Sid, conservando migliaia di dossier illegalmente predisposti dal SIFAR nei confronti di sindacalisti, militanti Anarchici e di sinistra, ecc..

Il ruolo giocato dal SID durante il periodo della strategia della tensione (stragi e colpi di stato), fu un gioco sporco dove emersero solo pezzi dell’attività sovversiva degli apparati statali e tuttora, tendono a non approfondire questi torbidi avvenimenti, in cui si intrecciarono e saldarono complessi progetti autoritari e colossali operazioni finanziarie, protagonisti servizi di varia natura e nazionalità: Nato, organizzazioni massofasciste, P2, settori importanti della Democrazia cristiana e del vaticano.

Nel 1974 le tendenze autoritarie e golpiste presenti in tanti apparati statali italiani, emersero in tale evidenza che lo stesso direttore del SID, il gen. Vito Miceli (foto sopra, membro della loggia massonica P2 e poi deputato del Movimento Sociale Italiano), fu arrestato con l’accusa di cospirazione contro lo stato d’intesa con la Rosa dei Venti, un gruppo clandestino di estrema destra appoggiato dai servizi segreti e coinvolto in attentati e stragi di stato.

Nel 1977 si volle sdoppiare l’attività di intelligence, proprio per impedire che una sola struttura informativa disponesse in modo esclusivo di un potere notevolissimo e tendenzialmente fuori controllo: così come in molti altri paesi, si creò una struttura di spionaggio e una di controspionaggio, facenti capo la prima al SISMI, Servizio per le informazioni e la sicurezza militare, e la seconda al SISDE, Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica. Il coordinamento fra i due servizi avrebbe dovuto essere garantito dal CESIS, Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e Sicurezza.

Tra le operazioni sporche dei servizi segreti ricordiamo il Nigergate, cioè la fornitura da parte del SISMI agli USA delle false prove dell’acquisto di uranio del Niger da parte di Saddam Hussein; il presunto coinvolgimento insieme a Telecom in attività illegali di intercettazione telefonica; il reclutamento di vari giornalisti in qualità di informatori; il rapimento da parte della CIA dell’imam Abu Omar (sulla vicenda è in corso un procedimento giudiziario che vede come imputato anche l’ex direttore del SISMI, Pollari). Il primo direttore del SIFAR è il generale di brigata Giovanni Carlo Del Re, che opera sotto l’esplicita supervisione dall’emissario della CIA in Italia, Carmel Offie. In carica per tre anni, Del Re viene sostituito nel 1951 dal gen. Umberto Broccoli, l’uomo che, almeno sulla carta, darà l’avvio a Gladio, sostituito, neppure un anno e mezzo dopo, dal gen. Ettore Musco (foto sotto).

È sotto la gestione De Lorenzo che l’Italia sottoscriverà il piano, redatto dalla CIA, denominato “Demagnetize” il cui assunto è la limitazione del potere dei comunisti in Italia e in Francia.
Nel 1965 il SIFAR veniva sciolto dopo lo scandalo delle schedature del Sifar e del Piano Solo, che verranno alla luce nel 1967. È uno scioglimento solo di facciata, l’ennesimo: con un decreto del Presidente della rep., il 18/11/1965, nasce il SID (Servizio Informazioni Difesa) con a capo Vito Miceli, un generale dei carabinieri e politico italiano che, tra il 1970 e il ‘74, divenne appunto direttore del SID, e che del vecchio servizio continuerà a mantenere uomini e strutture autoritarie cattofasciste. Miceli fu indagato per favoreggiamento nel tentativo di colpo di stato del 1970 (golpe Borghese), perché di quel tentativo di golpe di stato tacque, in primis con la magistratura. Quando nel 1975 l’inchiesta giudiziaria sul Golpe Borghese arriverà alla sua stretta finale, Miceli avrà già lasciato il servizio, travolto da una serie di incriminazioni che porteranno al suo arresto per altri fatti ancora oggi non del tutto chiariti, come la creazione della Rosa dei Venti, un’altra struttura militare para-golpista e lo scontro durissimo che lo opporrà al capo dell’ufficio D, un fedelissimo di Andreotti, il gen. Gianadelio Maletti. Gli anni della gestione Miceli sono gli anni dello stragismo in Italia: da Peteano alla strage alla questura di Milano, da Brescia all’Italicus. Come era già accaduto a De Lorenzo, anche Miceli (come premio), finirà in parlamento: eletto, anche lui, nelle file del MSI-DN di Giorgio Almirante, così come anni dopo succederà ad un altro capo dei servizi segreti, il gen. Antonio Ramponi, nelle file di Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini.

L’amm. Eugenio Henke (foto sopra), genovese, era molto vicino al ministro dell’Interno dell’epoca Paolo Emilio Taviani, democristiano. Dopo la fine della II guerra mondiale, ricoprì gli incarichi di direttore del SID (luglio 1966-ottobre 1970) e successivamente di Capo di stato maggiore della Difesa (1/8/1972 – 31/1/1975). Sotto la gestione Henke (che resterà in carica fino al 1970), prenderà l’avvio la strategia della tensione (stragi di stato e colpi di stato) che avrà come primo tragico risultato, la strage di piazza Fontana (12/12/1969). Oggi Emilio Miceli (foto sotto), è invece il nuovo comandante del Reparto Operativo dei cc di Viterbo, subentrato nel potere militare nel 2024 grazie al potere massonico, nascosto dietro alla Meloni – anticostituzionale.

Il primo scandalo dopo la II guerra mondiale, in cui incappano i servizi segreti, è quello della Loggia massonica P2. I nomi di tutti i vertici dei servizi segreti (SISMI, SISDE ed anche del CESIS, l’organo di coordinamento), sono compresi nella famosa lista del maestro venerabile, gran massone Licio Gelli, scoperta il 17/3/1981 dai magistrati milanesi che indagano su Michele Sindona. Nella strage di Bologna sono stati denunciati per depistaggio, e condannati, assieme a Gelli, alcuni uomini del SISMI, come il gen. Pietro Musumeci e il col. Giuseppe Belmonte.

Con loro anche il faccendiere Francesco Pazienza (foto sopra), in seguito imputati anche per aver creato una superstruttura occulta (il SUPERSISMI), all’interno del servizio segreto militare, sospettato di aver operato in collegamento con elementi della criminalità organizzata. Nel 1984 arriva al vertice del SISMI l’amm. Fulvio Martini, che resterà in carica fino al febbraio del 1991 quando, assieme al suo capo di stato maggiore, il gen. Paolo Inzerilli, finirà travolto dalla vicenda di Gladio. Parallelamente al Sisde si succederanno i prefetti Vincenzo Parisi (1984-‘87), che diventerà subito dopo capo della polizia (foto sotto) e Riccardo Malpica (1987-‘91), che verrà poi condannato per lo scandalo dei fondi neri del SISDE.

A proposito della strategia della tensione e dell’infinita serie di misteri che hanno segnato la storia della Repubblica, si è spesso parlato di “servizi deviati”, ma non si può parlare di “deviazione” rispetto ad apparati che, al di là delle formulazioni accademiche, hanno per definizione il compito di preservare il potere. Nei primi anni del centrosinistra (quello degli anni ’60), lavorarono per impedire uno scivolamento a sinistra del paese, e nel ’69 lavoravano per contrastare gli effetti politici della riscossa operaia e della rivolta studentesca: si aiutano (o si usano) i fascisti e i comunisti, per creare stragi in un clima di terrore: i colpevoli devono però essere individuati a sinistra, e in ogni caso l’ipotesi è di produrre una forte polarizzazione dello scontro, in modo da rendere “democraticamente accettabile” una svolta autoritaria che rimetta ordine. Il giudice Salvini, che dal 1989 al ‘97 ha condotto le indagini sull’eversione di destra e su Piazza Fontana affermò: “La presenza di settori degli apparati dello Stato nello sviluppo del terrorismo di destra, non può essere considerato ‘deviazione’, ma normale esercizio di una funzione istituzionale”.

In tutto questo, poi, c’è l’ombra pesantissima dei servizi statunitensi: come rivelò l’ex agente CIA Victor Marchetti (foto sopra), la funzione dell’intelligence USA era chiarissima: addestrare gli uomini dei servizi dei paesi Nato (anticomunista) e finanziare le loro operazioni sporche (stragi e colpi di stato) usando anche come manovalanza (infiltrati, provocatori, esecutori materiali), elementi individuati nelle organizzazioni mafiosi e più decisamente anticomuniste, cioè fasciste.
La realtà (Storia), bisogna affrontarla anche se è dura e cruda, anche se è in contraddizione coi nostri sogni – ideali, ma bisogna affrontala e esaminarla a fondo, perché devono essere messi in discussione gli ‘sbagli’, i giochi sporchi, gli accordi segreti, i patti oscuri, militari e fascisti, che lo stato ha organizzato con la mafia e le logge segrete militari. Come? Aprendo il dibattito su quel periodo oscuro della Storia, dando la possibilità all’opinione pubblica di capire ed evitare tante ingiustizie sociali create dal potere politico, militare, economico.
Purtroppo la maggior parte delle persone comuni è in buona misura disinteressata alle stragi di Stato, quasi si trattasse di fantasie dei “soliti Anarchici o comunisti” o comunque di cose assai meno interessanti rispetto al calcio mercato, all’Isola dei famosi o al Grande fratello.

Il 24/3/2024 i mass media scrivono che è morto a 90 anni Paolo Inzerilli (foto sopra), dal 1974 al 1986 capo di Gladio, che fu indagato per favoreggiamento nel tentativo di colpo di stato del 1970 (Golpe Borghese). Ufficiale esperto del SISMI, è stato anche presidente dell’associazione Stay Behind anticomunista dal 12/5/1996 al 26/4/1998. Ricordiamoci che solo nel 2021 (dopo 50 anni di Top secret – segreto militare), Mario Draghi toglie il segreto militare di stato su Gladio e la P2. Il Presidente della Rep., Sergio Mattarella, ha reso pubblico il suo pensiero nel giorno del 41° anniversario della strage della stazione di Bologna: “L’impegno di uomini dello Stato [Commissione stragi e commissione antimafia, ndr], sostenuti dall’esigente e meritoria iniziativa dell’Associazione tra i Familiari delle vittime, ha portato a conclusioni giudiziarie che hanno messo in luce la matrice neofascista della bomba esplosa la mattina del 2/8/1980. Non tutte le ombre sono state dissipate e forte è, ancora, l’impegno di ricerca di una completa verità. Quarantuno anni fa la città di Bologna e con essa la Repubblica vennero colpite al cuore. Un attentato dinamitardo, ad opera di menti ciniche che puntavano alla destabilizzazione della democrazia italiana, provocò una terribile strage in cui morirono donne e uomini inermi e bambini innocenti. I bolognesi e gli italiani seppero reagire con sofferto coraggio, sostenendo nel tempo le domande di verità e di giustizia che, a partire dai familiari, hanno reso la memoria di questo evento disumano un motore di riscatto civile e un monito da trasmettere alle generazioni più giovani”.

Nonostante tutto l’impegno sottolineato da Mattarella, purtroppo stiamo tornando indietro nella Storia. Per esempio il 17 ottobre scorso, poco dopo le 22 sotto l’abitazione del giornalista Sigfrido Ranucci (foto sopra), c’è stato un attentato allo ‘scomodo’ conduttore di Report (Rai3). Una bomba distrugge la sua auto con un chilo di esplosivo, danneggiando anche quella della figlia parcheggiata accanto (strategia della tensione cattofascista?).
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Contro il potere della Nato! Contro il potere della Russia!
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Ma chi controlla il controllore?
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Chi dice “STATO” dice necessariamente “GUERRA”.
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dell’organizzazione economica borghese,
è anche la base dell’organizzazione politica.
P. Kropotkin
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Cultura dal basso contro i poteri forti ed i suoi cani
Rsp (individualità Anarchiche)