Meno armi e sbirri – più case popolari

Il vecchio vizio delle forze dell’ordine di creare stragi, soprusi, violenze e ingiustizie sociali come nel caso di Pinelli (ucciso perché aveva dichiarato che la strage di piazza fontana era una strage di stato). 12 dicembre 1969 iniziava la strategia della tensione, chiamata anche patto anticomunista atlantico, attuato con colpi di stato, stragi e infiltrazione dei nuclei clandestini dello stato nei movimenti anarchici e di sinistra. Inizia la strategia delle stragi per incolpare il movimento anarchico e quello studentesco – operaio, che si stavano unendo per ribellarsi alla sopraffazione e ai soprusi di una cultura arretrata cattofascista, fatta di autoritarismo e sfruttamento. Ma nonostante le rivolte e le contestazioni degli anni ‘60/’70, non siamo andati in meglio dalla condizione sociale di dittatura militare che si era instaurata già allora!! Secondo noi Rsp individualità anarchiche, non siamo migliorati perché dopo la dittatura cattofascista, il potere è andato al governo cattosinistroide (elezioni politiche 1948: Togliatti – Alcide De Gasperi – Andreotti- Moro- Dossetti – La Pira), fino ad arrivare alla teologia della liberazione chiamata più comunamente lotta armata proposta da Paolo VI negli anni ‘70 ….! Forse per comodo o per vigliaccheria, le generazioni degli anni ’60/’70, dopo le contraddizioni della destra e della sinistra, hanno preferito stare col potere ambiguo della chiesa, che li ha dirottati nella contraddizione, nell’ipocrisia e nell’ambiguità. Ecco perché siamo ancora nella miseria sia culturale che economica. Dagli anni ’80 in poi, non ci sono rimasti più sogni né eroi, perché la realtà dura e cruda non ha lasciato spazio alla filosofia….

Il 26 AGOSTO i mass media scrivono che la procura della Corte dei Conti della Liguria ha chiesto un risarcimento danni di oltre 8 milioni di euro (3 milioni di danni patrimoniali e 5 per danno d’immagine) a 27 sbirri appartenenti alla polizia di stato, per i pestaggi avvenuti alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. La procura contabile ha citato anche i dirigenti e i funzionari dell’epoca: Francesco Gratteri, allora direttore del servizio centrale Operativo, il suo vice Gilberto Caldarozzi; Spartaco Mortola capo della Digos (i magistrati lo indicano responsabile dell’uscita notturna alla Diaz); Vincenzo Canterini comandante del primo reparto mobile di Roma, il suo vice comandante e i capisquadra. Secondo il pm contabile, lo stato, non solo ha dovuto affrontare importanti risarcimenti, ma ha subito anche un grande danno d’immagine, per i brutali pestaggi avvenuti all’interno della scuola Diaz da parte delle forze dell’ordine la notte tra il 21 e il 22 luglio 2001, che si è concluso in Cassazione con alcune condanne e numerose prescrizioni, che hanno visto coinvolti anche i vertici della polizia di stato. Il pm sottolinea però “come sia per i fatti per cui vi è stata una condanna, che per quelli per cui è intervenuta la prescrizione, si siano accertate le responsabilità e vi sia stata condanna al risarcimento danni e al rimborso delle spese, nonché il riconoscimento di provvisionali in favore delle parti civili”. In Cassazione, nel luglio 2012, il collegio presieduto da Giuliana Ferrua, per le violenze della Diaz, confermò le condanne a 4 anni per Giovanni Luperi e Francesco Gratteri, 5 anni per Vincenzo Canterini, 3 anni e 8 mesi a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici (questi ultimi all’epoca dirigenti di diverse Squadre mobili), Spartaco Mortola capo della digos di Genova, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini. Nel 2013 sono state depositate le prime cause civili contro il Viminale per i danni psicologici e le torture subite dai manifestanti da parte delle forze del disordine in quei giorni a Genova nel 2001.

Il magistrato Enrico Zucca il 22 marzo 2018 dichiara ai mass media (“chi coprì i torturatori del G8 di Genova è ai vertici della Polizia”), le sue critiche per le carriere dei poliziotti che ebbero un ruolo nei pestaggi e nelle falsificazione dei verbali durante l’irruzione alla scuola Diaz. Come la nomina di Gilberto Caldarozzi a vicario della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia. La Cassazione fissò per lui una pena a 3 anni e 8 mesi, perché firmò insieme ai suoi compari il verbale di perquisizione in cui si dichiarava che dalla scuola dove dormivano i No global, poi manganellati durante l’irruzione degli agenti dove spuntarono poi due bottiglie incendiarie. Le stesse esibite la mattina successiva nel corso di una conferenza stampa. Il verdetto di falsificazione divenne definitivo il 5 luglio 2012 e in quel momento Caldarozzi era capo del servizio centrale operativo. Fu sospeso durante l’interdizione dai pubblici uffici, scaduta a luglio 2017, ed era stato ingaggiato da Finmeccanica quando era presidente Gianni Di Gennaro, cioè il capo della polizia nel periodo del G8 (a umma umma, tutto in casa).

de-gennaro

Pietro Troiani (per i giudici fece portare alla Diaz le false molotov), nel 2017 è diventato comandante del centro operativo della Polstrada a Roma. “Secondo le carte del caso Diaz, è l’uomo che nella notte del 22/7/2001 ordinò a un assistente di trasportare nell’Istituto le bombe trovate il giorno prima in tutt’altra parte della città… Ha preso 3 anni”. Sulla vicenda Caldarozzi-Troiani il ministero ha parlato “non di avanzamenti ma di posti assegnati in base al grado e alle professionalità dei funzionari”. Francesco Gratteri viene definito il “più noto fra i condannati per il verbale fasullo. Fra il 2001 e il 2012 (data della sentenza definitiva) diventa prima capo dell’antiterrorismo, poi Questore di Bari e, col grado di prefetto, coordinatore del Dac (Divisione Centrale Anticrimine)”. Le parole del magistrato Zucca, “trovano obiettivo riscontro, oltre che nelle promozioni accordate ad alcuni dei funzionari condannati all’esito del processo Diaz (come Gilberto Caldarozzi, vice-capo della DIA), anche nella giurisprudenza della Corte di Strasburgo, che in relazione a questa vicenda ha condannato l’Italia per aver violato il principio in base al quale ‘laddove un agente statale sia incriminato per torture o maltrattamenti, questi dovrà essere sospeso dalle sue funzioni durante l’istruttoria e il processo e, qualora sia condannato in via definitiva, rimosso”. Nel 2010 i mas media scrivono le confessioni del vice-questore Pasquale Troiani. Fu una “leggerezza” portare nella scuola Diaz le due molotov per incastrare i 93 no-global ospiti dell’istituto. Spartaco Mortola, ex capo della Digos genovese, riconosce che quella notte arrestare i manifestanti fu fatta anche da parte sua “una forzatura giuridica”. Francesco Gratteri, capo dello Sco, spiega come il finto accoltellamento dell’agente sarebbe servito a giustificare “l’eccesso di violenza” dei Nuclei anti-sommossa. E’ una sconvolgente confessione, quella che emerge dai verbali dei super-poliziotti interrogati dalla Procura di Genova nel 2010 sul famigerato blitz della notte del 21 luglio 2001, una delle tante pagine nere della storia della polizia italiana. Un’operazione militare che doveva permettere di recuperare l’immagine delle forze dell’ordine agli occhi del mondo dopo i brutali pestaggi inflitti a donne anziani e bambini avvenuti il 20 luglio durante la manifestazione e che sfociò poi con l’omicidio di Carlo Giuliani. Il poliziotto Massimo Nucera, mostrò una coltellata sul giubbotto antiproiettile, secondo lui inferta da un occupante della scuola. L’agente è stato successivamente accusato di falso e di calunnia: i pm ritenevano infatti che il taglio sul giubbotto del poliziotto fosse stato fatto ad arte in un secondo momento. Assolto in primo grado, venne condannato in appello e poi in via definitiva a 3 anni e 5 mesi (di cui effettivi solo 5 mesi per via dell’indulto) nel gennaio 2014. A fine 2013 l’inpunito Nucera venne condannato dal Consiglio provinciale di disciplina della polizia ad una sospensione di un mese dello stipendio, poi convertita nel marzo del 2014, dopo ricorso all’allora capo della polizia Alessandro Pansa, a un giorno di stipendio……

Insomma quel 21 luglio 2001, tra le ore 22 e mezzanotte, nelle scuole Diaz, Pertini e Pascoli, dove c’era il coordinamento del Genoa Social Forum, ci fu un abuso di potere da parte delle forze dell’ordine. Gli sbirri per giustificare la perquisizione che volevano fare dichiararono di aver trovato due bombe molotov. La «prova regina» data dagli sbirri risultò poi falsa. Fabbricata ad arte per incastrare i 93 no global e giustificare così la rappresaglia e il pestaggio a freddo, violentissimo, inflitto ai manifestanti inermi, indifesi. Il 13 giugno 2007 uno dei 28 poliziotti imputati per l’irruzione alla Diaz, Michelangelo Fournier, all’epoca dei fatti vice questore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma agli ordini di Canterini, confessa in aula a Genova, rispondendo alle domande del PM Francesco Cardona Albini, di aver assistito a veri e propri pestaggi, sia da parte di agenti in uniforme (specifica, anche in interviste successive, “con l’uniforme dei reparti celere e un cinturone bianco”, sia in borghese con la pettorina. Fournier ha sostenuto di non aver parlato prima perché non ebbe “il coraggio di rivelare un comportamento così grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza”.

Ricordiamoci che il G8 di Genova fu organizzato in pieno regime piduista, ad un mese dalla nascita del governo Berlusconi e dal gov. D’Alema. Nel G8 facevano parte: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti d’America. Quel giorno arrivarono a Genova 300 mila manifestanti. A Genova, un’infinità di persone, “colpevoli” di manifestare il proprio dissenso, subirono violenze fisiche e psicologiche che hanno segnato le loro vite (stato di polizia – dittatura militare)…

Il 27 ottobre 2017 i mass media hanno scritto che la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, dichiara che a Bolzaneto furono commessi atti di tortura. E’ quanto ha stabilito la corte, condannando l’Italia per le azioni messe in atto dalle forze dell’ordine nella caserma del reparto mobile di Genova durante il G8 del 2001. In sintesi: era la notte del 21 luglio 2001 quando scattò l’irruzione dei militari alla scuola Diaz, dove si trovavano alcuni dei manifestanti giunti nel capoluogo ligure per protestare contro il vertice internazionale. Dopo un violento pestaggio, furono arrestate 93 persone che dormivano all’interno della scuola e trasferite nella caserma di Bolzaneto. Sul banco degli imputati per quelle violenze sono finiti a vario titolo: poliziotti, carabinieri, agenti della penitenziaria e medici.

Nella caserma di Bolzaneto i manifestanti subirono sevizie fisiche e psicologiche protratte per giorni: furono costretti a rimanere in piedi per ore, senza bere e mangiare, senza poter contattare i legali o gli interpreti, dovendo intonare canzoni fasciste. E, soprattutto le donne, si dovettero denudare davanti ai poliziotti maschi. Nella caserma di Bolzaneto furono trattenute in quei giorni 307 persone, italiani, spagnoli, greci, tedeschi, francesi, svizzeri, inglesi, neozelandesi, statunitensi e un lituano. E il «potere pubblico», è scritto nel provvedimento, li trattò «come oggetti, che hanno vissuto durante tutta la durata della loro detenzione in un luogo “di non diritto”, dove le garanzie più elementari erano state sospese». Ancora: «L’insieme dei fatti emersi dimostra che i membri della polizia presenti, gli agenti semplici, e per estensione, la catena di comando, hanno gravemente contravvenuto al dovere deontologico primario di proteggere le persone poste sotto la loro sorveglianza».

Ma non è finita qua: Il 5 luglio 2018 i mass media annunciano che il governo Conte con un decreto del 4 luglio, ha dato il via libera alla sperimentazione del Taser, la pistola elettrica (elettroshock tascabile) che sarà presto in dotazione alle forze dell’ordine. Stando a quanto reso noto dal Viminale, sarà usata da polizia, carabinieri e guardia di finanza, inizialmente in 11 città: Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e a Brindisi. Anche il cattofascista, ministero dell’Interno Salvini, il 27 agosto dichiara ai mass media che vuole introdurre la pistola taser, proponendocela come un’arma innocua, già in uso in Europa da una quindicina di anni. I carabinieri del nucleo radiomobile di Milano (caserma Montebello di via Vincenzo Monti) hanno iniziato a sperimentarle sui manichini. Il ministro dell’interno dichiara inoltre che dal 5 settembre le pistole (che si aggiungono ai 100 milioni di euro al giorno di spese militari), saranno date ad alcune pattuglie di carabinieri, polizia e guardia di finanza, a Milano e in altre città italiane come Roma, Torino e Palermo.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2018-06-16/taser-polizia-quanto-costa-e-che-business-muove-pistola-elettrica-093341.shtml

Si tratta di pistola di colore giallo che (quando va bene, ndr) paralizza per 5 secondi la vittima. La “x2”, questo il nome del taser, rilascia una scossa di intensità regolare di 5 secondi. Doppio puntatore laser, può colpire un obiettivo lontano fino a 7 metri. Il Taser è una vera e propria arma “non da fuoco”, il cui porto è vietato. Viene considerata “non letale” ma Amnesty international ha documentato diversi casi, soprattutto negli Stati Uniti, in cui le persone colpite hanno perso la vita. La pistola, ideata nel 1969 dal ricercatore e scienziato della Nasa, Jack Cover, non spara proiettili ma lancia due elettrodi legati da fili elettrici che, una volta raggiunto l’obiettivo, trasmettono per qualche secondo una scarica di circa 50mila volt ma a basso amperaggio. La vittima viene stordita e praticamente immobilizzata dalla scarica elettrica. La principale azienda produttrice delle Taser è l’americana Axon, di Scottsdale, in Arizona. Oltre agli Stati Uniti, quest’arma è in dotazione alle forze di polizia di circa 107 paesi, tra cui Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Kenya e in Europa in Finlandia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito.

La pistola Taser verrà usata sicuramente per le persone inermi, non armate, che si fanno sentire durante le manifestazioni di piazza, la pistola taser serve contro chi protesta, vedi appunto il G8 di Genova. Un’arma di tortura legalizzata contro i manifestanti o contro la povera gente in miseria, che ruba per mangiare, non per arricchirsi, difficilmente verrà usata per fermare i Benetton, i Ligresti, i Mario Monti o i Mario Draghi….

Sperimentazione delle pistole taser: la posizione di Amnesty International Italia

Secondo un’indagine condotta da Amnesty International, sarebbero stati tra il 2001 e il 2012 più di 500 le persone morte negli Usa a causa dell’uso della pistola Taser. LA PISTOLA ELETTRIFICATA dunque può ammazzare se usata contro persone che hanno pregressi problemi cardiaci o disturbi neurologici. Può essere letale per un bambino che è nel grembo della mamma. La stessa azienda produttrice riconosce che esisterebbe un fattore di rischio pari allo 0,25%. E’ come se su un qualsiasi prodotto farmaceutico ci fosse scritto che ogni 400 persone che lo usano, uno di loro rischia la morte. Quell’azienda farmaceutica, se lo scrivesse nel bugiardino, verrebbe messa fuori legge insieme al suo prodotto. Le morti certificate però non sono mica le morti reali, molte restano oscure, le cause non accertate. Nel 2014 nel sostenere che vi sia stata una violazione dell’art. 3 della Convenzione europea che proibisce la tortura determinata dall’uso di pistole con scariche elettriche, nel caso Anzhelo contro Bulgaria la Corte europea cita il Comitato di Strasburgo per la prevenzione della tortura che tra l’altro afferma che l’uso dell’elettroshock potrebbe aprire la porta a risposte sproporzionate. Anche il Comitato Onu contro la Tortura, a proposito del Portogallo che voleva introdurre l’uso delle pistole Taser nella propria legislazione, ha espresso la propria contrarietà per il rischio che l’utilizzo di questi strumenti degeneri in maltrattamenti.

Il capo della polizia Gabrielli ha dichiarato ai mass media che “Sì, effettivamente il Taser non uccide, almeno non direttamente”… A vedere le immagini degli arresti, negli Stati Uniti, si capisce un po’ meglio perché questa arma, che in Italia è giudicata non da fuoco pur prevedendo il possesso del porto d’armi per averla in casa, è considerata dalle Nazioni Unite come un’arma di tortura: la scarica è talmente forte che non si riesce a stare in piedi, a parlare, nemmeno a muovere gambe e braccia, che tipicamente in questi casi si muovono di scatto, innaturalmente. A pochi mesi dall’approvazione in Italia del reato di tortura, hanno pensato bene di regalare un’arma micidiale alle “forze dell’ordine”, a uno STATO DI POLIZIA, a una DITTATURA MILITARE. Arma che le Nazioni Unite dichiarano essere uno strumento di tortura. E tutto questo si instaura in un contesto politico occulto, dove il capo delle forze dell’ordine non ha mai nascosto il proprio sostegno alle parti più violente della polizia piduista ….

Dopo gli annunci del capo della polizia Gabrielli e del ministro dell’Interno Salvini, le pistole elettriche sbarcano anche in Vaticano. I mass meda scrivono il 18 giugno che da qualche giorno un gruppo scelto di membri della gendarmeria vaticana, accanto all’arma di ordinanza (l’alabarda?), sono equipaggiati di pistola taser… E dire che al Vaticano dello Ior, bastava il classico caffè ‘corretto’ per eliminare i personaggi scomodi (vedi papa Luciani)….

Ma la sperimentazione del taser non è l’unica bastardata: ieri il Viminale ha inviato una circolare contro le occupazioni abusive di immobili che devono essere sgomberati con la “dovuta tempestività”, per evitare il consolidarsi di situazioni di illegalità che possano pregiudicare la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblici.

In pratica: sono state condannate le forze dell’ordine per torture e violenze disumane, ma il governo, invece di eliminare gli sbirri, gli propone il taser e se la prende con la povera gente che occupa le case abbandonate!!!

Paolo VI e la lotta armata

addestramenti militari, fake news e reazioni di massa

 

Religione, il dominio della mente umana.

Proprietà, il dominio dei bisogni umani;

e governo, il dominio della condotta umana,

rappresentano le roccaforti della schiavitù umana

e tutti gli orrori che questa comporta.

Emma Goldman

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)