Il 12 ottobre i mass media scrivono che dal nord al sud gli studenti sono scesi in piazza per protestare contro la nuova manovra economica (del magna magna…).
Anche a Torino il Collettivo Studenti Indipendenti e il Laboratorio Studentesco hanno riempito le strade e le piazze per protestare contro lo stato degli istituti e il sistema di alternanza scuola-lavoro, che legittima solo “un’altra forma di sfruttamento”. Gli studenti dichiarano inoltre che è ora di cambiare questo sistema marcio: “Dalle scuole all’università bisogna costruire una società multiculturale che educhi alle diversità a partire dai luoghi del sapere”. Secondo gli studenti la nuova manovra economica non ha cambiato la condizione disastrosa della scuola. La manovra economica accontenta solo agli evasori fiscali tagliando le tasse ai più ricchi (tasse che servivano come risorse ai comuni per far funzionare i servizi sociali, scuole, ospedali pubblici ecc.). I giovani studenti rivendicano la mancanza di provvedimenti concreti per contrastare la precarietà nel mercato del lavoro. Gli studenti puntualizzano anche che: “Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili, soprattutto se non ci si interroga su come risollevare un sistema scolastico che negli ultimi 10 anni ha subìto tagli per più di 8 miliardi e che non riesce più ad essere strumento di formazione e crescita delle nuove generazioni: lo provano i 150mila studenti che ogni anno abbandonano gli studi. Tutti gli studenti oggi hanno urlato: “Oggi siamo in piazza per rivendicare e lottare per un’altra idea di Paese, che rimetta al centro la scuola e l’Università e che investa sulle giovani generazioni”.
Solidarietà alle giovani compagne studentesse dell’Askatasuna che il 12 ottobre stavano scioperando per rivendicare i diritti di tutti gli studenti, ma sono poi state arrestate con l’accusa di aver bruciato 2 fantocci di carta raffiguranti i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Moltissimi studenti hanno espresso in varie forme e colori, la loro ribellione contro l’ingiustizia quotidiana dei costi economici insostenibili per studiare, protestavano per la manovra finanziaria annunciata dal governo e che ignora i problemi degli studenti, tagliando i costi che servono per il diritto allo studio e per la qualità della formazione …..
Altro che telecamere nelle scuole contro gli spacciatori… Ricordiamoci chi era il Colonnello Riccio!!
Piuttosto di mettere le telecamere nelle scuole, le mettano nelle caserme… Stiamo ritornando alla repressione (stato di polizia) degli anni ‘70! Lo chiamano ancora ‘controllo sociale’…
Ma che giochetti geopolitici ed economici ci sono adesso in ballo? Negli anni ‘70 c’era il patto Atlantico con la strategia delle bombe di stato – false flag – che dirigeva i giochetti, ma ora cosa ci stanno combinando gli apparati militari? Non ‘solo’ davanti alle scuole, ormai ci vogliono abituare alla brutta visione di convivere con le camionette di militari nei centri delle città, nei luoghi di aggregazione e perfino negli ospedali pubblici!! Militari che controllano cosa? Basterebbe smettere di fare le guerre, e automaticamente si risparmierebbero quei famosi 100 milioni al giorno che in Italia spendono per incentivare le guerre colonialiste e per le armi!! Aveva ragione Shakespeare a porsi il problema: “ma con tutti questi controllori, chi controlla poi i controllori?”.
A proposito di controllori:
Michele Riccio era allievo e componente della squadra antiterrorismo e, poi, anticrimine, del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa….
Nel giugno 1997 il colonnello dei carabinieri Riccio viene arrestato, gli contesterebbero troppe “concessioni” fatte in materia di stupefacenti sequestrati, che sarebbero in parte tornati in possesso degli stessi pentiti. ….
Michele Riccio, ex braccio destro del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, responsabile della Dia e dei Ros genovesi (è quello del blitz nel covo di via Fracchia dove vennero uccisi a freddo 4 brigatisti). Insieme al colonello Riccio sono stati arrestati anche 5 dei suoi “fedelissimi“, i marescialli: Giuseppe Del Vecchio, Angelo Piccolo, Gian Mario Doneddu, Giuseppe Sesto, Ernesto Capra (Doneddu, Sesto e Capra verranno scarcerati un mese dopo). Gli episodi oggetto dell’inchiesta abbracciavano il decennio 1983/1993…
Nel 2007 il colonnello dei carabinieri Michele Riccio era stato condannato dal tribunale di Genova a 9 anni e 6 mesi di reclusione per traffico di stupefacenti nelle operazioni anticrimine “Topkapi” e “Pantera”, e per la raffineria trovata all’interno della caserma di Corso Europa. Due anni dopo, il 14 luglio 2009, la pena era stata ridotta in appello a 4 anni e 10 mesi….
Secondo gli investigatori: Riccio, Piccolo, Del Vecchio e Doneddu avrebbero condotto indagini di polizia giudiziaria con l’aiuto di confidenti e sarebbero entrati in contatto con trafficanti acquistando quantità di droga di cui, in certi casi, avrebbero in parte omesso la segnalazione all’autorità giudiziaria. In altri casi avrebbero trattenuto una parte dello stupefacente e, in alcune occasioni, avrebbero fatto risultare con atti falsi il sequestro di un quantitativo minore di quello reale. Secondo i Pm l’obiettivo soprattutto di Riccio sarebbe stato quello di compiere operazioni clamorose per acquisire fama ed encomi.
Sempre secondo l’inchiesta, il colonnello Riccio e i suoi fedeli avevano trasformato la caserma in una raffineria di cocaina: alcuni sottufficiali avrebbero “trattato” lo stupefacente con macchinari speciali sequestrati in precedenti operazioni, utilizzando più tardi la droga per “incastrare” diversi criminali. Secondo i giudici, il colonnello “costruiva a tavolino prove di colpevolezza” ed “inventava operazioni di polizia”. A spingerlo sarebbe stata “un’ambizione personale senza confini geografici”. All’origine dei guai di Riccio vi fu la famosa Operazione Pantera. In quell’occasione (erano gli anni 90) fu sequestrata una partita di pesce congelato da 33 tonnellate. Nascosto tra il pesce vi erano 288 chili di cocaina proveniente dalla Colombia. Tre mesi dopo il pesce fu venduto sottobanco dai carabinieri per 54 milioni. L’operazione Pantera costò a Riccio due reati. Non soltanto contrabbando aggravato ma anche detenzione e cessione di stupefacenti: perché nel corso dell’operazione, secondo l’accusa, il colonnello occultò cinque chili di cocaina sottratti alla distruzione del reperto da uno dei suoi uomini (si chiamava Giuseppe Del Vecchio).
M a il vecchio vizio dell’arma non finisce qua:
Il 12/7/2010 il generale Ganzer di Bergamo, e altri 13 carabinieri sono stati condannati in primo grado a pene varie fino a 18 anni di reclusione. Ganzer è stato condannato a 14 anni “per aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati, al fine di fare una carriera rapida”. Ganzer e la sua squadretta sono stati accusati per irregolarità in operazioni antidroga condotte negli anni ’90 da un piccolo gruppo all’interno del reparto speciale dell’Arma…
Gli impuniti : L’arma non condanna se stessa!!
Il 15/1/2016 la terza sezione penale della Cassazione ha riqualificato i fatti imputati al generale dei carabinieri Giampaolo Ganzer come di lieve entità, e pertanto è scattata la prescrizione. Lo ha deciso il collegio presieduto da Aldo Fiale al termine di una lunga camera di consiglio nell’ambito del processo a carico dell’ ex capo dei Ros, che in primo grado la condanna era stata a 14 anni per associazione a delinquere e traffico internazionale di droga, anche se l’accusa ne aveva chiesti 27. La Corte d’Appello di Milano, che insieme a Ganzer aveva giudicato anche alcuni suoi collaboratori, lo aveva condannato nel 2013 a 4 anni e 11 mesi. L’ex comandante, secondo l’accusa avrebbe guidato una sorta di banda di uomini in divisa che portarono avanti «una serie indeterminata di illecite importazioni, detenzioni e cessioni di ingenti quantitativi di droga, utilizzando la struttura, i mezzi, le relazioni e l’organizzazione dell’Arma» La pena più alta era stata chiesta proprio per il generale Ganzer e per Mauro Obinu, ex ufficiale del Ros poi passato al Sisde. La vicenda giudiziaria che vede imputato il capo del Ros fa riferimento a fatti avvenuti tra il 1990 e il ‘97.
Poi, con gli anni, la gente si dimentica e i personaggi ai vertici, si riciclano, mantengono le posizioni di comando, insabbiando la Storia, con tutte le loro malefatte, proponendosi addirittura in dibattiti pubblici: http://www.comune.portogruaro.ve.it/it/events/il-terrorista-dalle-brigate-rosse-all-isis
A proposito di eroina di stato…
Ricordiamoci cos’era l’operazione Blue Moon attuata per annientare i movimenti di lotta che protestavano contro l’autoritarismo delle università, contro le guerre, contro le condizioni sociali di miseria e sfruttamento degli operai e dei contadini!
Il mercato delle droghe è gestito da sempre dalle élites mondiali (il loro braccio armato, Contras e Narcos) che, mediante i servizi segreti, hanno inondato di droga gli ambienti giovanili dalla fine degli anni 60′ agli anni 80’, conducendo milioni di giovani verso la tossicodipendenza, la psichiatrizzazione o la morte per overdose.
Durante la strategia della tensione fatta di stragi di stato (false flag) per incolpare il movimento degli anarchici, in contemporanea gli sbirri portavano avanti anche il piano militare Blue Moon, eroina di stato: https://www.youtube.com/watch?v=kywmDZVjTnw
Chi sa domina chi non sa, ecco perché è importante che la Cultura sia accessibile a tutti, per evitare che chi domina manovri gli ideali di giustizia sociale.
Al minimo segno di ribellione,tutto il peso
del governo, della legge e dell’ordine ti cadrà
sulla testa, a cominciare dal manganello
del poliziotto, dal carcere, dalla prigione,
fino alla forca o alla sedia elettrica.
A. Berkman
Cultura dal basso contro poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)