L’amnistia di Togliatti: a Predappio i fasci escono dalle fogne per la  ricorrenza della marcia su Roma.

L’amnistia di Togliatti: a Predappio i fasci escono dalle fogne per la  ricorrenza della marcia su Roma.

La zona di Gorizia, come tutto il Friuli Venezia Giulia, allora era in mano ai partigiani bianchi del conte Edgardo Sogno: occhio…

I mass media scrivono che il 28 ottobre  a Predappio (Forlì-Cesena) ci sono state due manifestazioni. In mattinata l’Associazione fascista liberale degli arditi d’Italia e quelli del “Museo dei ricordi” sono  usciti dalle fogne per la 94/a ricorrenza della marcia su Roma che, il 28/10/1922, portò al potere il socialista Benito Mussolini e il fascismo. I fasci a Predappio quel giorno erano in 2000 ‘nostalgici trogloditi’ non ancora estinti. Finita la pagliacciata fascista i trogloditi (pulitini cattolici) hanno preso d’assalto i negozi di Predappio specializzati in souvenir e abbigliamento ” fascista”, oltre ai bar e ai ristoranti della zona che gli hanno aperto volentieri le porte . Nel pomeriggio invece c’è stata la manifestazione dell’Anpi  per celebrare invece la liberazione della città natale dal duce, avvenuta il 28 ottobre 1944, da parte delle truppe alleate (Yalta: Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica) e dai partigiani italiani  (partigiani bianchi insieme ai partigiani rossi). Il permesso per organizzare la manifestazione fascista anticostituzionale è stato dato dalla prefettura di Forlì-Cesena. Roberto Fiore era a Bologna qualche settimana fa per la manifestazione di Forza Nuova contro la moschea.  Il 24 ottobre invece, i mass media scrivono che l’avvocato e fratello del leader di Forza Nuova, Stefano Fiore, ha contattato la Corte di assise di Bologna, facendo sapere via mail di rimandare il processo perché non  poteva essere presente, perché impegnato in un’altra udienza civile, a Roma. I giudici hanno detto di no alla richiesta della difesa di far testimoniare il terrorista venezuelano Sanchez Ramirez detto ‘Carlos’, ritenendola “inutile e definendo Carlos inattendibile e reticente….

A Milano invece il 29 ottobre il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha dichiarato ai mass media di non dare l’autorizzazione per la commemorazione organizzata dagli Arditi d’Italia, (un’articolazione del movimento di estrema destra Lealtà e Azione) in ricordo dei caduti della Repubblica sociale italiana, sepolti al Cimitero Maggiore. Strano, perché Sala di solito non si è mai opposto alla pagliacciata allegorica dei fasci (dopo le varie ruberie fatte all’expo, si vuole riqualificare convinto che la gente dimentichi le sue tangenti e il ‘via libera’ alle imprese mafiose, il corrotto…). Il Campo X torna così al centro delle polemiche: già lo scorso anno, in seguito a un’altra parata organizzata sempre di gerarchi fascisti, era stata aperta un’inchiesta per la quale la Procura di Milano ha chiesto poi l’archiviazione. Non si è trattato, (per la magistratura), di ‘apologia del fascismo’ ma di ‘commemorazione dei defunti’ (ipocriti). Alla faccia della costituzione antifascista!  In questi giorni i mass media hanno scritto che il Parlamento Europeo deve approvare una risoluzione che chiede a tutti i Governi di mettere al bando le organizzazioni che si richiamano al fascismo e al nazismo. ..

 Ma andiamo ad analizzare perché ancora oggi ci ritroviamo i cattosinistroidi fascisti al potere, nonostante i partiti fascisti siano considerati illegali dalla costituzione (1946).

Il 1 novembre i mass media scrivono che Roberto Fiore segretario nazionale di Forza Nuova, ha risposto in tribunale per la prima volta in un’aula alle domande, su quell’attentato che fece 85 morti e 200 feriti. Oggi, in veste di testimone, assistito dall’avvocato (suo fratello), Fiore ha parlato, raccontando la sua versione: “Non furono i fascisti.”. C’è sicuramente un coinvolgimento, quantomeno nel depistaggio, della P2, ma questa è una strage sostanzialmente internazionale”…

Ma chi era Roberto Fiore? Era solo un borghesuccio castrato (come tanti), ambizioso e senza scrupoli?

Era il 21/4/1999 quando i mass media scrissero: in l’Italia è stato rimpatriato (riciclato dopo 19 anni di latitanza)  Roberto Fiore,  a 4 giorni dal 25 aprile. Fiore ritorna ricco in Italia, ed è pronto per investire e guidare un nuovo movimento politico, neofascista, razzista. Nel 2001 Fiore si ricicla alle comunali di Roma, il primo candidato è un nipote di Benito Mussolini. Negli anni d’oro di Berlusconi, Forza Nuova di Fiore tratta alleanze elettorali col centro-destra. Nel 2008 Fiore entra nel parlamento europeo, occupando il seggio lasciato da Alessandra Mussolini. E fuori dai palazzi, intanto, la base di Forza Nuova  (braccio armato – ultimo gradino gerarchico) scatena un’escalation di violenze.  Negli anni ‘70 venivano pagati dai servizi segreti Atlantici come braccio armato extraparlamentare per attuare la strategia della tension ! Colpi di stato – Stragi di Stato! Ora li riciclano, per fare che? Fiore era stato condannato per banda armata e associazione sovversiva come capo di Terza posizione, l’organizzazione extraparlamentare di destra eversiva. Fiore, dopo la strage di Bologna scappa a Londra, prima di poter essere colpito dalla retata che decapita Terza Posizione, il gruppo armato (braccio armato – ultimo gradino) che ha allevato una legione di soldati poi confluiti nei Nar. Quando i suoi ex camerati Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (braccio armato) eseguono la strage di Bologna (2 agosto 1980, 85 vittime), lui il leader, è già in Inghilterra. Nel 1982 un giudice britannico respinge la richiesta italiana di estradizione. Fiore e l’altro leader di Terza posizione, Massimo Morsello, restano liberi anche dopo essere stati condannati in tutti i tre gradi di giudizio. Dentro a Terza Posizione c’era anche Gabriele Adinolfi, ora ideologo di Casapound. A Londra, Fiore e Morsello vengono descritti dalla stampa inglese come collaboratori dei servizi segreti (MI6). Nel 1991 la prima commissione d’inchiesta del parlamento europeo su razzismo e xenofobia è presieduta  da Enzo Fragalà e Alfredo Mantica. Nel dossier presentato alla commissione stragi, i due parlamentari ricordano la fortissima amicizia tra Fiore e il leader dell’estrema destra britannica Nick Griffin. Il presidente della commissione stragi, nell’audizione del 2000, mette a verbale una domanda esplicita: «Ritiene che Fiore e Morsello fossero agenti del servizio inglese?». E Fragalà risponde: «Non ritengo, c’è scritto, è un dato obiettivo, mai smentito da nessuno… D’altro canto, altrimenti come si fa a immaginare che due latitanti italiani, segnalati come pericolosi, possano costruire lì in Inghilterra un impero economico con 1.300 appartamenti?».

Fiore nasce a Roma, in una famiglia borghese cattofascista. Ha avuto un infanzia castrata, causata dall’educazione autoritaria  della sua  famiglia troppo attaccata ai soldi, per insegnargli che esisteva  anche la coerenza e il sentimento!!  Nel 2000, pochi mesi prima della morte di Morsello, Fiore pubblica un libro con Gabriele Adinolfi (“Noi, Terza Posizione”) dove rivela che suo padre, Amedeo Fiore, combattente per Mussolini a Salò, si sarebbe «offerto volontario per il progetto, poi non realizzato, dei kamikaze italiani»…..

Sempre nel 2000 i mass media scrivono che Fiore in Italia risulta essere intestatario solo di una piccola società immobiliare, la Brighton.  Ma i suoi business maggiori si concentrano in Inghilterra, dove il leader di Forza Nuova è riuscito a costruirsi un impero finanziario. L’origine delle sue ricchezze derivano da investimenti fatti su una rete di società specializzata in viaggi-studio a Londra, forte di proprietà immobiliari e di due marchi noti nel settore, London Orange e Easy London. Fiore insieme ai suoi solidali è proprietario di tre strutture britanniche di trust (società fiduciarie, dove i titolari possono restare anonimi), nelle cui casse sono affluite centinaia di migliaia di sterline evase in off-shore. Per 5 anni, fino al gennaio del 2016, Fiore è stato azionista della Vis Ecologia, società che si occupa ufficialmente di «riciclo di materiali», ma che ha tutte le caratteristiche della scatola vuota…

Fiore dal 2008 al 2009 quando era parlamentare europeo (nonostante il suo patrimonio personale), era riuscito a farsi finanziare il suo partito fascista con un finanziamento pubblico di 600 mila euro incassato dalla Apf, la coalizione di estrema destra presieduta dal politico romano. Fiore fa affari anche con la società Gruppo Italiano Servizi Postali, un’azienda privata di spedizioni che ha come partner tecnologico Western Union, il servizio di money transfer prediletto dagli immigrati. Ricordiamo che il Gruppo Italiana Servizi Postali è una delle società più importanti della galassia neofascista: tra i fondatori c’è il figlio di Fiore, Alessandro, mentre l’attuale azionista di maggioranza è l’ex candidato Beniamino Iannace, socio del leader nero in vari altri business in giro per il mondo.  I fasci, non solo hanno arraffato molti soldi per comprare e fare proselitismo, ma ultimamente stanno arruolando (bassa manovalanza da mandare allo sbaraglio) giovani, soprattutto nei quartieri di Roma Nord, San Giovanni, Appio, ma anche nelle borgate dimenticate (borghesucci insoddisfatti). I fasci stanno riciclando anche i giovani del balun,  come nella curva nord della Lazio e da qualche tempo anche tra gli ultras della Roma. Una tifoseria neofascista con posizioni violente, razziste, antisemite, xenofobe: a chi serve?

Ricordiamoci che il 2 giugno 1946 alle elezioni per l’Assemblea Costituente, ci fu il referendum sulla scelta tra monarchia e repubblica. Nel frattempo il leader della Democrazia Cristiana, De Gasperi, fu incaricato di formare un nuovo governo, l’ultimo del Regno d’Italia, che ebbe il sostegno di tutto il CLN (partigiani bianchi e partigiani rossi)…

L’amnistia di Togliatti non ha certo aiutato la costituzione antifascista: “ecco la LORO democrazia”.

Palmiro Togliatti nel 1944 aderì alla “svolta di Salerno”, che spinse il PCI alla collaborazione con gli altri partiti antifascisti (partigiani bianchi: cattolici e liberali insieme ai monarchici) e  con le istituzioni del Regno del Sud. L’amnistia ai fasci fu data dal Ministro di grazia e giustizia Palmiro Togliatti il 22/6/1946. Se ancora oggi abbiamo i fasci al potere, è grazie all’ambizione del borghese frivolo Togliatti che ambiva solo alla carriera politica, aspirando a diventarne il  leader dei comunisti democristiani.

Torturato dai fascisti nell’eccidio della Certosa, Ferrara omaggia il partigiano salentino

Il 22/6/1946, l’amnistia di Togliatti portò alla cancellazione di tutti i reati commessi da migliaia di ex membri del partito fascista e dai loro collaboratori. Dell’amnistia beneficiarono soprattutto i cosiddetti gerarchi che costituivano il cerchio ristretto di Benito Mussolini: alcuni, come Dino Grandi e Luigi Federzoni, erano rimasti fedeli a Mussolini soltanto fino al 1943 (sbarco alleato – Inghilterra, Russia, America), quando nella notte tra il 24 e il 25 luglio, il Gran Consiglio del Fascismo sfiduciò Mussolini. I fedelissimi di Mussolini come Renato Ricci e il liberale monarca, comandante della X Flottiglia MAS Junio Valerio Borghese, beneficiarono dell’amnistia. Sono le stesse figure ambigue che poi ci ritroviamo nei torbidi anni ‘70,  riciclati nel patto Atlantico come strateghi della strategia della tensione (stragi di stato – False flag). Ricordiamo che la notte tra il 7 e 8 dicembre del 1970, Junio Valerio Borghese organizzò in Italia un colpo di stato anticomunista (stay-behind), sotto la sigla Fronte Nazionale, in stretto rapporto con Avanguardia Nazionale. Il colpo di stato cattoliberalfascista fu organizzato per paura che alle elezioni la  sinistra andasse al potere.

L’amnistia di Togliatti riguardò anche migliaia di funzionari minori del regime, agenti della polizia segreta, informatori e capi del partito locale. Pochi giorni dopo la pubblicazione della legge, per esempio, furono liberati 4 membri della banda Koch, un gruppo di torturatori fascisti che per mesi avevano terrorizzato Roma. Negli anni successivi Togliatti si giustificò dicendo che furono i magistrati ad aver applicato l’amnistia in modo troppo permissivo. Con l’amnistia, Togliatti rafforzò la sua immagine di uomo politico responsabile, democratico, lontano dagli estremismi e pronto a trovare compromessi. Ma nonostante il compromesso ( l’amnistia li mise nella posizione di incoerenza), nel 1947 il cattofascista De Gasperi espulse i comunisti dal governo: non sarebbero più tornati…  Il 187471948 ci furono le prime elezioni politiche in Italia dopo l’entrata in vigore della Costituzione antifascista Repubblicana (1946). Gli Italiani alle urne quel giorno dovevano decidere da che parte stare nel contesto internazionale. Alle elezioni i partiti si presentarono subito divisi in due grandi blocchi: da una parte la DC cattofascista liberale di Alcide De Gasperi insieme al mondo cattolico; dall’altra il Fronte Democratico Popolare composto da PCI (Togliatti) e PSI (Nenni). De Gasperi, pur avendo i numeri per governare da solo, preferì avvalersi dell’appoggio di socialdemocratici, monarchici liberali e repubblicani per rinforzare l’azione dell’esecutivo. Quel giorno gli Italiani dovevano votare se stare col blocco occidentale guidato dalla Nato o quello orientale dominato dall’Unione Sovietica!! L’unità tra le forze antifasciste, partigiani bianchi composti da repubblichini, monarchici, liberali  (cattofascisti), e partigiani rossi, erano andate d’accordo durante i due anni combattuti conto il Terzo Reich, ma poi dopo la II guerra mondiale si sono divisi, al soldo delle due superpotenze (dittature)…

1945 - Churchill, Roosevelt e Stalin alla conferenza di Jalta

La conferenza di Jalta (febbraio 1945) fu la spartizione dell’Europa tra le potenze vincitrici della II guerra mondiale: Stati Uniti d’America (Franklin Delano Roosevelt), Regno Unito (Winston Churchill) e Unione Sovietica (Iosif Stalin). Dopo Jalta, inizia Il biennio 1947-‘48 che segna l’avvio ufficiale della Guerra Fredda, una competizione non direttamente armata tra Washington e Mosca per la supremazia mondiale. Il rischio che la Sinistra possa affermarsi alle urne spinse anche la Chiesa cattolica (partigiani bianchi) ad intervenire. Papa Pio XII promuove la creazione dei Comitati Civici guidati da Luigi Gedda, i quali risultano fondamentali per la mobilitazione delle masse cattoliche in ogni diocesi del Paese. ll responso delle urne è dirompente: la Democrazia Cristiana ottenne la maggioranza relativa dei voti, il 48,5%, e quella assoluta dei seggi, ben 305 alla Camera dei Deputati. Il Fronte Democratico si ferma al 31% conquistando 183 seggi. Grazie agli aiuti economici Atlantici, la DC vede raddoppiare i suoi voti rispetto a due anni prima, quando si era votato per l’Assemblea Costituente (1946). De Gasperi, pur avendo i numeri per governare da solo, preferì avvalersi dell’appoggio di socialdemocratici, monarchici liberali e repubblicani per rinforzare l’azione dell’esecutivo. Con la maggioranza assoluta, Il Presidente del Consiglio, il democristiano Alcide De Gasperi nel 1947 andò negli Stati Uniti, dove tornò con la rassicurazione degli aiuti americani nella ricostruzione italiana, garantiti dall’incontro con Harry Truman (Piano Marshall, incominciava il famigerato debito pubblico del quale non ci siamo ancora liberati). Dopo il 18/4/1948, con l’elezione di Luigi Einaudi come primo Presidente della Repubblica, (il 12 maggio), il Governo De Gasperi V si insedia con pieni poteri. Da qui nasce la lunga stagione politica del centrismo caratterizzata da un’egemonia democristiana e dall’opposizione social-comunista. Le elezioni del 1948 segneranno l’ingresso dell’Italia nella fase del cosiddetto “centrismo”, caratterizzato dall’egemonia politica dei governi democristiani degli anni ’50 (tre governi De Gasperi fino al 1953 durante i quali l’Italia entrerà definitivamente a far parte dell’alleanza Atlantica anticomunista NATO). La strategia della tensione iniziò il 1 maggio del 1947 con la strage di stato a Portella delle Ginestre, dove spararono a freddo su una manifestazione di contadini che protestavano per le condizioni di sfruttamento e di miseria subite. La strage portò a 11 morti (8 adulti e 3 bambini) e 27 feriti, di cui alcuni morirono in seguito per le ferite riportate.

Dean Acheson (Ministro degli Esteri statunitense)firma il trattato NATO.

Il Patto Atlantico (Gladio bianca e nera) anticomunista però venne firmato definitivamente a Washington, negli Stati Uniti, il 4 aprile 1949. Al Patto Atlantico aderirono: Regno Unito, Canada, Francia, Italia, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Islanda, Norvegia. In seguito vi aderirono anche: Grecia (1952) Turchia (1952) Germania Ovest (1955) Spagna (1982) Polonia (1999) Rep. Ceca (1999) Ungheria (1999) Bulgaria (2004) Estonia (2004) Lettonia (2004) Lituania (2004) Romania (2004) Slovacchia (2004) Slovenia (2004) Albania (2009) Croazia (2009) e Montenegro (2017).

Nel 1955 nasce invece il Patto di Varsavia (Gladio rossa), un’alleanza militare tra gli stati comunisti del blocco sovietico, nata come contrapposizione all’Alleanza anticomunista del Patto Atlantico (NATO). I paesi fondatori furono: Albania (di fatto uscita nel 1961 con la crisi sino-sovietica, ma formalmente solo nel 1968), Bulgaria (1971 – 1990), Cecoslovacchia, Germania Est (entrata nel 1956), Polonia, Romania, Ungheria, URSS. Inizia la guerra fredda.

Gli attentati terroristici usati per la strategia della tensione, avevano lo scopo di seminare il terrore tra la popolazione, in modo da legittimare l’instaurazione di un governo autoritario (dittatura militare). Le stragi e i colpi di stato venivano eseguiti da forze politiche extraparlamentari dell’estrema destra. Secondo le risultanze giudiziarie, tale strategia golpista trae origine ideologica fin dalla metà degli anni ‘60, in particolare dal cosiddetto “Piano Solo” (colpo di stato del 1964 fatto dai carabinieri) e dal Convegno dell’hotel Parco dei Principi organizzato dall’Istituto di studi militari Alberto Pollio nel maggio 1965, avente come tema la “guerra rivoluzionaria” anticomunista, in cui intervennero personalità del mondo imprenditoriale, alti ufficiali dell’esercito, giornalisti, politici ed esponenti neofascisti (tra cui Pino Rauti, Stefano Delle Chiaie e Mario Merlino)….

Pinelli vive e lotta insieme a noi le nostre idee non cambieranno mai !! Anarchia: l’unica via!….

 

La democrazia è menzogna, è oppressione,

è in realtà oligarchia, cioè governo di pochi

a beneficio di una classe privilegiata,

ma possiamo combatterla noi in nome

della libertà e dell’uguaglianza e non già

coloro che vi han sostituito o vogliono

sostituirvi qualcosa di peggio.

E. Malatesta

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)