Il 17 febbraio i mass media scrivono che sono stati condannati 10 agenti della penitenziaria in servizio, a ottobre 2018, nel carcere di San Gimignano (Siena), per torture e lesioni aggravate subite dai detenuti.
Il gup di Siena Jacopo Rocchi dopo quasi 3 ore di camera di consiglio, condanna gli sbirri a pene che vanno da 2 anni e 3 mesi a 2 anni e 8 mesi.
Il sistema brutale messo in atto dalle guardie carcerarie, finalmente viene evidenziato e non occultato o ignorato come avviene di solito (prassi): davano ragione alle guardie violente e psicopatiche che picchiavano, torturavano e a volte uccidevano i detenuti che non sottostavano alle loro regole disumane e perverse.
Sempre il 17 febbraio i mass media scrivono che il gip Domenico Santoro dichiara che bisogna indagare ancora, dopo 9 anni, sulla morte di Alessandro Gallelli, un ragazzo 21enne che nel febbraio 2012 venne trovato cadavere in una cella del carcere di San Vittore. Morte più volte archiviata come suicidio, per non mettere in discussione i metodi fascisti usati dalle guardie carcerarie.
Per il gip servono “approfondimenti” sull’ipotesi “della natura preterintenziale (se non, a ben vedere, dolosa) dell’azione di terzi”. Accolte le richieste della famiglia, difesa dal legale Gabriele Pipicelli, con consulenze del Centro Investigazioni Scientifiche.
Il 16 febbraio i mass media invece scrivono che la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per una cinquantina di detenuti nel carcere di Rebibbia, che protestavano per il solito insostenibile sovraffollamento delle celle che, in questo periodo porta con più facilità al contagio del Covid tra i detenuti.
I detenuti oltre ad essere stati massacrati perchè hanno “osato” ribellarsi, sono stati denunciati per i disordini avvenuti all’interno del penitenziario il 9 marzo 2020 (assurdo ma vero).
Il 4 febbraio, sempre i mass media, scrivono che è stata fissata per il prossimo 29 aprile davanti al gup di Roma l’udienza preliminare del procedimento che vede imputata la psichiatra Loriana Bianchi, in servizio nel reparto femminile del carcere di Rebibbia, accusata di omicidio colposo in relazione alla morte di due bambini uccisi dalla madre Alice Sebesta nel 2018 nel reparto nido del carcere romano.
La ragazza era detenuta per reati di droga e si trovava in stato di astinenza.
Secondo la Procura di Roma la psichiatra “per colpa, determinata da imprudenza, negligenza ed inosservanza di legge, ha omesso di sottoporre a visita psichiatrica la detenuta ed a somministrarle le cure conseguenti anche farmacologiche”.
Quella del carcere è una condizione sociale estrema, che ti condiziona molto, fino a portarti a reagire con istinto e non più con logica. Una situazione che una madre, soprattutto, non dovrebbe subire. E’ la condizione disumana della reclusione e dell’isolamento che ha portato Sebesta ad uccidere i figli di 6 e 19 mesi “dapprima lanciandoli dalle scale della sezione nido e immediatamente dopo sbattendo entrambi sul pavimento”.
E’ assurdo che non abbia trovato nessuno che la aiutasse a livello psicologico e che proteggesse lei e i suoi figli da gesti estremi dettati dalla disperazione.
Le donne con bambini non dovrebbero trovarsi nelle carceri, ma in contesti idonei, che aiutino le madri e i figli a inserirsi in questo mondo troppo spesso crudele, falso, classista e contradditorio.
Noi siamo contro la psichiatria (manipolazione e dominio della mente), contro quel business che, senza scrupoli, illude di risolvere i problemi sociali e i traumi dei malcapitati utenti, annientandoli, riducendoli “morti che camminano”, imbottiti di psicofarmaci che gli spappolano il cervello.
Non dovrebbero esistere nemmeno le carceri come (non)soluzione per risolvere le varie condizioni sociali, né i CIE, CPT o come vogliano chiamare quelli che sono dei veri e propri campi di concentramento per migranti. Per non parlare delle “case di accoglienza”, delle “comunità di recupero” (vedi Sampa), e dei “centri di igiene mentale” che servono solo a chi specula sulle disgrazie altrui.
Basta carceri! Amnistia o condono sùbito, per risolvere almeno il problema del sovraffollamento!!
Armistia o condono non per la mafia e la massomafia! Cambiamo le condizioni sociali di sopravvivenza della povera gente, con quei 220 miliardi di euro che vengono dall’Europa: non facciamoli mangiare tutti da quel pappone del mago Draghi e dai suoi vili e meschini adepti massoni…
Giustizia sociale per la povera gente, che paga il contesto di dover rubare per mangiare (sopravvivere), non mettono in galera i massoni perchè quelli, coi soldi si pagano anche l’impunità: sono peggio dei mafiosi, che sono ignoranti e non hanno accesso alla cultura.
Solidarietà a tutti gli Anarchici, rinchiusi nelle carceri solo per essersi ribellati a questo mondo pieno di ingiustizie sociali e di speculazioni edilizie, “grandi opere” inutili e devastazioni ambientali: pagherete caro la vostra avarizia, prima o poi pagherete tutto!!
La mafia è nello stato, nei carabinieri e nella polizia! Basta massomafia, basta sbirri diventati psicopatici perchè hanno subìto il nonnismo tra di loro!! Basta logica militare! Basta con la Nato e le sue strategie stragiste! Basta stragi di stato!!
Liberate i nostri compagni Anarchici, sognatori e utopisti che lottano come noi, per cambiare questo mondo crudele, competitivo e ipocrita!!
Anarchia: l’unica via!!
A proposito: poco tempo fa, con nostro grande piacere, siamo stati inseriti nel sito “rivoluzioneanarchica.it”, che raccoglie(va) il materiale prodotto da più di 130 realtà Anarchiche da tutta la penisola. All’improvviso non si riesce più ad accedervi, è stata oscurata. Come mai?
Che fine ha fatto Rivoluzione Anarchica? Ci auguriamo che torni presto a disposizione di tutte/i.
Gli anarchici si astengono perchè non vogliono
partecipare ai crimini governativi.
Essi si astengono perchè intendono conservare
intatto il loro diritto alla rivolta.
S. Faure
Cultura dal basso contro i poteri forti e i loro aguzzini (bestie feroci)
Rsp (individualità Anarchiche)