La massomafia delle industrie chimiche Usa 3M pensa di risolvere coi soldi i danni irreversibili provocati all’ambiente e a tutti gli esseri viventi.
In questi giorni il colosso industriale chimico Usa ‘3M’, noto per i suoi marchi Scotch e Post-it, ha stipulato un accordo da 10,3 miliardi di dollari per risolvere le denunce di inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nell’acqua ‘potabile’, fregandosene se i cittadini sono morti o stanno morendo di cancro!! Coi soldi pensano di risolvere anche il problema etico e morale: ipocrite carogne! In base all’accordo, la multinazionale pagherà la somma in 13 anni a tutte le città inquinate, per finanziare i fornitori pubblici di acqua negli Stati Uniti che hanno rilevato queste sostanze chimiche riscontrate nell’acqua ‘potabile’. L’accordo arriva proprio dopo la richiesta degli investitori di porre fine all’utilizzo di tali sostanze e l’annuncio di altri accordi di altre tre società.
Ma purtroppo, nonostante l’inquinamento da sostanze PFAS arrechi gravi danni all’ambiente e all’uomo, 3M non ha ammesso alcuna responsabilità, è questo il grande problema: la loro spregiudicatezza e totale assenza di scrupoli, la loro freddezza e indifferenza per i gravi danni fatti ai civili e all’ambiente. Vergogna! ‘Sti massomafiosi… E poi danno la colpa alla mafia gabellotta, l’ultimo gradino della scala criminale che, fin dai tempi del latifondismo, usavano come guardiani della massoneria aristocratica, bastava pagarli e gli facevano tutti i lavori sporchi; erano lasciati ignoranti apposta per usarli meglio.
L’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), è un problema globale e ha colpito anche l’Italia. In Lombardia e Veneto è ancora emergenza. L’annuncio di trasloco di alcune aziende (come la Miteni a Vicenza), non sarebbe una soluzione, ma il trasferimento del problema altrove. I PFAS vengono usati dagli anni ‘40 nell’industria per rendere tessuti, carta e rivestimenti per contenitori di alimenti resistenti ai grassi e all’acqua. Vengono usati anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, pentole antiaderenti e detergenti per la casa. Queste sostanze vengono assorbite dal sangue e si accumulano nel tempo comportando effetti negativi sulla salute come danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro.
Sono circa più di 4.000 le azioni legali intentate da governi ed enti locali. In base all’accordo proposto, 3M pagherebbe per risanare i sistemi idrici pubblici che sono risultati positivi ai prodotti chimici “per sempre”. Ora si attende solo che un tribunale federale approvi l’accordo. La multinazionale aveva annunciato a dicembre 2022 l’impegno nella cessazione di produzione di PFAS entro il 2025, dichiarando ai mass media che le controverse sostanze chimiche rappresentano solo il 3,7% dei ricavi e che rinunciarvi sarebbe “l’opportunità per uno sviluppo diverso e più sostenibile”, questo dopo che una cordata di investitori, che gestisce circa 8 mila miliardi di dollari in asset societari, ha chiesto in modo formale a 54 aziende di porre fine all’utilizzo dei PFAS (Sostanze Alchiliche Perfluorurate e Polifluorurate), e dopo poche settimane che altre tre società, Chemours, DuPont e Corteva, annunciavano che avrebbero pagato più di 1 miliardo di dollari per risolvere le cause legali sulle stesse sostanze risultate cancerogene.
Anche in Europa la multinazionale è stata oggetto di cause legali per la contaminazione delle falde acquifere. Per esempio, in Belgio la 3M ha patteggiato con la regione fiamminga per 571 milioni di euro. Nel nostro Paese la situazione è critica, tanto da essere stata attenzionata persino in un rapporto ONU. Come riscontrato da Greenpeace Italia, le aree più colpite sono in Lombardia e Veneto. Nel 2021, un ricercatore del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), ha avviato un’indagine per l’avvelenamento delle acque del vicentino, padovano e veronese. La valutazione del rischio ambientale e sanitario dovuto alle sostanze perfluoroalchiliche è stato definito “il più grande inquinamento PFAS d’Europa per importanza ed estensione, inaspettata, di circa cinquanta chilometri. Probabilmente il più grande del mondo se escludiamo la Cina”.
La contaminazione sembra essere dovuta all’azione di società industriali come la Miteni (Vicenza). Mentre è in corso il processo per avvelenamento di acque e disastro ambientale, con 13 massomafiosi imputati, proprietari o amministratori dell’azienda, si sta concludendo lo smantellamento degli impianti, che verranno portati in India! Per dire come risolvono in fretta, questi spregiudicati massoni: traslocando le loro industrie inquinanti lontano, dove vive la povera gente che, oltre ad avere già problemi di inquinamento, di sfruttamento e di carenze alimentari, non hanno certo i soldi per pagare gli avvocati che li difendano: vergognatevi! Altro che etica e morale: sono sempre i più deboli che pagano il contesto sociale ed economico. Giuseppe Ungherese di Greenpeace Italia dichiara: «Ci auguriamo che il trasferimento in India dei macchinari non sia il preludio all’apertura di un nuovo stabilimento specializzato nella produzione di PFAS. Com’è noto, spostare la produzione da una nazione all’altra non risolve i problemi, piuttosto potrebbe amplificare la contaminazione globale, visto che queste sostanze una volta immesse in natura, possono diffondersi ovunque. È necessario bandire la produzione globale e l’utilizzo di queste sostanze, su cui speriamo l’Europa possa fare da apripista». Di fatto però, vince sempre il business, e chi vive sperando (come fanno i cattolici, che poi però possiedono una banca mondiale chiamata Ior), muore cagando, dice un vecchio detto… Ma la realtà è che l’inquinamento da Pfas in Italia, ricopre un vasto territorio che si estende tra le province di Vicenza, Verona e Padova, per una popolazione stimata di 300 mila abitanti.
I Pfas sono composti chimici sintetici quasi indistruttibili. Si è scoperto ultimamente che il Pfas si trova anche nella carta igienica. Secondo le stime, i Pfas gravano ogni anno sui sistemi sanitari europei tra 52 e 84 miliardi di euro. All’inizio di febbraio 2023, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha pubblicato una proposta di divieto per tutti i Pfas, ma attualmente le emissioni non sono ancora regolamentate nell’Unione europea. Tutti gli esperti di Pfas intervistati dal Forever pollution project, sono convinti infatti che le soglie fissate dall’Unione europea per l’attuazione nel 2026, siano troppo alte per proteggere la salute umana. Il problema è che è estremamente difficile e costoso sbarazzarsi di queste sostanze chimiche, una volta che si sono diffuse nell’ambiente: il costo della bonifica raggiungerà probabilmente le decine di miliardi di euro. In molti luoghi, le autorità si sono già arrese e hanno deciso di tenere le sostanze chimiche tossiche nel terreno, perché non è possibile bonificare. Ci sono oltre 17mila siti dove è stata rilevata tramite campionamento la contaminazione da Pfas in acqua, suolo o organismi viventi da team scientifici e agenzie ambientali tra il 2003 e il 2023, con livelli pari o superiori a 10 nanogrammi per litro (ng/L). Tra questi, 2.100 hotspot: zone in cui la soglia di 10 nanogrammi per litro è stata superata in molteplici punti diversi ma vicini tra loro. A colpo d’occhio, dalla mappa dei Pfas risulta evidente come l’Europa continentale, in particolare la Germania e la Danimarca, sia la zona più interessata dalle contaminazioni da Pfas, ma come dicevamo prima, anche l’Italia non è affatto esente dal problema. Gli scarichi dell’azienda chimica Miteni risultano infatti tra i più inquinanti, con livelli di Pfas che superano i 7 milioni di nanogrammi per litro nelle acque di superficie.
Anche le acque del Po, già allo stremo per la siccità, sono piene di Pfas. E poi in Toscana, con Aulla, l’Arno all’altezza del Ponte della Vittoria a Pisa, le località marittime di Castagneto Carducci e Rosignano, Piombino dove presto sorgerà il nuovo rigassificatore, e ancora Grosseto, Capalbio, Orbetello. Scendo più a sud, perfino un posto all’apparenza rimasto fermo nel passato come Matera “vanta” livelli di Pfas superiori di una volta e mezzo il tollerato. Fino ad arrivare alla Sardegna, con molte località della costa occidentale intaccate, e poi i fiumi Tirso e Cedrino, la splendida capo Teulada a sud. E in Sicilia Agrigento, Scicli, Augusta. Anche ad Alessandria a Spinetta Marengo, sede di un importante polo chimico fondato nel 1905, che da allora ha guidato le sorti del borgo, dei suoi abitanti e dell’intera zona. Nel corso dei decenni a Spinetta Marengo si è prodotto di tutto. Per lungo tempo l’impianto si è occupato della chimica degli acidi forti, come l’acido solforico o l’acido fluoridrico. Fino ai primi anni ’70 si producevano cromati e bicromati, in quelli che sono stati definiti i “reparti della morte”. Dal 2002 l’impianto appartiene alla multinazionale belga Solvay e produce polimeri fluorurati. A Spinetta Marengo si utilizzano o si sono utilizzati Pfas come ADV 7800 e Pfoa, quest’ultimo classificato come cancerogeno.
Per diversi decenni, a Spinetta Marengo (foto sopra), le istituzioni sottovalutano i troppi casi di morti premature per cancro. Finché nel 2008 un’analisi delle falde acquifere porta alla luce gli altissimi livelli di inquinamento della zona. I risultati di un’indagine portata avanti dall’allora assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria Claudio Lombardi, evidenziano che a Spinetta Marengo le persone si ammalano di più: vari tipi di tumore, malattie neurologiche, malattie endocrine e metaboliche. Ma perché l’Italia non limita le sostanze chimiche da Pfas che avvelenano le nostre acque? Diverse decine di richieste di accesso agli atti a Bruxelles e in altre città europee, hanno rivelato che da mesi più di 100 associazioni industriali, think tank, studi legali e grandi aziende stanno lavorando per influenzare la Commissione europea e gli stati membri al fine di indebolire l’imminente divieto: nel corso di diversi mesi di indagini, The Forever Pollution Project ha esaminato più di 1.200 documenti riservati della Commissione europea e dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche, oltre a centinaia di fonti aperte, giungendo alla conclusione che aziende come Chemours, 3M o Solvay, starebbero cercando di aggirare il divieto. E se la situazione sembra tragica, quello che si vede nella mappa potrebbe essere solo la punta dell’iceberg: “La mappa si basa sui dati a disposizione in Europa: dati da agenzie regionali, registri di attività produttive, aeroporti, basi militari e tutti quei luoghi in cui la contaminazione da Pfas è accertata o presunta”, ha precisato Gianluca Liva di Radar Magazine (una rivista online che racconta le crisi più importanti del presente: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità mondiale): “ciò che si vede nella mappa, però, rappresenta una totale sottostima dell’inquinamento da Pfas. Non possono più essere le sole comunità più colpite a occuparsene del problema salutare e ambientale provocato da Pfas, l’impegno deve essere anche politico”. “La prima riflessione che abbiamo fatto a caldo, a mappa appena pubblicata, è perché abbiamo dovuto aspettare un consorzio di giornalisti per avere questo strumento che avrebbe potuto/dovuto essere messo a disposizione dall’autorità politica europea”.
Nel 2013 una ricerca sperimentale su potenziali inquinanti ”emergenti”, effettuata nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali da CNR e dal ministero dell’Ambiente, aveva segnalato la presenza di sostanze perfluoro alchimiche (PFAS) in acque sotterranee, acque superficiali e acque potabili, ma non si è mai fatto niente per bonificare l’ambiente. Se smaltiti illegalmente o non correttamente nell’ambiente, i PFAS penetrano facilmente nelle falde acquifere e, attraverso l’acqua, raggiungono i campi e i prodotti agricoli, e perciò gli alimenti. A circa 2000 cittadini residenti nelle zone a più elevata concentrazione di PFAS è stato proposto di sottoporsi a un trattamento di lavaggio del sangue: la plasmaferesi. Questa tecnica permette di separare la componente liquida di sangue dalla componente cellulare e rimuovere le sostanze dannose. Durante le ricerche, si è visto che le acque contenenti pfas, non solo sono state bevute dagli abitanti ma sono state impiegate anche per irrigare i campi, con pericolo di inquinamento per ortaggi, verdure e per l’acqua e il mangime degli animali. Il PFAS tende a rimanere a lungo immutato nell’organismo e alcuni studi hanno indicato che un’alta concentrazione nell’acqua destinata al consumo umano può causare cancro, diabete, malattie neurologiche, tiroide e ictus cerebrale. Il metodo che è risultato migliore per ridurre drasticamente i pfas e portarli per lo meno al di sotto della soglia minima di sicurezza, è la filtrazione a carboni attivi unita ad un depuratore acqua casalingo a osmosi inversa. Una prefiltrazione a carboni attivi prima dell’osmosi inversa, è il sistema più efficacie nella rimozione di queste sostanze organiche cancerogene. L’Istituto Superiore di Sanità ha consigliato l’adozione di misure di trattamento delle acque potabili nelle strutture pubbliche per ridurre al minimo l’esposizione delle persone a queste sostanze cancerogene pericolose.
Solidarietà ai compagni Anarchici rinchiusi in carcere per aver lottato nel tentativo di creare un mondo più umano e più giusto: un mondo migliore! Non come lo stato che, oltre ad arricchirsi sulla miseria e le disgrazie della povera gente, crea lo sfruttamento e la guerra tra poveri. Basta stati! Basta sbirri!! Anarchia: l’unica via !!
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La maggior parte delle famiglie potenti e influenti del mondo, quali, la famiglia Du Pont, la famiglia Bush, così come i monarchi europei e il Vaticano sono, secondo alcuni, soggetti che si adopererebbero per la realizzazione del NWO:https://it.wikipedia.org/wiki/DuPont
Se volete approfondire il problema della massomafia, guardate questo video:
Come il Vaticano riciclava i soldi di Cosa Nostra e della P2https://www.youtube.com/watch?v=bQ3VEguTQSE&t=307s
Se poi volete un po’ di entusiasmo in questo mondo mediocre, crudele, senza senso, ascoltatevi queste canzoni che vi fanno ritrovare la voglia di vivere! Ciao compagni, ci ritroveremo in piazza a combattere tutti assieme: W l’ANARCHIA!
Il galeonehttps://www.youtube.com/watch?v=XjxnubRFTiM
Il tango di caseriohttps://www.youtube.com/watch?v=UHUPj2vTK0Y
L’Internazionale Versione italiana (Italian Version)https://www.youtube.com/watch?v=1jjBwz-mg3A
La ballata di Sacco e Vanzetti (Version 2)https://www.youtube.com/watch?v=GcPh7dfyED8
Mix – Banda Bassottihttps://www.youtube.com/watch?v=d0dBtdPj53A&list=RDEMI0IImZPKNpt9D8FEVxYM9Q&start_radio=1&rv=JWHBlnp2oFU
MCR: Il Ballo Di Aurelianohttps://www.youtube.com/watch?v=1mOLV2w-W9s
I Cento Passi – La mafia è una montagna di merdahttps://www.youtube.com/watch?v=Mxo7RyznAT0
Modena City Ramblers – I Cento Passi:https://www.youtube.com/watch?v=KUpcxdg2Iqs
Il lago che combatte Assalti Frontali Muro del Canto Eclettica Festivalhttps://www.youtube.com/watch?v=hi7o3MkLJpg
Mix – Assalti Frontalihttps://www.youtube.com/watch?v=Sqc5gFf-35Y&list=RDEMrVmJaEv0bT6Lbr1Hvyc_pw&start_radio=1&rv=hi7o3MkLJpg
Il Ritorno Di Paddy Garciahttps://www.youtube.com/watch?v=impQwh4qwy4
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Al minimo segno di ribellione, tutto il peso
del governo, della legge e dell’ordine ti cadrà
sulla testa a cominciare dal manganello
del poliziotto, dal carcere, dalla prigione,
fino alla forca o alla sedia elettrica.
A. Berkman
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Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)