Milano 09 marzo 2015
Sbirri e ‘Ndrangheta sunnu i stèssi…
A processo la cosca che aveva nel mirino il catering del Milan
Era radicata a Milano e aveva base operativa tra piazza Prealpi e viale Certosa la cosca legata al clan di Reggio Calabria Libri-De Stefano-Tegano che, fra l’altro, tramite un imprenditore amico, è anche riuscita a mettere le mani sul servizio catering per le partite del Milan a San Siro.
Nell’indagine è emerso uno spaccato di vita criminale che nel capoluogo lombardo non si registrava da vent’anni, fatto di estorsioni, intimidazioni, traffico di droga e imprenditori che da vittime diventano organici alla criminalità organizzata.
Secondo l’accusa, il clan, che in questo caso non avrebbe avuto collegamenti con la politica, operava secondo il canovaccio classico. Con attività illecite, come il traffico di droga, faceva soldi che poi cercava di riciclare in operazioni apparentemente legali, come il tentativo, andato in porto, di concludere un affare sulla fornitura del servizio di ristorazione a San Siro…..
Così tra le 57 persone per cui è stato chiesto il processo, oltre al capo Giulio Martino e i suoi fratelli Domenico e Vincenzo, c’e anche un ex carabiniere del Nucleo tutela del lavoro, Carlo Milesi e l’ex poliziotto Marco Johnson…. e alcuni imprenditori, tra i quali Cristiano Sala. Quest’ultimo, che interrogato in incidente probatorio ha confermato la ricostruzione di inquirenti e investigatori, è stato il fondatore della holding ‘Maestro di casa’, fallita nel 2010, che attraverso un’altra impresa a lui riconducibile è riuscito ad aggiudicarsi il servizio di catering al Meazza per la stagione 2014-2015 screditando (complice l’ex carabiniere corrotto con soli 1.000 euro) l’azienda concorrente, la It Srl, di fronte alla società appaltante, la Milan entertainment.
I pm non hanno chiesto il processo in immediato per due persone nonostante siano state anch’esse destinatarie del provvedimento di arresto, in quanto uno è latitante e l’altro detenuto in Svizzera e in attesa di estradizione: si tratta di Franco Longo, ritenuto a disposizione dell’associazione mafiosa per la sua attività di “cambia valuta” e ora sotto inchiesta anche oltreconfine per riciclaggio. Inchiesta per la quale l’autorità giudiziaria elvetica, in seguito a una segnalazione della magistratura milanese, di recente ha sequestrato a Chiasso un palazzo un tempo sede di una banca e che è risultato essere stato acquistato per 3 milioni 300mila franchi svizzeri da Longo, Domenico Martino e da un professionista. Ma gli interessi dell’organizzazione si estendevano anche a Sanremo e Ventimiglia… Sequestro disposto al termine delle indagini con cui è stato appurato che i presunti boss sarebbero stati i veri aggiudicatari dei subappalti per i lavori relativi al torrente Polcevera e che, fra l’altro, avrebbero cercato di accaparrarsi alcune opere commissionate dalla Bicocca di Milano…..
Genova 09 marzo 2015
Stato/massomafia – mammasantissima
‘Ndrangheta: sguazza dentro il potere capitalista dello stato …..
‘Ndrangheta: sequestro di beni per 10 milioni di euro in Liguria
La conferenza stampa della Direzione Investigativa Antimafia di Genova, dopo l’operazione che ha portato al sequestro preventivo di beni aziendali del valore di circa 10 milioni di euro, riconducibili ai fratelli Fotia (Pietro, Francesco e Donato e nei confronti di Giuseppe Criaco e Remo Casanova. Il provvedimento riguarda tre imprese: Scavo-ter, impegnate nella realizzazione di appalti pubblici, opere edili e movimento terra……..
‘Ndrangheta al nord: processo Minotauro
Pene per 609 anni complessivi per 63 imputati sono state chieste dal sostituto procuratore generale di Torino, Antonio Malagnino, nel processo d’appello Minotauro sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in provincia di Torino…….
In primo grado erano state inflitte 36 condanne e accordate 38 assoluzioni. Per altri 50 imputati in abbreviato è arrivata pochi giorni fa la conferma della condanna da parte della Cassazione, che ha bocciato così la discussa richiesta da parte dello stesso pg della Suprema Corte di rifare il processo d’appello.
Tra le richieste di condanna di oggi, quella a 10 anni per Nevio Coral, l’ex sindaco di Leinì condannato in primo grado alla stessa pena. Chiesti 7 anni (anziché i due di primo grado) per Antonino Battaglia, ex segretario comunale di Rivarolo, e 15 anni per Rosario Marando, assolto in primo grado e di nuovo arrestato a Roma nei giorni scorsi per il sequestro del figlio di un boss di Gioiosa Ionica. In primo grado erano state inflitte pene per 266 anni.
A Coral i Comuni di Leinì e Volpiano hanno chiesto rispettivamente un milione e 700mila euro di risarcimento. L’ex sindaco, storico esponente del centrodestra, è stato sindaco di Leinì per 11 anni ed è stato candidato sindaco a Volpiano.
Meno appariscente ma più concreta: così uno dei sostituti procuratori generali, Roberto Sparagna, ha definito la ‘ndrangheta al Nord: “Opera in modo diverso, in silenzio: si adatta, si mimetizza, e questo la rende più insidiosa e persino più difficile da aggredire. In Piemonte è presente almeno dal 1972, quando abbiamo certezza della richiesta, formulata a un pentito, di aderire al ‘locale’ di Chivasso”. Sul fatto che la presenza della ‘ndrangheta sul territorio fosse tollerata, Sparagna ha aggiunto che “è possibile che i politici piemontesi potessero non sapere dei legami di parentela di alcune persone con i boss in Calabria, ma abbiamo il sospetto che i politici di origine calabrese non potessero non saperli”…..
Rsp (individualità Anarchiche)