Assoluzione di Totò Riina e vittoria del ricorso di Bruno Contrada: lo stato non condanna sè stesso…

TOTO’ RIINA ASSOLTO: LO STATO NON CONDANNA SE STESSO….

14 aprile 2015

Totò Riina è stato assolto dall’accusa di essere il mandante della strage del Rapido 904 del 23/12/1984 che causò 16 morti. La sentenza è stata letta dal presidente della Corte d’Assise di Firenze Ettore Nicotra.

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Ma ricordiamo che cosa è stata la strage del Rapido 904:

La strage del Rapido 904 o strage di natale, è avvenuta presso la Grande galleria, ai danni del treno proveniente da Napoli e diretto a Milano. L’attentato è avvenuto nei pressi del punto in cui, poco più di 10 anni prima, era avvenuta la strage dell’Italicus….

Nel marzo 1985 vennero arrestati a Roma, per altri reati (tra cui traffico di stupefacenti), Guido Cercola e il pregiudicato Giuseppe Calò, noto mafioso palermitano più comunemente conosciuto come Pippo Calò. L’11/5/1985 venne identificato il covo dei due arrestati, in un edificio rustico presso Poggio San Lorenzo di Rieti: nella perquisizione vennero rinvenuti alcuni chili di eroina e un apparato ricetrasmittente, delle batterie, alcuni apparecchi radio, antenne, cavi, armi ed esplosivi. Le perizie condotte prima a Roma e poi a Firenze dimostrarono come quel tipo di materiale fosse compatibile con quello usato nell’attentato al treno: anche l’esplosivo era del medesimo tipo, con la stessa composizione chimica.

Il 9/1/1986 il Pubblico Ministero Pierluigi Vigna imputa formalmente la strage a Calò e a Cercola

Da: Il Grande Vecchio di Gianni Barbacetto

 

 

Il 14 aprile 2015, la Corte europea dei diritti umani ha deciso che Bruno Contrada non deve essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa perché, all’epoca dei fatti (1979-1988), il reato “non era sufficientemente chiaro”.

Ma cerchiamo di capire chi era (chi è) l’ambiguo superpoliziotto….

Bruno Contrada è un ex poliziotto e agente segreto italiano, ex dirigente generale della polizia di stato, ex numero tre del Sisde, ex capo della Mobile di Palermo, ed ex capo della sezione siciliana della Criminalpol…..

Il suo nome è associato alla strage di via d’Amelio, dove morì in un attentato il giudice Paolo Borsellino che in quel periodo indagava sui collegamenti tra mafia e stato. Contrada si è dichiarato collaboratore e amico di Borsellino, ma i familiari del magistrato assassinato hanno smentito fermamente . Anche Giovanni Falcone pareva non si fidasse di lui da tempo.

Nel 1992 iniziò il conflitto fra stato e anti-stato: l’omicidio Lima. Ed è come se per il Nord e il Sud del paese fossero stati previsti destini diversi. Al Sud si operò per impedire l’azione giudiziaria. Al Nord ci fu un pool di magistrati di Milano che aprì l’inchiesta Mani Pulite. In mezzo, nell’ombra della normalità, con le vesti di insospettabili collaboratori e di super poliziotti fedelissimi alla causa, si nascondevano uomini dalla doppia identità……

La vigilia di Natale del 1993, alle prime ore del giorno, Bruno Contrada (uno dei massimi dirigenti SISDE dell’epoca) venne tratto in arresto nella sua abitazione palermitana perché sospettato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, reato per il quale verrà poi condannato in via definitiva dopo una serie di alterne vicende processuali. Ad incolpare Contrada erano soprattutto le dichiarazioni di 4 pentiti di mafia: Tommaso Buscetta, Giuseppe Marchese, Gaspare Mutolo e Rosario Spatola. Nondimeno, l’allora Capo della Polizia Vincenzo Parisi si prodigò in una difesa plateale dell’indagato. Violante, nel frattempo divenuto presidente della Commissione parlamentare Antimafia, parlò in proposito di “caratteristica strutturale” circa il rapporto di Cosa nostra col potere. In particolare, la tesi sostenuta da Mutolo era inquietante. La mafia a suo avviso era un’organizzazione dalla spiccata natura anticomunista, che aveva servito la causa atlantica sia portando voti alla Democrazia Cristiana, sia contrastando con ogni mezzo le iniziative delle formazioni progressiste (l’esempio più triste è naturalmente la strage di Portella della Ginestra). Questa attitudine aveva come contropartita una sorta di tacita pax mafiosa: per anni, lo stato aveva evitato di combattere efficacemente contro quell’organizzazione criminale.

Ma a metà degli anni ‘70 qualcosa era cambiato. La politica sembrava aver accantonato i progetti di colpo di stato che (come abbiamo visto) spesso vedevano protagonisti gli apparati di spionaggio. Nel mutato scenario, si osava attaccare i vertici mafiosi avvalendosi dello strumento giuridico dell’associazione per delinquere. L’incriminazione per tale reato, in buona sostanza, esponeva i boss al rischio di essere coinvolti nella responsabilità per ogni misfatto importante che accadesse nei rispettivi “mandamenti”.

Mutolo sostiene di aver appreso da Rosario Riccobono che Contrada “era ormai passato a disposizione della mafia”. Dalla medesima fonte, Mutolo sapeva che il primo mafioso di rango a stabilire un rapporto di amicizia con Contrada sarebbe stato Stefano Bontate, avvalendosi dei buoni uffici prestati dal conte Arturo Cassina, una sorta di vicino di casa per il mafioso, nonché confratello del funzionario SISDE presso l’Ordine del Santo Sepolcro. Questa duplicità di relazioni risulta dalle carte processuali. L’Ordine del Santo Sepolcro confermò l’appartenenza dei due soggetti, (d’altronde le liste di quella confraternita sono di pubblico dominio), ma smentì che avessero un rapporto personale. Al contrario, i magistrati ritennero non solo l’esistenza di questo contatto, ma anche una sorta di collaborazione piuttosto spinta tra Contrada ed il nominato Riccobono, al punto che più volte il secondo sarebbe stato informato dal primo dei vari tentativi di catturarlo ad opera della polizia, il tutto attraverso l’avvocato Cristoforo Fileccia

Nel 2010 il pentito di mafia Gaspare Spatuzza avrebbe dichiarato di riconoscere nell’attuale funzionario AISI Lorenzo Narracci “il soggetto estraneo a cosa nostra visto nel garage mentre veniva imbottita di tritolo la Fiat 126 usata nell’attentato al giudice Paolo Borsellino”. Più in generale, le rivelazioni di Spatuzza, insieme con quelle di Massimo Ciancimino, sono alcuni degli elementi su cui si basa l’ipotesi di una trattativa tra stato e cosa nostra, avvenuta tra il ’92 e il ’93…..

 

Rsp (individualità Anarchiche)