Milano 25 aprile: festa della Liberazione o provocazione fascista?
Il sindaco cattosinistroide Giuseppe Sala, risponde al presidente provinciale dell’Anpi Roberto Cenati su un problema che persiste da 4 anni: gruppi di estrema destra si radunano al Campo X del Cimitero Maggiore per commemorare i caduti della Repubblica di Salò. Il sindaco, codardo e opportunista gli risponde girandoci attorno: “Sulla manifestazione al Campo X credo che ci sia la volontà da parte nostra di non permetterla all’interno del cimitero, ma siamo coscienti che non si può vietare l’ingresso, quindi ci affidiamo al buon senso e alla responsabilità – ha spiegato il sindaco, che venerdì scorso si è confrontato sulla situazione anche col prefetto e il questore – Non crediamo che la manifestazione sia una cosa necessaria ma sappiamo che ci saranno persone che si raduneranno, perciò ci sarà una gestione attenta da parte del prefetto”.
Teniamo presente che la manifestazione o raduno dei fasci è anticostituzionale, anche se quei cattofascisti del questore e del prefetto gli danno il permesso !!!!
Sala meglio di Garibaldi…
Presentando gli eventi per la settimana dedicata alla celebrazione della Resistenza partigiana il sindaco di Milano ha spiegato: “Il 25 Aprile è una festa che celebra l’unità degli italiani, bisogna stare assieme, ma questo non significa che si può sbandare sui valori della Resistenza: chi ha calpestato e disprezzato questi valori non avrà la nostra vicinanza”. Un modo, insomma, per rispondere alle polemiche di questi giorni.
E aggiunge ancora Sala: “Ognuno fa quello che vuole, però il 25 Aprile [solo?] è un momento in cui bisogna dire no a qualunque forma di apologia di fascismo”.
Giuseppe Garibaldi, con la scusa dell’unità d’Italia ci impose i Savoia; Giuseppe Sala, con la stessa scusa, il 25 aprile ci vorrebbe tutti assieme e, dopo aver impunemente sperperato denaro pubblico in quella vetrina allestita dalla mafia per le multinazionali chiamata EXPO, vuole mettere sullo stesso piano i partigiani rossi e quelli bianchi!!!
Del resto la questione non si è ancora del tutto chiarita, anche se i reduci della Resistenza, recentemente hanno preferito riappacificarsi. Sembra che lo slogan non scritto sia: rossi, bianchi o neri, purché non se ne parli più.
Sala sogna Milano e tutto il Belpaese, uniti sotto un’unica bandiera, non rossa, né bianca, verde o nera, ma di un bel rosellino pallido pallido…
Ci vede come gli yuppies del cantautore Barbarossa:
“Sono i figli di quest’Italia
quest’Italia un po’ americana
sempre meno contadini
sempre più figli di puttana.
E di politica non ne parlano
evitano il discorso
loro votano solamente
chi gli fa vincere un concorso.
Sono i figli di quest’Italia
quest’ Italia così vincente
che nella testa c’ha l’Europa
e nel sedere il Medio Oriente”…
Forse è vero, la cultura agricola sapiente e concreta che ci ha caratterizzato finora, sta cedendo il passo a quella dell’immagine, dell’apparire e del possedere. Per comprendere il fenomeno, basta pensare che l’attuale presidente della IX Commissione (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato, è Roberto Formigoni che, vicende processuali a parte, è il figlio di Emilio, ingegnere, già comandante della Brigata Nera di Missaglia (Lecco), responsabile tra l’altro della tortura e della fucilazione di 4 giovani partigiani brianzoli!!!
E’ possibile che, gli stessi fascisti (amici e parenti compresi) che i partigiani combattevano, siano rimasti, ancora oggi, completamente indisturbati, ai posti di comando?
Cosa diremo ai nostri combattenti morti per la Libertà, quando gli porteremo un fiore?
Noi non abbiamo la pretesa di tracciare un quadro della società futura,
poiché spetta all’azione di tutti gli uomini liberi di crearla e darle forma;
essa è incessantemente mutevole come tutti i fenomeni della vita.
Ma ciò che noi sappiamo è che tutte le ingiustizie, tutti i crimini
di lesa maestà umana, ci troveranno sempre pronti a combatterli.
E. Reclus
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)