Questo testo è tratto dal libro autoprodotto da noi ‘ricercatori senza padroni’, intitolato “Storia della massoneria in Italia e delle sue complicità internazionali: dai cavalieri crociati ai cavalieri piduisti”, stampato nel 2006.
Questa analisi (ricerca), è stata aggiornata per riproporla nel 2020 e, contemporaneamente aprire un dibattito. Riteniamo molto importante analizzare questo strato, questa classe sociale rimasta sempre occulta per noi proletari e sottoproletari che eravamo fermi alle signorie e ai re, studiati a scuola. Una classe sociale occulta che ancora oggi domina il potere (massomafia la definì Falcone), una classe sociale che da secoli domina e si spartisce il potere economico politico e militare, col potere secolare della chiesa…
“Forse è il caso di cominciare a spiegare come funzionava il “doppio Stato” in cui abbiamo vissuto, che guerra segreta è stata combattuta per detenere il potere, che ricatti sono scattati, che cosa oggi impedisce di sapere quanto è successo”….
Bisogna conoscere la storia e analizzarla per scoprire il segreto!!
Falcone aveva capito che sopra Totò Riina, che era analfabeta, c’era un potere più spietato della mafia, e lo chiamò massomafia, che pagava e usava l’ignoranza della mafia di origine contadina (guardie del latifondismo), per fargli fare tutti quei lavori sporchi che eticamente e moralmente, i benpensanti borghesi (piccola, media e grande borghesia), non possono fare…
Massoneria: tra storia e leggenda
La massoneria è un’associazione segreta a carattere iniziatico nota anche come Arte Reale e Libera Muratorìa, è così diffusa che copre come una ragnatela 5/6 del mondo. I suoi affiliati, oltre che massoni o frammassoni, si definiscono “figli della vedova”. In Italia ha uno status giuridico ancora indefinito (come del resto i sindacati e i partiti), però abbastanza elastico per garantirsi una sfera d’azione nelle istituzioni e delle leggi. Tra loro si chiamano “fratelli”.
Strutturata come un insieme di cellule, dette Logge, è guidata da organi di governo amministrativi e rituali. Oggi in Italia la massoneria conta oltre 30.000 affiliati, il 70% dei quali è all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia (socialisti), detto ”Palazzo Giustiniani”, è il più antico e autorevole corpo della massoneria italiana. Ad esso attualmente fanno capo 507 logge con circa 20. 000 affiliati e ne è Gran Maestro l’avvocato Virgilio Gaito, mentre il resto confluisce nel “tronco secessionista” di Piazza del Gesù (dal nome della sede originaria ed oggi Palazzo Vittelleschi). E’ nata da una scissione del 1908. La sede è a Roma, villa il Vascello al Gianicolo. La Gran Loggia d’Italia (di destra, chiamata appunto piazza del Gesù), è nata da una scissione del Grande Oriente (socialisti) nel 1908. Pur essendo espressione di una minoranza, vanta solidi legami internazionali. Ammette le donne e perciò è considerata irregolare dalla Gran Loggia d’ Inghilterra, e vanta solidi legami internazionali.
Attualmente il Gran Maestro è il commercialista Renzo Canova (foto sopra). La sede è a Roma, Palazzo Vitelleschi Via S.Nicola dè Cesarini e conta circa 7.000 affiliati.
Tutti i massoni comunque, si considerano segmenti attivi di una comunione planetaria che hanno radici in quasi tutti gli stati che hanno un seggio all’ONU (compreso l’ex-impero sovietico).
Solo in 1\6 del mondo, i “ figli della vedova” non hanno ancora le proprie logge, anche se, con l’astronauta Edwin Aldrin, il 21 luglio del 1969 ne hanno idealmente costituita una nello spazio, piantando sulla Luna la bandiera rituale.
Scopi e doveri
Come tutte le altre sparse nei 5 continenti, anche la massoneria italiana è governata sin dal ‘700 da doveri e costituzioni d’origine inglese. Cioè da un complesso di leggi e regolamenti che fanno delle logge “un sistema di morale, velato nell’allegoria e illustrato da simboli”.
La definizione è calzante, tuttavia non basta a spiegare perché un uomo moderno oggi si assoggetti a forme di spiritualità arcaiche, in cui la simbologia assume l’alta funzione di strumento della conoscenza, di grimaldello “per aprirsi ad un’interpretazione profonda della realtà” e abbia infine un valore di collante “per saldare ragione, intuizione e tradizione”. Ma questo, per dirla come Delfo del Bino, venerabile maestro, è “il segreto massonico” forse più impenetrabile. O meglio, ciò che da sempre sembra dare attualità alla massoneria, specie in tempi di crisi dei valori, quando cadono le pietre di confine ideali landmarks per i “figli della vedova”, tra le quali realizzare il proprio perfezionamento (la consapevolezza che: chi sa, domina chi non sa! e chi non sa è destinato ad essere soggiogato, secondo i fratelli).
Come corpo, insomma, la massoneria non è indifferente ai grandi temi che dividono le società, ma il coinvolgimento pratico, almeno stando al libro dei doveri e alle costituzioni, non può mai superare le frontiere dell’analisi. Gli affiliati sono tuttavia liberi di schierarsi e di partecipare in modo attivo alla vita politica del paese (destra – sinistra). L’Ordine lo tollera; né potrebbe fare altrimenti, giacché spesso, in passato come ora, i vertici massonici coincidono con le èlites della classe dirigente, per cui la struttura è costretta a funzionare come “camera di mediazione” fra opposti gruppi di potere, (destra – sinistra) pagando gli insuccessi con la scissione. Il sofisma (il vecchio vizio) che concilia la sfera della spiritualità con quella pratica degli interessi (business di grandi infrastrutture – speculazione sulle disgrazie dei poveri), non è tuttavia, una novità tipica della massoneria contemporanea internazionale. A ben guardare seppur diverso a causa dell’evoluzione storica, non è infatti dissimile da quello che governava i grandi architetti d’Egitto o del Rinascimento europeo, le cripte dell’Ordine dei Templari quando c’erano le logge (lobby) d’arte e di mestiere. E’ soltanto più efficace, più pragmatico. Non a caso regge da quasi tre secoli. Il loro obiettivo primario è “la scalata al potere” di qualsiasi genere esso sia, politico, economico, amministrativo e militare.
Il volo della fenice
La storia dell’arte reale (massoneria),in Italia come nel resto del mondo, si snoda lungo un itinerario tortuoso e drammatico, il cui divenire è simbolicamente rappresentato dalla fenice che risorge dalle proprie ceneri. Per molti autori la massoneria è vedova da quando Jacques de Molay, Gran Maestro dell’Ordine dei Templari, è stato bruciato sul rogo come eretico nel 1314. Sono però molto più suggestive e allegoriche le spiegazioni di chi si riallaccia alle leggende egiziane, ai miti biblici o all’arcaismo delle prime sette cristiane.
La massoneria si divide in tre fasi:
1- La preistoria, caratterizzata da leggende, mitologie e da muratori, grandi costruttori di infrastrutture come le piramidi in Egitto e di templi nel bacino della Mesopotamia, che tramandavano le tecnologie del mestiere, nel segreto delle cripte, con rituali allegorici di iniziazione. E’ un cordone ombelicale tanto lungo che si sono dovuti aggiungere 4000 anni a quelli del calendario corrente.
2- L’età della transizione (massoneria operativa), che prende corpo durante le prime crociate, per attraversare d’impeto il rinascimento e sfociare nel barocco, dove sedimenta in una pittoresca quanto confusa frammentazione. Su questo processo di dissoluzione le testimonianze e gli aneddoti sono infiniti, con il pendolo che oscilla verso la sponda del verosimile piuttosto che su quella del reale: comunque sono tutti significativi e tipici di una diffusa dimensione antropologica, come dimostrano anche questi pochi esempi. Per confrontarsi sulle nuove teorie scientifiche, i chimici e i fisici, ricreavano nelle celle sotterranee, l’atmosfera araba della Cabala e degli alchimisti, mentre i medici invece s’incontravano incappucciati per selezionare i cadaveri a scopo di studio. Affascinati da Galileo Galilei, gli astrologi affollarono i torrioni dei castelli in rovina per studiare il movimento degli astri.
Si facevano tentare dall’esoterismo iniziatico anche banchieri di rango, che nel frattempo si scambiavano informazioni sul costo del danaro e sui mercati finanziari, dopo aver onorato Minerva nelle cappelle sconsacrate e ricomposte nello stile della mitica architettura templare.
Questa della transizione, è una fase in cui il sistema cellulare delle sette segrete ha in comune solo la dimensione iniziatica e la stravaganza allegorica delle liturgie. Il processo di decadenza si fa particolarmente acuto nel tardo ‘600, quando si dissolvono sia il potere degli ordini cavallereschi che quello delle corporazioni delle arti e dei mestieri. D’ora in poi, con ritmi che si accelerano, nel ‘700, muratori, artigiani e operai specializzati, vengono progressivamente espulsi dal tempio, lasciandolo agli intellettuali, alla borghesia e alla scienza. Cioè un nuovo potere che non ripudia (per interesse, per soggiogare meglio le persone), l’esoterismo delle origini, ma anzi ne arricchisce la spiritualità e la prassi con teoremi filosofici, riti e simbolismi concepiti come una sintesi della tradizione arcaica e del nuovo che fermentava.
3- L’età moderna (massoneria speculativa): dal 1717, gli inglesi fanno risorgere la loro fenice in una locanda a ridosso del Tamigi, da allora arriva sino ad oggi con un inalterato patrimonio di norme e doveri. Obiettivo allegorico di questo ciclo storico, è il conseguimento di una maggiore spiritualità per l’uomo e per la società, sempre più incalzata dalla crescente massificazione del gusto omologato che gli imponevano (marketing).
In realtà la storia della massoneria speculativa in Europa come nel Nord America si intreccia subito in modo sotterraneo e parallelo, con quella delle élite del potere politico e finanziario degli stati nazionali colpevoli di aver interferito in modo organico nella storia d’Occidente…..
La Rivoluzione Americana
Con “Guerra d’indipendenza americana”, s’intende il conflitto che si scatenò tra le 13 colonie britanniche in nord America e la madrepatria, fra il 1776 e il 1783 terminato con la costituzione di una nazione indipendente, gli Stati Uniti d’America.
Con rivoluzione borghese si intende la guerra sotterranea per il potere politico economico, militare, tra l’impero Britannico e i colonialisti inglesi (massoneria, signorie, latifondisti).
1. Alla fine della guerra dei 7 anni (1756-1763), la Gran Bretagna risultò essere la maggior potenza, dominatrice assoluta sui mari, ma nonostante ciò la corona inglese si ritrovò a dover sostenere enormi spese di guerra e la responsabilità di amministrare i nuovi territori conquistati in Nord America.
Allo scopo di far contribuire alle spese dell’impero anche i coloni, il parlamento inglese, nel marzo del 1765 impose una tassa di bollo su tutti i documenti legali, i contratti, le licenze, anche giornali, opuscoli, carte da gioco ecc., stampati in terra americana.
L’imposta provocò una forte opposizione tra i coloni. Normalmente, infatti, erano le assemblee locali ad emanare leggi fiscali e di organizzazione della sicurezza interna; tale legge venne quindi percepita dai coloni come un tentativo di limitare i loro piani di autogoverno.
Nell’ottobre del 1765, i delegati di 9 colonie si riunirono a New York per far conoscere alla madrepatria le proprie lamentele. In effetti, nel marzo successivo, il parlamento abolì la tassa ma ciò non fu determinato dalle obiezioni dei coloni sull’istituzionalità della tassa, bensì dalle pressioni dei mercanti inglesi, fortemente danneggiati dalla protesta dei coloni.
La cancellazione dell’imposta lasciò irrisolti i problemi finanziari della corona britannica che ben presto impose nuove tasse sull’importazione di vetro, piombo, vernici, carta e tè, inviando nel contempo delle truppe allo scopo di imporre ai coloni l’osservanza della legge. Ancora una volta, la reazione fu pronta e vigorosa. Manifestazioni di protesta accolsero ovunque l’arrivo degli ufficiali doganali e i commercianti adottarono nuovamente la politica di non importazione delle merci britanniche.
Le tensioni esplosero il 21/6/1768, quando migliaia di manifestanti bostoniani minacciarono i commissari delle dogane obbligandoli alla fuga; immediatamente Londra inviò 4 reggimenti di truppe per permettere il rientro dei commissari e dando inizio all’occupazione militare della città. La lunga serie di scontri che ne seguirono, culminò nel marzo del 1770 nel cosiddetto massacro di Boston, quando i soldati britannici, aprirono il fuoco uccidendo 5 coloni; si scatenò allora una nuova violenta ondata di protesta. Piegata ancora una volta dal boicottaggio economico, Londra dispose la revoca della tassa.
Ma 3 anni dopo il parlamento dispose il monopolio della vendita di tè in America. Tale provvedimento risollevò immediatamente il conflitto tra i coloni e la madrepatria tanto che a Boston il carico delle navi che trasportavano il tè, venne addirittura rovesciato in mare. Per tutta risposta, nel 1774 il parlamento inglese approvò alcune misure repressive, intese a riaffermare l’autorità regia: il porto di Boston fu chiuso e venne rafforzato il regime di occupazione militare della città (Dittatura militare) …
2. Il conflitto
I rappresentanti di tutte le colonie si riunirono a Philadelphia nel settembre del 1774 nel I Congresso continentale per stabilire una linea d’azione comune e definire i diritti delle terre d’America e i limiti dell’autorità del parlamento di Londra.
In una Dichiarazione dei diritti, i delegati ribadirono il rifiuto di pagare tasse e decisero la cessazione di ogni commercio con la Gran Bretagna fino al ritiro delle truppe inglesi. Nel frattempo nel Massachussets le milizie cittadine andavano organizzandosi in un Comitato di salute pubblica clandestino. Nella notte del 18 aprile 1775 il governatore inglese inviò un reggimento a requisire un deposito d’armi nei pressi di Boston ma i coloni intercettarono le truppe inglesi che furono costrette a ritirarsi a Boston che fu posta sotto assedio dai ribelli. Nell’aprile 1775, mentre si dirigeva verso Concord, nel Massachussets, per distruggere le riserve di polvere da sparo dei coloni americani, un contingente britannico, sotto la guida del generale Thomas Gage, si scontrò a Lexington con un gruppo di 70 volontari. Non si sa quale delle due parti abbia scatenato la battaglia, ma gli 8 coloni morti nello scontro furono i primi caduti della guerra d’indipendenza americana. Questi sviluppi, determinarono da parte dei coloni, la costituzione di un esercito che venne posto sotto il comando di George Washington. Tuttavia, tra i delegati era ancora prevalente una volontà di riconciliazione con la Gran Bretagna ed infatti essi riaffermarono la lealtà al Re, chiedendogli però di ritirare le truppe. Intanto gli inglesi asserragliati a Boston, ricevuti rinforzi via mare, avevano conseguito una netta vittoria sugli americani che non servì tuttavia a rompere l’assedio della città. Le notizie sulla battaglia e sulle richieste del Congresso, raggiunsero Londra contemporaneamente. Senza prendere in nessuna considerazione le richieste dei coloni, il Re Giorgio II dichiarò guerra ai coloni (borghesia – conti marchesi).
In risposta alle decisioni inglesi il Congresso continentale emanò la Dichiarazione d’indipendenza (4/7/1776), con la quale le colonie si costituivano in stati liberi e indipendenti, impegnandosi a respingere l’invasione di quella che veniva considerata una potenza straniera.
3. La fine delle ostilità
All’inizio del 1779 anche la Spagna dichiarò guerra alla Gran Bretagna, e l’anno successivo altrettanto fece l’Olanda. In territorio americano le operazioni proseguirono con alterne vicende fino all’assedio di Yorktown, dove si erano rifugiare le truppe inglesi.
Nell’agosto del 1781 la flotta francese sbaragliò quella inglese, impedendo così ogni possibilità di collegamento via mare. Dopo una serie di inutili tentativi di forzare le linee nemiche, il 19/10/1781 il comandante inglese si vide costretto alla resa. Yorktown segnò la fine delle ostilità, anche se i negoziati di pace si trascinarono fino al 3/9/1783, quando la Gran Bretagna firmò il Trattato di Parigi, col quale riconobbe l’indipendenza delle ex colonie; i confini degli Stati Uniti d’America vennero stabiliti a ovest col Mississippi, a nord col Canada, a sud con la Florida.
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Facciamo un salto nel tempo e nello spazio e dal Trattato di Parigi, passiamo a
gli atti dell’antimafia 2000:
Sabato 23/5/1992, alle 17:58, in località Isola delle Femmine all’altezza dello svincolo per Capaci, 500 kg di tritolo fanno saltare in aria Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo. Falcone dava fastidio perché ha avuto il coraggio di parlare di massomafia come un sistema altoborghese, militare e civile, aveva capito che la mafia essendo analfabeta (gerarchicamente l’ultimo gradino della massoneria), veniva usata e pagata, nella scala sociale, per fare i lavori sporchi, che i benpensanti massomafiosi non volevano fare perché non era etico e tantomeno morale…).
Per quella strage sono stati condannati come mandanti: Totò Riina (analfabeta ed ultimo gradino della scala sociale), i membri (analfabeti ed esecutori dei lavori sporchi) della Cupola di Cosa nostra, e altri mafiosi sempre analfabeti come esecutori materiali.
Chi ha deciso la morte di Falcone? Quali sono le verità che mancano?
In Italia c’erano molte agenzie di spionaggio (ufficiali e non) operanti da ancor prima della fine della II guerra mondiale (come la P2), al fine di destabilizzare attraverso un piano militare internazionale, chiamato PATTO ATLANTICO (ANTICOMUNISTA). Il piano militare serviva per destabilizzare l’equilibrio socio-politico del nostro Paese. Dal mancato attentato al governo Bonomi a quelli falliti contro De Gasperi e Togliatti per impedire il compromesso storico, fino al terrorismo mafioso dei primi anni ’90, le manovre occulte delle menti del doppio Stato hanno traghettato l’Italia del periodo post-bellico verso un periodo buio e incerto, che ha portato l’Italia quasi sull’orlo della guerra civile e che ha raggiunto il suo culmine con la strategia della tensione e gli anni di piombo. Il tutto, come diceva Falcone, senza che la magistratura potesse aggredire il “livello più alto delle complicità” (massoneria), dei mandanti e delle regie occulte, che pure si intravedevano dietro le verità accertate…
Massone Licio Gelli, capo dei servizi segreti, della Cia e del Kgb:
https://ricercatorisenzapadroni.noblogs.org/post/2015/12/16/e-morto-quel-piduista-massone-di-licio-gelli-capo-dei-servizi-segreti-della-cia-e-del-kgb/
Il Maestro intoccabile Licio Gelli e una ventina di altre persone, suoi fratelli, sono stati accusati di cospirazione politica, associazione per delinquere ed altri reati… Ma coi soldi ha risolto tutto:
Dopo un’inchiesta durata quasi 10 anni, nell’ottobre 1991, il giudice istruttore presso il tribunale penale di Roma chiese il rinvio a giudizio. Il processo durò un anno e mezzo e con sentenza in data 16/4/1994, depositata il successivo 26 luglio, la Corte pronunciò una sentenza d’assoluzione di tutti gli imputati dal reato di attentato alla Costituzione mediante cospirazione politica, perché il fatto non sussiste. L’appello, proposto, fu rigettato, e il 27/3/1996 la Corte d’appello confermò la sentenza.
Nel 1987 Licio Gelli fu condannato a 8 anni di carcere dalla Corte d’assise di Firenze per aver finanziato esponenti dell’estrema destra toscana, coinvolti negli attentati sulla linea ferroviaria Firenze Bologna. Due anni dopo, in appello, i giudici dichiararono di non dover procedere contro l’imputato perché, al momento della sua estradizione dalla Svizzera, erano stati esclusi i reati di tipo politico. La Cassazione ordinò un nuovo processo, affermando che Gelli avrebbe dovuto essere assolto con formula piena e il 9/10/1991 la Corte d’assise d’appello di Firenze lo assolse con formula ampia.
Il 23/11/1995 Gelli venne condannato in via definitiva per depistaggio nel processo per la strage di Bologna, avvenuta il 2/8/1980, nella quale furono uccise 85 persone e 200 rimasero ferite. Il depistaggio fu messo in atto, in concorso col generale del SISMI Pietro Musumeci, aderente alla P2, il colonnello dei carabinieri Giuseppe Belmonte e il faccendiere Francesco Pazienza, sistemando una valigia carica di armi, esplosivi, munizioni, biglietti aerei e documenti falsi sul treno Taranto-Milano del 13/1/1981 (piano militare ‘false flag’).
Licio Gelli è stato anche riconosciuto insieme allo Ior (la banca mondiale del Vaticano) e a Paul Marcinkus, colpevoli della frode (specuilazione di soldi, fatti sparire in offshore dai loro amici massoni), riguardante la bancarotta del Banco Ambrosiano collegato alla banca del Vaticano (lo IOR), con un un buco di 1,3 miliardi di dollari.
Il potere meschino della P2:
Silvio Berlusconi (centro destra), per entrare in politica ha dovuto iscriversi alla P2, conseguendo 4 volte la presidenza del Consiglio nel corso di 15 anni… Dal 2007 Licio Gelli fu posto in detenzione domiciliare nella sua villa Wanda di Arezzo, per scontare la pena di 12 anni per la bancarotta del Banco Ambrosiano….
A proposito di massomafia attuale:
Il 10 luglio i mass media scrivono che a Torino la Telt, il promotore pubblico incaricato di costruire e gestire la Tav Torino-Lione, ha assegnato l’appalto di 220 milioni di euro (alè se magna), per la costruzione dei pozzi di ventilazione del ‘tunnel di base’ lungo 57,5 km della nuova ferrovia ad Avrieux (Francia) al raggruppamento di imprese composto da Vinci Construction Grands Projets, Dodin CampenonBernard, Vinci Construction France, Webuild e Bergteamet.
Nel frattempo per il mega business ci sono 6 cantieri attivi.
Sempre a Torino i mass media scrivono il 9 luglio, il discorso dell’ ex presidente dell’Unione industriale di Torino, Dario Gallina: “È il momento di guardare avanti, dobbiamo sfruttare al massimo le risorse a disposizione, soprattutto quelle in arrivo dall’Europa” (55 miliardi! alè se magna, a li mortacci loro che si affogassero).
Dario Gallina verrà sostituito da Giorgio Marsiaj alla guida dell’associazione (business massomafioso).
“Sono stati 4 anni intensi, interessanti e di crescita”, ha spiegato Gallina ai mass media.
“Nel 2017 eravamo in una relativa crescita, poi è cominciata la crisi di fiducia. Ma ci sono tante energie su cui puntare: manifattura, aerospazio, ma anche il turismo, pur dovendolo ricalibrare sulle nuove necessità”. Infine, sulla megainfrastruttura Tav: “spero che si proceda senza ulteriori rallentamenti”, afferma.
Gallina è stato riciclato alla Camera di commercio…
Il 7 luglio invece, i mass media pubblicano il discorso del presidente ciellino Giuseppe Conte: “Ci sono diverse opere per la Liguria (business) tra i 130 interventi e programmi inseriti in “Italia veloce”, il piano di investimenti per il rilancio dell’economia messo a punto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che affianca il dl semplificazioni (alè se magna, campo libero ai più furbi e agli ignoranti che non conoscono i danni che fanno). Ecco alcune delle opere che realizziamo”, ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte elencando tra le altre anche l’alta velocità Genova-Ventimiglia e la Gronda. Tra le opere ferroviarie figurano poi il nodo di Genova, il raddoppio della Pontremolese e il collegamento dell’ultimo miglio tra il Terzo Valico dei Giovi e il porto di Genova. “Il Ponte sullo Scrivia in Liguria invece di manutentarlo lo demoliamo e ricostruiamo”, ha poi annunciato nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, nell’ambito delle opere sbloccate col decreto dl semplificazioni, deciso a villa Pamphili, dalle forze politiche, aristocratiche massone.
Vi proponiamo questi approfondimenti:
Storie di Uomini e di Mondi, di Andrea Purgatori: Falcone e Borsellino
https://www.la7.it/atlantide/rivedila7/atlantide-20-07-2020-333979
17 giugno 2020
https://www.notav.info/top/la-corte-dei-conti-europea-boccia-il-tav-costoso-inutile-e-inquinante/
Gianluigi Nuzzi ci svela i misteri del Vaticano
https://www.youtube.com/watch?v=TZVmm8i4bRk
Gli Intoccabili Lo IOR la banca Off Shore al centro di Roma
https://www.youtube.com/watch?v=uW38ha4hOVo
Le inchieste di Gianluigi Nuzzi – P2, P3, P4: chi comanda in Italia?
https://www.youtube.com/watch?v=f7uAzUAC6B8
Roberto Saviano: la ‘Ndrangheta al Nord
https://www.youtube.com/watch?v=4aCTqEg5Ygc&t=1351s
Ecco perché è importante alzare il livello culturale della povera gente, per evitare che si faccia la guerra tra di noi, perché farsi da paladino non aveva senso! Doveva essere la povera gente tutta, ad avere i mezzi culturali per ribellarsi alla miseria (rivoluzione sociale), a tutte le ingiustizie sociali che dovevano e devono subire come condizione di classe (bassa manovalanza – schiavi), anche attraverso l’auto mutuo aiuto, l’altruismo e la solidarietà.
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Chi sa domina chi non sa!
Ecco perché è importante per noi Anarchici che rifiutiamo il potere e le gerarchie, ampliare il nostro bagaglio culturale e imparare a riflette e analizzare quello che apprendiamo dalla Storia, per evitare di essere dominati dal potere militare, come è successo negli anni ’70 con la loggia massonica atlantica anticomunista chiamata P2. Una loggia massonica militare formata da banchieri, alti gradi delle forze dell’ordine e servizi segreti, pagati per portare avanti il piano militare della ‘strategia della tensione’ (Patto Atlantico anticomunista): terrorismo psicologico, false flag, stragi di stato, piano di emergenza (alè se magna! Grossi affari per la massomafia, che costruisce le infrastrutture piramidali).
Il prossimo argomento della ricerca storica “Storia della massoneria: dai cavalieri crociati ai cavalieri piduisti” sarà: Una loggia massonica anche per il conte Cavour.
Buona lettura e buona riflessione a tutti i compagni anarchici/anarchiche che ritengono necessaria l’eliminazione definitiva delle classi sociali e delle disuguaglianze che rappresentano…
Noi siamo alla fame e ci tocca risognà la bella!! mentre questi massomafiosi se fregano tutti i nostri diritti (pure i contributi pensionistici)! E noi non possiamo alzare la testa perché ci instaurano subito una dittatura militare, come hanno fatto negli anni ’60/’70. La metafora che ce rode di più è quella che nonostante sappiamo la storia dobbiamo anche subirla … Ma un giorno stufi di subire ci ribelleremo a questo sistema perverso che non vuole che ci alziamo di livello culturale, perché non ha nessuna convenienza.
Pagherete caro per il vostro egoismo ….
Bisogna pure che la verità venga su dai tuguri
poiché dall’alto non vengono altro che menzogne.
Louise Michel
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)