Emergenza migranti: alè, se magna!

Il 18 febbraio i mass media scrivono che dalle indagini, dirette dal procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Ilda Boccassini e dal sostituto procuratore, Gianluca Prisco, sono emerse truffe per la gestione dell’emergenza migranti.

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Le cooperative erano organizzate tra di loro da interscambi di cariche amministrative massomafiose, costituite con lo scopo di partecipare ed aggiudicarsi le gare d’appalto indette dalle prefetture, offrendo servizi scadenti, con prezzi al ribasso (per vincere le gare) e producendo documentazioni false sui servizi offerti ai migranti.

L’inchiesta ha permesso di smantellare un’associazione a delinquere “dedita alla truffa a gare pubbliche indette dalle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia per la gestione dei flussi migratori”.

Area Solidale Onlus

Le cooperative coinvolte nella truffa, sono: “Area Solidale”, “Milano Solidale”, “Gli amici di Madre Teresa” e ‘Volontari senza frontiere”. Una delle onlus coinvolte ha partecipato al Festival dei Beni Confiscati alle Mafie del 2018.

Fra novembre 2017 e settembre 2018, i tre massomafiosi, ammministratori delle cooperative indagate, hanno rubato oltre 400mila euro di fondi pubblici destinati al progetto e spesi per i loro futili interessi: viaggi, personal computer, televisori di ultima generazione, ristoranti e capi di abbigliamento di prestigiosi marchi.

Le indagini hanno evidenziato anche gravissime carenze igienico-sanitarie nelle strutture di accoglienza.

Sono in tutto 5 gli indagati massomafiosi, per la tuffa nei centri di accoglienza migranti: il presidente, il vice presidente e un consigliere, il sostituto procuratore di Ferrara, Andrea Maggioni e anche un dirigente della Prefettura di Ferrara e un funzionario del Centro servizi alla persona ASP Ferrara, per omesso controllo della qualità dei servizi erogati dalla cooperativa.

Gli amministratori della cooperativa, hanno anche alterato i registri “presenza”. Hanno documentato falsamente sia le assenze sia le presenze dei migranti. Il tutto al fine di ottenere fondi non spettanti che l’Asp, ha erogato per oltre 10.000 euro, sulla base di fatture false.

Ma non è finita qua: le cooperative (organizzate in logge massoniche per rimanere impunite), sono risultate collegate a noti pluripregiudicati appartenenti alla ‘ndrangheta, i quali le hanno sfruttate per far ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza. Veniva “attestata, falsamente, la possibilità-necessità di poter accedere ai benefici di legge attraverso l’assunzione presso le cooperative”.

Ma il vecchio vizio di rubare delle cooperative sociali (sulle disgrazie della povera gente), non finisce qua: il 3/7/2019 la Procura di Milano, coordinata sempre dai pm Boccassini e Prisco, aveva già eseguito numerose perquisizioni e un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone accusate di associazione per delinquere, truffa allo stato e autoriciclaggio nell’ambito dell’inchiesta ‘Fake Onlus’ che vede al centro di una gestione economica illecita da parte di alcune onlus che si occupano di accoglienza dei migranti, per profitti illeciti per milioni di euro.

Ammonterebbe a circa 7 milioni di euro il profitto illecito incassato da alcune cooperative che si occupano dell’accoglienza dei migranti.

Sono quattro le onlus coinvolte che avrebbero utilizzato falsi documenti per partecipare ai bandi pubblici per gestire l’accoglienza di centinaia di migranti.

Avrebbero utilizzato per “scopi personali” oltre 4,5 milioni di euro dei circa 7,5 milioni ottenuti illecitamente. Dalle indagini emerge anche che il consorzio gestito dalla massomafia ha partecipato, tra il 2014 e il 2018, a bandi indetti dalle Prefetture del Nord di Lodi, Parma e Pavia.

Sempre il 18 febbraio i mass media scrivono che il Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) del capoluogo, ha sequestrato il patrimonio di 150 milioni di euro dell’imprenditore Carmelo Lucchese, 53 anni (foto sotto), che opera nel settore della grande distribuzione alimentare. Nell’operazione sono stati messi i sigilli ad aziende, quote societarie, immobili, conti correnti, polizze assicurative e auto di Lucchese.

Carmelo Lucchese

La società sequestrata si chiama: Gamac Group s.r.l., con sede legale non in Calabria, ma a Milano, e gestisce 13 supermercati tra Palermo e provincia (Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese).

La Procura della Repubblica di Palermo ha consentito di evidenziare come l’imprenditore Lucchese, pur essendo incensurato, fosse però sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra (si è fatto comperare), traendone vantaggi imprenditoriali.

L’imprenditore, in cambio dei favori, avrebbe assunto familiari di boss nei propri punti vendita. Secondo le indagini, inoltre, avrebbe procurato un appartamento per dare rifugio al capomafia Bernardo Provenzano nell’ultimo periodo della sua latitanza. La Gamac, grazie all’aiuto dei clan, sarebbe cresciuta esponenzialmente, trasformandosi dall’iniziale impresa familiare in una realtà in forte sviluppo che ha incrementato costantemente il proprio volume d’affari arrivando a fatturare oltre 80 milioni di euro nel 2019. Oltre al sequestro aziendale, delle quote sociali della Gamac Group srl, sono stati messi i sigilli a 7 immobili, tra cui una villa in zona Pagliarelli a Palermo, 61 rapporti bancari e 5 polizze assicurative e 16 autovetture, tra cui 2 Porsche Macan.

Il 19 febbraio i mass media scrivono che il procuratore Nicola Gratteri, insieme al procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti procuratori Veronica Calcagno e Chiara Bonfadini, hanno fatto eseguire un provvedimento di sequestro beni per un valore di oltre un milione e 200mila euro, nei confronti di Giovanni Trapasso e dei figli Leonardo e Tommaso, appartenenti alla famiglia di ‘ndrangheta di Cutro.

L’intero patrimonio è stato sequestrato è costituito da 9 fabbricati a Cutro, una ditta individuale con sede in Cutro operante nel settore agricolo, quote di capitale relative ad una società a responsabilità limitata (a Cropani) operante nel settore del commercio di prodotti petroliferi, due autovetture e diversi rapporti bancari e finanziari….

I Trapasso erano già stati indagati nell’operazione denominata “Borderland” nel 2016, e sottoposti a sorveglianza speciale. Le indagini avevano dimostrato come la cosca dei Trapasso, capeggiata da Giovanni e dai figli, rivestisse un ruolo di assoluto rilievo nel panorama delle consorterie mafiose dell’area, operando in stretta connessione con le omologhe compagini dei Grande Aracri di Cutro e dei Farao-Marincola di Cirò Marina, e vantando solidi rapporti con le più influenti cosche della regione. Nel corso delle indagini svolte in quel procedimento si era assistito, inoltre, all’ascesa criminale del clan mafioso facente capo a Giuseppe Tropea e al defunto zio Francesco Talarico, che, dall’iniziale ruolo di subalternità al clan Trapasso, avevano gradualmente conquistato una propria autonomia nel territorio di Cropani Marina, soprattutto con riferimento all’attività usuraia.

Ora ricordiamoci anche che il 9/12/2019, sono stati arrestati altri massomafiosi come: l’avvocato Giancarlo Pittelli, il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino e l’ex commissario della Sorical Luigi Incarnato, insieme a boss e gregari del clan Mancuso. Il procuratore Gratteri aveva lanciato messaggi molto preoccupanti per il “sistema” dell’informazione calabrese. Sopratutto dopo il libro-inchiesta “Porto Franco” di Francesco Forgione, che approfondisce i fasti dell’avvento delle tivù del pedofilo P2 (numero di tessera 1816) Berlusconi in Calabria.

Ma la cosa attualmente più preoccupante, è che Berlusconi è stato riciclato di nuovo dal centrodestra della Meloni – Salvini!!!

Arcaicità e modernità, un mix micidiale che era proprio il filo conduttore dell’ultimo libro scritto a quattro mani da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, “La rete degli invisibili”, presentato il 9/12/2019 a palazzo Gagliardi a Vibo Valentia nel corso della prima giornata dell’Expo dell’editoria calabrese a chilometro zero. In una sala stracolma e gremita con centinaia di persone che hanno assistito all’evento anche all’esterno attraverso i maxi schermi.

 

La ‘ndrangheta è un cancro che si infiltra nella pubblica amministrazione, nel tessuto produttivo ed economico, e persino nell’editoria, comprando pezzi di televisioni e di giornali: “Comprano pezzi di televisioni e di giornali, per manipolare il pensiero della gente”.

Certo, i tempi sono cambiati. Dieci anni fa, quando Luigi De Magistris sferrava il suo attacco alla malapolitica e alla massomafia, i media calabresi si erano tutti magicamente ricompattati contro il magistrato napoletano, che era stato ostacolato in tutti i modi da Nicola Adamo, Marco Minniti, i fratelli Gentile, l’avvocato Pittelli, il presidente Chiaravalloti e tutti gli altri elementi della “loggia coperta” che erano stati beccati con le mani nella marmellata…

Vi consigliamo, per approfondire il problema della massomafia, di leggere il libro:

MASSOMAFIA ‘Ndrangheta, politica e massoneria dal 1970 ai giorni nostri. di Enzo Fantò.

Massomafia - 'Ndrangheta, politica e massoneria dal 1970 ai giorni nostri: Enzo Fantò

Buona lettura.

La massomafia è nello stato, nei carabinieri e nella polizia!!

Basta massomafia! Basta carabinieri! Basta polizia! ci hanno rotto i coglioni questi venduti!!  Anarchia l’unica Via!!

Ricordiamoci che Falcone fu ucciso perchè stava indagando non sulla mafia o ‘ndrangheta o camorra o Cosa Nostra (lasciati ignoranti apposta per usarli meglio), ma sulla massomafia, una classe sociale più in alto (anche a livello culturale) della mafia camorra, ‘ndrangheta, Cosa Nostra.

Perchè, come diceva Shakespeare già a metà del 1500:

Chi sà domina chi non sà, ecco perchè è importante che la cultura sia disponibile a tutti i livelli di classe sociale, per evitare di farci soggiogare e prendere in giro.

 

Il capitalismo. Deruba l’uomo dei suoi diritti

di nascita, ne frena lo sviluppo, ne avvelena

il corpo, lo mantiene nell’ignoranza, nella

povertà e nella dipendenza, ed organizza poi

le istituzioni caritatevoli che distruggono

l’ultima traccia di dignità nell’uomo.

Emma Goldman

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)