Il 31/3/2021 i mass media scrivono che Andrew Cuomo il governatore dello Stato di New York ha firmato il provvedimento che legalizza la marijuana per uso medico e ricreativo che diventa così legge.
Dopo diversi studi condotti sui benefici, derivanti dall’uso della marijuana, sono in aumento gli stati americani che stanno legalizzando il consumo di questa sostanza anche a scopo ricreativo. Il provvedimento è stato approvato dal senato dello stato con 40 voti a favore e 23 contrari. Il parlamento lo aveva approvato con 94 voti favorevoli e 56 contrari.
E così, dopo anni di tentativi falliti, la marijuana è ora legale.
Ma cosa e la marijuana? La marijuana è una pianta con sostanza psicoattiva ottenuta tramite un processo di essiccazione delle infiorescenze della cannabis che, si è (ri)scoperto, può contribuire positivamente nel trattamento medico di diverse malattie.
L’intesa raggiunta entrerà in vigore tra un anno, apre le porte a un’industria da circa 4,2 miliardi di dollari, e prevede di tassare le vendite della marijuana al 9%. Sarà consentita la vendita a domicilio e la nascita di locali per il consumo. La scelta segue quella di diversi altri stati americani, a partire dal Colorado e, oltre ad una finalità sociale (meno potere al narcotraffico e meno incarcerati), ha obiettivi di carattere economico e fiscale.
New York si unisce così ad altri 14 Stati dell’Unione e al Distretto di Columbia, che hanno già legalizzato l’uso della marijuana per gli adulti.
Ora quest’industria legale creerà posti di lavoro, anche per quanti hanno visto le loro vite minate da anni di leggi sulle droghe ingiuste.
I precedenti tentativi di legalizzarla, erano falliti per disaccordi su come distribuire le entrate fiscali provenienti dalle vendite di marijuana.
In base alla nuova legge, i newyorkesi potranno possedere tre once (85 grammi) di marijuana.
La legge consente la coltivazione, la vendita e l’uso della marijuana a scopo ricreativo, e allarga quello medico. Ogni individuo avrà il diritto di crescere 6 piante.
La marijuana è una pianta che veniva usata come beneficio psicofisico fin dai tempi dell’uomo primitivo che la usava per scopi curativi e ricreativi. L’uomo primitivo aveva scopero che questa pianta aveva le capacità di farti rilassare e di vedere il mondo in modo positivo, anche se già da allora la vita era dura e cruda e l’essere umano era incattivito e violento.
Allora non c’era ancora quel senso di misticismo che nascondeva la realtà atroce in cui dovevi convivere e rassegnarti per difenderti da tante atrocità e da tante prove di vita che la sopravvivenza ti costringeva ad affrontare.
Oggi il mondo è ancora così, duro e crudo ma, attraverso la cultura, siamo riusciti, da ipocriti, a camuffarlo con l’etica e la morale, la religione poi ha fatto di peggio: ci ha imposto l’integralismo cattolico col suo ‘tutto proibito’ e le sue taciute contraddizioni. I cattolici, sempre attaccati al potere e ai soldi, si sono nascosti dietro agli ‘ultimi’ (sottraendo i beni che gli venivano offerti a favore dei bisognosi), per arricchirsi sempre di più creando solo, per loro convenienza, la guerra tra poveri, istituendo addirittura una banca Mondiale chiamata Ior, Istituto opere religiose (?), dove girano ancora oggi miliardi di euro che incrementano solo (e sempre di più), il loro capitalismo e il loro egoismo, quando invece, con quei soldi avrebbero sconfitto già da secoli la poverta, distribuendo il capitale (elemosina, carità, donazioni ecc.), in modo equo a tutti i poveri, invece di incrementare sempre di più la loro avarizia…
Questo ci insegna la storia: cattolici che, attraverso la religione, ci insegnavano di essere onesti e di aiutare il prossimo, il disagiato che invece veniva vincolato, attraverso la carità, senza mai raggiungere i propri diritti. Ai poveri davano le monetine e loro invece sottraevano per interessi propri milioni di euro dati dai loro devoti per ripulirsi la coscienza sporca. I cattolici costringevano il povero a rassegnarsi e ad essere vincolato dalla carità e rimanere schiavo del capitalismo, e rimanere comunque in condizione sociale di sopravvivenza, a vivere una vita dura senza mai poter costruire un futuro, senza mai ottenere una vita dignitosa. Li aveva costretti a essere schiavi della religione e del lavoro per tutta la vita.
Ma facciamo un po’ di storia:
Il 14/6/1937 il presidente Roosevelt firmò il Marijuana Tax Act, emanato dal Congresso degli Stati Uniti d’America, che di fatto impediva la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa, anche a scopo medicamentale.
E così ci hanno imposto il proibizionismo, che ha creato e incentivato la discriminazione della marijuana a beneficio degli psicofarmaci e delle droghe pesanti, che ingrassano ancora di più la mafia, i narcos, e le multinazionali degli psicofarmaci.
Il proibizionismo si trascina fino agli anni ’60 e ’70, quando viene imposto con leggi ancora più restrittive per sconfiggere i movimenti di protesta, come il piano militare chiamato Bluemoon, organizzato dai servizi segreti per importare e diffondere le droghe pesanti, che portano alla dipendenza psicofisica di molti giovani inconsapevoli degli effetti collaterali. Molti giovani dipendenti da queste droghe pesanti, che non avevano più il tempo di impegnarsi a livello politico e sociale, si trovarono in breve tempo vincolati da queste droghe. Giovani che non avevano più il tempo per impegnarsi e per credere che un’altro mondo più giusto, era possibile, perchè troppo impegnati a recuperarsi la droga pesante che i nostri politici avevano imposto come metodo di repressione e come business, per sconfiggere i giovani ribelli che si opponevano ai poteri forti, alla politica (di destra e di sinistra troppo gerarchica e militarizzata), una politica cattosinistroide (tutti assieme, tutti fratelli) terrorista e truffaldina, e ai loro compari (massoneria, colletti bianchi, massomafia, magistrati, imprenditori, forze dell’ordine, avvocati).
In quegli anni sono morti tantissimi giovani, inconsapevoli degli effetti collaterali devastanti che le droghe pesanti portavano, uno di questi era la dipendenza che toglieva la libertà.
Nel 1975 con la “legge Cossiga” contro gli stupefacenti, gli ultimi ettari coltivati a canapa (droga leggera, paragonabile a 2 bicchieri di vino) scomparirono.
Con la legge Fini-Giovanardi abbiamo assistito ad un capitolo chiave della storia attuale del proibizionismo in Italia. La marijuana era stata paragonata agli effetti devastanti della droghe pesanti. Per i nostri politici (che avevano pianificato tutto questo per imporci la strategia della tensione che includeva anche il piano militare Bluemoon) non esistevano differenze tra droghe leggere e droghe pesanti, lasciando le generazioni future a maggiori rischi di entrare in contatto con sostanze molto pericolose (droghe pesanti) quali eroina, cocaina e stupefacenti chimici (extasi, acidi, ecc.).
L’uomo primitivo (che aveva già conosciuto allora la marijuana come benessere psicofisico) si comincia a vedere 200.000 anni fa, anche se alcuni scienziati e archeologhi, ipotizza più indietro la comparsa dell’uomo, circa 500.000 mila anni fa.
I primitivi si nutrivano coi prodotti della caccia, della pesca, della raccolta di frutti selvatici. Si riparavano dal freddo coprendosi con pelli di animali.
Gli uomini primitivi vivevano in gruppo per aiutarsi a cacciare i grandi animali, a organizzare la vita quotidiana, e affrontavano insieme i pericoli e le situazioni difficili. L’uomo primitivo è riuscito a sopravvivere perchè aveva imparato a pensare e a usare il cervello.
L’uomo primitivo ragionava e pensava e aveva scoperto che la marijuana lo aiutava in questo (a raggiungere il suo benessere psicofisico nonostante il contesto sociale duro e crudo).
Fino agli inizi del secolo scorso il problema del proibizionismo non esisteva.
Potevi andare tranquillamente dal farmacista sotto casa a comprare qualche grammo di canapa, tutto ciò accadeva all’inizio del ‘900.
Poi la legge, denominata “marijuana tax act”, ha reso illegale la pianta ed i suoi derivati, tassandone ogni fase di produzione e lavorazione, creando una serie di iter burocratici ai contadini e ai farmacisti, tali da rendere proibitiva la coltivazione della canapa, la lavorazione di essa e ogni fase produttiva di questa pianta. Per poter coltivare canapa, lavorarla, estrarne i molteplici prodotti ricavabili da essa e in generale per ogni attività legata a questa pianta, bisognava avere dei permessi specifici, e la parte venditrice doveva pagare una tassa di un dollaro (che non erano assolutamente spiccioli all’epoca) e compilare decine e decine di moduli ad ogni atto di compravendita. Se anche solo uno degli obblighi dettati da questa legge non veniva rispettata, si incorreva in una multa da 2000 dollari o nella reclusione (carcere), o in tutte e due, a discrezione del giudice. Nacque, così, il proibizionismo anti-marijuana arrivato fino ai giorni nostri.
In Italia la Corte Costituzionale ha bocciato la legge “Fini-Giovanardi”, che dal 2006 disciplina l’uso delle sostanze stupefacenti. La legge non prevede distinzioni tra droghe leggere e pesanti. La legge Fini-Giovanardi, tra le altre cose, ha contributo in maniera decisiva al sovraffollamento delle carceri italiane.
Anche la legge Iervolino-Vassalli (1990) non era una buona legge e con la Fini-Giovanardi (2006), aggrava ancora di più il problema, ampliando lo spazio di discrezionalità del giudice per stabilire i parametri se l’uso della sostanza stupefacente era personale oppure no….
E così il 32,6% dei detenuti italiani si trova dietro le sbarre a causa della Fini-Giovanardi, la pena comminata va dai due ai sei anni.
Con queste leggi assurde contro la marijuana, incentivano il mercato delle droghe pesanti: nel 1990 la produzione mondiale di oppio era poco più di 4.000 tonnellate, nel 1996 era di 5.000 tonnellate; la produzione di cloridrato di cocaina nei paesi latino-americano alla fine degli anni ’80 era tra le 500 e le 700 tonnellate, nel ’96 è stata tra le 1.000 e le 1.500 tonnellate. Inoltre, sempre col loro proibizionismo, hanno incentivato il business anche delle droghe sintetiche: stimolanti di tipo amfetaminico, ecstasi, ecc., con un aumento medio annuo del 16%.
Secondo i dati dell’UNDCP (United Nations International Drug Control Programme), l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa di droga, negli anni ’90 i consumatori di eroina e oppiacei sono 8 milioni, quelli di cocaina più di 13 milioni, più di 141 milioni i consumatori di cannabis, 25 milioni e mezzo quelli di allucinogeni, più di 30 milioni quelli di amfetaminici e più di 227 milioni quelli di sostanze sedative.
Ormai siamo in presenza di un mercato planetario delle droghe che vede la presenza di vari gruppi criminali di tipo mafioso: oltre alle mafie italiane (la mafia siciliana, la ‘ndrangheta, la camorra e la mafia pugliese), ci sono le triadi cinesi, la yakusa giapponese, la mafia turca, le mafie russe, i cartelli latino-americani. Questi gruppi operano in collaborazione tra loro.
Quanto alle stime dei proventi del narcotraffico si parla di qualcosa come 400 miliardi di dollari l’anno.
La mafia siciliana negli anni ’70 e nei primi anni ’80 ha avuto un ruolo di primissimo piano, tanto che Gaetano Badalamenti (foto sopra) è stato condannato come il protagonista della ‘Pizza Connection’. In territorio siciliano operavano dei laboratori per la produzione dell’eroina che veniva imbarcata all’aeroporto di Punta Raisi verso gli Stati Uniti. Ora, con un mercato molto più ampio e con il proliferare delle organizzazioni criminali, il ruolo della mafia siciliana nel mercato dell’eroina si è ridimensionato, ma alcune famiglie mafiose si sono rifatte con la cocaina e oggi ci sono buoni rapporti con gruppi mafiosi albanesi, anche se la mafia pugliese gode di una posizione territoriale più favorevole rispetto all’Oriente.
Oggi si sono formate delle vere e proprie “borghesie mafiose (massomafia) con tutti e due i piedi ben piantati nell’accumulazione illegale, che hanno ereditato e sviluppato grazie ai servizi segreti e agli apparati burocratici di partito (destra e sinistra poi diventata centrodestra- centrosinistra, ma sempre loro sono…).
La crisi delle economie legali comporta necessariamente il ricorso all’accumulazione illegale e le droghe sono certamente il più grosso business dei gruppi criminali di tipo mafioso, vecchi e nuovi. Ma l’assurdo è che nei paesi ultimi arrivati nella corsa verso il capitalismo, il crimine è la risorsa più conveniente, spesso l’unica disponibile in un contesto dominato dal neoliberismo, in cui la competizione assume le caratteristiche di una selezione darwiniana, in cui non c’è posto per i più deboli.
La Convenzione di Vienna del 1988 ha ribadito la scelta proibizionista, nonostante l’evidente fallimento di una politica che mirava a ridurre produzione e consumo e invece ha avuto l’effetto contrario. La cannabis viene sempre considerata alla stessa stregua dell’eroina, mentre il suo principio attivo, il THC (Tetraidrocannabinolo), è considerato psicotropo, cioè meno pericoloso.
La regione Lombardia già dal 2018 (Delibera XI/491 del 02/08/2018) ha approvata una norma che disciplina l’erogazione della cannabis a carico del Sistema sanitario regionale, ha approvato la marijuana per uso terapeutico che trova impiego nei seguenti casi: per alleviare il dolore cronico, in particolare di tipo neuropatico, come quello provocato dalle lesioni del midollo spinale e da patologie quali sclerosi multipla e SLA (terapia del dolore), nausea, vomito, appetito, ma anche contro il dolore cronico: sono questi alcuni degli usi della cannabis in medicina.
In Italia dal 2018 le prescrizioni da parte dei medici sono in aumento e sembra che il fabbisogno del nostro Paese nel corso del 2018 sia di 500 chilogrammi.
In Regione Lombardia, come in tutte le Regioni d’Italia, la Cannabis Medica è sempre prescrivibile (su ricetta bianca), da qualunque medico iscritto all’Ordine e abilitato alla professione, per qualunque patologia sulla quale esista documentazione scientifica accreditata, ovvero quando le terapie convenzionali non producano i risultati attesi o generino farmacoresistenza, in conformità alla Legge Di Bella n. 94/98.
Il problema è che gli ospedali non sono ancora pronti per fornire ricette di Cannabis per uso medico. Abbiamo un sistema ancora cattolico integralista che frena la possibilità di usufruire gratuitamente al paziente grave di una terapia naturale e non chimica, che si basa su delle piante. Poi la politica di forza Italia (anni ’90) e della lega ha fatto il resto, incentivando di nuovo il proibizionismo contro le droghe leggere, avvantaggiando la maggior parte dei loro elettori massomafiosi: mafia e ‘ndrangheta (e i loro compari delle forze dell’ordine).
Questo intreccio tra politica e massomafia: mafia e ‘ndrangheta, colletti bianchi, avvocati, industriali, imprenditori, magistrati, forze dell’ordine (P2) e apparati militari, si possono leggere negli atti della commissione antimafia.