Alle elezioni politiche italiane del 25 settembre, ha vinto la coalizione di centrodestra con oltre il 44% dei voti. La sinistra democristiana invece, perde e rimane in minoranza. A trascinare la coalizione di destra al successo è stato Fratelli d’Italia: il partito guidato da Giorgia Meloni che si attesta oltre il 26% sia alla Camera che al Senato. Meloni diventa il I ministro italiano più di estrema destra dopo Mussolini ed è pronta a collaborare coi suoi compari Berlusconi e Salvini, per una coalizione di conservatori, cattofascisti e populisti. Anche l’Ungheria, la Polonia, la Svezia e la Francia trionfano per la vittoria della destra (centrodestra/estrema destra: cattofascisti). Anche l’ultradestra spagnola di Vox, esulta per la vincita della Meloni.
Ma torniamo ad analizzare il problema a livello storico per capire meglio come contrastarlo:
Nonostante in Italia il 25 aprile del 1945 ci fu la liberazione dal nazifascismo, con tanto di Costituzione antifascista, ha vinto l’estrema destra della Meloni, quando il fascismo in Italia non avrebbe nemmeno dovuto esistere perché anticostituzionale… Se ne fregano della costituzione antifascista! Queste merde sono sempre state in politica a spartirsi le fette di torta, Oggi sono tornate a vincere per dirigere il potere politico, economico, militare. Probabilmente qualcuno li ha incentivati, come per esempio i 5 stelle.
Sembra che i nostri apparati politici e militari, abbiano fatto apposta a far salire la destra al potere politico, proprio adesso che Noi, generazione “messa da parte”, i figli del ‘68, volevamo aprire il dibattito sulle stragi di stato e sugli intrecci oscuri militari del Patto Atlantico anticomunista (attraverso libri e ricerche che riprendono atti della commissione stragi, che a fine anni ‘90 desegretarono i documenti militari top secret).
Il trattato Nato: il Patto Atlantico anticomunista fu firmato nel 1949 a Washington da 12 Stati membri fondatori: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti d’America; rappresentanti, nel corso della ‘guerra fredda’ (Ovest/Est), il cosiddetto blocco occidentale. Un’alleanza che faceva riferimento agli USA, in contrapposizione al blocco orientale, che invece includeva i paesi allineati con l’Unione Sovietica.
Dopo la firma del Patto Atlantico anticomunista, arrivarono gli anni ‘60 e ‘70, gli anni delle contestazioni studentesche e operaie, e gli apparati militari Atlantici attuarono un piano militare anticomunista chiamato “Strategia della tensione”, che consisteva in colpi di stato e stragi di stato fatti per eliminare i movimenti di contestazione Anarchici e di sinistra, che stavano nascendo soprattutto nelle grosse fabbriche e nelle università in quegli anni.
Nel maggio 1965 in un hotel di Roma, il “Parco dei principi”, l’Istituto militare “Alberto Pollio” organizzò uno strano convegno che ebbe come dibattito la “guerra rivoluzionaria”. Per tre giorni, un insieme di alte gerarchie militari e giornalisti si incontrò e parlò di comunismo e delle lotte per contrastarlo. Al convegno si parlò di una nuova guerra mondiale “nascosta”, che vedeva contrapposti il capitalismo e il comunismo, dove l’ultimo stava attuando una politica di sabotaggio psicologico e segreto, tramando e facendo pressione psicologica sulla politica internazionale. Dagli atti di quel convegno appaiono in maniera non esplicita i piani di quella che sarà la successiva “strategia della tensione”. Al convegno parteciparono anche esponenti del neofascismo di quegli anni e che saranno coinvolti negli atti di terrorismo: Pino Rauti, Guido Giannettini, Stefano delle Chiaie, Mario Merlino (foto sotto del 2016), Pio Filippani Ronconi.
Nel 1970 invece ci fu il “golpe Borghese”, un colpo di stato militare organizzato dal principe Junio Valerio Borghese. Borghese fu il fondatore del Fronte Nazionale e in collaborazione con Avanguardia Nazionale e col sostegno di settori militari, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970 a capo di 20mila soldati, era pronto ad attuare un colpo di stato militare organizzato con la supervisione di Giulio Andreotti (cattofascista). Un colpo di stato che si inserisce nel quadro della strategia della tensione e della stagione stragista, attuata in Italia dopo gli anni ‘60.
Il giornalista Gianni Cipriani è stato consulente della Commissione parlamentare sul terrorismo e le stragi nella XIII legislatura, ha indagato su alcuni degli episodi più famosi della storia d’Italia, come la vicenda dell’organizzazione Gladio, il piano Solo 1970 (colpo di stato fatto solo dai carabinieri P2), il caso Moro e la strage di Ustica. E’ stato anche senatore della Commissione Mitrokhin (archivio Mitrokhin: riguarda le attività illegali dei servizi segreti sovietici in Italia). Ha collaborato con la Rai e con la Observer Company film alla realizzazione di servizi sulla massoneria (Grande Oriente D’Italia – P2) e su Gladio. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Sovranità limitata: Storia dell’eversione atlantica in Italia (con Antonio Cipriani, 1991); I mandanti. Il patto strategico tra massoneria, mafia e poteri politici (1993); Lo spionaggio politico in Italia. 1989-1991 (1998); Lo stato invisibile. Storia dello spionaggio in Italia dal dopoguerra a oggi (2002). Secondo l’analisi fatta attraverso i documenti desegretati a disposizione dei due giornalisti Antonio e Gianni Cipriani, li porta a dedurre che questa struttura illegale (l’art. 18 della Costituzione proibisce esplicitamente «le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare»), ha avuto un ruolo da protagonista negli episodi più tragici del trentennio preso in esame. L’impunità dei colpevoli di molti fatti gravi e sanguinosi, deriverebbe quindi, dall’alto grado di politicità dei fatti stessi, nonché dalle connivenze e da una serie di torbidi intrecci, non ancora completamente sciolti e tuttavia affiorati nel corso di molte inchieste giudiziarie, tra alte cariche politiche e militari, agenti dei servizi segreti italiani e stranieri, killer professionisti, infiltrati nei movimenti eversivi di destra e di sinistra, la Loggia massonica P2 e la mafia.
Lo stragismo è dunque stato voluto da apparati dello stato, quali: servizi segreti, forze di polizia e magistratura; da logge massoniche (per esempio la P2, associazione che non si pone il fine politico di pervenire al governo del sistema, bensì quello di esercitarne il controllo inserendosi in alcuni dei processi fondamentali dai quali l’azione di governo nasce e si dispiega), e da strutture sconosciute al Parlamento, come nel caso di Gladio e i Nuclei Clandestini dello Stato, e Rosa dei venti (organizzazioni segrete nate nel dopoguerra in funzione anticomunista, intenzionate a bloccare con le armi un’eventuale invasione da Est, una presa del potere politico da parte del Partito Comunista Italiano, ma anche a contrastarne l’entrata nell’area di governo. Vi è quindi un utilizzo delle stragi volto all’ascesa elettorale: condizionamento politico e sociale, denominato “Strategia della Tensione”, finalizzato a convogliare consenso elettorale verso il potere stesso, che si fa carico del “riequilibrio” politico con una legislazione di emergenza (dittatura militare). La strategia della tensione, prima di manifestarsi in tutta la sua violenza con la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, appare in Alto Adige, dove vanno cercate le origini del terrorismo italiano.
Dunque, dopo la liberazione dal nazifascismo tedesco e italiano, nel 1945, uomini della CIA e dei servizi segreti italiani, attuarono un piano militare chiamato ‘strategia della tensione’, trasformatosi ben presto in strategia del terrore: sarebbe stata quindi il prodotto e la manifestazione visibile di questo “Stato parallelo (dittatura militare. Gli episodi di copertura messi in atto dai servizi segreti e da alti funzionari dello stato, avevano uno stretto legame e un compatto tessuto collusivo tra quelle istituzioni e i responsabili delle stragi; è esistito un rapporto diretto tra alcuni settori politici e istituzionali e la mafia, le logge massoniche, i servizi segreti deviati e i movimenti eversivi di impronta neofascista.
Le Stragi di stato che dal 1969 al 1984 hanno insanguinato l’Italia, hanno lasciato sul campo 150 civili morti e oltre 600 feriti: piazza Fontana (12 dicembre 1969), stazione di Gioia Tauro (22 luglio 1970), Peteano di Sagrado (31 maggio 1972), Brescia (28 maggio 1974), treno Italicus (4 agosto 1974), stazione di Bologna (2 agosto 1980), treno Rapido 904 (23 dicembre 1984). Le stragi compiute tra il 1969 e il 1974 hanno caratteristiche comuni: in tutte c’è la presenza di personaggi strettamente legati alla destra eversiva italiana; in tutte sono scattate protezioni per i responsabili da parte di apparati dello stato; quasi tutte sono ancora oggi senza colpevoli. Il problema principale sono sempre stati i servizi segreti (chiamati per comodità “deviati”), perché senza regole e controlli sui fondi riservati e perché dotati di poteri assoluti.
Nel libro prodotto da Gianni e Antonio Cipriani “SOVRANITÀ LIMITATA”, si evidenziano le connessioni tra l’ambiente neofascista e differenti livelli dell’apparato statale (alti gradi dei servizi segreti, dei carabinieri e delle forze di polizia), vengono documentate le infiltrazioni neofasciste nei circoli anarchici (Mario Merlino) e nel movimento studentesco universitario. In questo libro si denuncia anche l’uso da parte dello stato della destra estrema (soprattutto i gruppi di Ordine Nuovo, fondato nel 1954-‘55 da Pino Rauti, e Avanguardia Nazionale, fondata nel 1962 da Stefano Delle Chiaie), con l’obiettivo di favorire un’azione repressiva contro il movimento sessantottino.
Il libro intitolato Segreto di Stato, prodotto da Claudio Sestieri, Giovanni Fasanella e Giovanni Pellegrino, analizza soprattutto il periodo delle “Stragi di Stato e il contesto storico-politico”, presentata dal presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo, Giovanni Pellegrino, il 12 dicembre del 1995. Il testo di Pellegrino si sofferma soprattutto sul fenomeno delle stragi e sui motivi a causa dei quali molti di questi episodi restano, dopo molti anni, ancora impuniti.
Il quadro che emerge all’indomani della fine della II guerra mondiale, è quello di un paese destinato ad assumere il ruolo di “terra di frontiera”, sia per la posizione strategica nel Mediterraneo, sia soprattutto per la contrapposizione ideologico-politica fra Est (RUSSIA e Paesi dell’Est) e Ovest (Nato – America), che provocò la guerra fredda. In questo contesto politico e sociale si svilupparono una serie di strutture militari e civili che hanno il fine comune di opporre resistenza a un eventuale esercito invasore proveniente dai paesi del blocco sovietico e all’espansionismo del Partito Comunista Italiano. Queste strutture, diventano operative dopo le trasformazioni sociali e le tensioni sociali seguite dopo il 1968, i tentativi eversivi e le stragi neofasciste del quinquennio 1969-1974. Nella seconda metà degli anni ‘70, continua l’analisi di Pellegrino, lo scenario internazionale tende a mutare: al terrorismo di destra si aggiunge il terrorismo di sinistra.
Ancora oggi ci domandiamo: ma può essere raggiunta la verità, quando le inchieste si scontrano con l’attività dei servizi segreti e dei poteri occulti? Di solito scattano meccanismi frenanti e ingerenze per impedire il corso della giustizia, come il piano militare chiamato “Strategia della Tensione”.
Ma non è finita qua: quella arrivista, mediocre, fascistona della Meloni, ha dichiarato ai mass media in questi giorni che in politica estera, rimane d’accordo con la collocazione atlantica dell’Italia nell’ambito delle alleanze internazionali, affermando che la destra italiana ha una posizione filo-atlantica anticomunista fin dal 1948 (figurati se questa caciarona non stava coi poteri forti! Figurati se questa cattoborghese stava dalla parte dei più deboli…).
Resistenza antisovietica e guerra al comunismo in Italia. Il ruolo degli Stati Uniti 1949-1974.
https://core.ac.uk/download/323506393.pdf
Meditate mediocri, meditate!!
Pinelli vive e lotta insieme a Noi le nostre idee non cambieranno mai!: né col potere della destra, né col potere della sinistra!! Autogestione!
Fuori dalle galere tutti gli Anarchici e Anarchiche che hanno combattuto per un mondo giusto e più equo per tutti, senza guardare la propria carriera o i propri interessi, ma preoccupandosi di costruire un futuro migliore: concetti che sfidano l’utopia, ottimistici, costruttivi, che però in questa società arrivista, senza sentimenti, crudele, dove conta solo l’esteriore e i soldi, si perdono facilmente nell’apatia dilagante, nel nulla, nel vuoto, nella mediocrità!!
Ne servi né padroni!! Anarchia l’unica via!!
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NON SIETE STATO VOI.https://www.youtube.com/watch?v=C3GXGIvePgI
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Lo Stato è nato dalla forza militare;
ed è ancora sulla forza militare che
logicamente deve appoggiarsi per mantenere
la sua onnipotenza.
Dal “Manifesto Internazionale Anarchico contro la guerra” (1915)
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Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)