Milano 3 maggio: Pisapia vuol cancellare dissenso, rivendicazioni, lotte e rabbia dei noexpo
Grattare le scritte di protesta sui muri con la spazzola, non serve a nascondere le speculazioni e il malaffare miliardario che caratterizza il sistema economico massomafioso italiano: dalla protezione civile alle grandi opere, dalle discariche alla bonifica ambientale, dal taglio alle spese sociali alle speculazioni sul controllo sociale e sanitario, dallo strapotere delle multinazionali all’ipocrisia umanitaria della chiesa e di chi distrugge il pianeta per i propri interessi.
Ieri c’è stata la manifestazione per cancellare le scritte che riassumono i contenuti e le analisi fatte da associazioni, realtà antagoniste e individualità, sulle tematiche oscure malcelate dietro al baraccone Expo.
La manifestazione del 3 maggio è stata organizzata dagli stessi poteri forti e dai loro tirapiedi, che hanno incentivato e gestito il miliardario malaffare, gli stessi che erano presenti all’inaugurazione il 1° maggio…..
Ma andiamo a vedere in che cosa consiste il malaffare expo:
Roberto Formigoni era presidente della Regione Lombardia quando nacque l’occasione dell’Expo a Milano, nel 2006. Mise subito i suoi uomini negli organismi di gestione. Fu determinante nella scelta di acquistare i terreni privati su cui fare l’esposizione, che ora pesa sulle casse pubbliche (Comune e Regione) con debiti per almeno 160 milioni di euro. I terreni su cui si svolge Expo sono stati comprati (due terzi) dalla Fondazione Fiera, controllata dalla Regione Lombardia, con al vertice uomini dell’area di Cl fedelissimi di Formigoni. L’acquisto ha subìto un effetto: quello di risanare i conti di Fiera spa, controllata dalla Fondazione ciellina e coi conti in rosso. Ecco la speculazione: far sborsare 160 milioni a Comune e Regione per terreni agricoli che ne valevano al massimo 25. Nel 2008 l’allora sindaco di Milano Letizia Moratti
(ciellina) e l’allora presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, decisero di realizzare l’expo su un’area al confine nord-ovest di Milano, tra l’autostrada dei Laghi e quella per Torino, un Triangolo delle Bermude racchiuso tra la nuova Fiera di Rho, il carcere di Bollate e il Cimitero Maggiore. Era in gran parte di proprietà della Fondazione Fiera, allora feudo ciellino, che con la vendita dei suoi 404 mila metri quadri ha incassato nel 2011 ben 66 milioni di euro (li aveva comprati nel 2002 a soli 15 milioni). Ha così potuto sistemare i conti disastrati della controllata Fiera Milano spa. Altri 260 mila metri quadri dell’area sono stati acquistati, per 49,6 milioni, dal Gruppo Cabassi (Cabassi e Ligresti sono i padroni di Milano). Il compratore, Arexpo, ha per soci il Comune di Milano (34,67 %), la Regione Lombardia e la Fondazione Fiera (27,66%), oltre alla Provincia di Milano (2%) e il Comune di Rho (1%). A metterci la gran parte dei soldi sono Comune e Regione, che versano 32,6 milioni ciascuno, mentre Fondazione Fiera Milano (venditore e compratore nello stesso tempo) conferisce una parte dei suoi terreni (158 mila metri quadrati) e la parte rimanente (404 mila) la vende e incassa….
A metterci i soldi veri sono naturalmente le banche: una cordata con Intesa Sanpaolo come capofila, più Banca Popolare di Sondrio, Veneto Banca, Credito Bergamasco, Banca Popolare di Milano e Banca Imi. Con questi istituti Arexpo sottoscrive un contratto con rilascio di garanzia ipotecaria sulle aree…. Le banche pretenderanno 30milioni di interessi a fine 2016, altri 30 a fine 2017 e altrettanti a fine 2018. Chi pagherà?
I mediocri di ieri, da bravi burattini hanno voluto discriminare una manifestazione riuscita bene per quanto riguarda l’informazione, che è la parte più importante da spiegare alla gente, cioè fargli capire che cosa c’è dietro all’expo. Quel giorno, 1 maggio, festa dei lavoratori, per le strade di Milano c’erano 200 mila persone che esprimevano la loro ribellione contro una politica borghese, arrogante, corrotta e ingorda, che sperpera soldi pubblici cementificando aree agricole e creando crisi e miseria sociale, mentre le condizioni sociali delle famiglie italiane toccano spesso livelli di miseria. I signori del potere organizzano business miliardari a scapito del futuro di milioni di persone che vedono i loro diritti calpestati con la solita arroganza che si rifà a sfarzo e sperpero di monarchia e chiesa nel Medioevo.
Ma chi sono questi incazzati del 1° maggio? Persone comuni che la crisi la stanno subendo, mentre dai salotti e dai balconi della ‘Milano bene’ si guardava con terrore la BMW incendiata o il proprio bancomat fuori uso, senza accorgersi della presenza di disoccupati, mamme, anziani, giovani lavoratori sfruttati, studenti che si vedono scippare il futuro da una politica mafiosa, arrogante ed esosa.
La gente mediocre si è già dimenticata che cosa c’era dietro l’affare Enimont…, un esempio che si è riprodotto dietro alle quinte nell’affare miliardario di expo, dove ancora oggi la massomafia ci sguazza e si ingrassa. Come ai tempi del medioevo, la massomafia era ed è funzionale ai poteri forti…
Il 1° maggio 2015 non era la solita carnevalata allegorica pagata dalla regione Lombardia!!! Per fortuna quel giorno c’erano slogan, messaggi e contenuti sociali importanti da recepire e poi approfondire.
Non è certo stata la distruzione di qualche simbolo del potere e dell’ingorda borghesia che hanno cambiato il senso della manifestazione no expo anzi, quelle erano azioni simboliche per evidenziare questi poteri che hanno speculato e creato ulteriore crisi sociale, e ora non vogliono pagare lo scotto della rabbia delle persone comuni che sono stufe di subire ….
Maroni è già lì che pensa come specularci sopra ulteriormente: ha dichiarato il giorno dopo la grande manifestazione del 1 maggio, che stanzierà 1 milione di euro per gli indennizzi a banchieri e commercianti (il solito magna-magna), soldi da distribuire agli amici degli amici….
Ma ricordiamo a quell’ipocrita razzista fascistoide di Maroni che il malaffare expo lo ha incentivato anche lui, con la sua politica corrotta: l’Expo è stata la più grande spesa pubblica nazionale del momento, e indovinate da chi è gestito il consiglio d’amministrazione? E’ formato da rappresentanti dell’alta borghesia:
Diana Bracco, presidente, designata da Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Milano.
Giuseppe Sala, amministratore delegato, designato dal Comune di Milano.
Alessandra Dal Verme, designata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Paolo Alli, designato dalla Regione Lombardia.
Enrico Corali, designato dalla Provincia di Milano.
Ricordiamoci poi delle dimissioni di Pisapia a causa di processi e indagini legati proprio alla gestione di Expo. Ma queste cose Pisapia le ha già rimosse, la sua sete di potere non lo fa riflettere a sufficienza per capire in che merda si è messo e da che parte sta andando: col perbenismo alto borghese cattofascista….
Il numero delle persone indagate, rinviate a giudizio o, in alcuni casi, già condannate per presunti reati riguardanti l’Expo 2015, ormai non si conta più. E’ finito in manette Ercole Incalza, per ben 14 anni dirigente e poi consulente del Ministero dei Lavori Pubblici, con lui sono state arrestate altre tre persone e 51 sono indagate. Dagli atti emergerebbero “interferenze” del Perotti sui numeri per l’aggiudicazione dei lavori di realizzazione del cosiddetto Palazzo Italia dell’Expo. Tra gli indagati anche l’ex manager di Expo, Antonio Acerbo, già arrestato a ottobre nel filone d’inchiesta milanese sulla cupola degli appalti. Sarebbe accusato di turbativa d’asta per aver ‘pilotato’ la gara per il Palazzo Italia….
Per l’Expo 2015 sono stati spesi un miliardo e 300 milioni di euro di soldi pubblici (che dovranno pagare i contribuenti con le tasse), di cui 833 milioni stanziati dal governo e 467 a carico di Comune di Milano, Regione Lombardia e Camera di Commercio).
Il tema dell’esposizione universale, è “Nutrire il pianeta”, fino ad ora però ad essersi nutriti lautamente, sono stati i soliti massomafiosi che, dopo aver creato la crisi e la miseria sociale, spendono i miliardi dello stato in infrastrutture inutili e dispendiose, dove ci mangiano tutti, sotto forma di sponsor: politici, industriali, preti, banchieri, agenzie interinali, perfino le multinazionali che il pianeta invece lo hanno inquinato, rubando le materie prime e affamando le popolazioni con guerre di conquista. C’è la massomafia dietro alle quinte, un mondo occulto che da secoli, nella “città dello spettacolo”, tira le fila del marketing, delle speculazioni e degli interessi nazionali e internazionali, del malaffare economico finanziario e militare.
Per quanto riguarda il business del controllo sociale di expo, sono stati spesi 7,2 milioni di euro. Nell’intera area di esposizione e delle zone limitrofe, ci sono telecamere attive ogni 40 metri, mura e reti alte 3 metri e 15 centimetri, 108 apparecchiature a raggi X, 450 archetti elettronici, 1300 poliziotti, 700 tra carabinieri e finanzieri e 600 soldati, più un centinaio di droni….
Ricordiamo a Maroni, che prima di fare la morale ai manifestanti, si deve dimettere e vergognarsi del malaffare e delle speculazioni che ci sono dietro a expo. Ricordiamogli che tutta l’organizzazione dell’evento expo è stata caratterizzata da vicende giudiziarie legate a reati quali: associazione a delinquere, turbativa d’asta e truffa, nelle quali sono stati coinvolti i vertici di Infrastrutture Lombarde e di Mantovani S.p.A., assegnataria di numerose opere pubbliche sul territorio lombardo. Sono stati inoltre contestati reati contro la pubblica amministrazione al General Manager di Expo 2015 S.p.A. Angelo Paris e a numerosi esponenti politici, tra i quali lo stesso presidente della regione Roberto Maroni….
Solidarietà ai ribelli no expo arrestati !
Siamo anarchici perché vogliamo la giustizia ;
rivoluzionari perché vediamo l’ingiustizia
regnare ovunque intorno a noi. E. Reclus
Rsp (individualità Anarchiche)