21/3/1978 viene emanato il cosiddetto “decreto Moro”

21/3/1978 VIENE EMANATO IL COSIDDETTO “DECRETO MORO” 

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Dopo 6 giorni dal sequestro Moro (che fu ucciso perchè rivelò ai suoi carcerieri cos’erano Gladio e i nuclei clandestini dello stato, segreti top secret, poi desecretati nel 1991), “la situazione precipita”…. o meglio, così vorrebbe raccontarcela lo stato. Ma prima di Moro la situazione era già precipitata, il restringimento delle libertà individuali era in corso da tempo, come è successo in Grecia, in Portogallo, in Cile e in Spagna con Franco, dove volevano imporre la dittatura militare attraverso colpi di stato e stragi, per poi spartirsi il potere politico, economico, finanziario e militare.
Moro aveve rivelato un segreto di stato, come aveva fatto Sossi che fu poi liberato. Sossi si salvò perche rivelò un segreto italiano (il doppio Sid) e non internazionale come fece Moro …
Il giudice Sossi era allora il pubblico Ministero nel processo al Gruppo XXII Ottobre (organizzazione della Sinistra extraparlamentare, attiva a Genova tra il 1969 ed il ’71). Sossi viene rapito il 18/4/1974. Due i brigatisti che afferrano materialmente Sossi. Uno è Bonavita, l’altro è l’infiltrato nelle Br dell’Ufficio Affari Riservati, Marra detto Rocco.
Rocco è un paracadutista, addestratosi in Toscana e in Sardegna all’uso delle armi e degli esplosivi (proprio come gli appartenenti a Gladio) che, prima di infiltrarsi nelle Br, si era specializzato nella pratica della “gambizzazione”, un’arte per la quale farà da istruttore ai brigatisti… A differenza di Pisetta, dopo il sequestro Sossi, “Rocco” non venne bruciato… Proseguì alacremente la sua attività nelle Br per conto dell’Ufficio affari riservati; Pubblico Ministero nel processo al Gruppo XXII Ottobre. Sossi, subito dopo la sua liberazione non si fidò della questura e o dei carabinieri, ma se ne tornò solitario a Genova in treno e infine si presentò alla Guardia di Finanza della sua città….
Lo sbaglio di Moro fu quello di non rendere pubblici i colpi di stato avvenuti in Italia, da buon cattolico codardo perdonò gli esecutori, e impose il segreto di stato, quella fu la sua condanna perchè coprì i mandanti ( anticomunisti) del suo sequestro.
Il 21/3/1978 viene emanato il cosiddetto “decreto Moro” (convertito, con alcune modifiche, nella legge n.191 del 18/5/1978). In questo modo avviene il passaggio dalla “società disciplinare” alla “società del controllo” (dittatura militare). Il governo approva il decreto anti-terrorismo, restituendo alle forze dell’ordine parte di quei poteri che negli ultimi 10 anni sono stati attribuiti alla magistratura per “assicurare ai cittadini maggiore democrazia”. È introdotta una nuova figura di reato, quella del sequestro politico: pene previste, da 30 anni di carcere all’ergastolo (in caso di morte dell’ostaggio). La polizia può fermare le persone da identificare e trattenerle per un massimo di 24 ore; può interrogare anche in assenza di un avvocato (il contenuto dell’interrogatorio non potrà comunque essere utilizzato nel processo); potrà ricorrere alle intercettazioni telefoniche anche per mesi, col semplice rinnovo del nulla osta del magistrato.

Oronzo Reale
La legge Reale n. 152 “Disposizioni a tutela dell’ordine pubblico”, è precedente al decreto Moro, risale infatti al 22 maggio 1975. La legge fu promulgata nella VI Legislatura sotto il 4° governo Moro e il principale redattore della legge fu il Ministro di Grazia e Giustizia, appartenente al Partito repubblicano italiano, Oronzo Reale (nella foto sopra).
Anche in Italia, con l’attuazione della “strategia della tensione”abbiamo avuto almeno 5 colpi di stato militari:
piano Solo 1964, fatto dalla brigata dei carabinieri per contrastare la prima formazione di governo di centro/sinistra fondata da Moro; il golpe Borghese (colpo di stato militare) fu attuato la notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970 (chiamata anche notte di Tora Tora, in ricordo dell’attacco giapponese a Pearl Harbor del 7 dicembre 1941) e organizzato da Junio Valerio Borghese, sotto la sigla Fronte Nazionale, in stretto rapporto con Avanguardia Nazionale. Borghese, noto anche col soprannome di principe nero, era in precedenza conosciuto per essere stato il comandante della Xª Flottiglia MAS fin dal 1º maggio 1943 e dopo l’8 settembre 1943 col proprio reparto aveva aderito alla Repubblica Sociale Italiana; il golpe bianco 1972, che avrebbe dovuto avvenire in Italia negli anni ’70, al fine di costringere l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone a nominare un governo che mettesse mano alle riforme istituzionali, per ostacolare, nell’ambito della guerra fredda contro l’Unione sovietica, l’ascesa del Partito comunista italiano o di altri gruppi comunisti, e realizzare una repubblica semipresidenziale come quella di Charles de Gaulle in Francia. Il progetto, fu promosso principalmente dagli ex partigiani antifascisti e anticomunisti come Edgardo Sogno, militare e agente segreto italiano. Eroe della Resistenza, diresse l’Organizzazione Franchi, un gruppo di partigiani badogliani, di fede politica monarchica, liberale; colpo di stato Rosa dei venti attuato nel 1973. La Rosa dei venti fu un’organizzazione segreta italiana di stampo neofascista, collegata con ambienti militari successivo a quello denominato “Golpe Borghese”, che aveva annoverato nelle sue file esponenti di primo piano come Junio Valerio Borghese, Stefano Delle Chiaie e altri membri e simpatizzanti della destra eversiva italiana, oltre ad alti membri delle forze armate e dei servizi segreti della NATO; il G8 di Genova del 2001 (strategie di colpo di stato – stato di polizia), e 12 stragi di stato: partendo dalla “infanzia delle stragi”, Portella delle ginestre, del 1947, seguita dalle stragi sui treni del 25/4/1969, piazza Fontana il 12/12/’69, Gioia Tauro del 31/5/’72, di nuovo a Milano il 17/5/’73, piazza della Loggia (Brescia) del 28/5/’74, il 4 agosto 1974 una bomba esplose su una carrozza del treno Italicus, nei pressi di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, il 2 agosto 1980 una bomba esplose nella sala d’aspetto della stazione di Bologna, il 23/12/’84 una bomba esplose su una carrozza del Rapido 904, ancora presso la Grande Galleria dell’Appennino a San Benedetto Val di Sambro, fino ad arrivare alla strage della Uno bianca del dicembre 1990, Capaci 3/5/’92, via d’Amelio 19/7/’92 e le altre stragi del 1992/’93.
Successivamente le sanzioni previste dall’art. 5 furono ulteriormente inasprite dal decreto-legge 27 luglio 2005 n. 144, convertito in legge 31 luglio 2005 n. 155 (cosiddetta “legge Pisanu”).
Ma quali erano gli intrighi e le dinamiche geopolitiche, dietro al rapimento Moro?
Iniziamo ad analizzare la nascita di “stay behind”.
I servizi segreti, italiano e americano, sottoscrivono un accordo relativo all’organizzazione della rete clandestina denominata “Stay Behind”. Sono le basi dell’operazione “Gladio”, che ha l’obiettivo di svolgere in Italia attività di controllo e contrasto del Partito Comunista. Fu organizzata dalla Central Intelligence Agency per contrastare una ipotetica invasione dell’Europa occidentale da parte dell’Unione Sovietica e dei paesi aderenti al Patto di Varsavia, attraverso atti di sabotaggio, guerra psicologica e guerriglia dietro le linee nemiche, con la collaborazione dei servizi segreti e di altre strutture appartenenti al Trattato Nord Atlantico, conosciuto come Patto Atlantico fondato nel 1949 e stipulato tra le potenze dell’Atlantico settentrionale (“guerra fredda”). Le 12 nazioni che lo siglarono (per contrastare Yalta e il suo antifascismo) saranno poi le prime fondatrici della NATO e furono: i servizi segreti degli Stati Uniti, del Regno Unito, Canada, Francia, Italia, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Islanda e Norvegia. In seguito vi aderirono anche: Grecia (1952), Turchia (1952), Germania Ovest (1955), Spagna (1982), Polonia (1999), Rep. Ceca (1999), Ungheria, (1999) Bulgaria (2004), Estonia (2004), Lettonia (2004), Lituania (2004), Romania (2004), Slovacchia (2004), Slovenia (2004), Albania (2009), Croazia (2009).
Francesco Cossiga, che ebbe, durante il periodo in cui era sottosegretario alla difesa, la delega alla sovrintendenza di Gladio, e che spesso è stato indicato come uno dei fondatori, affermò molti anni dopo che «i padri di Gladio sono stati Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani, Gaetano Martino e i generali Musco e De Lorenzo, capi del Sifar. Io ero un piccolo amministratore». Affermò altresì che gli uomini di Gladio erano ex partigiani bianchi, che nel ’45 fecero parte del patto di Yalta ….
La mattina del 16 marzo 1978 al Comitato di crisi del Viminale istituito per la liberazione di Moro, tra i convocati c’erano molti affiliati alla loggia P2.
La P2, i cui affiliati controllavano i punti chiave dello stato, fu chiara soltanto dopo il ritrovamento della lista a Casa di Licio Gelli, il 17/3/1981. In questa lista erano presenti diversi personaggi che ricoprivano ruoli importanti nelle istituzioni durante il sequestro Moro e le successive indagini, alcuni promossi ai loro incarichi da pochi mesi o durante il sequestro stesso: tra questi il generale Giuseppe Santovito, direttore del Sismi, il prefetto Walter Pelosi, direttore del CESIS, il gen. Giulio Grassini del SISDE, l’ammiraglio Antonino Geraci, capo del Sios della Marina Militare, Federico Umberto D’Amato, direttore dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, il gen. Raffaele Giudice, comandante generale della Guardia di Finanza ed il gen. Donato Lo Prete, capo di stato maggiore della stessa, il generale dei Carabinieri Giuseppe Siracusano (responsabile per quello che riguardava i posti di blocco effettuati nella capitale durante le indagini sul sequestro, che vennero considerati ben poco efficaci dalla Commissione Moro).
Giovanni Senzani (in una recente foto, sotto), si sospetta che appartenesse già alle BR mentre era in corso il sequestro di Aldo Moro, di cui sarebbe stato una delle menti operative. E’ stato il capo più ambiguo delle Br: E’ nato a Forlì nel ’42 e faceva parte dell’alta borghesia. E’ ricordato soprattutto per il crudele rapimento in stile mafioso del giovane Roberto Peci, colpevole di essere fratello di un “pentito”, che egli “interrogò” per settimane e di cui filmò minuziosamente l’esecuzione.
Criminologo e docente, fu consulente del ministero di Grazia e Giustizia ed ebbe incarichi universitari a Firenze e Siena. Visse per anni una doppia vita, lavorando per il ministero e operando ai vertici delle Brigate Rosse. A Roma, negli anni ’70 abitava in un appartamento che condivideva con un informatore dei servizi segreti che era anche produttore cinematografico di film porno…..
Scrisse persino un libro per Jaca Book, la casa editrice legata a Comunione e Liberazione!

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E’ più facile militarizzare un civile che civilizzare un militare! (scritta murale)

 

Rsp (individualità Anarchiche)