4 agosto 1974: la strage dell’Italicus

LA STRAGE DELL’ITALICUS

Il 4 agosto 1974 all’1:23, una bomba ad alto potenziale esplose nella vettura 5 del treno espresso Roma-Monaco di Baviera via Brennero. L’esplosione avvenne all’altezza di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna e causò la morte di 12 persone e il ferimento di altre 48.

L’attentato venne subito rivendicato dal gruppo neofascista Ordine Nuovo.

Per 15 anni, dal 1969 al 1984, l’Italia è stato un paese insanguinato dalla logica del terrore (stragi di stato -terrorismo psicologico), che causarono 11 stragi, organizzate dagli apparati dei servizi segreti nazionali e internazionali (ombrello atlantico), i quali usarono e addestrarono i movimenti di ispirazione cattofascistoide (partigiani bianchi della Brigata Osoppo – X mas), come esecutori per le stragi e per infiltrarli nei movimenti di sinistra …..

La strategia della tensione fu istituzionalizzata e organizzata dall’Istituto di studi militari Alberto Pollio nel maggio 1965 al Convegno dell’Hotel Parco dei Principi. Il tema principale fu la “guerra rivoluzionariaanticomunista, in cui intervennero personalità del mondo imprenditoriale, alti ufficiali dei servizi segreti e dell’esercito, giornalisti, politici ed esponenti neofascisti (tra cui Pino Rauti, Stefano Delle Chiaie e Mario Merlino).

Il movente principale delle stragi, sarebbe stato quello di destabilizzare la situazione politica italiana. Rendere instabile la democrazia e bloccare il progressivo spostamento dell’asse politico e governativo verso le forze di estrema sinistra, che all’indomani del ’68 e dell’Autunno caldo stavano entrando nel potere politico economico e militare dello stato…

Gli attentati terroristici avevano lo scopo di seminare il terrore tra la popolazione, in modo da legittimare l’instaurazione di un governo di tipo autoritario (stato di polizia).

Per la strage dell’Italicus si accertò una responsabilità del movimento Ordine Nero, ma gli imputati (i neofascisti Mario Tuti, Piero Malentacchi e Luciano Franci) furono tutti assolti….

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Il giorno prima della strage alla stazione di Bologna (2/8/1980) era stato rinviato a giudizio Mario Tuti, con altri militanti di Ordine Nero, per la strage dell’Italicus (4/8/1974) ….

Il 2 agosto 1980 alle 10:25, nella sala d’aspetto di 2ª classe della stazione di Bologna, affollata di turisti e di persone in partenza o di ritorno dalle vacanze, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, venne fatto esplodere e causò il crollo dell’ala ovest dell’edificio. La bomba era composta da 23 kg di esplosivo, una miscela di 5 kg di tritolo e T4 ( detta “Compound B”, potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina a uso civile). L’esplosivo, di fabbricazione militare, era posto nella valigia, sistemata a circa 50 centimetri d’altezza su di un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell’ala ovest, allo scopo di aumentarne l’effetto. L’esplosione causò la morte di 85 persone e il ferimento o la mutilazione di oltre 200.

Il 26 agosto 1980 la Procura della Repubblica di Bologna emise 28 ordini di cattura nei confronti di militanti di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari: Roberto Fiore e Massimo Morsello, Gabriele Adinolfi, Francesca Mambro, Elio Giallombardo, Amedeo De Francisci, Massimiliano Fachini, Roberto Rinani, Giuseppe Valerio Fioravanti, Claudio Mutti, Mario Corsi, Paolo Pizzonia, Ulderico Sica, Francesco Bianco, Alessandro Pucci, Marcello Iannilli, Paolo Signorelli, PierLuigi Scarano, Francesco Furlotti, Aldo Semerari (criminologo, psichiatra e politico italiano), Guido Zappavigna, GianLuigi Napoli, Fabio De Felice, Maurizio Neri. Tutti saranno scarcerati nel 1981…..

Nella strage dell’Italicus vi furono svariati episodi di depistaggio, organizzati per far terminare le indagini, dei quali il più grave è quello ordito da parte di alcuni vertici dei servizi segreti del SISMI, tra i quali Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte (il primo era affiliato alla loggia P2 di Licio Gelli), che fecero porre in un treno a Bologna, da un sottufficiale dei carabinieri, una valigia piena di esplosivo, dello stesso tipo che fece esplodere la stazione, contenente oggetti personali di due estremisti di destra, un francese e un tedesco, legati a Stefano Delle Chiaie….

delle chiaie

Il 23/11/1995 vennero condannati all’ergastolo, quali esecutori dell’attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini.

Lo stragismo di stato avrebbe quindi da sempre usato manovalanza neofascista, neonazista, criminali comuni e mafiosi e avrebbe goduto di finanziamenti esterni provenienti dall’estero (sia dalla NATO, sia dal petrolio della Libia di Gheddafi, in affari segreti con i governi di Andreotti e con l’ENI di Eugenio Cefis) e da faccendieri italiani.

I NAR erano subordinati e manovrati da altri neofascisti più esperti, lo “spontaneismo” era una copertura, mentre la direzione del terrorismo nero era ancora nelle mani dei vecchi ordinovisti e dei membri di Avanguardia Nazionale. La strage viene descritta su tre diversi livelli: gli esecutori materiali (i NAR), il livello intermedio dei vecchi ordinovisti (tra cui gli indagati Massimiliano Fachini e Paolo Signorelli), i mandanti occulti e ispiratori (P2, servizi segreti deviati, ambienti politici dell’Msi, strutture come quella che verrà poi identificata come Gladio).

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La strage dell’ Italicus fu un’azione destabilizzante, per sviare l’attenzione da alcuni scandali finanziari: il crack finanziario del banco Ambrosiano, la bancarotta e la caduta del faccendiere Michele Sindona (colluso con la mafia e la P2, e finanziatore della strategia della tensione fino al 1974), l’affacciarsi degli attacchi di Cosa nostra contro lo stato e le indagini che avrebbero condotto agli elenchi dei piduisti, ritrovati a Castiglion Fibocchi, tutti casi in cui venne coinvolta la loggia massonica eversiva diretta da Gelli, il cui scopo era l’instaurazione di una repubblica presidenziale bipartitica, con tratti di autoritarismo e controllo dei mass media, con intenti “liberali” e “anticomunisti”….

 

Rsp (individualità Anarchiche)