Gli scandali secolari del Monte dei paschi di Siena

Gli scandali secolari del Monte dei paschi di Siena

Sempre a testa alta: aó!! Noi semo fieri d’esser disoccupati nun ce abbattiamo, ma sti stronzi dell’élite, se magnano tutto e nun ce lasciano niente!!! anzi, ‘sti infami ce sguazzano pure sulle nostre disgrazie…

Pagherete cara l’arroganza del vostro denaro, ma pagherete soprattutto per aver sfruttato e umiliato il povero che lotta quotidianamente nella sopravvivenza per un futuro che è già precario…

 

 

Martedì 26 luglio gli amministratori della banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) hanno inviato alla Banca Centrale Europea (BCE), a Francoforte, il piano di risanamento dell’istituto di cui si parla da mesi. Il piano prevede il conferimento a un fondo “Atlante bis” (Atlante è il fondo creato col contributo del governo italiano per aiutare le banche in difficoltà) di 9,7 miliardi di euro di sofferenze nette, e un aumento di capitale da 5 miliardi di euro garantito da un consorzio di banche con a capo JpMorgan e Mediobanca.

Il Monte dei Paschi di Siena costituisce, assieme alle altre società del gruppo, il terzo gruppo bancario italiano per numero di filiali: il Gruppo Montepaschi, dopo Unicredit e Intesa Sanpaolo. È attivo sull’intero territorio italiano e sulle principali piazze internazionali.

Ma facciamo un po’ di storia per capire il problema….

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Dopo l’annessione di Siena al Granducato di Toscana le attività del Monte Pio si espansero al di fuori di quella del prestito su pegno senza interessi, ed in particolare iniziò l’attività di credito fondiario ai possidenti agrari. Nel 1580 il Monte assunse i caratteri della “banca pubblica” in quanto incominciò a svolgere la funzione di esattoria. Con l’unità d’Italia la Banca estende la propria attività in tutta la penisola italiana, dando inizio a nuove attività lecite e illecite.

Con la legge bancaria del 1936, il Monte dei Paschi di Siena viene dichiarato istituto di credito di diritto pubblico. La Banca si dota quindi di un nuovo statuto che, pur con varie modifiche, resta in vigore fino al 1995: in base ad esso, nelle nomine di vertice vengono compartecipate le autonomie locali senese e toscana. Il decreto del Ministero del Tesoro dell’8/8/1995 dà origine a due enti: la Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ente no-profit (speculazioni e business a danno delle persone svantaggiate). La Fondazione MPS ha sede nel Palazzo Sansedoni. Il 25/6/1999 la Banca Monte dei Paschi di Siena viene quotata sulla Borsa Valori di Milano.

L’8 novembre 2007, il Monte dei Paschi di Siena annuncia con una nota di aver raggiunto un accordo con Banco Santander per l’acquisto di Banca Antonveneta per 9 miliardi di euro, esclusa la controllata Interbanca che rimane di proprietà della banca spagnola. Antonveneta è la banca padovana che, dopo il caso Bancopoli, fu acquistata da ABN AMRO e sarebbe dovuta passare al Banco Santander dopo l’acquisto della banca olandese da parte del consorzio composto da RBS, Santander, Fortis.

Nel 2010 esplode lo scandalo della P3 e P4

Dalla scoperta della P2 di Licio Gelli sono passati ormai trent’anni. E una legge, l’Anselmi, che ha bandito ogni organizzazione segreta. Eppure esistono ancora nuovi circoli occulti, ribattezzati P3 e P4, finalizzati ad ottenere indebiti vantaggi (appalti, nomine, finanziamenti) tramite lo scambio di favori…..

Secondo gli inquirenti la P3 e la P4 formerebbero un sistema informativo parallelo, creato per ottenere notizie riservate su appalti e nomine, con ogni mezzo: dal dossieraggio clandestino al ricatto, anche attraverso organi costituzionali. Quello degli appalti pilotati è uno degli esempi più eclatanti per capire come fanno ad accaparrarsi gli appalti miliardari della costruzione di mega infrastrutture (G8 di Genova, Mose, Pedemontana, Brebemi, Expo 2015, ponte sullo Stretto, Tav, ecc…) e per capire dove può arrivare l’arroganza del potere politico imprenditoriale e militare.

MPS nel 2011 chiude con una perdita netta di 4,69 miliardi di euro.

Nell’assemblea dei soci del 27/4/2012, su indicazione della Fondazione MPS, viene nominato presidente del CDA della Banca Alessandro Profumo, già amministratore delegato di Unicredit dal 1998 al 2010, mentre amministratore delegato diviene Fabrizio Viola, che da gennaio 2012 è anche direttore generale.

La sera del 6 marzo 2013 precipita dal terzo piano della sede dell’istituto David Rossi, il capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena…

David Rossi fu eliminato perché in quel periodo stavano riemergendo gli scandali finanziari del Monte dei Paschi di Siena? …..

Uno scandalo finanziario che ci avrebbe riportato ai tempi della Banca Romana (1892commistione tra politica, banche e affari), che costò il posto all’allora Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti.

L’omicidio del capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, ricorda anche la morte di Roberto Calvi, all’epoca dello scandalo del Banco Ambrosiano, venne frettolosamente archiviata come suicidio, salvo poi scoprire che era stato un omicidio, commesso da killer mafiosi (massomafia) per nascondere le loro porcherie (crack Ambrosiano)… Quindi uccidere Rossi faceva comodo all’avvocato calabrese Mussari perché non si doveva scoprire, ma nascondere e occultare la gestione sconsiderata e truffaldina da parte dell’avvocato e dai suoi compagni di merende, la banda del 5% che aveva dilapidato la banca in pochi anni…..

Il 30/7/2013, a Siena il pubblico ministero concluse le indagini sul dissesto per l’acquisizione sovrapprezzo della Banca Antonveneta, mandando al Monte dei Paschi di Siena 11 avvisi di garanzia, uno dei quali all’ex presidente Giuseppe Mussari, uno ad Antonio Vigni, ex direttore generale e uno a Gianluca Baldassarri, ex capo dell’area finanza, ai quali vengono imputati molti reati, come la manipolazione dei mercati e l’ostacolo alle attività di vigilanza. Oltre il Monte dei Paschi, nell’inciucio c’è anche la banca americana JPMorgan Chase….

Sempre nel 2013 c’è stata un’altra inchiesta che riguardava i derivati Alexandria e Santorini, sottoscritti con la banca giapponese del Gruppo Nomura e la banca tedesca Deutsche Bank. I dirigenti incriminati si sono serviti dei derivati per coprire alcune perdite accusate in bilancio, spostandole sugli esercizi futuri. La Deutsche Bank era già sotto inchiesta in Germania.

Il 31/10/2014 si è concluso il processo riguardo a questo filone dell’inchiesta, con la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno e con l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, di Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gialuca Baldassarri, per ostacolo all’autorità di vigilanza…

Ma cosa era la P2?

https://www.youtube.com/watch?v=pGi8uQqo4Qw

La loggia massonica P2 aveva molti adepti anche nel mondo della finanza cattolica atlantica….

La P2 era una Loggia massonica segreta liberale e cattofascista, di carattere eversivo, guidata da Gelli a partire dal 1970 in qualità di “Gran Maestro”. È finita al centro dei principali scandali della storia italiana degli ultimi trent’anni: dalla strage di Bologna allo scandalo del Banco Ambrosiano, passando per il tentato golpe Borghese, il sequestro Moro e Tangentopoli.

La lista degli appartenenti alla loggia fu rinvenuta il 17/3/1981 durante una perquisizione della residenza di Gelli, villa Wanda, e di una sua fabbrica a Castiglion Fibocchi (Arezzo).

La lista includeva 962 nomi, tra cui l’intero gruppo dirigente dei servizi segreti italiani, ministri (Gaetano Stammati e Paolo Foschi, entrambi Dc), parlamentari, imprenditori come Silvio Berlusconi, finanzieri come Michele Sindona e Roberto Calvi, magistrati, editori e giornalisti come Roberto Gervaso e Maurizio Costanzo.

Nel documento oltre ai nomi dei massomafiosi piduisti, si elencavano anche le finalità politiche ed istituzionali dell’azione della P2. Tra gli obiettivi la trasformazione del sistema politico di allora, attraverso l’istituzione di una dinamica bipartitica, una riforma costituzionale per la modifica delle competenze delle due Camere, un forte controllo sui media e sull’informazione, e una riforma della magistratura.

Le persone che compaiono negli elenchi rinvenuti a Castiglion Fibocchi permette di identificare la natura e l’importanza dei collegamenti instaurati, finalizzati ad assicurare contatti con dirigenti situati in punti chiave della amministrazione, sì da far conseguire al gruppo stabili agganci con ambienti di rilevante influenza sia nell’ambito nazionale sia, soprattutto, in quello internazionale. Sotto quest’ultimo profilo, in effetti, assume estrema rilevanza l’inclusione nelle liste dì alti dirigenti del ministero del Tesoro e di altri personaggi situati in delicati istituti come la SACE (organismo che dà sostanzialmente sostegno finanziario nell’assicurazione degli interventi commerciali) e come la, Banca d’Italia, aventi funzioni decisive in tema di rapporti finanziari con l’estero.

A completare il quadro concorrevano, inoltre, i contatti emergenti con esponenti di numerose banche pubbliche e private per alcune delle quali le presenze erano particolarmente significative per qualità e rappresentatività, come per la Banca nazionale del lavoro (quattro membri del Consiglio di amministrazione, il direttore generale, tre direttori centrali di cui uno segretario del Consiglio), il Monte dei Paschi di Siena (il Provveditore), la Banca Toscana (il direttore centrale), l’Istituto centrale delle casse rurali ed artigiane (il presidente ed il direttore generale), l’Interbanca (il presidente e due membri del Consiglio), il Banco di Roma (due amministratori delegati e due membri del Consiglio di amministrazione) ed il Banco Ambrosiano (il presidente ed un consigliere di amministrazione).

L’attività della Commissione, appena si è delineato il quadro operativo della Loggia P2, si è quindi concentrata sull’esame del disegno complessivo e sull’azione svolta da alcuni gruppi, non solo finanziari, fin dagli inizi degli anni ‘70, collegandosi con le risultanze della Commissione d’inchiesta sul caso Sindona che ha messo chiaramente in evidenza come gli interventi operati a favore del banchiere siciliano si erano sviluppati nell’ambito di accordi, che esistevano nel mondo finanziario e bancario tra alcuni esponenti di primo piano e che contribuivano ad agevolare l’attuazione di operazioni speculative, finalizzate ad estendere il potere di determinati gruppi economici.

In effetti “intorno alla mobilitazione in difesa di Sindona, accade qualcosa di più di una semplice accanita gestione di interessi, da proteggere magari con l’omertà e l’uso della forza: si rafforza e si espande il potere del sistema P2 che collega ed unifica tanti personaggi operanti in diverse collocazioni“….

Il momento più significativo a livello documentale di tali azioni, è collegato alla presentazione di Affidavit a favore di Sindona (1976), quando Gelli ed altri personaggi come Francesco Bellantonio (politico siciliano P2), Carmelo Spagnuolo (Procuratore Generale della Repubblica, iscritto alla P2, è stato indiziato di reato per lo scandalo Mangano-Coppola, relativo ai rapporti esistenti fra mafia e polizia), Edgardo Sogno (partigiano Bianco, golpista liberale e anticomunista), Flavio Orlandi (P2 esponente del Partito Socialista Democratico Italiano), John Mc Caffery (americano P2 conduttore televisivo), Stefano Gullo (avvocato siciliano P2), Philip Guarino (nel 1973 fondò il “noi Priorato” del Ordre Souverain et Militaire du Temple de Jérusalem (OSMTJ), Anna Bonomi (negli anni ‘90 verrà coinvolta nello scandalo della P2), si espongono tutti in modo chiaro e scoperto per effettuare uno sforzo ritenuto decisivo per il salvataggio di Michele Sindona….

Non vanno peraltro trascurati anche altri interventi con identici fini, anche se di portata minore, che la Loggia P2 pone in essere sia tramite il Banco Ambrosiano, sia tramite altre banche ove alcuni operatori (Genghini, Fabbri, Berlusconi, ecc.), trovano appoggi e finanziamenti al di là di ogni merito creditizio.

Ovviamente i cointeressati a questa rete di collegamenti e complicità al momento opportuno dovranno offrire adeguato aiuto, come risulta evidente dai movimenti finanziari che l’ENI (dove alcuni iscritti avevano posizioni di assoluto dominio operativo) effettua a partire dal 1978 tramite la sua struttura estera (Tradinvest, Hidrocarbons, ecc.), per evitare che gli accertamenti ispettivi presso il Banco Ambrosiano rivelassero gli oscuri e significativi travasi di fondi avvenuti dall’Italia verso l’estero.

Nel contesto della nuova tattica adottata dalla Loggia P2 a partire dalla II metà degli anni ‘70, un posto di rilievo occupa l’operazione di infiltrazione e controllo del gruppo Rizzoli. In presenza di una impresa che il presidente della Montedison, Eugenio Cefis, aveva coinvolto nell’acquisizione della società editoriale del Corriere della Sera – nel quadro delle lotte di potere sviluppatesi in quegli anni tra diversi gruppi politici ed economici – la Loggia P2 intravede la possibilità di mettere in atto una operazione che la nuova situazione politica rendeva opportuna e che s’inquadra nelle previsioni del piano di rinascita democratica.

La P2, quindi, verso la fine del 1975 si serve di Calvi per coinvolgere il gruppo Rizzoli anche in operazioni di sostegno dell’assetto proprietario del Banco Ambrosiano e da quel momento utilizza per le proprie finalità il gruppo editoriale indirizzandone le scelte operative e le iniziative imprenditoriali mediante una manovra di condizionamento finanziario

 

Il capitalismo deruba l’uomo dei suoi diritti

di nascita, ne frena lo sviluppo, ne avvelena

il corpo, lo mantiene nell’ignoranza, nella

povertà e nella dipendenza, ed organizza poi

le istituzioni caritatevoli che distruggono

l’ultima traccia di dignità nell’uomo.

E. Goldman

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)