Maggio 2017: intrecci loschi e occulti del potere politico massomafioso (umma–umma)

Maggio 2017: intrecci loschi e occulti del potere politico massomafioso (umma–umma)

23 maggio: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e Pietro Grasso partecipano nell’aula bunker a Palermo, alla cerimonia in ricordo della strage di Capaci avvenuta 25 anni fa, dove Cosa nostra uccise in un attentato il magistrato antimafia Falcone, la moglie e tre agenti di scorta.

Giovanni Falcone fu ucciso perché aveva scoperto chi c’era al vertice della mafia: la massomafia, formata da logge occulte politicomafiose di potere militare, geopolitico, economico e finanziario. Le principali logge sono: Piazza del Gesù e Grande Oriente D’Italia.

E’ Partita ieri da Civitavecchia ed è arrivata oggi al porto di Palermo la Nave della legalità, con a bordo un migliaio di studenti, provenienti da tutt’Italia, che si stanno dirigendo verso l’aula bunker del carcere dell’Ucciardone.

Il sapere è un diritto per tutti, evita che chi sa, domini chi non sa!!!

All’università Statale di Milano, il 23 maggio (anniversario contro le stragi eseguite dalla mafia, ma organizzate dalla massoneria occulta), cè stata una protesta organizzata dagli studenti per criticare l’inserimento del numero chiuso nella Facoltà di Studi Umanistici…..

Ne dà notizia il coordinamento universitario Link, spiegando che il Senato Accademico della Statale ha avallato l’impostazione del rettore Gianluca Vago con 18 voti favorevoli su 35 presenti. Al di là delle sbarre che, dopo l’irruzione di martedì scorso, blindavano la seduta del Senato, studenti e docenti hanno manifestato stendendosi a terra con lo striscione “non calpestate la volontà degli studenti“. Nelle scorse settimane, in segno di protesta, si erano susseguite lezioni, culminate nel presidio di martedì scorso, conclusosi con l’ingresso in Senato degli studenti e la sospensione della seduta da parte del Rettore.

Il 22 Maggio a Bologna invece, i mass media annunciano le tre date per discutere la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Bologna per Gilberto Cavallini. L’ex Nar è accusato a 37 anni di distanza di concorso nella strage della stazione del 2 agosto 1980, in cui morirono 85 persone e 200 rimasero ferite. L’udienza preliminare è stata fissata davanti al Gup Alberto Ziroldi per il 20 e il 27 settembre e per il 6 ottobre. Cavallini, all’ergastolo a Terni per altre vicende, fu dichiarato responsabile di banda armata nel processo sulla strage, mentre la sua posizione per il coinvolgimento nell’attentato fu archiviata nel 2013. E’ tornato nel mirino degli inquirenti sulla base del dossier presentato dall’associazione dei familiari delle vittime e a marzo la Procura gli ha notificato la chiusura indagini. E’ accusato di aver partecipato alla preparazione della strage (strategia della tensione – bombe di stato), fornendo supporto e covi in Veneto a Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, i tre ex terroristi condannati in via definitiva….

Il 20 MAGGIO il tribunale di Torino ha riconfermato le 8 condanne pronunciate nel 2014 dal tribunale di Torino in un processo di criminalità organizzata relativo all’esistenza di un ‘locale’ di ‘ndrangheta a Giaveno, in Val Sangone (Torino). La Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi degli imputati, ai quali erano stati inflitti, (con rito abbreviato) fino a 8 anni di carcere. La formazione di un ‘locale’ di ‘ndrangheta a Giaveno era già stata certificata dalla Corte d’appello di Torino nel 2014 e dalla Suprema Corte nel 2015 al termine di un processo chiamato ‘Malu Tempu’. Si tratta di una articolazione territoriale dell’organizzazione malavitosa, la cui “cellula madre”, in Calabria, era quella di San Luca, nel Reggino. In questo procedimento, sono confluiti atti di altri processi celebrati a Torino (da ‘Malu Tempu’ a ‘Minotauro’).

Il 19 maggio invece, i mass media annunciano che è pronto un nuovo business massomafioso che provocherà inevitabilmente danni all’ecosistema e ai suoi abitanti, ingrassando i soliti pochi privilegiati: il primo magnete del più grande impianto sperimentale al mondo, Iter, ideato per dimostrare la possibilità di produrre energia dalla fusione nucleare…., il sogno dell’energia pulita, è made in Italy. E’ stato presentato nello stabilimento di Asg Superconductors. E’ il più sofisticato al mondo. Quattordici metri di altezza, 9 di larghezza, 300 tonnellate di peso, quanto un boeing 747, ha la forma di una grande D maiuscola. Il magnete supertecnologico, il primo dei 18 destinati al progetto Iter è stato realizzato da ASG Superconductors della famiglia Malacalza nello stabilimento della Spezia che ne produrrà altri 9 (più uno di ricambio) dei 18 che costituiranno il cuore del reattore a fusione nucleare Iter che è in costruzione a Cadarache, nella Francia meridionale. Gli altri 9 saranno prodotti in Giappone. E’ prevista nel 2025 la prima sperimentazione della fusione nucleare, col reattore Iter, frutto della collaborazione fra 35 Paesi. La conferma arriva dal dg del progetto Iter, Bernard Bigot.

Sempre il 19 maggio il sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari (Ap) è stata indagata per corruzione nell’ambito dell’indagine che ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’armatore Ettore Morace e del candidato sindaco a Trapani Girolamo Fazio. In cambio di un Rolex datole dall’imprenditore, avrebbe presentato un emendamento che abbassava dal 10 al 4% l’Iva sui trasporti marittimi, determinando un risparmio di milioni di euro per la società di Morace. L’avviso di garanzia le è stato notificato. Tra gli indagati dalla Procura di Palermo c’è anche l’ex deputato regionale Marianna Caronia, candidata al consiglio comunale di Palermo. Avrebbe ottenuto da Morace, tramite l’intercessione di Montalto, una liquidazione superiore a quello che le spettava dopo la fine del rapporto con “Siremar s.p.a.” , società acquistata dall’armatore.

Sempre il 19 maggio c’è stato il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge che reintroduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola. I vaccini obbligatori saranno 12 per l’età che va da 0 a sei anni. “Per la scuola dell’obbligo la mancanza di documentazione sui vaccini produrrà da parte dell’autorità scolastica sanzioni dalle 10 alle 30 volte maggiori di quelle esistenti”, ha spiegato il premier, Paolo Gentiloni. Lorenzin ha annunciato, che si sta valutando l’obbligo per gli operatori sanitari. In tutti gli altri civilissimi Paesi, dalla Svizzera alla Norvegia, dall’Irlanda alla Germania, i vaccini vengono proposti ma non imposti. Da noi invece pugno duro, anzi, durissimo. E’ lo stato che decide cosa fa bene ai figli, non i loro genitori. Eppure, ci sono malattie infettive che in Occidente sono state debellate non dai vaccini, ma dal miglioramento delle condizioni di vita, come nel caso della tubercolosi. Il vaccino che veniva fino a pochi anni fa praticato in Italia è stato da tempo ritirato dal mercato perché inefficace. Il business delle 12 vaccinazioni obbligatorie più quelle ancora facoltative, tutte naturalmente offerte gratuitamente, andrà a gravare pesantemente sui bilanci sanitari.!!! Dove verranno presi i milioni di euro necessari alla campagna vaccinale a tappeto? Con tasse, aumenti di ticket, o tagli a servizi declassati. …

A Modena invece sempre il 19 maggio sono stati indagati per corruzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; due poliziotti, due stranieri arrestati e perquisizioni per altre 9 persone iscritte nel registro. Nell’ufficio immigrazione della questura di Modena c’è era un giro di mazzette per permessi di soggiorno, che si reggeva su matrimoni combinati ad hoc tra donne italiane e clandestini da regolarizzare. …

Cocaina

A Bologna il 19 maggio, un caporalmaggiore e un soldato semplice dell’Esercito, in forza al II reggimento Genio Pontieri di Piacenza, sono stati arrestati con l’accusa di detenzione di cocaina ai fini di spaccio insieme ad un terza persona, non militare, di 42 anni. I due soldati che sono anche una coppia, F.A., pugliese di 34 anni, il maschio, e di G.A., calabrese di 24 la donna sono stati bloccati nella casa dove abitano a Pontenure (Piacenza). Nascosti in alcune mensole i poliziotti hanno trovato 1.095 euro in contanti divisi in banconote di diverso taglio, mentre dietro le piastrelle del bagno c’erano quattro etti di cocaina per un valore di circa 32mila euro. ….

Il 18 maggio i mass media scrivono che è tornato libero Giulio Caporrimo, il boss di San Lorenzo. Prima di lui era stato scarcerato il Boss Calogero Lo Piccolo. Ma già da mesi boss della mafia sono tornati a passeggiare in libertà nei loro quartieri d’origine: come Gaetano Scotto, indicato dai pentiti come il trait d’union tra Cosa nostra e i servizi segreti negli anni neri delle bombe……

Una serie di scarcerazioni che ha destato l’attenzione degli investigatori, impegnati ad aggiornare in tempo reale la mappa degli storici mandamenti mafiosi cittadini (bassa manovalanza della massoneria – gabellotti): da San Lorenzo alla Noce fino all’Acquasanta e Porta Nuova. “Nel semestre in esame risultano scarcerati 41 soggetti ritenuti ‘uomini d’onore’, affiliati o vicini alle cosche palermitane, tra i quali la moglie del reggente della famiglia della Noce.

Il 17 Maggio i Pm della Dda di Bologna Marco Mescolini e Beatrice Ronchi hanno chiesto condanne, le più alte a 6 anni, per tutti e 10 gli imputati coinvolti in un filone secondario dell’inchiesta ‘Aemilia’ sull’organizzazione ‘ndranghetistica con epicentro nel Reggiano. Il processo è in abbreviato davanti al Gup Alberto Gamberini, che nei mesi scorsi aveva rinviato a giudizio altri 13 imputati; la sentenza è prevista per metà giugno. Tra le accuse ci sono le minacce mafiose al sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi: ne rispondono Pasquale Brescia, già imputato nel processo principale e l’avvocato Luigi Antonio Comberiati, per la lettera indirizzata al primo cittadino e recapitata il primo febbraio 2016 all’edizione reggiana del Resto del Carlino. Per Brescia la pena chiesta è tre anni e 4 mesi, un anno e 4 mesi per il legale. Un anno e 4 mesi sono stati chiesti anche per Giuseppe Giglio, condannato a 12 anni e 6 mesi nel filone principale e ora collaboratore di giustizia, per cui gli è riconosciuta un’attenuante. Le pene più alte chieste dall’accusa riguardano Pierino e Pasquale Vetere e Francesco Lerose, imputati di estorsione e false fatturazioni. Tre anni e 4 mesi sono state chieste anche per Giulio Giglio, fratello di Giuseppe, mentre due anni è la richiesta per Giovanna Giglio: entrambi sono difesi dall’avvocato Fausto Bruzzese. Un anno e 4 mesi poi per Domenico Mesiano, ex poliziotto e autista del questore di Reggio Emilia, già condannato a otto anni e sei mesi nel filone principale e qui accusato di detenzione di munizioni da guerra; due anni e 4 mesi, infine, per Sergio Lonetti.

Il 16 maggio invece è stato arrestato, Danilo Rivolta, sindaco di Lonate Pozzolo (Varese), suo fratello, Fulvio Rivolta, la sua compagna, Orietta Liccati, assessore all’urbanistica di Gallarate (Varese), e 4 imprenditori. Secondo l’ordinanza di custodia cautelare -emessa dal gip del Tribunale di Busto Arsizio (Varese), a vario titolo, per corruzione, abuso d’ufficio e tentata concussione- il sindaco avrebbe favorito il fratello, titolare di uno studio di progettazione, e gli altri imprenditori indagati.

A proposito di affari e massomafia, il 16 Maggio il commissari straordinario del governo per la nuova ferrovia, Paolo Foietta, e l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Francesco Balocco, hanno partecipato alla riunione del Dipe (dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) presso la presidenza del Consiglio dei ministri. – “Entro l’estate saranno perfezionati, nella deliberazione del Cipe’ gli atti relativi alle opere compensative della Torino-Lione ad alta velocità, che valgono 112 milioni di euro. “Viene confermato (si legge nella nota di Foietta e Balocco) quanto già dichiarato dal ministro Delrio, il 27 agosto 2015 a Torino, nell’incontro coi sindaci e, quindi, l’impegno a garantire tutte le risorse previste e rivolte a opere e misure compensative per la nuova linea ferroviaria Torino-Lione”….

Ma non è finita qua, sempre Il 16 maggio, i mass media annunciano che i capi della ‘ndrangheta torinese, Aldo Cosimo e Adolfo Crea, sono stati condannati a 14 anni e 10 mesi e 10 anni e 4 mesi di carcere. La sentenza, questa mattina in Tribunale a Torino, chiude il processo ‘Big Bang’, sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel piemontese. Tra i 26 imputati, tutti condannati, anche Luigi Crea, figlio di Adolfo, l’ultimo erede dalla famiglia, che, secondo l’accusa, aveva gestito gli interessi del clan durante la detenzione del padre per la condanna del processo Minotauro. Luigi dovrà scontare 9 anni e 6 mesi di carcere.

Il 15 maggio la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio dei massoni Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex presidente ed ex ad di Mps e di Paolo Salvadori, ex presidente del Collegio sindacale dell’istituto, accusati di falso in bilancio e aggiotaggio, per i quali lo scorso aprile il gip Livio Cristofano ha respinto l’istanza di archiviazione della loro posizione. I pm Stefano Civardi, Giordano Baggio e Mauro Clerici hanno inviato all’ufficio gip la richiesta di processo per i tre manager dopo che il giudice aveva disposto l’imputazione coatta.

Risultati immagini per La cosca Arena controllava a fini di lucro la gestione del centro di accoglienza

Sempre il 15 maggio, però a Crotone, i mass media hanno annunciato che è stata smantellata la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto con il fermo di 68 persone. La cosca Arena controllava a fini di lucro la gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola. Secondo le indagini, oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni esercitate in maniera capillare sul territorio catanzarese e crotonese, la cosca controllava anche il centro oltre a coltivare ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse. Il massone capo della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, Leonardo Sacco, ed il suo leccaculo, il parroco dello stesso paese, don Edoardo Scordio, sono tra i fermati dell’operazione denominata ”Jonny”. La Misericordia gestisce il Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Isola, uno dei più grandi d’Europa, che secondo le indagini sarebbe stato controllato dalla cosca Arena. I due sono accusati di associazione mafiosa, oltre a vari reati finanziari e di diversi casi di malversazione, reati aggravati dalle finalità mafiose. Il sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno è indagato: reato ipotizzato è concorso esterno in associazione mafiosa. La cosca Arena, tramite il governatore della “Fraternita di Misericordia” Leonardo Sacco, era riuscita ad aggiudicarsi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione al centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto e di Lampedusa. Appalti che venivano affidati a imprese appositamente costituite dagli Arena e da altre famiglie di ‘ndrangheta per spartirsi i fondi destinati all’accoglienza dei migranti. …

A Roma invece, il 15 Maggio i mass media hanno annunciato che sono 55, tra persone fisiche (40) e società (15), che rischiano di finire sotto processo, a Roma, per il giro di tangenti da centinaia di migliaia di euro che ha coinvolto dirigenti e funzionari dell’Anas in carica fino al 2015. Associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’asta, voto di scambio, truffa e abuso d’ufficio i reati contestati a seconda delle posizioni: tra gli indagati Antonella Accroglianò, la “Dama Nera”, ex capo coordinamento tecnico amministrativo Anas, e l’ex sottosegretario Giuseppe Meduri.

Sempre il 15 maggio i mass media scrivono che la Corea del Nord rivendica il successo dell’ultimo lancio missilistico e afferma che il vettore testato è in grado di trasportare una testata nucleare di grandi dimensioni. E minaccia: le basi Usa nell’Asia-Pacifico sono nel range di un attacco. Domani riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla crisi nordcoreana. Pyongyang ha poi rivendicato il successo del lancio del missile terra-terra a medio raggio testato domenica mattina: si è trattato di un Hwasong-12, questa la sua denominazione, ha riferito la tv di Stato Kctv, secondo cui ha raggiunto l’altitudine di 2.111,5 chilometri e la gittata di 787 chilometri. Le operazioni, ha aggiunto l’agenzia ufficiale Kcna, sono state condotte sotto la supervisione del leader Kim Jong-un. Il vettore è in grado di trasportare “una testata nucleare di grandi dimensioni”.

A Milano, lo stesso 15 Maggio, sono state indagate alcune società del consorzio che ha in appalto la vigilanza privata del Tribunale di Milano tra le attività commerciali destinatarie delle misure emesse dalla Dda di Milano nell’ambito delle indagini sulla famiglia Laudani che hanno portato, oggi, all’esecuzione di 15 ordinanze cautelari in Lombardia e a due fermi a Catania. Secondo quanto si è appreso si tratterebbe di società che forniscono i vigilantes del Palagiustizia. Nell’operazione che ha coinvolto il consorzio di società di vigilanza, sarebbero emersi stretti rapporti tra alcuni dirigenti delle società coinvolte e messe in amministrazione giudiziaria, e alcuni personaggi ritenuti appartenenti alla famiglia dei Laudani. Nel corso dell’operazione, il gip del tribunale di Milano, ha emesso 15 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti a vario titolo accusati di far parte di un’associazione per delinquere che ha favorito gli interessi, in particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa catanese dei Laudani. Altri due fermi di indiziato di delitto sono stati eseguiti a Catania.

La Procura di Lecce, il 15 maggio, ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti dello stabilimento balneare Twiga Beach Club, il noto marchio dell’imprenditore pedofilo massomafioso Flavio Briatore. La struttura è in realizzazione sul litorale di Otranto. Il provvedimento di sequestro è a firma del sostituto procuratore di Lecce Antonio Negro; l’ipotesi di reato è di abusivismo edilizio…..

A BRUXELLES il 13 Maggio, la Nato ha lanciato un avvertimento agli alleati, attraverso i canali convenzionali, sugli attacchi Hacker crescenti”: lo indicano fonti dell’organizzazione. “Non abbiamo prove che siano stati colpiti sistemi Nato”, ha aggiunto, spiegando che l’Alleanza “monitora il diffondersi globale dell’attacco attraverso i contatti coi Paesi alleati e con partner dell’industria”…..

Potrebbe essere Bruxelles a dover pagare il conto per la Brexit, in quanto la Gran Bretagna ha contribuito a così tanti istituti e beni europei: a suggerirlo in una intervista esclusiva al Daily Telegraph è il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, che ha accusato l’Unione Europea di voler dissanguare il Regno Unito. In caso non si dovesse trovare un accordo sulla Brexit, la Gran Bretagna potrebbe andarsene senza pagare “un penny”. Il ministro degli esteri britannico si dice d’accordo con l’ex leader conservatore Iain Duncan Smith, secondo il quale il Regno Unito dovrebbe ricevere rimborsi dalla Ue. “Certamente (ha sottolineato) ritengo che il conto che ci è stato presentato dalla Ue sia assurdo”. Si tratta , ha ricordato, di quasi 100 miliardi di euro per pagare le conseguenze dell’uscita dall’Unione.

Il 12 Maggio la Corte del Jersey ha dato il via libera allo sblocco di circa 1,3 miliardi di euro della famiglia Riva, ex proprietaria dell’Ilva di Taranto, somma che era stata sequestrata nell’ambito di un’inchiesta milanese e che i Riva hanno messo poi a disposizione per la bonifica dello stabilimento tarantino. Dopo l’ok dei giudici del Jersey ci sarà un’udienza al Tribunale di Losanna, ma il rientro dei soldi in Italia è ora molto più vicino. Quei soldi, in grossa parte, erano stati sequestrati negli anni scorsi nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dai pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, con al centro la gestione dell’Ilva da parte della famiglia Riva e, in particolare, sul crac del gruppo Riva che controllava il colosso siderurgico. La famiglia Riva, poi, nei mesi scorsi, anche per riuscire ad avere il via libera a patteggiamenti in sede penale, ha dato l’ok al rientro in Italia di quei fondi (depositati su conti in Svizzera) da destinare alla bonifica e alla decontaminazione dello stabilimento Ilva di Taranto.

A Lecce, quel 12 maggio l’assessore al Bilancio del Comune, Attilio Monosi (Direzione Italia), è stato indagato per concorso in truffa aggravata nell’inchiesta che ha portato all’arresto della presidente dell’Associazione Antiracket Salento, la massona Maria Antonietta Gualtieri, e di altre tre persone, una delle quali ai domiciliari. Nei confronti dell’assessore è stata emessa dal gip la misura interdittiva di divieto di ricoprire cariche pubbliche. Monosi è candidato consigliere (per DI) alle prossime elezioni amministrative di Lecce. Maria Antonietta Gualtieri, leccese, di 62 anni, è ritenuta responsabile di truffa aggravata, peculato e frode nella percezione di fondi pubblici destinati alle vittime del racket e dell’usura. Ammonta ad oltre due milioni di euro la somma che sarebbe stata indebitamente percepita dal 2012.

Il 12 maggio è scattata anche la condanna definitiva per Francesco Schettino. Schettino si è costituito nel carcere romano di Rebibbia, dopo la sentenza di Cassazione che ha confermato la condanna a sedici anni di reclusione per l’ex comandante della Costa Concordia, il transatlantico che naufragò davanti all’isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012 per la scellerata manovra di avvicinamento effettuata ad alta velocità. A bordo erano in 4.229, tra croceristi ed equipaggio, morirono 32 persone, decine i feriti. Imponenti le operazioni di salvataggio in diretta tv nel mondo. Ottanta milioni di euro di risarcimento per le vittime e i sopravvissuti sono stati finora pagati dalla società armatrice Costa che ha ancora qualche conto in sospeso, in via di definizione con le pubbliche amministrazioni.

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A Genova il 12 maggio i mass media scrivono che il massomafioso Iolanda Romano, commissario governativo per il Terzo Valico ferroviario, conferma che i lavori finiranno nel 2022. Il commissario del Cociv Marco Rettighieri sta rivedendo l’organizzazione dei cantieri” del Terzo Valico: aggancio all’Europa’, ricorda la consegna del cantiere per il 4° dei 6 lotti in cui è divisa l’opera:“Un lotto molto importante, 1 mld e 630 milioni di euro ( Alè! se magna – massomafia!!).

A Roma, 11 Maggio i giornali annunciano che: “Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti, ha deliberato lo scioglimento dei Consigli comunali di San Felice a Cancello (Caserta), Laureana di Borrello (Reggio Calabria), Bova Marina (Reggio Calabria) e Gioia Tauro (Reggio Calabria), per accertati condizionamenti dell’attività amministrativa da parte della criminalità organizzata“. Lo si legge nel comunicato di Palazzo Chigi. ( Umma umma – massomafia)

Sempre l’11 maggio, l’amministrazione burocratica massomafiosa di Trump alza il tiro contro il regime della Corea del Nord. La Cia ha infatti creato una task force speciale col compito di frenare e ostacolare il programma nucleare e quello missilistico di Pyongyang. Il ‘Korea Mission Center’, spiega Mike Pompeo, n.1 dell’agenzia di intelligence, consentirà agli Usa di combattere in maniera più efficace la minaccia rappresentata dal regime di Kim Jong-un. A capo della struttura un veterano psicopatico degli 007, di cui non è stato rivelato il nome. Il Korea Mission Center (la cui creazione viene letta dagli osservatori come il segnale di un approccio più aggressivo di Trump verso Pyongyang) coordinerà l’azione di tutti gli 007 Usa che si occupano della Corea del Nord e usufruirà non solo delle risorse della Cia, ma anche di quelle di tutte le altre agenzie federali di intelligence. La task force è nata sulla falsa riga dei ‘Mission Center’ già esistenti per l’Africa, per il Vicino Oriente e per l’antiterrorismo….

A Roma l’11 maggio è stato anche il giorno, che i mass media hanno ricordato la morte di Giorgiana Masi…. L’ultima cosa che Giorgiana vide prima che un colpo di pistola alla schiena la sbattesse con la faccia sull’asfalto di Ponte Garibaldi, fu il profilo dell’isola Tiberina. Poi cadde a terra di schianto, le braccia avanti e la testa verso Trastevere, mentre attorno a lei si sparava ancora e il fumo dei lacrimogeni opprimeva tutto. Quarant’anni dopo su quel ponte restano solo la verità mancata e la coscienza sporca di chi sapeva e non ha parlato, da una parte e dall’altra. Sfilano le auto, gli autobus, la gente a piedi; nessuno fa più caso a quella targa in bronzo che ricorda la studentessa diciannovenne uccisa il 12 maggio del 1977 “dalla violenza del regime”. Come se solo l’indifferenza, l’oblio, fossero le uniche alternative alle risposte mai arrivate. Giorgiana fu uccisa in un giorno di festa. Tre anni prima più di 19 milioni di italiani avevano detto no al referendum che voleva abrogare la legge sul divorzio e i radicali avevano organizzato una manifestazione, “pacifica e nonviolenta” a piazza Navona. Gli scontri cominciarono però presto e durarono ore, fino al tragico epilogo su ponte Garibaldi. Le forze dell’ordine da una parte, quella di via Arenula, verso il centro, i manifestanti dall’altra, a piazza Sonnino, verso Trastevere. Giorgiana finì in mezzo, colpita alle spalle da un colpo di pistola calibro 22. I colpi venivano solo dalla parte dove c’era la polizia. Assieme alla polizia c’erano molti in borghese. Quelli in divisa erano sulle autoblindo… La polemica esplose quando uscirono le foto che confermarono quanto detto da decine di manifestanti: in piazza c’erano poliziotti in borghese che spararono ad altezza uomo. La verità è che non si è mai arrivati alla verità: l’inchiesta fu archiviata il 9 maggio del 1981 dal giudice Claudio D’Angelo con la dichiarazione di non doversi procedere per essere rimasti ignoti i responsabili del reato….

Il 9 maggio i mass media hanno ricordato la morte di Aldo Moro, avvenuta verso le 13,30, in via Caetani (vicino alle sedi di Dc e Pci), dopo una telefonata di Morucci avvenuta poco prima delle 13, la polizia trova il cadavere di Moro nel portabagagli di una Renault 4 rossa. Moro era stato rapito con le stesse modalità avvenute nella strage di Portella delle Ginestre dove solo alcuni mafiosi (e non tutti) sapevano il retroscena geopolitico (trappola dei servizi segreti massonici piduisti- anticomunisti) dell’eccidio …..

Ecco il testo della lettera di Aldo Moro alla famiglia che sarebbe stata consegnata il 5 maggio 1978.

“Mia dolcissima Noretta, dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in se’ e dell’incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l’indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. Essa va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E’ poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall’idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare. E questo è tutto per il passato. Per il futuro c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se è possibile e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienmi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna, Mario, il piccolo non nato, Agnese, Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto. Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta. Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo”. La lettera di Moro si interrompe così, senza firma. Forse il suo seguito e la sua conclusione è in questo breve frammento, recapitato lo stesso giorno a casa Moro: “Ora, improvvisamente, quando si profilava qualche esile speranza, giunge incomprensibilmente l’ordine di esecuzione. Noretta ricordami soavemente. Carezza i piccoli dolcissimi, tutti. Un bacio di amore a tutti. Aldo”.

Sempre a Roma il 9 maggio è stato sequestrato il noto ristorante “Assunta Madre” nel cuore di Roma e arrestate 6 persone tra cui il titolare, un direttore di banca e un commercialista ritenute responsabili di intestazione fittizia di beni, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro di provenienza illecita. Nell’inchiesta sono finiti in carcere Gianni Micalusi, 53 anni titolare del noto ristorante, e il direttore di banca Adriano Nicolini 37 anni, mentre ai domiciliari sono finiti i figli di Micalusi, Francesco e Lorenzo 27 e 25 anni; l’imprenditore Vito Francesco Genovese di 69 anni, e Luciano Bozzi 50 anni, commercialista.

A quanto reso noto nel corso di una conferenza stampa, “l’imprenditore avrebbe avuto rapporti con soggetti di spessore criminale come Enrico Nicoletti, Angelo e Michele Senese e sarebbe stato indagato in passato per reati associativi, di natura anche mafiosa, delitti contro il patrimonio, usura ed estorsione”.

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A Parma il 9 maggio sono state arrestate 19 persone tra dirigenti medici e imprenditori nel settore farmaceutico, 75 persone indagate, 17 aziende coinvolte in attività illecite e il sequestro di due società e di circa 500.000 euro. Questo il bilancio di una operazione, ribattezzata ‘Pasimafi’. Sono in corso 52 perquisizioni presso le abitazioni dei professionisti coinvolti nella vicenda e presso le sedi di importanti società e note aziende farmaceutiche. I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio attraverso la commissione di abuso d’ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori. Nel dettaglio, come è stato spiegato in una conferenza stampa tenuta a Parma, la Procura della Repubblica ha portato alla luce un’organizzazione cui partecipavano dirigenti medici, un dirigente del Ministero della Salute e diversi manager del campo farmaceutico per pilotare il ‘business’ (perché tale era per loro) delle cure palliative e delle terapie del dolore. Una organizzazione criminale in grado di effettuare ricerca non autorizzata su pazienti in alcune strutture di Terapie del Dolore dell’Università di Parma e della regione Emilia-Romagna, di organizzare convegni medici sul controllo diretto delle stesse aziende farmaceutiche ed anche pilotare le pubblicazioni scientifiche. Secondo il pm Giuseppe Amara, ideatore e vertice dell’organizzazione era il professor Guido Fanelli (posto agli arresti domiciliari), 62 enne, dirigente medico, Direttore della Struttura Complessa 2/a Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma. E’ un luminare nel campo della terapia del dolore tanto da essere uno dei principali artefici della legge 38 che regolamenta il settore. Sarebbe stato lui nel 2015 a costruire la fitta rete di interesse che ha portato alla creazione di due società di comodo per il riciclaggio del denaro illecito e che permettevano di acquistare immobili, auto di lusso ed anche uno yacht ‘Pasimafi V’ che era in uso del professore universitario.

A proposito di sprechi statali, a Genova, sempre il 9 maggio, si è svolta presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) la cerimonia di impostazione che dà il via ai lavori in bacino del primo pattugliatore polivalente d’altura. Primo di 7 unità, il pattugliatore sarà consegnato nel 2021 e rientra nel piano di rinnovamento delle linee operative delle unità navali della Marina Militare deciso da Governo e Parlamento e avviato nel maggio 2015. La caratteristica di questa classe di navi è l’altissimo livello di innovazione che le rende flessibili con elevato grado di efficienza. Queste unità sono dual use (militare-protezione civile e soccorso in mare). Sono previste differenti configurazioni di sistema di combattimento: a partire da una leggera per il pattugliamento con capacità di autodifesa fino a una ‘completa’, equipaggiata con il massimo della capacità di difesa.

A Torino invece il 9 Maggio i mass media annunciano che Antonino Ippolito, il consigliere della Circoscrizione 5 di Torino potrebbe passare da testimone a indagato. Ippolito è stato sentito oggi come teste nel processo a Rocco Florio, l’unico imputato ad aver scelto il rito ordinario (gli altri 9 hanno patteggiato pene tra i 5 e i 12 mesi con la condizionale) nella vicenda giudiziaria relativa alla validità delle firme false che accompagnarono la presentazione delle liste del Pd alle ultime elezioni regionali. Ippolito, durante la sua deposizione questa mattina in Tribunale a Torino, ha raccontato di aver raccolto le firme senza la presenza dell’autenticatore Rocco Florio e di avergliele poi consegnate in un secondo momento. Il giudice Giorgio Balestretti è stato quindi costretto a rinviare l’udienza all’11 ottobre e ha invitato l’uomo a confrontarsi con un avvocato, perché le dichiarazioni rese stamattina sarebbero state auto-incriminanti e farebbero pensare a un concorso in falso ideologico.

I danni del capitalismo: Sempre il 9 Maggio i mass media annunciano che in Piemonte ogni anno, si stima che ci siano circa 1150 tumori occupazionali, circa il 5% del totale, e che di questi quelli asbesto correlati siano circa 380. Le stime sono state illustrate da Riccardo Falcetta, membro del Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici di Torino, durante l’incontro, rivolto a medici e ingegneri, ‘Il Piano Regionale Amianto. Aspetti ambientali e sanitari’, promosso in collaborazione con Arpa e Regione Piemonte. “Di questi tumori attribuibili all’esposizione occupazionale – ha spiegato Falcetta – meno della metà vengono denunciati e di questi circa il 10% è stato indennizzato”. E si stima che dei 1150 totali i tumori polmonari o mesoteliomi siano circa 380, di cui 78 denunciati e 23 indennizzati. L’istanza che rivolgiamo alla politica e alle istituzioni (ha concluso) è di lavorare molto sulla prevenzione anche incrementando i fondi”.

A Milano il 9 Maggio il pm Silvia Perrucci ha chiesto una condanna a 4 anni e 9 mesi di carcere per Emilio Fede accusato di estorsione e tentata estorsione nella vicenda con al centro alcuni falsi fotomontaggi ‘hot’ che avrebbe fatto confezionare per ricattare i vertici di Mediaset, quando venne licenziato dal Tg4 nel 2012. Secondo l’accusa, l’ex direttore avrebbe dato mandato a Gaetano Ferri, suo ex personal trainer e ad altre due persone, di assemblare fotomontaggi falsi e compromettenti che ritraevano il direttore dell’informazione di Mediaset, Mauro Crippa, così come il presidente dell’azienda Fedele Confalonieri. Attraverso una serie di “pressioni e minacce”, in pratica, come sostenuto dal pm in requisitoria, avrebbe costretto “Crippa, Confalonieri ma anche lo stesso Silvio Berlusconi” a fargli avere “un accordo più vantaggioso con una buonuscita di 820mila euro e un contratto di collaborazione di 3 anni”…

Il 9 maggio a Firenze, considerata il centro della massoneria toscana, il Castello di Sammezzano a Reggello, raro esempio di architettura orientalista dell’800 per iniziativa di Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, con tutto il complesso intorno, è stato provvisoriamente aggiudicato a una società degli Emirati Arabi che ha presentato in asta un’offerta da 15,4 milioni di euro. Lo ha annunciato con un post su Facebook il sindaco di Reggello Cristiano Benucci, affermando di aver assistito personalmente alle operazioni dell’asta, tenutasi in uno studio notarile di Firenze, “interpretando l’apprensione di tutti i reggellesi per il destino del Castello”….

A Bologna sempre il 9 Maggio sono state controllate le aziende della cosiddetta filiera del cemento. In particolare hanno ispezionato impianti di betonaggio o di produzione di conglomerati per l’impiego nella costruzione di opere pubbliche e di manutenzione delle stesse. In provincia di Ferrara è stata riscontrata la gestione irregolare di rifiuti derivati da attività relative ad opere pubbliche e così è stato segnalato alla Procura ferrarese un 49enne, legale rappresentante della società sottoposta a controllo. E’ stata anche sequestrata parte del piazzale aziendale dove è stato creato il deposito irregolare.

L’ 8 Maggio a Torino è stata condannata a un anno e quattro mesi di carcere per corruzione Anna P., 52 anni, imprenditrice. La donna, titolare di un’azienda che si occupa di arte funeraria, era accusata di avere versato con regolarità tangenti per 500 euro al mese (tra il 2009 e il 2010) a Riccardo E., dipendente dei Servizi cimiteriali del Comune di Torino, per ottenere della clientela. In primo grado era stata assolta.

Sempre l’ 8 maggio il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, in audizione alla Commissione Antimafia ha sottolineato come “sia sbagliato ritenere che la mafia operi dovunque, perché così rischiamo di aumentare l’aurea di onnipotenza”. Poi ha parlato degli sbarchi e delle Ong: “Sabato scorso (ha osservato) è arrivata a Catania una nave con 498 migranti e il cadavere di un giovane ucciso a freddo su un barcone da un trafficante perché non si era tolto il cappello. “L’obiettivo delle indagini (ha ribadito il Pm) non sono le Ong, ma i trafficanti no profit, criminali autori di violenze inaudite, ed alcune recenti modalità del traffico li stanno favorendo”….

Invece a Genova sempre l’8 maggio i funzionari del servizio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane in collaborazione con la Guardia di finanza hanno sequestrato 37 tonnellate di pasticche di ‘droga del combattente’. Il carico sequestrato era in un container in transito nel porto di Genova e diretto in Libia. L’indagine che ha portato al maxi sequestro di droga è stata coordinata dal sostituto procuratore distrettuale Federico Manotti. la droga sarebbe servita a finanziare il terrorismo islamico e in particolare l’Isis.

Capo Teulada, nel poligono riprendono le esercitazioni a fuoco

8 maggio, in Sardegna, i pescatori hanno deciso di protestare contro lo stop forzato alle attività di pesca nello specchio di mare fra Pula e Costa Rei, nel sud Sardegna, a causa delle esercitazioni militari. Da oggi e per 10 giorni iniziano le esercitazioni a fuoco a Capo Teulada, con l’interdizione dell’ area di mare tra Porto Pino a Punta Niedda. Federcoopesca, Agci e Armatori sardi lanciano un appello alla Regione Sardegna affinché “condivida le argomentazioni dei pescatori sardi, già allo stremo per la crisi esistente, compresi i ritardi degli indennizzi e delle restrizioni già in atto, sostenendo con forza le ragioni del comparto: non deve essere l’inizio di una nuova era di soprusi. Come associazioni di categoria pesca, ci mobiliteremo per capire se ci sarà la possibilità di opporsi legalmente ad eventuali repliche di questo brutto film e (annunciano) per indennizzare le marinerie del sud Sardegna per i danni subiti da questi 15 giorni di incomprensibile e ingiustificata limitazione del diritto al lavoro per i pescatori. “Le prime vittime dei ‘giochi di guerra’ sono i pescatori sardi (attaccano). Come sempre a farne le spese sono le imprese, lasciate sole al loro destino da chi dovrebbe invece tutelarle. Dopo le restrizioni militari imposte in tutto il mare sardo alle imprese di pesca e senza neppure poter contare sugli indennizzi, ora arriva la mazzata decisa dallo stato. Uno schiaffo al sud Sardegna che può far male a tutta l’Isola (sostengono). Non c’è stato alcun avviso preventivo: ed è ancora più grave che si cerchi di addossare ai pescatori la colpa di esserne venuti a conoscenza ad esercitazioni già in atto solo per non avere visto le ordinanze affisse nelle Capitanerie di Porto.

Il 7 Maggio Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, a 33 anni dalla scomparsa della quindicenne residente nello Stato del Vaticano dichiara ai mass media: “È vietato rimuovere la giustizia, anche dopo 34 anni”, ha detto in un incontro al Festival della Tv a Dogliani, dove ha parlato della prossima trasmissione ‘Scomparsi’. “Il ricordo di mia sorella (ha spiegato) l’ho voluto mettere a disposizione del dolore di altre famiglie. La storia di mia sorella doveva essere archiviata, anche se il magistrato inquirente si è opposto alla firme di archiviazione, hanno poi cambiato il magistrato. Ma non basta la magistratura per archiviare la storia di mia sorella. Sono tre i pontificati informati sulla verità di quanto è successo” (pedofilia massoclericale) …..

Il 6 Maggio a Milano è stata danneggiata una targa commemorativa intitolata a Peppino Impastato in un giardino pubblico a Legnano (Milano), dove ignoti hanno dato fuoco al telo che la copriva, in attesa dell’inaugurazione. ….

Il 4 maggio a Bologna la Corte Costituzionale si esprimerà sui tabulati telefonici che riguardano Carlo Giovanardi, senatore di Idea indagato dalla Dda di Bologna per le presunte pressioni fatte alla Prefettura di Modena per salvare dall’interdittiva antimafia la Bianchini Costruzioni, azienda il cui titolare è attualmente imputato nel dibattimento di ‘Ndrangheta Aemilia. E’ il Gip Alberto Ziroldi ad investire la Consulta della questione, accogliendo la richiesta dei Pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi. I giudici costituzionali dovranno decidere se sia necessario o meno chiedere l’autorizzazione alla Camera di appartenenza per utilizzare ai fini di un’indagine un tabulato acquisito ‘presso terzi’, cioè nei confronti di una persona che entra in contatto con un parlamentare, come avviene per le intercettazioni telefoniche ‘indirette’, ovvero le conversazioni di un parlamentare con una persona intercettata.

Il 02 Maggio sono stati processati per aver presentato alla Asl, in vista dei rimborsi del Servizio Sanitario Nazionale, “verbali operatori” e altri documenti che avrebbero attestato la regolarità delle equipe chirurgiche quando in realtà sarebbero state prive dei requisiti richiesti, Roberto Mazzucconi, storico direttore sanitario del San Raffaele, Mario Valsecchi, amministratore della struttura fino al 2012 e Nicola Bedin, attuale amministratore del presidio ospedaliero fondato da Don Verzè. Lo ha deciso nei giorni scorsi il gup di Milano Carlo Ottone de Marchi che ha anche assolto, per non aver commesso il fatto, Giuseppe Profiti, l’ex presidente del Cda nel periodo in cui il polo ospedaliero e scientifico era travolto dal dissesto, il quale invece è stato processato con rito abbreviato. Il giudice nel rinviare a giudizio gli altri tre imputati, accusati di frode in pubbliche forniture, ha fissato il dibattimento per il 26 giugno davanti alla decima sezione penale del Tribunale.

 

Umanità nova di Milano del 7 ottobre 1920

Entrai dunque in massoneria ….

E mi accorsi subito che essa non serviva che per favorire gli interessi dei fratelli più furbi.

Da allora non ebbi colla massoneria che relazioni di ostilità.

E. Malatesta

 

Cultura dal basso contro i poteri forti, i distruttori del mondo

Rsp (individualità Anarchiche)