Il 1° giugno i mass media scrivono la dichiarazione di Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano che sostiene che il nuovo coronavirus “clinicamente non esiste più” e “terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità”. Circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere per fine mese o inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più”.
Ma che il virus non sia più lo stesso lo sostiene pure il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, partendo dalla sua esperienza sul campo. Il virus “potrebbe ora essere diverso: la virolenza che aveva due mesi fa non è la stessa potenza di fuoco che ha oggi….
Ma il business dei 55 miliardi di euro dall’Europa per sconfiggere il virus, rimane un buon affare… Ecco perché la massomafia ha convenienza nel creare il panico, il terrorismo psicologico tra le persone civili, per speculare ulteriormente sulle disgrazie sociali.
Ma facciamo un po’ di storia:
Al mondo esistono laboratori di massima sicurezza (si chiamano P4) dove si studiano (e si manipolano, perché così funziona la ricerca) virus letali: attualmente sarebbero almeno una quarantina (una ventina di anni fa erano solo 4). Uno di questi laboratori si trova a Wuhan in Cina.
Ma la storia dei virus e dei batteri manipolati in laboratorio non è nuova: alla fine degli anni ’90, per lo stesso motivo, era stato messo sotto accusa un laboratorio analogo, sorto nel centro francese di Lione. Ma questi laboratori sono indispensabili per studiare i nuovi microrganismi emergenti e mettere a punto farmaci e vaccini.
Il Giappone, per esempio, in vista delle Olimpiadi, aveva attrezzato un centro per analizzare il virus Ebola nel timore che potesse diventare una minaccia per i Giochi. Come lo era stato il virus Zika per le Olimpiadi del Brasile nel 2016 (poi arginato; ma quello era diverso, era un virus trasmesso da zanzare e in quel caso aveva contato molto la bonifica ambientale)….
Le potenze mondiali, come America e Russia (guerra fredda), hanno sempre finanziato, nei loro centri militari, ricerche che avevano a che fare con la cosiddetta guerra «biologica» e il bioterrorismo e studiavano armi biologiche per offesa prima (poi proibite), per difesa poi….
Sono famosi i laboratori militari americani di Fort Detrick (Maryland) e quelli russi (uno dei più noti si trovava sull’isola di Vozrozdenie, nel lago Aral, poi abbandonato). Ma da questi laboratori, civili e militari, i virus, in qualche caso, sono fuggiti. Ecco l’esempio più famoso: nel 1979 c’è stato l’incidente di Sverdlovsk (un centro di ricerca militare, in Russia), durante il quale almeno 100 civili sono morti per la fuga accidentale di antrace, un batterio questa volta (non un virus). Ma c’è stato anche il caso del virus dell’influenza H1N1 del 1977-’78, molto simile a quello che era circolato negli anni ’50, su cui ancora si discute se sia «riemerso» da un laboratorio…
Il 2 giugno i mass media scrivono che a Esine, in Vallecamonica, in provincia di Brescia è morto Vincenzo Arrigo, un 59enne, ucciso a colpi di roncola al termine di un litigio. Per l’omicidio è stato fermato un 53enne convivente della vittima e proprietario dell’abitazione. Vincenzo Arrigo aveva testimoniato nell’ultimo processo per la Strage di piazza Loggia ed era stato in cella con Maurizio Tramonte ex spia dei servizi segreti. Arrigo (foto sotto), condannato all’ergastolo, aveva rivelato che Tramonte, in cella gli aveva mostrato una fotografia in bianco e nero spiegandogli che era presente in piazza il 28/5/1974, il giorno della strage di stato. Tramonte dopo la militanza nell’estrema destra parlamentare di Ordine Nuovo, a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70 sarebbe entrato in contatto coi settori deviati dei servizi segreti del Sid (Servizio informazione difesa), di cui diviene informatore col nome in codice ‘ Tritone’. Con questo ruolo Tramonte avrebbe innescato l’ordigno a Brescia, mischiandosi tra la folla della manifestazione sindacale indetta quel giorno di 43 anni fa. La sentenza che lo condanna all’ergastolo arriva nel giugno 2017. Pochi giorni prima Tramonte era andato in Portogallo attraverso la Francia e la Spagna. Viene arrestato a dicembre del 2017 a Fatima, durante una visita al Santuario. Maurizio Tramonte si dichiara innocente perché eseguì un ordine militare…
Il doppio Sid (servizio segreto) salta fuori durante il sequestro del magistrato Sossi nel 1974, che per salvarsi, confessò questo segreto di Stato ai suoi carcerieri.
Sempre il 2 giugno i mass media scrivono che durante una manifestazione a Chicago, sono rimaste uccise 2 persone. Ancora non chiara la dinamica dell’episodio. Oltre 60 gli arresti.
E per il settimo giorno di seguito migliaia di americani, sfidando il coprifuoco, sono scesi in strada in diverse città‘ americane per protestare per la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso a Minneapolis per mano della polizia.
A Washington la folla si è di nuovo radunata davanti a una Casa Bianca blindata, mentre lunghi cortei si stanno snodando a New York, Philadelphia, Atlanta.
Quel mediocre di Donald Trump minaccia di mobilitare l’esercito americano contro cittadini americani, invocando l’Insurrection Act del 1807 che dà a un presidente il potere di dispiegare militari all’interno del territorio degli Stati Uniti (dittatura militare). “Io sono il presidente dell’ordine e della legalità”, ha dichiarato al tycoon, mentre in sottofondo si udiva l’eco degli spari dei gas lacrimogeni lanciati dalla polizia militare contro i manifestanti che, sfidando il coprifuoco, stavano però protestando pacificamente. Solo poco più tardi si è capito il perché di una carica delle forze dell’ordine apparsa senza senso, usando anche proiettili di gomma e agenti a cavallo contro manifestanti fino ad allora innocui: finito di parlare alla nazione il presidente Trump ha voluto proseguire la sua pagliacciata uscendo a piedi dalla Casa Bianca per dirigersi verso la vicina St. John Episcopal Church. Giunto davanti alla chiesa Trump si è fermato, si è girato verso telecamere e fotografi e, alzando un braccio, ha sventolato la copia di una Bibbia: “L’America sta tornando grande”, ha dichiarato quell’esaltato psicopatico, amico di Berluska…
Il 4 giugno i mass media scrivono che la Procura della Repubblica capitolina, ha chiesto dopo 18 anni di occupazione abusiva, il sequestro della sede del movimento di Casapound in via Napoleone III a Roma (alla faccia della costituzione antifascista, questi facevano ancora proselitismo). Nell’inchiesta 16 esponenti di Casapound sono indagati per associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale e occupazione abusiva di immobile. Indagati tra gli altri i vertici del movimento di estrema destra Gianluca Iannone, Andrea Antonini e Simone Di Stefano….
Sempre il 4 giugno i mass media scrivono che la procura di Genova ha trasmesso gli atti al Consiglio superiore della magistratura sulla morte di David Rossi, il capo della comunicazione di Mps precipitato da una finestra di Rocca Salimbeni nel 2013.
I pm genovesi avevano aperto una inchiesta su presunti festini a cui avrebbero partecipato i magistrati senesi che indagavano sulla vicenda e che, per questo, avrebbero insabbiato le indagini. L’inchiesta genovese, per abuso d’ufficio a carico di ignoti, era stata aperta dopo l’intervista rilasciata alle Iene dall’ex sindaco senese Pierluigi Piccini che aveva detto di aver saputo di ‘festini’ ai quali avrebbero partecipato importanti personaggi della magistratura e della politica e che forse l’inchiesta sulla morte di Rossi era stata ‘affossata’ per questo. Il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e il sostituto Cristina Camaiori avevano interrogato come persona informata dei fatti l’escort che avrebbe partecipato agli incontri a sfondo sessuale. Il giovane aveva confermato di avere partecipato alle feste, ma non aveva riconosciuto con assoluta certezza i magistrati mostrati in foto dagli investigatori, al contrario di quanto invece fatto durante la trasmissione tv delle Iene.
Il capo della comunicazione del Monte dei Paschi morì il 6 marzo 2013 proprio mentre esplode l’indagine sulla banca. Sono giorni tesi per Rossi che poco prima della morte aveva espresso la volontà di andare a parlare coi magistrati. I pm senesi chiudono due volte l’indagine come suicidio, ma sono tante le ipotesi avanzate sulla morte del dirigente. L’ultimo a fare riaprire il caso era stato l’ex sindaco di Siena Piccini che aveva ventilato l’ipotesi che i festini fossero stati il motivo della chiusura delle indagini.
Il 5 giugno i mass media scrivono che a Torino sono state indagate 19 persone e 5 società imprenditoriali.
Danni al Servizio sanitario nazionale, a vantaggio di un’azienda torinese e di una multinazionale veneta, leader nella fornitura di prodotti e apparecchiature mediche. Nel mirino alcuni appalti per la fornitura di camici e divise per medici e infermieri, stilate (secondo l’accusa) per favorire la multinazionale.
“Turbativa d’asta e corruzione” sono i reati ipotizzati nell’operazione ‘Molosso’, che ha portato a perquisire una trentina tra ospedali, Asl, aziende e abitazioni private.
Interrompendo, secondo l’accusa, un “malcostume diffuso, fatto di gare d’appalto truccate e di ipotesi di corruzione all’interno della sanità piemontese”.
All’ospedale di Alessandria le indagini avrebbero individuato la corruzione di un coordinatore infermieristico membro della commissione per l’appalto di prodotti e apparecchiature chemioterapiche, che raccomandava una specifica società.
Il 6 giugno i mass media scrivono che c’è stata tensione al Circo Massimo di Roma, durante la manifestazione di FN (alla faccia della costituzione antifascista) tra gruppi ultras…
Il Pd Campidoglio: “Assistiamo sgomenti alle dirette e alle immagini che arrivano dalla manifestazione di Forza Nuova al Circo Massimo. Ancora violenza nel cuore di Roma ad opera di gruppi neofascisti e ultrà. “È inaccettabile vedere Roma medaglia d’oro alla resistenza, città della pace, umiliata dall’arroganza di chi conosce solo il linguaggio fascista”.
Sempre il 6 giugno i mass media scrivono che è stato completato il cuore di un altro magnete superconduttivo per il progetto Iter, l’ambizioso esperimento scientifico internazionale per dimostrare il potenziale dell’energia a fusione (nucleare!? Ma l’italia non aveva firmato al referendum del 1987, contro il nucleare?).
Il gigantesco manufatto a forma di ‘D’ parte oggi dallo stabilimento di Asg Superconductors, l’azienda a La Spezia che fa capo alla famiglia Malacalza, per arrivare a Marghera dove ci saranno ulteriori step di costruzione. Una volta completato, verrà trasportato a Cadarache, in Francia, per diventare parte della più grande macchina a fusione mai costruita. Partecipano al progetto Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) Unione Europea, Cina, Giappone, Usa, Russia, India e Corea del Sud.
Attraverso la strategia di Fusion for Energy (F4E), l’organizzazione Ue che gestisce il contributo europeo a Iter (pari a circa il 50% dell’intero progetto), molte aziende europee e laboratori scientifici hanno partecipato con know-how ed esperienza tecnologica.
In totale ben 40 diverse aziende e 700 persone sono state coinvolte per la sola produzione dei 10 supermagneti europei, di cui Asg realizza il ‘cuore’ magnetico.
In totale Iter utilizzerà 18 bobine magnetiche. I toroidal field coils sono i magneti più grandi e sofisticati al mondo per contenere il plasma che raggiungerà la temperatura di 150 milioni di gradi centigradi: la gabbia magnetica che creeranno terrà il plasma lontano dalle pareti interne della macchina a fusione. La gara è stata vinta nel 2012 dalla Asg Superconductors, società presieduta da Davide Malacalza, con Sergio Frattini amministratore delegato, vale 156 milioni per la produzione di 10 toroidali. Quello completato oggi nello stabilimento Asg, nel rispetto delle normative covid-19, è il sesto toroidale prodotto alla Spezia, mentre il primo è uscito dallo stabilimento nel maggio 2017. Complessivamente le aziende italiane hanno preso commesse per oltre 1 miliardo dal progetto Iter. Accanto al progetto-madre di Iter per il ‘sole artificiale’ sulla fusione nucleare si moltiplicano investimenti e iniziative. A inizio anno un accordo è stato annunciato da Eni ed Enea per la creazione di un polo scientifico-tecnologico a Frascati.
Ma facciamo un po’ di storia:
Dopo il disastro di Chernobyl del 1986 il referendum delle consultazioni popolari decide nel novembre 1987 e nel giugno 2011 di fermare le centrali della penisola. Oggi resta il problema dello smaltimento e smantellamento dei siti.
Meno di 50 furono i morti legati all’incidente e ben 4 mila i casi di decessi per cancro alla tiroide(sviluppato soprattutto nei bambini) «collegabili» all’incidente. Un disastro che, per la prima volta, fece prendere coscienza di come un giorno il genere umano sarebbe potuto incorrere nella autodistruzione. Con un secondo referendum, il 12 e 13 giugno 2011, si chiuse definitivamente la porta al nucleare, abrogando nuove norme che consentivano la ripresa di una strategia energetica basata anche sull’energia atomica.
Oggi in Italia esistono ancora 7 siti nucleari, ex centrali elettriche e siti di stoccaggio; Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta). A queste va aggiunto Montalto di Castro (Viterbo), dove era in costruzione un quinto impianto. Nel febbraio del 2009 il nostro Paese firmò un accordo col governo francese per realizzare 4 reattori di tecnologia EPR (centrali di «terza generazione») da 1.600 megawatt ciascuno. L’intesa tra Silvio Berlusconi e Nicholas Sarkozy prevedeva la cooperazione sulla produzione di energia con l’atomo.
Ma non è finita qua: Sono trascorsi 5 anni da quell’11 marzo del 2011, quando tre catastrofi, di cui due naturali, cancellarono 400 chilometri di coste giapponesi. Il bilancio fu di quasi 16.000 morti, 2.572 dispersi e 160mila evacuati, con oltre 127mila edifici distrutti. Il secondo più grave disastro nucleare dopo Chernobyl. Con una differenza sostanziale: se l’impatto del disastro in Ucraina fu quanto meno circoscritto dopo l’esplosione a cielo aperto, l’emergenza a Fukushima non si può ancora definire conclusa. Tra reticenze e ritardi nelle bonifiche, il Giappone (che dell’atomo sicuro aveva fatto un credo) si trova oggi a vivere tra città abbandonate e radiazioni ben al di sopra del limiti consentiti. Il governo di Tokyo ha speso finora 135 miliardi di euro per bonificare le città della prefettura di Fukushima abbassando il livello delle radiazioni, ma l’incubo non è finito. Come spiega il rapporto di Greenpeace Giappone «Radiation reloaded» gli elementi radioattivi sono stati assorbiti dalle piante, dalle foreste, da fiumi ed estuari. I pesci d’acqua dolce che rivestono un ruolo di primo piano nel commercio nipponico, presentano altissimi livelli di cesio. Numeri alla mano «già oltre 9 milioni di metri cubi di scorie nucleari sono sparsi su almeno 113mila siti nella Prefettura di Fukushima». Per smaltire gli effetti del disastro (scrive l’organizzazione) occorreranno secoli.
Nel 2010 l’Italia firma un decreto ministeriale sui criteri di localizzazione e costruzione, del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi (decreto legislativo 15/2/2010, n. 31).
L’elenco delle 50 aree potenzialmente idonee a localizzare una centrale nucleare sono: secondo l’elenco reso noto da Legambiente, i siti sono dislocati in ben 15 regioni italiane: 7 sono in Puglia, 6 in Toscana, 5 in Sardegna e Sicilia, 4 in Calabria, Lombardia e Veneto, 3 in Emilia Romagna, Lazio, Friuli Venezia Giulia, 2 in Campania, 1 in Basilicata, Molise, Piemonte e Umbria.
Secondo l’ultimo inventario dei rifiuti radioattivi compilato da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), in Italia al momento sarebbero stoccati nei vari depositi temporanei circa 28mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui oltre 1500 di terza categoria, cioè ad alta attività, con tempo di decadimento di migliaia di anni.
Il ministero allo Sviluppo economico ha dato il via libera nel 2014 alla dismissione e alla decontaminazione del reattore «Arturo» e della centrale nucleare di Caorso nel comune del Piacentino. La centrale di Caorso, la più grande d’Italia, era stata realizzata dall’Enel tra il 1970 e il ’77. I lavori erano stati affidati al Consorzio di imprese Getsco-Anm (Ansaldo Meccanica Nucleare). Il costo complessivo dell’opera, negli anni ’70, era stato di 300 miliardi di vecchie lire.
Il 6 giugno i mass media scrivono che il gip di Varese ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di una farmacista 59enne, dirigente presso l’ospedale di Saronno, e di un 49enne di Barlassina (Monza Brianza), amministratore di una società specializzata. I furboni cattofascisti sottraevano materiale per intubare i pazienti, ai reparti intensivi, per essere rivenduto poi sul mercato.
Ordini di acquisto ingigantiti approfittando dell’emergenza Coronavirus.
Per entrambi gli arrestati il reato contestato è peculato in concorso.
Il medico, dirigente dell’ospedale, arrestato, Sara Veneziano, di 59 anni, nelle telefonate intercorse col presunto complice, l’imprenditore Andrea Arnaboldi, di 49, chiede insistentemente di far pagare le pile per laringoscopi sottratte “250 euro l’una” vista la carenza. “Sì, sì dai (dice), una bella mangiata un bel regalo, ci compriamo la borsa di Prada”. Tanto che il gip di Busto Arsizio (Varese) che ha coordinato l’inchiesta, non esita a definire i due: “avidi e dotati di sconcertante cinismo”.
Il 9 giugno i mass media scrivono che è stata indagata per riciclaggio la ciellina Irene Pivetti, assieme ad altre 5 persone, nell’inchiesta milanese che ha portato la guardia di finanza a perquisire la sua abitazione a Milano e alcune sue società. L’indagine vede al centro operazioni di import-export con la Cina da parte di società riconducibili all’ex presidente della Camera (foto sotto)….
Sempre il 9 giugno i mass media scrivono che la procura di Ferrara ha fatto diverse perquisizioni nelle province di Ferrara e Modena. Sono 14 gli indagati, a vario titolo di peculato, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falso ideologico e materiale e truffa. Al centro dell’inchiesta c’è una gara di appalto pubblica per l’assegnazione dei lavori post sisma 2012 eseguiti sul complesso fieristico, finanziati con contributi regionali per circa 5 milioni, con richieste specifiche di documentazione negli uffici di prefettura, Comune e comando provinciale dei Vigili del fuoco, per comprovare eventuali criticità sulla corretta assegnazione del finanziamento e il regolare possesso di certificazioni di agibilità ( alè se magna !! A umma umma- Patto stato mafia – massomafia).
Mentre loro se magnano tutto, noi invece, che non vogliamo adeguarci alle ingiustizie sociali, viviamo esclusi da questa società consumista. Sopravviviamo, in questo contesto sociale di libero mercato, dove vince sempre il più forte, il più bastardo (culturalmente mediocre e ambizioso), e noi invece, sognatori ed utopisti, convinti che si possa cambiare il mondo per migliorarne le condizioni sociali, mentre loro se strafogano di mangiare e se magnano tutto! Noi ci ritroviamo precari, senza futuro, sostituiti dalle macchine!…
Non sappiamo se essere contenti. Per adesso le prospettive sono ancora… precarie.
Tutti i governi,sedicenti liberatori, promisero di
smantellare le fortezze erette dalla tirannia per tenere
in soggezione il popolo.
Ma, una volta insediati, lungi dallo smantellarle,
le fortificarono ancor meglio, per continuare
a servirsene contro il popolo.
Carlo Cafiero
Cultura dal basso contro i poteri forti
Rsp (individualità Anarchiche)