Strage di Bologna organizzata dai servizi segreti e dalla destra atlantica

corteo_2_agosto

Il 2 agosto 1980 alle 10.25, nella sala d’aspetto della II classe della stazione di Bologna Centrale, esplode un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, che uccise 85 persone e ne ferì oltre 200.

Il 30 Luglio 2021 i mass media scrivono che è iniziato il nuovo processo sui mandanti della strage del 2 agosto 1980. Nel 2010, il giornalista inglese Philip Willandove in un’intervista a Licio Gelli (capo della loggia massonica P2), gli fece vedere il documento chiamato “Bologna”, conto 525779 XS. Un documento sequestrato a Gelli e subito occultato, quando fu arrestato a Ginevra nel 1982, fatto sparire dai servizi segreti perché evidenziava i finanziamenti che Gelli dava ai terroristi neri e agli sbirri (servizi segreti) per comprarsi la loro complicità.

Il documento era troppo compromettente, perchè dimostrava che il gran maestro, era stato l’ispiratore e il finanziatore della strage di stato che causò 85 morti civili.

Nelle carte segrete del giornalista inglese, salta fuori anche il nome del piduista Marco Ceruti, uomo di fiducia di Gelli, segretario del vice presidente piduista del Consiglio della magistratura Zilletti.

Ceruti gestiva i soldi del conto Bologna e avrebbe ricevuto 5 milioni di dollari che servivano per finanziare i Nar di Fioravanti e Mambro e a pagare i vari depistaggi dopo la strage di Bologna.

Gelli muore il 15/12/2015 a Villa Vanda in Toscana, all’età di 96 anni, rimane solo Marco Ceruti, l’unico custode in vita di quei segreti di stato.

Nel 2018 Ceruti viene interrogato dalla Procura generale sul conto Bologna, e viene indagato per falsa testimonianza; accusa che, a forza di comperarsi sbirri e magistrati massomafiosi (una tattica usata da sempre per rimanere inpuniti), viene archiviata.

Il processo sui mandanti è iniziato il 12 maggio 2021 ma Ceruti non si presentò in aula e, per giustificarsi mandò un certificato medico brasiliano. Ceruti, il cassiere di Gelli, con i tanti soldi fatti col maestro piduista e i suoi lavori sporchi, vive in un lussuoso condominio della Florida, con splendida vista sul mare di Miami Beach.

Licio Gelli, col conto Bologna, comprava tutti quelli che gli servivano per attuare la strage di stato prevista dal piano militare Atlantico anticomunista, chiamato ‘strategia della Tensione’.

A Roma il 22/2/1980 Valerio Verbano attivista militante appartenente all’area di Autonomia Operaia, appena diciottenne, viene ucciso nella sua abitazione, dopo che i suoi genitori erano stati legati e imbavagliati. L’omicidio viene rivendicato dai Nuclei armati rivoluzionari. Verbano dava fastidio ai politici e al loro braccio armato perché stava raccogliendo informazioni sui terroristi di destra.

Sempre in quel periodo un giovane magistrato, Mario Amato, stava indagando su quel mondo occulto e per due volte davanti al Csm ha lanciato l’allarme su quei gruppi eversivi neofascisti, ma era rimasto inascoltato. Il 23 giugno Gilberto Cavallini e Luigi Ciavardini lo uccisero sotto casa, mentre aspettava l’autobus per andare in Procura. Ad ucciderlo furono gli stessi Nar che stavano preparando l’attentato del 2 agosto.

Mentre da Ginevra il gruppo di potere, legato ai servizi segreti militari (P2), muoveva i soldi per le operazioni di copertura, a Roma dietro la ferocia di un gruppo apparentemente “spontaneista”, si nascondevano invece alleanze stragiste.

Nel nuovo processo sulla strage di Bologna, il principale imputato è Paolo Bellini (foto sopra), ex esponente di Avanguardia Nazionale, ritenuto dalla Procura generale tra gli esecutori dell’attentato che agì come ‘quinto uomo’ in concorso con gli ex Nar.

Bellini fuggì in Brasile nel 1977, a forza di comperarsi tutti riuscì a ottenere i documenti falsi per fuggire.

In quei tempi, molti italiani aderenti all’estrema destra si nascosero in Sudamerica: il leader ordinovista Elio Massagrande che ha dato ospitalità al piduista Licio Gelli, Cavallini, scappato in Bolivia dopo l’arresto nel 1981, Giusva Fioravanti ex Nar, condannato in via definitiva per la strage di Bologna, Delle Chiaie, Carmine Palladino, fondatore della società di import-export Odal Prima, storica cassaforte di Avanguardia nazionale, che avrebbe goduto di finanziamenti provenienti dalle banche sudamericane ove Gelli, il faccendiere Sindona e il banchiere Umberto Ortolani, avevano occultato i capitali sottratti al Banco Ambrosiano (una delle banche private cattoliche italiane) di Roberto Calvi, soprannominato ‘il banchiere di Dio’.

Il Banco Ambrosiano aveva sede a Milano, in Piazza Paolo Ferrari 10.

Seguendo la ‘pista’ dei soldi del conto Bologna, i procuratori generali hanno dato un nome a quelli che erano le 4 ‘menti’ della strage: sono stati accusati da morti: Licio Gelli, maestro venerabile della loggia massonica P2 e Umberto Ortolani come mandanti-finanziatori; l’ex capo dell’ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato (foto sotto), indicato come mandante-organizzatore; Mario Tedeschi, direttore della rivista “Il Borghese” ed ex senatore dell’Msi considerato organizzatore per aver coadiuvato D’Amato nella gestione mediatica della strage, nonché nell’attività di depistaggio delle indagini.

Per la procura generale, la strage di Bologna fu quindi finanziata da un flusso di milioni di dollari di matrice piduista e l’attentato, non fu ascrivibile allo spontaneismo armato.

La Procura generale di Bologna infatti, aveva avocato a sé l’inchiesta sui mandanti nell’ottobre 2017, dopo che la Procura ordinaria aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo.

Nei vari gradi di giudizio che si sono succeduti dal 1987, con l’appello nel 1990 si ribalta il verdetto di I grado sulla strage di Bologna, che assolve tutti gli indagati.

Solo con la sentenza definitiva di Cassazione del 23/11/1995, vengono condannati all’ergastolo quali esecutori dell’attentato i neofascisti dei NAR e l’ex capo della P2 Licio Gelli, insieme agli agenti del Sismi (corrotti) Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte.

Nel 2007 viene condannato a 30 anni per la strage di Bologna anche Luigi Ciavardini (foto sotto).

Nell’indagine sulla strage, viene richiesta una nuova perizia sui reperti della stazione ancora conservati, sopratutto l’interruttore che ha fatto esplodere la bomba.

Il 9 gennaio 2020 Cavallini viene condannato con sentenza di I grado, per concorso nella strage.

I parenti delle vittime per il 41° anniversario della strage del 2 agosto 1980, dichiarano ai mass media: ”Svelare mandanti e depistatori nascosti nelle strutture dello stato, rafforza la nostra democrazia e restituisce dignità al Paese”.

Paola Sola ha organizzato e sostenuto fino al 2000 l’associazione dei familiari vittime della strage di Bologna occupandosi di faldoni, registri, dell’accoglienza ai parenti, delle ricerche e degli archivi.

L’associazione è stato un lavoro collettivo iniziato con giovani pionieri che digitalizzavano i documenti.

Una storia, quella dell’associazione, fatta di battaglie e lotta. A cominciare dalla proposta di legge per l’abolizione del segreto di stato nei delitti di terrorismo di stato: 100mila firme raccolte.

Nel 1985 Craxi (il porco esoso), oppose il segreto di stato alle indagini sul comportamento del Sismi, i quali agenti, recuperarono in Uruguay l’archivio di Licio Gelli, ma decisero di restituire alle autorità sudamericane i due fascicoli riguardanti due politici italiani.

Nel 1984 la Regione aveva proposto a Paola Sola l’incarico di segretaria dell’Ufficio di coordinamento dei famigliari delle vittime del 2 Agosto e delle altre stragi, oltre che di supporto all’associazione. “I primi atti che lessi erano su Musumeci, io cittadina ignara di tutto leggevo di servizi e depistaggi: ma in che mani siamo? mi ripetevo. Tutti devono sapere”.

Paola Sola ha voluto ricordare anche un episodio importante: “Avevo da poco messo giù il telefono con Torquato per dirgli che ero andata a prendere le pubblicazioni della requisitoria dell’Avvocatura di stato, quando si presentarono in ufficio 4 giovani in abito nero, camicia bianca e occhiali da sole a specchio, dicevano che erano studenti interessati a quelle pubblicazioni. Nessuno mi ha mai tolto dalla testa che fossero dei Servizi. Ci sentivamo spiati, anche nei telefoni”, ha concluso.

Nel 2009 è stato opposto il segreto di stato alle indagini sull’archivio del dossier raccolto dal direttore del Sismi Niccolò Pollari (nella foto con Kossiga) in un “ufficio riservato” di via Nazionale a Roma, dove venivano spiate a partire dal 2001, fino al 2006, quattro procure della Repubblica (Milano, Torino, Roma e Palermo), 203 giudici di 12 Paesi europei (di cui 47 italiani), giornalisti e politici dell’opposizione di centrosinistra, sorvegliandone le iniziative, intimidendoli con operazioni di disinformazione, fino a screditarli con manovre “anche traumatiche”, secondo la definizione dei giudici inquirenti.

Durante la sua presidenza nella Commissione stragi, l’onorevole Giovanni Pellegrino riassunse la sua accurata esperienza di inchiesta parlamentare in un libro-intervista. In esso rivelò un interessante particolare dell’audizione, svoltasi un decennio prima, del senatore Paolo Emilio Taviani nel corso della seduta n. 24 del I luglio 1997: «Fece riferimento a un “ipotetico colonnello dei carabinieri”, ma non volle andare oltre, affermando che solo dopo la sua morte sapremo quella parte di verità che non può raccontarci da vivo…

Giovanni Fasanella, Giovanni Pellegrino, Claudio Sestieri, Segreto di Stato, Sperling & Kupfer, Milano, 2008.

Stazione Bologna 2 agosto 1980: STRAGE DI STATO!

A proposito di TERRORISMO DI STATO…

Solidarietà ai compagni anarchici e anarchiche arrestati ingiustamente per aver difeso l’ambiente ed aver evidenziato le tante speculazioni fatte dallo stato sulle inutili ma costose infrastrutture che fanno ingrassare solo la massomafia, e per aver difeso i poveri dalle tante ingiustizie sociali che devono subire come prassi. Per aver contrastato ed evidenziato anche le tante stragi di stato, e le tante violenze e torture fatte dai poteri militari (servizi segreti, cc, ps).

Noi ricercatori senza padroni siamo sempre con Voi e vi stimiamo per la vostra coerenza e il vostro coraggio!! Non fatevi abbattere dalla vita carceraria senza senso: anche lì c’è bisogno della vostra cultura e determinazione!! Anarchia: l’unica via per sentirsi liberi e felici.

Pinelli vive e lotta insieme a noi! Le nostre idee non cambieranno mai!!

 

L’ordine ottenuto tramite la sottomissione

e conservato con il terrore non è certo

una garanzia di sicurezza.

Emma Goldman

 

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)