Occhio! Si stanno già rubando i soldi del Recovery plan: truffa statale da 440 milioni di euro

Ricordiamoci che il 27/4/2021 la Camera ha approvato il Recovery Plan, il piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr), il maxi piano da 248 miliardi proposto dal massone banchiere Draghi (nella foto, il presidente del Consiglio Mario Draghi con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen), per il rilancio del Paese. Il piano servirà a rilanciare un Paese non solo stroncato dalla pandemia Covid-19, ma anche da una crescita economica (e demografica) debolissima da vent’anni. Come ha rilevato la Commissione europea che nel 2020 ha stimato una crescita del prodotto interno lordo scesa allo 0,4%.

Senza crescita non si riuscirà a uscire da una situazione che quest’anno vedrà il debito pubblico sfiorare il 160% del Pil.

Ma il problema è che non sono ancora arrivati tutti i soldi del Recovery Plan che i nostri politici, aziende e società (massomafia li aveva definiti Falcone prima di essere ucciso), sono già lì che rubano!! In questi giorni i mass media scrivono che decine di aziende e società (grazie a dei commercialisti), avevano organizzato un sistema di truffe per aggirare i controlli dell’Agenzia delle entrate. Le truffe riguardavano i crediti d’imposta per 3 diverse agevolazioni del governo: bonus locazioni, sismabonus e bonus facciate. La base operativa del sodalizio criminale era a Rimini. Otto indagati sono finiti in carcere, mentre altri 4 sono ai domiciliari.

Inutili gli allarmi dei procuratori antimafia che dal 2020 hanno chiesto alle autorità di essere vigili sulle manovre varate dal governo, solo col super bonus sono state scoperte truffe per circa 4 miliardi di euro. Anche per quanto riguarda il bonus sisma, era stato architettato il modo di entrare in possesso illecitamente dei fondi, per case che non sarebbero state mai ristrutturate: nell’indagine sono in totale 78 le persone indagate. Una maxi truffa che ha portato un danno ai fondi pubblici di 440 milioni di euro. Una maxi frode di falsi crediti locazioni, sismabonus e bonus facciate, introdotti tra le misure di sostegno emanate dal governo col decreto rilancio (dl 34/2020), durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria da Covid-19, per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà. I proventi sarebbero stati investiti in criptovalute e metalli preziosi. La truffa del Recovery plan è scattata in Emilia Romagna e in contemporanea in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto.

Frode sui bonus edilizi, le intercettazioni: “Lo Stato è pazzesco, vogliono essere inc**lati”. La Finanza sequestra trolley pieni di contanti

Il meccanismo era piuttosto rodato: tramite amicizie e commercialisti compiacenti, venivano reclutate (o addirittura create dal nulla), società attive ma in grave difficoltà economica che però funzionavano come galline dalle uova d’oro. Sono oltre 100 le società coinvolte, create ad hoc per ottenere bonus locazioni, bonus per ristrutturazioni con miglioramenti sismici ed energetici e i cosiddetti bonus facciate che nell’ultimo anno hanno portato all’apertura di una moltitudine di cantieri edili in tutta Italia. In carcere sono finiti l’imprenditore di origine pugliese, ma da tempo operativo in provincia di Rimini, Nicola Bonfrate, secondo gli inquirenti promotore e capo dell’associazione oltre che amministratore di numerose società, e la sua stretta collaboratrice, Imane Mounsiff, cittadina di origine marocchina; il commercialista riminese, Stefano Francioni e altre 5 persone considerate dagli investigatori i ‘piazzisti e venditori’ nelle varie Regioni.

E in particolare Matteo Banin (foto sotto), originario di Rovigo, ritenuto la mente del sodalizio, Stefano Francioni di Rimini e un terzo professionista di Bisceglie, ritenuto come Banin tra i vertici dell’associazione.

Ma non è finito qua il magna magna: Il governo di quei 250 miliardi di euro del Recovery plan, ne vuole stanziare 6,31 miliardi per le reti ultraveloci, la banda larga e il 5G (per il controllo sociale). L’obiettivo del governo è portare entro il 2026 reti a banda ultralarga ovunque per digitalizzare il lavoro, meccanizzarlo.

Il Piano e il Fondo Complementare sull’alta velocità, prevedono invece altri investimenti per oltre 15 miliardi. Un esempio, è la linea ad Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, dove i treni potranno viaggiare a 300 Km all’ora. La Commissione propone poi di fissare a 1.100 miliardi il tetto di spesa al Bilancio Ue 2021-2027 e di alzare al 2% del Pnl (Prodotto nazionale lordo), il tetto delle risorse degli stati membri per lo stesso bilancio e di usare la differenza tra tetto di impegni e tetto di spesa come garanzie per l’emissione di debito comune. Il debito così emesso dovrà essere rimborsato tra il 2028 e il 2058, attraverso il bilancio comune post 2017.

Ma per capire meglio il problema, torniamo indietro nel tempo:

è un vecchio vizio dell’Italia cattosinistroide (democristiana: centrodestra – centrosinistra), quella di rubare i soldi allo stato (‘mani pulite’ 1992 – 2001).

Il 17/2/1992 l’arresto di Mario Chiesa (nella foto con Craxi), diede il via alla stagione che travolse la I repubblica e cambiò la storia d’Italia. Ma a distanza di un quarto di secolo, il Paese non ha saputo farne tesoro e il problema della corruzione è ancora attivo: un’intera classe dirigente è finita sotto accusa: ben 4520 persone sono state indagate nel solo filone milanese di Mani pulite. Il processo a Sergio Cusani trasmesso in diretta televisiva, ha visto passare sul banco degli imputati ex premier ed ex ministri come Bettino Craxi e Arnaldo Forlani che risposero alle domande di Antonio Di Pietro. Le inchieste milanesi di mani pulite, si sono intrecciate con le stragi di mafia (uccisione di Falcone e Borsellino) e con una crisi economica profonda, che ha provocato la scomparsa di aziende celebri e la svalutazione della lira, che ha spinto il governo Amato a prelevare il 6 per mille dai conti correnti di tutti gli italiani.

In questo periodo si sono imposti nuovi movimenti anticostituzionali, da Forza Italia alla Lega, e altri sono sorti dalle ceneri della tradizione democristiana e cattocomunista. Non sono state create leggi e strutture per impedire che le tangenti tornassero a dilagare. Anzi, sono stati introdotti provvedimenti che, invece di rendere più giusti i processi, hanno ingolfato la macchina della giustizia, provocando la dissoluzione di migliaia di inchieste per effetto della prescrizione. Nel 1992: il finanziamento della politica non è trasparente, i partiti continuano a lottizzare società ed enti pubblici. Certo, non esiste più quel sistema verticistico che applicava il manuale Cencelli anche alla spartizione delle tangenti, definendo quote precise a livello cittadino, provinciale, regionale e nazionale. Un sistema in cui (a livello locale e nazionale), le indagini dimostrarono anche un ruolo del Pci. Nel 2017 le segreterie dei partiti non sono più il cardine della gestione dei finanziamenti illeciti. Adesso il mercato della corruzione è dominato da consorterie trasversali, bande che legano gli interessi di politici e imprenditori. E sempre più spesso le mafie si inseriscono in queste dinamiche, offrendo bustarelle e mettendo a disposizione i loro capitali. E’ il copione di Mafia Capitale (il patto e il bacio tra Riina e Andreotti), è il modello criminale che minaccia il nostro futuro.

Riina e Andreotti

L’espressione ‘democrazia cristiana’, viene utilizzata per descrivere un insieme di movimenti di natura prevalentemente sociale, sorti nell’ultimo scorcio del 19° sec., in parte avallati e incoraggiati dalla istituzione ecclesiastica e dal papato (partigiani bianchi che firmarono nel 1949 il patto Atlantico anticomunista – strategia della tensione, piano militare che prevedeva colpi di stato e stragi di stato per incolpare i movimenti anarchici e di sinistra). Ufficialmente fu riconosciuta con le teorie enunciate da G. Toniolo e nell’enciclica Graves…

https://www.la7.it/atlantide/video/tangentopoli-una-storia-italiana-14-11-2021-408437

 

Solidarietà a tutte/i gli anarchici/he arrestati/e.

Dopo tutti questi anni di lock down dovuti all’emergenza Coid19, siamo economicamente a terra, senza sussistenza, senza lavoro, senza futuro, ci rimane solamente la possibilità di sognare ‘la bella’: la rapina del secolo che ci mette aposto per tutta la vita!!

Tagliamo anche i 15mila euro dello stipendio mensile dei nostri papponi politici e distribuiamoli tra noi lavoratori precari che non abbiamo più nemmeno il diritto a un futuro dignitoso!

Ribelliamoci a tutte queste ingiustizie sociali che siamo costretti a subire.

Anarchia: l’unica via!

Non sono i delitti punibili dalla legge quelli a cui

bisogna imputare i peggiori mali del mondo.

Sono i torti legalizzati, i crimini che godono di impunità,

giustificati e protetti dalle leggi e dal governo.

A. Berkman

 

Cultura dal basso contro i poteri forti massomafiosi

Rsp (individualità Anarchiche)