E’ ricominciata la guerra fredda?

Il 6 febbraio i mass media scrivono che a Trento i civili hanno avvistato caccia americani F-16 volare bassi su tutto il Trentino. Una storia che si intreccia col recente passaggio di navi militari russe dal canale di Sicilia, e conferma quanto l’Italia sia in prima linea nel conflitto tra Stati Uniti e Russia ( guerra fredda. Patto Atlantico anticomunista). Col rischio che basi americane in territorio italiano diventino bersagli in caso di guerra. Uno degli F-16 è stato visto dalla popolazione della Val di Fiemme svettare a una quota di 5900 metri il 4 febbraio. Cioè all’indomani del 24° anniversario della strage del Cermis del 3 febbraio 1998, quando un aereo americano Grumman EA-6B Prowler passò a bassa quota tranciando col timone il cavo di una funivia e uccidendo 20 persone. La coincidenza ha inquietato i trentini e il presidente regionale Maurizio Fugatti ha interpellato il ministero della difesa. L’aeronautica militare italiana ha dichiarato che erano caccia in volo fra la Gran Bretagna e la base americana di Aviano, presso Pordenone, dove staziona una guarnigione di 56 F-16 del 31° Fighter Wing, stormo dell’US Air Force. L’F-16 può sganciare armi atomiche e ad Aviano sono immagazzinate 50 bombe nucleari B61 (peggio de così!!).

Ma proprio a noi che non vogliamo le guerre e nemmeno le armi, ci tocca subire anche l’abuso di potere militare della Nato anticomunista che ci ha imposto la strategia della tensione: piano militare fatto di colpi di stato e stragi di stato….

Ricordiamoci che in Italia è dal 1949 che abbiamo 100 basi militari  Nato anticomuniste sparse per tutta l’Italia. In Italia dobbiamo ancora discutere le stragi di stato e il loro braccio armato: dove si addestravano? Chi li sovvenzionava?

Figurati se mettono in discussione le forze militari del disordine…

Il primo novembre 2021 il Cremlino annuncia lo stop dei rapporti diplomatici con l’organizzazione del Patto Atlantico anticomunista. È gelo tra Russia e Nato. Il governo di Mosca ha annunciato che interromperà i rapporti diplomatici con l’organizzazione del Patto Atlantico anticomunista. La decisione (confermata dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov) rappresenta una contromisura contro la decisione dell’Alleanza Atlantica di espellere dal proprio quartier generale 8 funzionari di Mosca, accusati di essere agenti segreti non dichiarati. Il Cremlino accusa la Nato di espandere la sua infrastruttura militare in modo provocatorio verso i suoi confini, mentre l’Alleanza Atlantica lamenta i tentativi di Mosca di ripristinare la sua influenza su paesi un tempo parte del blocco sovietico. Di conseguenza, la Nato valuta le proprie scelte con la necessità di rafforzare la sicurezza degli stati membri vicini alla Federazione russa. Una spirale segnata nel 2014 dal rischio del ritorno ad una vera e propria guerra quando, dopo la rivoluzione di Maidan in Ucraina, Mosca ha illegalmente annesso la penisola di Crimea alla federazione. E nell’aprile scorso, un assembramento senza precedenti di soldati e mezzi russi al confine ucraino aveva fatto temere un’escalation armata alle porte dell’Europa. Una volta rientrata la crisi, Mosca ha ordinato che le armi pesanti fossero tenute sul posto, circa 160 chilometri a est del confine, per tenersi pronta a rispondere rapidamente in caso di uno “sviluppo sfavorevole” della situazione durante le esercitazioni della NATO Defender Europe.

Ma torniamo indietro nel tempo: 

Il 4 aprile 1949: Il Trattato NATO anticomunista chiamato Patto Atlantico, viene firmato a Washington dai 12 stati più ricchi del mondo : BELGIO (1949), FRANCIA (1949), CANADA (1949), DANIMARCA (1949), ISLANDA (1949), ITALIA (1949), LUSSEMBURGO (1949), NORVEGIA (1949), PAESI BASSI (1949), PORTOGALLO (1949), REGNO UNITO (1949), STATI UNITI (1949), GRECIA (1952), TURCHIA (1952), GERMANIA (1955), SPAGNA (1982), POLONIA (1999), REPUBBLICA CECA (1999), UNGHERIA (1999), BULGARIA (2004), ESTONIA (2004), LETTONIA (2004), LITUANIA (2004), ROMANIA (2004), SLOVACCHIA (2004), SLOVENIA (2004), CROAZIA (2009), ALBANIA (2009), MONTENEGRO (2017), MACEDONIA DEL NORD (2020).

In Italia ci furono 4 Colpi di stato previsti dal Patto Atlantico anticomunista:

Il Piano Solo, nel 1964, fu un colpo di stato organizzato dal generale dei carabinieri Giovanni de Lorenzo e dal Presidente della Repubblica Segni, eletto coi voti del MSI e dei monarchici. Il golpe Borghese del dicembre 1970 messo in moto nella notte tra il 7 e l’8 dicembre, organizzatore fu Junio Valerio Borghese, il ‘principe nero’, in collaborazione con Avanguardia Nazionale e i vertici militari e i dei servizi segreti. Esponenti del gotha industriale garantirono i necessari finanziamenti per il colpo di stato; Nell’attuare il colpo di stato ebbero un ruolo criminale sia la loggia massonica P2 di Licio Gelli, sia Cosa Nostra e la ‘Ndrangheta. Poi ci fu il “golpe bianco” attuato nel 1974 da ex partigiani bianchi, antifascisti e anticomunisti. Un colpo di stato organizzato dal piduista Edgardo Sogno (partigiano bianco), pianificato in funzione anticomunista e per imporre una repubblica autoritaria e presidenzialista.

Ma non è finita qua, in Italia ci sono state anche 8 Stragi di stato previste e attuate dal Patto Atlantico anticomunista: La lunga stagione della “strategia della tensione” pianificata da pezzi dello stato, con le ‘provocazioni’ dei Servizi segreti atlantici, non sono mai stati deviati ma sempre lineari…

Rispetto a un’impostazione reazionaria, non si riusciranno mai a capire gli anni dello scontro di classe degli anni ’70, che si è concluso con importanti conquiste sociali ma che infine ha visto la sconfitta della sinistra.

Quando la commissione stragi, negli anni ’90, ha tolto il segreto di stato, abbiamo scoperto i loro perversi e sporchi giochi militari geopolitici (prima potevamo solo intuirli attraverso analisi storiche,  sociali e politiche) organizzati dallo stato cattosinistroide, anche se il compagno anarchico Giuseppe Pinelli fu ucciso in caserma dagli sbirri perché già allora (1969), insisteva dichiarando esplicitamente che la Strage di Piazza Fontana era una Strage organizzata dallo stato! Ecco perché gli sbirri lo hanno buttato giù dalla finestra, per non far sapere all’opinione pubblica la verità: si vergognavano. Per poi dare la colpa della strage di civili, a noi anarchici!

Bombe del 25 aprile 1969: una serie di bombe ad alto potenziale esplodono alla Fiera e alla stazione centrale di Milano, provocando una ventina di feriti.

Altri attentati ai treni nell’estate del ’69: otto bombe rudimentali esplodono su altrettanti treni in diverse località d’Italia, tra l’8 ed il 9 agosto, provocando 12 feriti.

Strage di Piazza Fontana: il 12/12/’69 una bomba esplode nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano uccidendo 17 persone e ferendone altre 88.

Strage di Gioia Tauro: il 22 luglio 1970, una carica di tritolo fa saltare un tratto di binario a poche centinaia di metri dalla stazione di Gioia Tauro, provocando il deragliamento del Treno del Sole (Palermo-Torino) e provocando la morte di 6 persone e centinaia di feriti.

Strage di Peteano: il 31 maggio 1972 a Peteano di Sagrado a causa di una telefonata anonima, una pattuglia di carabinieri viene chiamata a controllare un’auto sospetta, che poi risulterà imbottita di esplosivo T4 (in dotazione alla NATO…). Reo confesso della strage è Vincenzo Vinciguerra, allora membro di Ordine Nuovo e condannato all’ergastolo.

Strage di Piazza della Loggia: il 28/5/1974, una bomba nascosta in un cestino portarifiuti, esplode in piazza della Loggia a Brescia, mentre è in corso una manifestazione sindacale, provocando 8 morti e 103 feriti. Nonostante nei vari procedimenti giudiziari si sia continuamente ipotizzato il coinvolgimento di rami dei servizi segreti, di apparati deviati dello stato (Nuclei Clandestini dello Stato, P2, Gladio) e di manovalanza neofascista nella vicenda. Dopo decenni di processi e indagini, il 16/11/2010, la Corte d’assise di Brescia ha assolto, per non aver commesso il fatto, tutti gli imputati: gli ordinovisti Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi, l’ex generale Francesco Delfino, il politico Pino Rauti e l’ex collaboratore del SID Maurizio Tramonte, lasciando così la strage impunita. La Corte di Cassazione nel 2014 ha confermato l’assoluzione di Zorzi, ma ha annullato quella nei confronti di Maggi e Tramonte, per cui verrà istruito un nuovo processo. La posizione di Rauti è stata dichiarata estinta, dato il decesso sopraggiunto dell’imputato.

Strage dell’Italicus: il 4 agosto 1974 una bomba ad alto potenziale posizionata sul treno Italicus esplode all’altezza di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, provocando 12 morti e 48 feriti. L’attentato venne inizialmente rivendicato da Ordine nero: «Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare». Sebbene il processo si concluse con l’assoluzione degli imputati Mario Tuti e Luciano Franci, nella sentenza del tribunale di Bologna che giudicò i neofascisti implicati nella strage, venne scritto come la P2 svolse un’opera di istigazione agli attentati e di finanziamento nei confronti della destra extraparlamentare toscana.

Strage alla stazione di Bologna: il 2 agosto 1980 l’esplosione di una bomba posizionata nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione bolognese provoca 85 morti e 200 feriti. Condannati, come esecutori materiali, con sentenza definitiva del 23 novembre 1995 i componenti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Condannati per il depistaggio delle indagini, i massoni Licio Gelli, Francesco Pazienza e i due ufficiali del servizio segreto militare, il generale Pietro Musumeci ed il colonnello dei carabinieri Giuseppe Belmonte, entrambi iscritti alla loggia massonica P2.

Strage del Rapido 904: il 23 dicembre 1984, una bomba esplode sul treno 904 Napoli-Milano, nei pressi della Grande galleria dell’Appennino, tra Vernio e San Benedetto Val di Sambro, causando la morte di 15 persone ed il ferimento di altre 267. Il 24/11/1992, la Corte di cassazione, confermò la sentenza di colpevolezza nei confronti degli imputati, puntualizzando la matrice terroristico-mafiosa dell’attentato.

Nel 1955, in risposta alla stipula del Patto Atlantico, venne costituito il Patto di Varsavia. In esso confluì tutto il fronte sovietico che riuniva i diversi Paesi comunisti satelliti; tale patto fu sciolto nel 1991 in concomitanza della caduta dell’Urss. Se la Nato aveva un significato militare e politico importante nel contesto dell’epoca, oggi occorre domandarsi se tale forza militare sia ancora giustificabile dati i mutati scenari. L’Urss si è sbriciolata, l’odierna Russia non rappresenta certo un pericolo dato che proprio dopo la caduta dell’Impero sovietico è cominciato un accerchiamento militare che è arrivato alle porte di Mosca. Oggi chi sono i nemici della Nato? Da chi ci dobbiamo difendere? Da chi siamo stati attaccati? Sono giustificate le ingenti spese che ogni Paese deve elargire per far parte di questa organizzazione?  Se l’Europa vuole davvero divenire una comunità matura, deve prima svincolarsi dalla forte influenza militare atlantica.

Guerra del Golfo: le truppe della Coalizione si preparano all'intervento militare

La Nato ha avuto un ruolo aggressivo e non certo difensivo. Un’aggressività che non ha nulla a che vedere col ‘diritto alla difesa’, ma al controllo geopolitico. Gli attacchi della Nato, negli ultimi 20 anni, sono stati 7. In ordine cronologico si è cominciato nel 1991 con la prima guerra del Golfo (foto sopra), l’anno successivo in Somalia, nel 1995 in Bosnia, nel 1999 in Serbia, nel 2001 in Afghanistan, due anni dopo una nuova guerra all’Iraq e poi nel 2011 l’aggressione alla Libia di Gheddafi. Anche quest’ultimo, un conflitto che ha destabilizzato un’intera regione e che ha generato quell’immigrazione forzata di interi popoli, ancora oggi in atto.

Per bloccare le aspirazioni dell’Ucraina a mettersi sotto la protezione Nato, la Russia ha intensificato l’ammassamento di truppe e mezzi corazzati: 130.000 uomini ai confini del Donbass, più 40 mila dislocati in Bielorussia, oltre che in Moldova e in Transnistria. L’Ucraina chiede aiuto e la risposta arriva con una massiccia fornitura di armi. Una norma Nato vieta l’esportazione in Paesi terzi senza il via libera del produttore: prima di vendere armi tedesche agli ucraini, l’Estonia deve avere il permesso della Germania (che ha deciso di non darlo). In questo caso la regola non vale più e gli Usa hanno autorizzato Paesi Nato a esportare armi d’ogni tipo. Dagli Usa sono arrivati missili anticarro portatili Javelin a guida infrarossi autonoma e i potenti missili antiaerei (Manpads). Dalla Gran Bretagna armi leggere, anti-armatura, anticarro e personale militare di addestramento. Gli stati baltici mandano missili anticarro e antiaerei. La Repubblica Ceca armi leggere. Il Canada un contingente di forze speciali. La Danimarca una fregata nel Baltico, più 4 caccia F-16 in Lituania. L’Olanda invierà 2 caccia F-35. La Spagna si è dichiarata pronta a fare la sua parte. La Turchia ha inviato i droni Bayraktar, in grado di combattere e acquisire informazioni. Il rifiuto della Germania è il primo in 70 anni, e ha incrinato il fronte Nato, con Francia e Italia che allo stesso modo non vogliono immischiarsi in una crisi dov’è in ballo la sicurezza energetica europea e importanti rapporti commerciali con la Russia: 25 miliardi di euro di fatturato l’anno per la Germania, 9 per l’Italia.

In Italia dobbiamo ancora discutere e aprire il dibattito sulla strategia della tensione, fatto di colpi di stato  e stragi di stato e organizzate dai servizi segreti del Patto Atlantico anticomunista per incolpare gli anarchici  e i comunisti, per evitare che la sinistra andasse al governo (dentro il potere politico).

La strategia della tensione inizia il 12 dicembre 1969, quando una bomba esplose all’interno della sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana a Milano. Una bomba esplosa appositamente per incolpare poi l’anarchico Giuseppe Pinelli, torturato e ucciso in questura dal commissario Calabresi. La bomba provocò 17 vittime e 88 feriti.

Con le basi militari Nato si introduce una cultura di guerra, di dominio e di violenza. Ovunque avvengono crimini contro l’umanità, la salute, l’ambiente ecc. Raramente i responsabili subiscono un processo perché vige ovunque il principio della extraterritorialità.

Le strutture segrete della NATO erano state equipaggiate, finanziate e addestrate dalla CIA, in coordinamento con l’MI6 (i servizi segreti britannici), per combattere le forze armate dell’Unione Sovietica in caso di guerra, ma anche per commettere attentati terroristici in diversi paesi. Così, fin dagli anni ’70, i servizi segreti italiani hanno utilizzato queste armate segrete per fomentare attentati terroristici con lo scopo di causare la paura tra la popolazione e, in seguito, accusare i comunisti o gli anarchici di essere gli autori. Era il periodo che la parte comunista aveva un potere legislativo importante al Parlamento. La strategia della tensione doveva servire a screditarlo, indebolirlo, per impedirgli di accedere all’esecutivo. I terroristi di estrema destra hanno spiegato nelle loro deposizioni che erano i servizi segreti della NATO che li avevano sostenuti in questa guerra clandestina. Dunque la Nato era interessata al controllo politico. Nell’aprile del 1960 arrivano in Italia i dirigenti della massoneria americana Luther A. Smith e George E. Bushnell per favorire la riunificazione delle varie osservanze massoniche italiane. Per questa operazione si sono mobilitate da tempo tutte le logge statunitensi in Italia: la Benjamin Franldin di Camp Darby (base USA di Livorno), la Aviano di Trieste, la H.S. Truman di Bagnoli, la Colosseum di Roma, la Mc Clellan di S.Vito dei Normanni, la Val di Verona, la George Washington di Vicenza, delle quali fanno parte i massoni impiegati nelle basi Nato.

Nel 2003 sono partiti i missili contro la popolazione irachena in spregio all’art. 11 della Costituzione italiana che dice: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. 

Le bombe partivano da Camp Darby (foto sotto), senza che gli italiani ne avessero notizia. L’organizzazione statunitense Global Security ha dichiarato che: “Il 31° squadrone munizioni che opera a Camp Darby, è responsabile del maggiore e più disseminato arsenale di munizioni convenzionali delle Forze aeree Usa in Europa, consistente in 21.000 tonnellate collocate in Italia, e di 2 depositi classificati situati in Israele”.

La base militare di Camp Darby ha assunto un ruolo importante nelle guerre del Mediterraneo. L’uso bellico delle basi sul territorio italiano, di cui gran parte della popolazione è all’oscuro, è una delle tante prove che l’Italia è un paese a “sovranità (molto) limitata”, le cui autorità sono corresponsabili dei crimini che l’organizzazione della Nato sta commettendo in molti paesi del mondo. A Vicenza la popolazione è costretta a subire la recente creazione di un’altra base americana. Il presidente del consiglio Prodi ha sostenuto (dopo una “seduta spiritica”…), che: “L’Italia deve rispettare gli accordi presi”, ma non ha precisato che si tratta di accordi stipulati nel dopoguerra, e che appaiono oggi semplicemente assurdi. La decisione di concedere agli Usa l’area “Dal Molin” per la realizzazione di una base militare Nato (Ederle2), che sarà fuori dalla giurisdizione italiana, viola proprio l’art. 241 del codice penale: (attentati contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello stato). Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti violenti diretti e idonei a sottoporre il territorio dello stato o una parte di esso alla sovranità di uno stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza o l’unità dello stato, è punito con la reclusione non inferiore a 12 anni. La pena è aggravata se il fatto è commesso con violazione dei doveri inerenti l’esercizio di funzioni pubbliche. La NATO non è stata fondata per impadronirsi del petrolio o del gas dei paesi musulmani. È precisamente là, in questa regione in cui si svolgono le pretese guerre “contro il terrorismo”, che si concentrano le importanti riserve in petrolio e gas. Se il governo Nato prende il controllo di quelle risorse, e la crisi energetica peggiora, noi saremo sempre sotto ricatto, consapevoli che La Nato non darà gratuitamente il petrolio ed il gas ai paesi europei.

Poche persone sanno che il “picco del petrolio”, il massimo della produzione, è stato già raggiunto nel mare del Nord e che, quindi, la produzione del petrolio in Europa (Norvegia e Gran Bretagna) è in declino. Il giorno che la gente si renderà conto che queste guerre “contro il terrorismo” sono manipolate, e che le accuse contro il popolo arabo sono solo strategie di propaganda atlantica, rimarrà tristemente sorpresa.

Basta armi!! Basta guerre!! Basta soldati!! Basta dittature militari!!!!  Basta sbirri!! Basta massoneria!! Basta massomafia. Anarchia: l’unica via!

Libertà, Eguaglianza, Fratellanza.

Ma quale eguaglianza? Fin quando non ci sarà

l’eguaglianza economica e sociale

l’eguaglianza politica sarà una menzogna….

Fratellanza: un’altra menzogna. Vi domando se ciò

che è possibile tra sfruttatori e sfruttati,

tra oppressori e oppressi?

Come? Vi farò sudare e soffrire tutta la giornata e a sera

vi dirò: “Abbracciamoci noi siamo fratelli”.

M. A. Bakunin

Cultura dal basso contro i poteri forti

Rsp (individualità Anarchiche)